Tag: giustizia

I referendum Radicali sulla giustizia. Perché boicottarli.

I radicali tornano a farsi vivi con la loro consueta strategia referendaria che, questa volta, ha per oggetto la giustizia:

quesiti 1 e 2:  responsabilità civile dei magistrati in  caso di errori;

3: ritorno a funzioni giudiziarie dei magistrati “fuori ruolo”;

4: tendente a limitare ed, al limite, escludere la custodia cautelare;

5 abolizione dell’ergastolo;

6. separazione delle carriere di magistratura giudicante e magistratura inquirente.

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Sentenza Ruby (seconda parte)

1. Non entro nel merito della sentenza, anche perché non ho il fascicolo processuale. So quello che ne hanno scritto i giornali, ma questo non basta. Il fatto è che, quando si tratta di processi politici che spaccano l’opinione pubblica, delle prove e degli indizi non importa un accidenti a nessuno. Gli avversari del processato sbraitano che di prove ce ne sono ad ufo e che l’uomo va impiccato per i piedi, mentre i suoi sostenitori si stracceranno le vesti dicendo che è “il funerale della giustizia”, perché si condanna uno innocente come Cristo senza  il briciolo di una prova. Ma se provate a chiedere agli uni e agli altri su cosa si basano le loro affermazione, state tranquilli che il 90% non ha la più pallida idea di cosa si sia detto in tribunale e che un altro 9% ha idee assolutamente confuse ed approssimative. Appunto perché nessuno si va a leggere le carte (peraltro poco accessibili) ed, al massimo, si è fatto una idea leggendo il giornale preferito.

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Dedicato a quelli a cui piace tanto la nostra magistratura di cui difendono la fiera indipendenza…

A Genova, una pensionata ottantenne ha rubato un po’ di carne e qualche dolciume nascondendoli nella borsa della spesa. Il furto ammontava a un valore di 20 euro. Ho detto venti. Prontamente processata (chi dice che la giustizia in Italia è lenta?) è stata condannata a due mesi e venti giorni di reclusione (immaginiamo condonati). L’avvocato aveva chiesto il riconoscimento dello stato di indigenza e l’assoluzione per aver agito in stato di necessità. Ma il sagace magistrato ha eccepito che aver rubato anche dolciumi (biscotti ed una bottiglia di limoncello: capite?) dimostra che non di stato di necessità si è trattato.

Qualche considerazione: il furto ammontava a 20 euro, quanto è costata allo Stato l’udienza, considerando la frazione di stipendio di magistrato, segretario giudiziario, poliziotti in servizio, carta bollata ecc?

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Cucchi, gli operai di Terni e la corporazione giudiziaria

Oggi avrei voluto proseguire il ragionamento sul M5s, ma ci sono due  avvenimenti di cronaca che mi obbligano a rinviare di un paio di giorni, perché non è possibile  passare su certe cose come se nulla fosse: la  sentenza sul caso Cucchi e la carica contro gli operai di Terni. Le due cose sono indipendenti una dall’altra ma hanno un filo che le lega: la brutalità delle forze di polizia che sta raggiungendo livelli da Argentina anni settanta e la sistematica impunità che glielo consente.

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Sentenza di Brescia e giustizia in Italia: ne vogliamo parlare?

Ce lo aspettavamo: assoluzione per tutti. Leggeremo le motivazioni, ma già temiamo di sapere quel che leggeremo (anche se, in primo grado, il collegio giudicante ci riservò la sorpresa di un testo peggiore delle aspettative, già molto basse). Ma restiamo ugualmente in attesa non pregiudiziale.
Quando arriveranno le motivazioni, potremo capire perché, quello che a noi appariva come un convincente quadro indiziario grave, univoco e convergente (sufficiente a condannare a norma del cpp), non è apparso tale al collegio giudicante ed, eventualmente, formuleremo le nostre obiezioni oppure riconoscere le ragioni di chi ha assolto. Prima ancora che garantisti siamo laici ed, in quanto tali, riconosciamo che un giudizio corretto lo si può formulare solo dopo aver ascoltato senza pregiudizi le ragioni altrui, per cui, pur conoscendo bene il fascicolo processuale ed essendo convinti, per ora, di certe cose, attendiamo il ragionamento della corte per verificare le nostre convinzioni. Ma, quale che sia l’esito di questo specifico caso, resta un problema: come mai, sistematicamente, i processi per strage si concludono con sentenze assolutorie e non si riesce mai a trovare i colpevoli?

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Caso Goracci: conclusioni e prospettive

Questo è stato uno dei dibattiti più seguiti su questo blog con una sessantina di interventi (4 sulla dichiarazione di Perrone, 38 sulla risposta di Ferrero e 19 sulla mia lettera). Inoltre sono giunti diversi messaggi sulla pagina fb e 41 compagni hanno preferito scrivermi privatamente via mail. Naturalmente nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di militanti di Rifondazione, e quello che si coglie è un grande senso di smarrimento che va al di là del caso eugubino.  Alcuni hanno scritto in chiave colpevolista (ma nessuno adducendo elementi concreti di giudizio se non una condanna anticipata) altri sostenendo l’innocenza dei compagni (oltre Rolando Dubini, persona rispettabilissima e stimabilissima che conosco personalmente, che è l’avvocato difensore, e quindi scontatamente prende le parti del suo assistito in ogni sede, anche un altro Melandri riferisce il parere della moglie che, avendo lavorato a Gubbio, garantisce per Goracci come persona onesta e altri ancora, per lo più eugubini).

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Caso Goracci. La risposta di Paolo Ferrero

Il segretario Paolo Ferrero ha molto prontamente risposto alla mia lettera aperta di ieri.

Caro compagno Giannuli,
non sono d’accordo con quanto sostieni nella tua lettera aperta.

1) La tesi di fondo del tuo ragionamento è: se Goracci è innocente va difeso, se è colpevole le misure assunte sono insufficienti. Il punto è proprio questo: noi non sappiamo se è innocente o colpevole, noi sappiamo che è indagato per alcuni reati e incarcerato per aver operato al fine di far scomparire le prove dei reati per cui è indagato.
In questo contesto noi non possiamo far altro che chiedere che la giustizia faccia il suo corso attraverso un iter processuale ed un pubblico dibattimento come definito dallo stato italiano. Per questo fiducia nella magistratura. Io non ho altri strumenti che mi permettano di far luce sulla vicenda. Se tu pensi esistano altri strumenti, fammeli conoscere, potremo utilmente inserirli nello statuto. Per questo, a norma di statuto la misura adottata è quella della sospensione dal partito.

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Lettera aperta di Algido Lunnai a Massimo D’alema.

Lettera aperta di Algido Lunnai a Massimo D’alema.

Gentile Onorevole,
mi rivolgo a Lei –unico vero stratega del Pd- per affrontare un problema ormai centrale nella vita politica del paese: come risolvere l’annosa questione dei processi del Capo del Governo.  Una questione che si è maledettamente complicata e che richiede una decisione definitiva, netta e rapida come un colpo di spada. E, dunque, tagliamolo questo nodo gordiano.

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