Tag: giustizia in italia

Genesi del giustizialismo di sinistra.

Per tutti gli anni cinquanta e sessanta (per non dire prima) a sinistra era coltivata una fiera diffidenza nei confronti della magistratura: Togliatti, una volta, si lasciò andare a dire che un giudice era più pericoloso di un generale e, quando la stampa di destra attaccava un dirigente comunista, accusandolo di una qualche nefandezza, il Pci suggeriva sempre di ignorare sprezzantemente la cosa, senza dare querela, nella convinzione che il magistrato di turno avrebbe usato il caso solo per screditare ancor più il suo dirigente.

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Alcune risposte sulla questione del giustizialismo

Al di là delle questioni tecniche, devo dire che questo modo di rispondere non singolarmente ma a gruppi mi sembra più soddisfacente ai fini della discussione, perché evita di confinare nella casellina delle risposte ai singoli commenti cose che invece meritano di essere messe in primo piano, per cui proseguo nell’esperimento, sperando che funzioni.

Ad Angelo Iannaccone, Pierluigi Tarantini, Gianni, Vincenzo Cucinotta e Giandavide sul GIUSTIZIALISMO:

Un venusiano che scendesse dalla sua astronave e leggesse la nostra piccola polemica sui reati bagatellari (perché tali sono nella sostanza la diffamazione, l’ingiuria le percosse ecc) penserebbe che questo professor Giannuli è proprio un estremista irresponsabile; non si rende conto che in questo modo si passa all’insulto ai cazzotti, dai cazzotti alle gomme delle auto tagliate, poi ai vasi da fiori in testa e via via ai coltelli, alle pistole, ai kalashnikov, al mortaio e (perché no?!) all’atomica.

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Sentenza di Brescia e giustizia in Italia: ne vogliamo parlare?

Ce lo aspettavamo: assoluzione per tutti. Leggeremo le motivazioni, ma già temiamo di sapere quel che leggeremo (anche se, in primo grado, il collegio giudicante ci riservò la sorpresa di un testo peggiore delle aspettative, già molto basse). Ma restiamo ugualmente in attesa non pregiudiziale.
Quando arriveranno le motivazioni, potremo capire perché, quello che a noi appariva come un convincente quadro indiziario grave, univoco e convergente (sufficiente a condannare a norma del cpp), non è apparso tale al collegio giudicante ed, eventualmente, formuleremo le nostre obiezioni oppure riconoscere le ragioni di chi ha assolto. Prima ancora che garantisti siamo laici ed, in quanto tali, riconosciamo che un giudizio corretto lo si può formulare solo dopo aver ascoltato senza pregiudizi le ragioni altrui, per cui, pur conoscendo bene il fascicolo processuale ed essendo convinti, per ora, di certe cose, attendiamo il ragionamento della corte per verificare le nostre convinzioni. Ma, quale che sia l’esito di questo specifico caso, resta un problema: come mai, sistematicamente, i processi per strage si concludono con sentenze assolutorie e non si riesce mai a trovare i colpevoli?

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