Tag: geopolitica

Il Papa, gli Armeni e la Turchia.

Molti giornali hanno presentato la dichiarazione sul genocidio armeno come la “Ratisbona di Francesco”, alcuni sottintendendo con compiacimento che è la prima “scivolata” di questo pontificato, altri per dire che, al di là delle caratteristiche personali del Papa, la geopolitica vaticana non cambia e non può che essere antislamica. Una lettura totalmente sbagliata e fuorviante che si ferma alle somiglianze superficiali delle cose.

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Le ragioni geopolitiche dell’austerità. Un commento.

Il Dott. Giuseppe De Paolini, economista, già docente dell’Università di Torino, ci invia molto gentilmente un interessante commento al recente articolo di Lamberto Aliberti “L’Austerity: se non guarisce, uccide“. Lo ringrazio vivamente e auguro buona lettura!

Di Giuseppe De Paolini. La conclusione dell’articolo, desunta dal ragionamento e dall’intreccio di statistiche reali e finanziarie con modelli econometrici  (di cui in questo momento non conosco compiutamente la struttura) è sicuramente condivisibile nella sostanza. Mi permetto solo di osservare che la genesi delle politiche di austerità è spesso  di natura geopolitica  per cui la loro durata e pesantezza dipendono da  questo fattore.

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“Somos todos americanos”: i rapporti Usa-Cuba dopo la morte dell’ unipolarismo.

Il 12 settembre 2001 il quotidiano Le Monde e Il Corriere della Sera titolavano “Siamo tutti americani”,  il 17 dicembre di quest’anno Barack Obama dichiarava “Todos somos americanos”.  Queste due frasi sono uguali, eppure diversissime. Il presidente U.S.A. che si rivolge in spagnolo al pubblico mentre annuncia di voler modificare i termini dei rapporti tra Washington e l’Havana non ha niente a che vedere con le servili traduzioni francesi e italiane del “we are all americans”

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Università e formazione: quando un ministro apre bocca e gli dà fiato

Una nuova emergenza si sta aprendo e dovremo occuparcene: la crisi della scuola. No, per carità, non voglio dire che la mancanza di fondi, la pessima distribuzione degli insegnanti, la loro preparazione non sempre eccellente ecc siano problema di questi giorni. Lo so che si tratta di una crisi che dura da almeno 40 anni e che ormai sta marcendo. Mi riferisco ad altro: agli ulteriori gravissimi danni che si stanno profilando ad opera di questa sciagurata classe politica. Dopo la funesta serie ventennale di ministri della Pubblica istruzione ed università (D’Onofrio, Lombardi, Berlinguer, Moratti, Mussi, Gelmini, Fornero, facendo salvo il solo De Mauro) si abbatte su di noi la Carrozza (Maria Carla e non il veicolo: ma una cosa non è più intelligente e meno pericolosa dell’altra).

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Le guerre di Bush: un bilancio

Con i ritiro delle truppe americane, nei giorni scorsi, si è chiusa (almeno per ora) la guerra in Irak. Per il ritiro dall’Afghanistan occorrerà attendere qualche tempo, ma, a quanto pare, non oltre il 2014. Dunque, è tempo di un bilancio a partire dagli obiettivi che gli Usa si ripromettevano di conseguire. Partiamo dall’Afghanistan. Il motivo ufficiale era la cattura di Osama Bin Ladin e del Mullha Omar oltre che la distruzione di Al Quaeda. Come è noto, Bin Ladin è stato ucciso il 2 maggio 2011, ma il Mullha Omar è ancora uccel di bosco, mentre Al Quaeda, pur seriamente e ripetutamente colpita non è del tutto sconfitta.

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