Riflessioni sulla campagna del NO e sulle prospettive della Sinistra in Italia.
A mente fredda possiamo fare qualche riflessione sulla campagna referendaria, in particolare in riferimento allo stato della sinistra italiana.
A mente fredda possiamo fare qualche riflessione sulla campagna referendaria, in particolare in riferimento allo stato della sinistra italiana.
Diversi interventi chiedono: “che fare di Rifondazione comunista? Quale è la tua proposta in positivo?”
Giovanni, in particolare, dice che il punto debole del mio ragionamento sta nell’assenza di un possibile gruppo dirigente di ricambio. Ha ragione, ma il punto è proprio che non c’è ricambio possibile: quando un esercito perde tre battaglie di seguito e non cambia lo Stato Maggiore, semplicemente, ha perso la guerra. Rifondazione ha perso la guerra e la conferma sta proprio nel tentativo di minimizzare la sconfitta, perchè il gruppo dirigente non riesce ad immaginare alcuna altra linea di condotta oltre quella rovinosa seguita sin qui.
Un gruppo dirigente di ricambio non c’è perchè esso non si improvvisa ma è il prodotto della lotta politica di un partito verso l’esterno e del dibattito democratico all’interno. E a Rifondazione è mancata sia l’una che l’altra cosa. La lotta politica si è ridotta ad una stanca routine propagandistica di cui non si ricorda una sola campagna significativa. Quanto alla vita democratica, non parliamone neppure: pochissime assemblee degli iscritti e riunioni degli organi statutari, nessun momento di formazione politica, le poche tribune del partito saldamente occupate dall’inamovibile gruppo dirigente e liturgie congressuali rigidamente incanalate nel dibattito fra componenti date una volta per tutte.