Si sta profilando una frattura strategica nel campo dell’energia
Negli ultimi mesi si sono prodotti una serie di avvenimenti che hanno investito pesantemente il mondo dell’energia:
1- la crisi di Crimea che sta profilando una crisi nella vendita di gas russo alla Ue, con conseguente arresto del progetto South stream e parallela proposta americana di forniture sostitutive
2- forte penetrazione dei cinesi nel mercato mediorientale, dove sono diventati i primi acquirenti del petrolio irakeno
3- destabilizzazione sociale e finanziaria del Venezuela (terzo produttore mondiale
4- inasprimento della crisi libica dove le forniture sono sempre più a rischio
5- crescente tensione fra il Quatar (detentore di fortissime riserve di gas e petrolio) ed Arabia Saudita, che non approva l’appoggio ai Fratelli Musulmani e le pretese egemoniche quatarine sul Golfo
Il tutto mentre prosegue la guerra civile siriana e l’embargo euro-americano contro l’Iran. Una precipitazione di eventi assai insolita, che profila tendenze di medio periodo suscettibili di mutare l’assetto strategico mondiale dell’energia. Ed, ovviamente, non dobbiamo stare a spendere parole sulla centralità dell’energia, sia dal punto di vista economico che politico, nell’ordine mondiale.