Tag: finanza

Fallimento dell’Euro: perché?

La fine dell’Euro non è più fantascienza, ma una ipotesi considerata nel campo del possibile (anche se deprecata) da tutti i politici europei e dai banchieri di tutto il Mondo. Non è detto che finisca necessariamente così, ma tutti pensano che possa accadere. O perché ne esca la Grecia, avviando un processo a catena, o perché ne esca la Germania, facendo perdere senso a tutta l’operazione e spingendo tutti a tornare all’ovile della moneta nazionale. Nessuno più esclude che questo possa accadere. I presupposti ci sono tutti e anche il più sprovveduto capisce che:

a-la Grecia non sarà mai in grado né di restituire il suo debito né di pagare gli interessi che man mano si accumulano, in una dinamica  di ammortamento negativo

b-che il Portogallo non è in condizioni migliori

c-che il sistema bancario spagnolo non è in grado di reggere la pressione dei mercati internazionali

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Caro Presidente Napolitano, a proposito di speculatori ed evasori

Abbiamo letto con interesse la Sua ultima esternazione nella quale Ella ha sostenuto che speculatori ed evasori sono elementi antisociali che non meritano questo paese: perfetto! Ma vorremmo capire meglio il Suo pensiero. Partiamo da un problema: per definire qualcuno speculatore o evasore è necessario che compia reati o ci sono comportamenti che, pur legalmente ammessi, hanno in sè caratteristiche di antisocialità?  Pensiamo che il riferimento fosse al secondo caso. In effetti, dire che, chi compie un reato a fini di lucro, è un elemento antisociale è una ovvietà: come dire che l’acqua è bagnata. E con i criminali le invettive servono a poco: se l’immagina quale sarebbe la reazione di un mafioso se gli dicessimo: “sei un anti sociale e non ti meriti questo Paese”? Se ne farebbe un baffo. In questo caso la questione andrebbe posta, semmai, sul piano  di quali misure repressive assumere per stroncare il fenomeno.

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Il mio nuovo libro: “Uscire dalla crisi è possibile”

Cari amici,

il 5 aprile è uscito in libreria il mio nuovo libro, “Uscire dalla crisi è possibile” (Ed. Ponte alle Grazie), nel quale riprendo le cose dette in “”2012 la grande crisi”, le aggiorno e passo in rassegna una serie di proposte. Questo è un libro un po’ diverso dagli altri: diciamo che ha un taglio più direttamente politico. Spesso alcuni interventori di questo blog mi hanno chiesto: “Ma tu cosa faresti?”. Insomma mi si è implicitamente rimproverato di aver accentuato l’aspetto negativo delle critiche alle politiche seguite dai governi ed alle scelte della finanza, ma senza proporre nulla in positivo. Con questo libro accetto la sfida ed avanzo un ventaglio di proposte. Diverse non sono mie: le riprendo da altri autori come Gallino, Morin, Amato-Fantacci, Brancaccio ecc. Ci ho ragionato su, cercando di collegarle in un tessuto coerente, connettendo tutto all’aspetto più propriamente politico (o se preferite geopolitico) che questi autori non considerano ed aggiungendo alcune proposte mie. Offro queste riflessioni al dibattito, nella speranza che possano contribuire –pur se in piccola parte- a far uscire la sinistra dall’attuale situazione di forte incertezza e di debolezza analitica sulla crisi.

Qui potete leggere l’indice del volume.

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Un mondo senza Wall Street?

clicca sulla locandina per ingrandirla!

Molto volentieri segnalo queste due iniziative a cui parteciperò, in attesa dell’uscita del mio nuovo libro, il prossimo 5 aprile!

Mercoledì 28 marzo 2012

Un mondo senza Wall Street?

“Perché la crisi non è finita? I governi annunciano che il peggio è passato. Perché si sono sbagliati e si sbagliano ancora in modo così clamoroso?”

Due incontri con
Francois Morin, Professore emerito di scienze economiche all’università di Toulouse-I, già membro del consiglio generale della Banca di Francia, autore del libro “Un mondo senza Wall Street?” e consulente economico di Francois Hollande nella corsa alle presidenziali francesi;

Ore 14.30, aula Crociera Alta

Università degli Studi di Milano
Via Festa del Perdono 7
Leggi il programma del convegno!

Ore 20.30, Casa della Cultura di Milano

Via Borgogna, 3
Leggi il programma della serata!

Entrambi gli incontri saranno in diretta su Twitter!

More: http://www.laboratoriolapsus.it/

#Aldo_Giannuli_Leaks: il 2012 su Radio Popolare

Cari amici,

nell’augurarvi buon anno, vi informo che il 2,3,4 e 5 gennaio, dalle 10.40 alle 11, sarò in diretta su Radio Popolare per degli speciali col Direttore Danilo De Biasio, in cui cercheremo di analizzare gli scenari che si potrebbero verificare nell’anno appena cominciato.

Sperando che queste trasmissioni siano un utile contributo alla comprensione, vi invito a comunicarmi le vostre impressioni e critiche, e a partecipare al dibattito su questi temi sul mio sito, dove potrete trovare quotidianamente, i video e gli audio della trasmissione.

Ecco la prima puntata! (Attendere qualche secondo per l’inizio dello streaming)

Per seguire la trasmissione in diretta, potete sintonizzarvi sui 107.6 di Radio Popolare oppure connettervi allo streaming su:
http://www.radiopopolare.it/poplive/diretta/

Buon anno e grazie per l’attenzione!

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2012 in arrivo: facciamo due conti

Ogni tanto vale la pena di fare due conti facili facili, come la signora Maria di Voghera, quando, a fine giornata, fa i conti della spessa e vede quanto resta in cassa per il resto del mese.
Ed allora: nell’anno prossimo, fra titoli sovrani, obbligazioni di enti pubblici minori, corporate bond (debiti d’impresa), obbligazioni bancarie, scadono titoli per 11.000.000.000.000 (undicimila miliardi) di dollari. Faccio grazia degli spiccioli. Ve l’ho scritto con tutti i 12 zeri per farvi apprezzare la cifra in tutta la sua imponenza: si tratta di poco meno di un sesto del Pil mondiale e di circa l’11% dell’intero debito mondiale. Come dire che, se ogni anno avessimo scadenze di questa entità, in nove anni dovremmo rinnovare l’intero debito mondiale, compresi i titoli ultraventennali.  E, per di più, nei due anni seguenti, le scadenze saranno solo di poco inferiori.

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La nuova bolla che scoppierà: l’oro

Diversi frequentatori di questo blog, scambiandomi per un consulente finanziario (quel che proprio non sono), mi chiedono “Mi conviene comperare oro? E’ un investimento sicuro vero?”. Consulente finanziario non sono, ma qualche informazione base posso darla.
In vista dell’imminente recessione, molti risparmiatori si sono precipitati ad investire in oro, contribuendo, in questo modo, a farne salire il prezzo sino alla cifra record di 1.900 dollari l’oncia: solo tre anni fa una quotazione alla metà sarebbe parsa una impennata impressionante. E tutti deducono di aver fatto bene a mettere lì i loro soldi. Per ora cerchiamo di vedere la cosa dal punto di vista del piccolo risparmiatore, dopo parleremo degli speculatori.
Per spiegare cosa sta succedendo, devo fare una premessa: di quale oro stiamo parlando?

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Uscire dalla crisi si può, continuare come sempre no

Spesso mi sento accusare di eccessivo pessimismo, ma si tratta di una impressione sbagliata. Al contrario sono molto ottimista circa la possibilità –in sè- di uscire dalla crisi, evitando sia una prolungata depressione che eventi più drammatici come un conflitto generalizzato dall’esito tutt’altro che certo.  Ma occorre fare le cose giuste e vincere resistenze di interessi consolidati. Il problema è la qualità indecente della classe politica occidentale (non solo italiana).
Le crisi non sono disastri naturali indipendenti dalla volontà umana, come uno tsunami, o la manifestazione di un fato ostile cui arrendersi; sono totalmente dipendenti dall’azione dell’uomo. E non sono neppure eventi incomprensibili al quale nessuno sa come porre rimedio. Al contrario, le crisi (e questa forse più delle altre) sono processi le cui cause sono abbastanza trasparenti e, di conseguenza, comportano soluzioni razionali non impossibili da immaginare e realizzare. Certo: uscite razionali, possibili ma non indolori.

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Lettera aperta a Claudio Grassi: ma quale è la nostra proposta di fronte alla crisi?

Sabato scorso (29 maggio) si è svolta l’assemblea regionale di “Essere Comunisti”, la componente di Rifondazione Comunista cui aderisco ed, in quella occasione ho espresso i miei dubbi sulla attuale linea di Rifondazione  e della  Federazione della Sinistra. In particolare per quel che riguarda l’analisi della crisi e le conseguenti proposte.  Credo sia  utile associare anche i lettori di questo blog al dibattito e, per questo, ho deciso di  inviare questa lettera aperta a Claudio Grassi, “numero due” del partito, che mi ha promesso di rispondere. La attendo, ed invito anche altri dirigenti del partito e della federazioni ad intervenire.

Caro Claudio,
colgo l’occasione del tuo discorso conclusivo della riunione di “Essere Comunisti” sabato scorso a Milano per ragionare meglio su un punto che hai toccato di sfuggita ma che mi sembra essenziale per la definizione della linea politica di Rifondazione.

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