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I radicali sono quello che sono, ma Veltroni perchè non sparisce?

Dunque, i radicali hanno scelto di essere presenti in aula, contribuendo così a far raggiungere il numero legale per la votazione della fiducia. Se il numero legale fosse mancato, sarebbe stato molto difficile per il Cavaliere non dimettersi.
Beninteso: i radicali non sono stati determinanti, perchè i 316 che hanno votato la fiducia erano sufficienti anche per fare numero legale, ma non cambia nulla: se fossero stati determinanti, sarebbero entrati lo stesso, perchè quella era la loro scelta politica ed, in ogni caso, hanno contribuito a quel traguardo al pari degli altri.
Spiegazione: “lo abbiamo fatto per rispetto dell’Istituzione”.
Ma a chi la volete raccontare? Nel 1983 i radicali adottarono un codice di comportamento per il quale sistematicamente non votavano (salvo quando lo ritenevano “utile”) uscendo dall’aula, perchè non riconoscevano in quella assemblea un Parlamento democratico. E quello che cosa era? Rispetto delle istituzioni? O forse è cambiato il “regime partitocratico”?

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Sfiducia al governo: facciamo due conti.

Ancora una volta ha vinto il Cavaliere e non è detto che sia una vittoria di Pirro: dobbiamo vedere se ci saranno smottamenti fra centristi e Fli che, magari, gli consentano di ricostituire una maggioranza parlamentare e durare sino alla fine della legislatura.
Speriamo di no, ma per ora è davvero grigia e non resta che sperare nel “compagno” Bossi, dopo i “compagni” Fini e Casini. Intanto non è inutile fare qualche considerazione su come siamo arrivati al disastro e su chi ne abbia la responsabilità e in che misura.
In primo luogo Veltroni e Di Pietro farebbero bene a smettere di fare politica e darsi ad altre attività più consone alle loro capacità: se Cesario, Scilipoti e Calearo avessero votato la sfiducia al governo, nel rispetto del mandato affidatogli dagli elettori, il risultato sarebbe stato il contrario 314 contro Berlusconi e 311 a favore.

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