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Perché Sinistra Italiana non mi convince.

Come ho già scritto, faccio i miei migliori auguri agli amici (non so se usano ancora il termine compagni o se ne sentono offesi, per cui mi tengo su un prudente “amici”) di Sinistra Italiana perché, pur sempre va salutata con favore qualsiasi segnale di rinascita della sinistra in questo paese. Ma confermo di avere pochissime speranze in questo tentativo.

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Io e la sinistra: mi sa che non ci siamo capiti

Ho l’impressione che diversi miei lettori non abbiano chiara la mia collocazione nei confronti della sinistra e scrivano autentiche sciocchezze. Molte cose le ho già dette, però non farà male spiegarsi una volta di più (poi non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma non ci posso fare niente). Allora, iniziamo da un punto: io ero e resto un uomo di sinistra, come sono sempre stato per tutta la mia vita e non permetto a nessuno di metterlo in discussione, tantomeno a chi, mi pare, non abbia le stesse credenziali di vita e pretende di avere una sorta di diritto di accreditamento che gli viene non si capisce da cosa. Naturalmente, tutto sta a capirsi sulle parole e stabilire che significa sinistra.

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Rifondazione: che fare?

Diversi interventori mi hanno posto la domanda: e adesso cosa proponi di fare? Non basta criticare ecc. Risposta: “Dipende: stiamo parlando di Rifondazione o di altro?” Per Rifondazione la risposta è molto semplice: niente. Non c’è più niente da fare. Forse non avete letto l’ultimo rigo del mio articolo precedente che si autodefiniva “referto di una autopsia” e di fronte ad una autopsia voi cosa pensate che si possa fare?

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Rifondazione Comunista e Sel: mi spiego meglio

Un mio precedente articolo, dedicato a Rivoluzione Civile ha provocato molti dissensi sulla conclusione, che consigliava ai militanti di Rifondazione di confluire in Sel. Cosa che ha fatto indignare molti per l’alleanza con il Pd che porta ad identificare Sel come “sinistra del liberismo”. Allora, mi pare il caso di chiarire meglio. Non mi pare di aver mai risparmiato critiche a Nichi Vendola (che non so quanto le abbia gradite) sia nel passato più lontano che in epoca più recente e credo di essere stato fra i primi, a luglio, a dirgli che la decisione di allearsi al Pd e correre per le primarie, era una idea sciagurata che lo avrebbe portato a fare la “spalla” di Bersani e che avrebbe indebolito elettoralmente Sel. Mi pare che le cose siano andate proprio così. Anzi, Nichi ha rimediato anche le umiliazioni di essere doppiato da Renzi alle primarie e di essere andato sotto quota 4% alle politiche.

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Cosa votare? Concludendo, per quel che mi riguarda, la prima parte del discorso

Diversi intervenuti mi sollecitano ad esplicitare la mia posizione sul voto (il particolare il mio amico Franco De Mario che mi sembra assai impaziente). Per quanto mi riguarda, posso iniziare a restringere il campo delle possibili opzioni, escludendo due delle quattro ipotesi iniziali: Pd-Sel da un lato e M5s dall’altro. Di Pd e Sel non c’è bisogno di aggiungere molto a quanto già detto, se non il fatto che vedo la coalizione sempre più “montiana” e spostata al centro. M5s: mi sembra poco generoso accusarmi di scarsa attenzione verso questo movimento al quale ho dedicato parecchi pezzi di analisi e verso il quale ho avuto un atteggiamento abbastanza aperto e, direi, tutt’altro che pregiudizialmente ostile.

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Elezioni: facciamo il punto

Ormai si avvicinano le scadenze in vista delle elezioni e, forzatamente, il quadro politico inizia a prender forma; pertanto, non è male fare il punto della situazione occupandoci per ora delle liste di sinistra.

RIVOLUZIONE CIVILE: le associazioni ed i movimenti riuniti in “Cambiare si può”, a cominciare da Alba,  si sono ritirate; dopo aver constatato che (come era prevedibilissimo dati anche i tempi stretti) le decisioni erano prese nel comitato ristretto composto da Ingroia e dai  leader di Rifondazione, Idv, Pdci. Contro quanto era stato fatto balenare, sia Di Pietro, sia Di Liberto, sia Ferrero saranno candidati; il simbolo è molto debole e gioca tutto sul nome di Ingroia che, dal canto suo, propone una serie di nomi rispettabilissimi, ma tutti espressione del movimento antimafia, il che sottolinea il carattere monotematico che la lista va assumendo.

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La solita, vecchia trappola del voto utile

Sinceramente, questa volta non so proprio cosa voterò, forse M5s, forse mi asterrò a modo mio, forse voterò una lista di sinistra tipo De Magistris (se ci sarà); aspetto di vedere che scheda si presenterà per decidere. Una cosa però, la so con certezza: alle politiche non voterò per il Pd o per qualsiasi suo alleato. D’altra parte, se devo parlare con qualcuno, prendo in considerazione il padrone di casa, non la servitù. Il discorso potrebbe essere diverso per la Regione, ma anche qui vediamo che minestra si prepara. Ma, per le politiche il discorso è chiuso in questo senso. Come immaginavo, sugli spalti ci sono già ci sono i tifosi che incitano al voto utile per sbarrare la strada al ritorno del Caimano. Di fronte ad una tale orrenda prospettiva, astenersi o non votare per chi potrebbe sbarrare la strada al mostro, è masochismo? Calma e gesso.

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Vendola, Di Pietro, Bersani, Grillo: cosa si muove a sinistra?

Sino ad un mese fa, la situazione della sinistra era sostanzialmente questa:

Ferrero stava attaccato alla giacca di Vendola elemosinando un accordo elettorale

ma Vendola (e con lui Di Pietro) non se ne dava per inteso, perché stava attaccato alla giacca di Bersani, sperando di consacrare l’intesa di Vasto

ma Bersani –insidiato dagli orrendi moderati che albergano nel suo partito- stava attaccato alla giacca di Casini per decidere se fare alleanza solo con lui o sia con lui che con Vendola e Di Pietro o, in mancanza, ripiegare sullo schema di Vasto

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