Tag: europa

Informazione: cosa resterà a sinistra?

La fine dell’anno porta sempre a fare “il gioco dei bilanci” e se ci concentriamo brevemente sullo stato in Italia della stampa cartacea e online, il bilancio è molto grave. Il settore è tutto in sofferenza, ed anche colossi come Corriere e Repubblica non se la passano bene, ma proviamo a concentrarci per un attimo sulla stampa “a sinistra”: quello che emerge è che di qui a breve potremmo ritrovarci praticamente senza organi di informazione, nè cartacei, nè web.

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Il Tfr: ma come è generoso Renzi, con i soldi degli altri…

Con il suo abituale garbo, Renzi ha annunciato che procederà “come un treno” sulla, questione del Tfr in busta paga. In teoria questo dovrebbe servire a rilanciare i consumi, sostenendo la domanda. Intenzione meritoria, ma stanno proprio così le cose? Stando a quel che si dice, i lavoratori che ne facciano richiesta, vedrebbero messi in busta paga circa 100 euro che, diversamente, dovrebbero essere accantonati per il Tfr. Facciamo due conti.

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Scozia: hanno vinto gli indipendentisti.

Il referendum del 18 settembre? Ma è chiaro: lo hanno vinto gli indipendentisti. Non ve ne eravate accorti? Certo, la conta dei voti ha dato un po’ più del 54% al No e, nell’immediato, non c’è alcuna secessione. Ma la politica è qualcosa di più del calcolino ragionieristico e non sempre il vincitore è quello che ha preso 1 voto più dell’altro. Un po’ come agli scacchi, dove puoi vincere dando matto, anche avendo la metà dei pezzi dell’avversario, perché quello che conta non è tanto quanti pezzi hai, ma come sono disposti. Fuori di metafora: gli indipendentisti hanno vinto in primo luogo perché hanno ottenuto il riconoscimento del diritto al referendum, che quindi, potranno richiedere ancora in seguito. Tanto più che il loro referendum sta aprendo la strada ad una valanga di consultazioni simili nel resto d’Europa.

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Politica ed economia: arriva la Troika? Cosa bolle in pentola.

Come si sa, questo è un paese in cui le cose serie si decidono a ferragosto. Poi, al rientro, gli italiani trovano il piatto cotto in tavola. Ed anche oggi le cose stanno andando così. A rendercelo noto sono state soprattutto le articolesse domenicali di Eugenio Scalfari su Repubblica, ma, dopo, non è stato difficile scorgere qui e lì i segni del clima mutato. Da giugno, si sono infittiti i segni di una crescente insofferenza dei poteri forti e semi-forti verso Renzi: le bordare del gruppo Espresso-Repubblica, la sparata di Della Valle, i mugugni confindustriali, le denunce di Confcommercio, i rilievi di Cottarelli, la freddezza del “Corriere” e del “Sole 24 ore”…

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Perché sono convinto che Renzi è destinato a non durare.

I recenti dati sull’economia del paese sono stati la prima doccia gelata sul governo Renzi dopo i trionfi di primavera. La prima, ma non l’unica, altre ne verranno. All’indomani dell’imprevisto grande successo alle europee, molti dissero che questo implicava la consacrazione definitiva di Renzi come leader e qualcuno si spinse a parlare di inizio di un’”epoca renziana”, dopo quella berlusconiana. Ho sempre pensato che fosse una sciocchezza: Renzi, ne sono convinto, è destinato a durare poco. E vi dico perché.

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Prove tecniche di neo-bipolarismo.

L’ottimo articolo di Dario Clemente sul vertice Bric (quando un tuo ex studente e tesista ti dà soddisfazioni, devi anche riconoscerlo apertamente), ha anticipato alcune cose che avevo in mente per questo articolo, riprendendo le riflessioni precedenti sull’assenza di progettualità strategica americana.

Il punto di partenza è questo: dopo il crollo dell’Urss il progetto degli Usa (l’unico in piedi, al tempo) ipotizzava un ordine monopolare, poi, in meno di un ventennio, questo progetto si è rivelato insostenibile.

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Fare storia per anniversari: che conseguenze ha?

Alcune settimane fa pubblicai la prima puntata di questo ragionamento sulla “Storia per anniversari”. Ecco la seconda ed ultima parte. Buona lettura!

Da una cinquantina di anni, e cioè da quando i mezzi di comunicazione di massa sono andati prevalendo sulla scuola, nei processi di acculturazione, la storia è andata via via seguendo la strada delle ricorrenze ed anniversari. Ormai si scopre un periodo storico, un personaggio, un movimento, quando cade un qualche anniversario. Il fenomeno è assai semplice da capire: editori, case cinematografiche, televisioni ecc., cercano le condizioni ambientali e temporali migliori per collocare i loro prodotti.

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