Tag: europa

Se usciamo dall’Euro: tra realtà e terrorismo informativo.

Settimanali e quotidiani hanno iniziato una campagna terroristica per descrivere come e qualmente questo paese sprofonderebbe nel più nero degli abissi se dovesse uscire dall’Euro, unico scudo della nostra malandata economia. Si tratta di una delle operazioni più in malafede che si siano mai viste che si basa su serie di fake news. Ragioniamo cominciando dal principio. 

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Nè elitismo nè populismo: l’emergenza che abbiamo davanti.

Lo scontro in atto fra istituzioni europee e governo giallo verde italiano è solo il riflesso di quello più ampio che, quantomeno in Europa ed Usa, sta contrapponendo la rivolta populista alle èlites e che sta schiacciando la sinistra democratica (ovviamente non è del Pd che parlo) in un referendum che, come che vada, la vede sconfitta in partenza.

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Il problema del deficit e l’incubo delle elezioni europee.

Uno spettro si aggira minaccioso per le cancellerie europee: il fantasma delle prossime elezioni per il Parlamento di Strasburgo. E’ presto per i pronostici, ma qualcosa si può già prevedere: i socialisti tracolleranno in Italia, Austria, Grecia, Francia, Belgio, Spagna, andranno maluccio in Norvegia, Danimarca, Repubblica ceca, e nel resto, salvo, forse il solo Portogallo dove è possibile qualche piccola avanzata.

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La tracotanza di Macron

Emmanuel Macron ha conquistato un ruolo centrale nella vita politica francese in seguito alla netta affermazione nel ballottaggio presidenziale contro Marine Le Pen a inizio maggio e alla conquista di un’ampia maggioranza parlamentare dal suo partito, La Republique En Marche! (LREM), frutto di una completa evaporazione dei socialisti e del netto ridimensionamento di Les Republicains. Entrato a passo di carica nella stanza dei bottoni, Macron ha sin dalle prime battute contraddistinto la sua azione di governo con una forte personalizzazione dell’agenda politica del suo governo, formalmente guidato dal Primo Ministro gollista Edourard Philippe.

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Cosa ci dice questo primo turno di elezioni francesi?


Poche brevi considerazioni a botta calda sui risultati di questa prima tornata di elezioni francesi:

1.    i francesi sono un grande popolo che non si lascia intimidire o influenzare dalle aggressioni terroristiche: il dato dell’affluenza alle urne è quello di cinque anni fa e la Le Pen raccoglie quello che i sondaggi dicevano già prima dell’attentato degli Champs Eliseè.

2.    Anche in Francia si profila un mutamento del sistema politico con la dèbacle dei partiti storici: gollisti e socialisti, che, sino alle politiche del 2012, totalizzavano il 56% dei voti, oggi superano a stento il 25%
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Referendum il 4 dicembre? Ci avrei scommesso, ecco perchè.

E’ fatta: si vota il 4 dicembre. Pochi giorni fa sono stato alla festa di Rifondazione Comunista e, ad un compagno che mi chiedeva cosa pensassi della data del referendum, ho risposto sicuro il 4 dicembre (per la verità, sbagliando ho detto il 5 che è lunedì). Decisione prevedibilissima, dopo che Renzi aveva rinunciato al blitzkrieg del 2 ottobre, in modo da precedere al Corte Costituzionale (che avrebbe dovuto pronunciarsi il 3 ottobre).

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