La sesta sezione della Cassazione ha fatto cadere l’accusa di “condotta con finalità di terrorismo” per il lancio di alcune bottiglie molotov contro i cantieri della Tav, a seguito del quale qualche macchinario andò distrutto, mentre non ci fu alcun danno alle persone, che lavoravano nella galleria, cui il fuoco si propagò casualmente. L’accusa era tanto spropositata che la Cassazione, che pure non è un covo di pericolosi anarco insurrezionalisti, ha dovuto riconoscerne l’infondatezza e stabilire che il reato vada ridefinito più realisticamente. Ovviamente siamo soddisfatti di questo risultato per i quattro accusati che, speriamo, vengano trattati con equità e clemenza, sia in considerazione della loro giovane età, sia delle particolari condizioni in cui viene a trovarsi la lotta in Val di Susa, di fronte all’assoluta sordità delle istituzioni e delle forze politiche verso le istanze della popolazione locale. Bene, però il discorso non finisce qui, perché resta che quattro cittadini, a seguito di questo sproposito giuridico, sono stati sottoposti ad un regime detentivo di massima sicurezza, con misure afflittive del tutto sproporzionate al fatto.
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