A molti il M5s sembra un evento inspiegabile come la “ venuta degli Ixos” e se ne chiedono il perché del successo. Proviamo a spiegarlo ragionando per punti.
1. Il M5s non viene dal nulla: è il figlio (o il nipote) dell’ondata populista nata nei primi anni novanta ad opera di Pannella, Occhetto e Segni portatori di uno schema politico plebiscitario, simil-presidenzialista basato su soggetti fluidi raccolti intorno ad un leader. La Seconda Repubblica è nata ed ha vissuto all’insegna del populismo, ha poi avuto una ulteriore svolta, con l’attuale iper populismo, per il mix fra la comparsa del media ultra-populista, il web e la crisi finanziaria del 2007-2008.
L’episodio di Roma, dove la polizia ha sgomberato un palazzo occupato con gli idranti e poi ha caricato bambini e donne incinta con i manganelli, è così disgustoso da non meritare commenti. Tanto più che questo riguardava dei rifugiati eritrei verso i quali abbiamo qualche colpa da espiare: se sono rifugiati lo sono perché lì c’è un governo ignobile che l’Italia ha sempre coccolato e sostenuto (e qui Di Battista potrebbe dire qualcosa).
A quanto pare, il M5s non si è mosso dal suo progetto del 40%. Va detto che il Pd ce la sta mettendo tutta per far vincere i 5stelle ed alla fine, magari, ci riuscirà. Però bisogna tener conto di una legge del comportamento politico: al di sopra di una quota ”fisiologica” ogni voto in più costa molto più sforzi dei precedenti. Chiariamo meglio il punto.
Come avrete notato è un periodo in cui il M5s mi sta dando diversi dispiaceri come per le vicende di Roma e della vigilanza Rai. A proposito, Roberto Fico mi invia su tweet copia di un articolo nel quale spiega come la vigilanza Rai non ha poteri sulle scelte del CdA della Rai. Cosa verissima. Però dovrebbe averne a proposito del comportamento delle reti sull’obiettività dell’informazione ed, a proposito del referendum, Tg1 e Tg2, per essere delicati, la stanno facendo sporca, mentre la Berlinguer assicurava equilibrio fra tesi del Si e del No.