Tag: democrazia diretta

Ma come funziona il M5s e perché vince?

A molti il M5s sembra un evento inspiegabile come la “ venuta degli Ixos” e se ne chiedono il perché del successo. Proviamo a spiegarlo ragionando per punti.

1. Il M5s non viene dal nulla: è il figlio (o il nipote) dell’ondata populista nata nei primi anni novanta ad opera di Pannella, Occhetto e Segni portatori di uno schema politico plebiscitario, simil-presidenzialista basato su soggetti fluidi raccolti intorno ad un leader. La Seconda Repubblica è nata ed ha vissuto all’insegna del populismo, ha poi avuto una ulteriore svolta, con l’attuale iper populismo, per il mix fra la comparsa del media ultra-populista, il web e la crisi finanziaria del 2007-2008.

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Ma il M5s deve fare alleanze? Su quale programma?

Nel M5s si inizia a parlare di alleanze: lo ha fatto recentemente Luigi Di Maio in una dichiarazione nella quale sosteneva che, qualora il M5s arrivasse primo nelle prossime elezioni politiche, ma senza raggiungere la soglia dei voti utile al conseguimento del premio di maggioranza, avrebbe comunque il dovere di provare a comporre una maggioranza, per senso di responsabilità verso gli elettori.

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M5s Roma: adesso basta, piantatela e cominciate a lavorare.

Sta diventando molto difficile difendere la giunta Raggi: va bene, i poteri forti remano contro, non ci sono i soldi, c’è un’ eredità spaventosa delle giunte precedenti, il M5s non  ha avuto il tempo di formarsi una sua classe dirigente, i mass media sparano a zero… tutto vero, però, proprio per questo, non bisogna fare errori. Gli altri vogliono tagliarti la testa, ma tu non andare a mettere la testa sotto la lama! E se sbagli a fare le nomine, non sono i poteri forti che ti hanno fatto sbagliare, sei tu che hai sbagliato.

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Grillo, Gambaro e la democrazia

Come era prevedibile, l’assemblea dei gruppi parlamentari del M5s ha deciso a maggioranza di proporre l’espulsione Adele Gambaro, “rea” di aver criticato pubblicamente Grillo e (per di più) senza averlo fatto prima nelle riunioni di gruppo. Ovviamente la “rete” voterà plebiscitariamente per la sua esclusione, manco a dirlo, e tutto tornerà nella “normalità” del M5s. Ma possiamo parlare di “normalità”? La vicenda si presta ad una serie di considerazioni.

1. In primo luogo, sinceramente non mi pare che le cose dette dalla Gambaro (giuste o meno, non ha importanza) fossero così gravi da meritare una simile reazione. In fondo aveva fatto critiche alle modalità della comunicazione di Grillo, attribuendo ad esse l’insuccesso alle amministrative. Personalmente trovo che fosse una critica molto all’acqua di rose e che ben altri siano stati gli errori politici di Grillo e del M5s, ma insomma, non mi pare che per due frasette così si possa parlare di “lesa maestà”. E, pertanto, trovo la vicenda leggermente ridicola e trovo strano che un comico come Grillo non lo avverta.

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