Tag: debito

Crescita economica: tre modelli e il resto del mondo. I modelli

Parte prima (consigliata prima della lettura della seconda parte): “Crescita economica: tre modelli e il resto del mondo. Inquadramento”
Parte seconda: i modelli. Di Lamberto Aliberti. Il PIL è la somma algebrica di 5 componenti, 4 positive e l’import di beni e servizi negativo. Espressi a prezzi costanti, sono la manifestazione della crescita reale di un paese. Il loro peso sul Pil cambia nel tempo, ma tende a caratterizzarsi in modo diverso da paese a paese.

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L’Austerity: se non guarisce, uccide

Molto volentieri torniamo ad avere ospite Lamberto Aliberti, che ci propone come sempre una analisi molto accurata dei conti greci e delle reali possibilità per Tsipras, Varufakis ed il governo greco. Buona lettura!

Aggiornamento 6 marzo 2015: Parole e numeri. Una risposta ai commenti.

Il patto.
In realtà sono due e vedremo presto se Tsipras riesce ad ottenerne un altro. Per ora siamo su un accordo molto parziale e provvisorio: mantenimento del programma  di aiuti in vigore per 4 mesi, in cambio di impegni, piuttosto misteriosi. Il primo accordo fu siglato il 3 maggio del 2010 fra il primo ministro greco George Papandreou e tre contraenti: la Commissione Europea, per conto dell’Eurogruppo, la Banca Centrale Europea (ECB) e il Fondo Monetario Internazionale (IMF). Si era in emergenza: la Grecia era sull’orlo del default. La posta: aiuti finanziari, in cambio di drastici interventi sul bilancio e sull’economia, nonché il riavvio  della crescita, per far bene ai greci, ma anche evitare il rischio di contagio per l’intera Unione Europea o almeno i suoi membri deboli.

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Spagna: è iniziato l’anno del cambiamento

Da Barcellona, Steven Forti. Questo 2015 è un anno chiave per il futuro della Spagna. Gli appuntamenti elettorali si susseguono l’uno all’altro. Non ci sarà mai sosta: il 22 marzo si vota in Andalusia, il 24 maggio si terranno le comunali e le regionali (in 13 regioni su 17), il 27 settembre si vota in Catalogna e, infine, a novembre presumibilmente (ma Rajoy potrebbe cercare di guadagnare qualche mese e convocare le elezioni a gennaio) ci saranno le politiche generali. Il panorama, molto incerto fino a poche settimane fa, sta poco a poco prendendo forma. Vediamo più nel dettaglio che cosa è successo negli ultimi mesi.

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Sulla sostenibilità del debito.

Il mio intervento sulla questione della solvibilità e sostenibilità del debito ha sollevato obiezioni che non intendo ignorare ed alle quali preferisco rispondere collettivamente. Mettiamo in chiaro una cosa che mi pare sia stata fraintesa: la mia citazione del libro di Rogoff e Rehinart non implica una mia accettazione né della loro impostazione né delle ricette che propongono.

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Sulla questione dei danni di guerra della Germania alla Grecia.

Alcuni interventori hanno obiettato che non ha senso porre la questione dei danni di guerra subiti dalla Grecia da parte della Germania, sia perché sarebbe impossibile riaprire la questione dei danni di una guerra ormai lontana nel tempo (c’è anche chi ha parlato delle razzie di opere d’arte fatte da Napoleone), sia perché la guerra alla Grecia la dichiarò l’Italia (che, quindi sarebbe stata la maggiore responsabile) e la Germania intervenne solo dopo.

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Dalla Grecia: intervista a Matteo Pucciarelli

Il nostro Jacopo Custodi si trova ad Atene per seguire le importantissime elezioni di oggi. Ecco una sua prima intervista a Matteo Pucciarelli, anche lui in Grecia. Un ringraziamento a Jacopo per il suo lavoro! A.G.

ATENE – La Grecia va al voto, in una tornata elettorale che sembra essere di importanza storica per il paese e per l’Europa stessa. Il partito della sinistra greca, Syriza, è dato per favorito, ma non è sicuro se avrà i numeri necessari per governare da solo. Nella capitale la mobilitazione popolare è stata molto forte negli ultimi giorni e tutti i partiti hanno usato al massimo le loro energie per conquistare fino all’ultimo voto, in un clima generale di incertezza e speranza.

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La liquidità di Bernanke

Greespan (al quale si attribuisce –giustamente- buona parte della responsabilità del crack del 2008) non ci è mai sembrato un granchè, ma al confronto di Bernanke è un genio.
Insomma, tutto quello che il baldo governatore della Fed è riuscito ad escogitare in tre anni, per far fronte alla crisi, è stata l’alluvione di dollari che avrebbero dovuto favorire la ripresa economica degli Usa.

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