Tag: de luca

Primarie Pd: Renzi ha vinto, ma è una buona notizia per il Pd?

Circa 2 milioni al voto e 71% per Renzi: indubbiamente un successo, ma un successo relativo che chiede di essere visto controluce.

In primo luogo i partecipanti: il doppio dei pochi temuti (meno di 1 milione) ma, pur sempre 800.000 in meno della volta precedente che, pure, era stata la più bassa dal 2007 in poi. Da allora il numero dei votanti alle primarie è andato costantemente scendendo ed ormai è a poco più della metà di quei tre milioni e mezzo.

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Il terrorismo psicologico, gli italiani all’estero e De Luca: come il Pd sta facendo campagna referendaria.

Ieri ho tenuto l’ultima lezione del corso di questo anno, al termine della quale, come al solito ho risposto agli interventi dei miei studenti. Fra loro uno ha detto di essere stato convinto a votare No, ma di aver nutrito dubbi da ieri, dopo che l’azienda per la quale lavora il padre, ha inviato un sms, nel quale dice che forse non potrà confermare l’incarico di lavoro per l’anno prossimo, perché due aziende (una di Abu Dhabi e l’altra cinese) hanno comunicato di sospendere le rispettive ordinazioni sino al risultato del referendum per cui, l’ordine è da intendersi revocato in caso di vittoria del  no.  Quanti altri sms del genere stanno arrivando in queste ore attuando una campagna di terrorismo psicologico?

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Ad essere impresentabile non è De Luca… è il Pd.

De Luca non è un incidente di percorso del Pd, un occasionale cacicco meridionale la cui presenza il partito ha dovuto subire per i capricci del popolo delle primarie. Se fosse stato questo, Renzi non si sarebbe speso mettendoci personalmente la faccia ed oggi non starebbe ad arrampicarsi sugli specchi per salvarlo dalla legge Severino, altre volte applicata senza sconti.

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Regionali: la partita del 31 maggio.

Una delle cose che detesto, nei dibattiti post elettorali, sono le capriole di protagonisti e commentatori interessati per torcere il risultato al servizio delle proprie tesi ed il classico è il battibecco se il raffronto va fatto con le elezioni omogenee (politiche con politiche, amministrative con amministrative ecc.) o con quelle immediatamente precedenti.

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Verso le regionali: la posta in gioco.

Siamo ormai alla vigilia delle elezioni regionali che si terranno in Liguria, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia. Un test minore, rispetto agli altri anni, sia perché si tratta solo della metà delle regioni a statuto ordinario, sia perché delle regioni “maggiori” in questo caso ce ne sono solo due (Campania e Veneto), pertanto avranno un peso politico inferiore al passato. Ad esempio il totale generale sarà scarsamente significativo, sia per la ristrettezza del campione, sia per la sua disomogeneità (la quota delle regioni rosse, ad esempio è sovrastimata rispetto alla media nazionale e così anche le regioni meridionali), inoltre in questa occasione pesano troppo i fattori locali in diverse regioni (Liguria, Veneto, Campania, Puglia).

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