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Uruguay, il partito di Mujica verso la vittoria senza maggioranza propria.

Intervista a Rosario Touriño, redattrice del settimanale di sinistra “La Brecha”. Dall’Argentina, Dario Clemente

A venti giorni dal voto (26 ottobre) il Frente Amplio guidato dall’ex presidente Tabarè Vazquez conduce i sondaggi, quali sono le sue previsioni sul risultato delle elezioni?

Lo scenario più probabile a mio avviso è che il Frente Amplio si confermi al potere vincendo al secondo turno, senza raggiungere però la maggioranza parlamentare di 50 deputati per uno o due.

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Bergoglio e i linciaggi: intervista con Ariel Pennisi

Dall’Argentina, Dario Clemente

Ariel Pennisi è docente alla Università Nazionale di Avellaneda (Buenos Aires), saggista, editore, coordinatore del master in Estetiche Contemporanee Latinoamericane. In un libro (1) in uscita il mese prossimo in Argentina, curato assieme a Adrián Cangi e incentrato sui casi di linciaggio avvenuti nei mesi scorsi nel paese sudamericano, Pennisi si è soffermato in particolare sulle parole del Papa, pronunciatosi in occasione dell’assassinio del diciottenne David Moreira da parte della folla inferocita a Rosario, nel marzo scorso.

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Presidenziali 2014: il futuro dell’integrazionismo sudamericano passa da Brasilia.

Dall’Argentina, Dario Clemente.

Avrebbe dovuto essere la solita corsa a due fra PT (Partito dei Lavoratori) e PSDB (Partito della Social Democrazia Brasiliana), la sfida che ha caratterizzato tutto il periodo democratico nel Brasile post-dittatura. I ’90 neoliberali di Cardoso, il nuovo millennio di “sviluppismo nazionale” a tinte socialdemocratiche, marchiato Lula da Silva e ora Dilma Rousseff. Invece nella campagna per le elezioni presidenziali del 5 ottobre prossimo è entrato a forza un nuovo contender, sconvolgendo il quadro politico che si andava commentando da diversi mesi: è Marina Silva, la candidata del PSB, il Partito Socialista Brasiliano.

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Uruguay: l’ombra di Monsanto dietro la legge sulla marijuana

Dario Clemente torna a scriverci dall’America Latina, con un pezzo sull’Uruguay. Seguitelo anche sul suo sito e buona lettura!

L’immagine del presidente uruguayano Pepe Mujica in Italia si divide tra due opposte e monolitiche narrazioni. Viene attaccato, da destra, con il tipico argomento riservato per anni a Chavez: populista, utopista romantico, rottame di una sinistra ormai tramontata. Fino al killeraggio mediatico dallo scarso spessore analitico e dal molto livore ideologico. Per la sinistra e’ invece una specie di santo socialista. Ex-guerrigliero Tupamaro, lider pacato di un piccolo paese di 3 milioni scarsi di abitanti, la democrazia piu’ resistente del sudamerica, candidato al nobel per la pace dal quotidiano inglese “The Guardian”.

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Prove tecniche di neo-bipolarismo.

L’ottimo articolo di Dario Clemente sul vertice Bric (quando un tuo ex studente e tesista ti dà soddisfazioni, devi anche riconoscerlo apertamente), ha anticipato alcune cose che avevo in mente per questo articolo, riprendendo le riflessioni precedenti sull’assenza di progettualità strategica americana.

Il punto di partenza è questo: dopo il crollo dell’Urss il progetto degli Usa (l’unico in piedi, al tempo) ipotizzava un ordine monopolare, poi, in meno di un ventennio, questo progetto si è rivelato insostenibile.

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Patria o Buitres: la prima volta e’ una tragedia, la seconda, forse, una farsa.

Non c’è dubbio che l’avvio della collaborazione con Dario Clemente dall’Argentina sia stata una coincidenza molto fortuita e positiva, alla luce delle notizie significative di questi giorni dal continente sud-americano. Dopo l’interessante pezzo della scorsa settimana sulla partecipazione di Russia e Cina al sesto meeting BRICS, Dario ci scrive oggi a proposito dello spauracchio del default argentino di questi giorni. Cosa c’è dietro? Buona lettura!

Patria o Buitres: la prima volta e’ una tragedia, la seconda, forse, una farsa.

Dall’Argentina, Dario Clemente.

Gli ultimi tre-quattro giorni a Buenos Aires si sono vissuti con il fiato sospeso: uno spettro cupo ha contribuito a guastare il cielo sopra la capitale. Ha la forma di un avvoltoio e si chiama “default selettivo”, ma nessun aggettivo puo’ attenuare la carica esplosiva del termine, che 13 anni fa ha significato l’inizio di una delle crisi finanziare ed economiche piu’ devastanti nella storia moderna. Il panico si e’ diffuso assieme ai quotidiani mercoledi’ 30 luglio, quando era chiaro che i colloqui diretti tra il ministro dell’economia argentino Axel Kicilof e il mediatore Daniel Pollack, rappresentante di alcuni hedge fund statunitensi, non erano andati a buon fine.

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L’indipendenza da Washington ha un prezzo, e si paga in Yuan

Vi propongo un nuovo pezzo di Dario Clemente dall’Argentina, oggi incentrato sul recente viaggio di XiJinping e Putin nel continente sud americano. Buona lettura e grazie a Dario per le sue corrispondenze! Ecco il suo blog.

Cosa ci fanno XiJinping (e Putin) in America Latina

I presidenti di Cina e Russia hanno partecipato al sesto meeting BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) a Fortaleza, in Brasile, il 15 e 16 luglio passati. Entrambi hanno pero’ realizzato anche numerosi incontri bilaterali in sud e centro-america per firmare accordi commerciali e stringere allenze strategiche.

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E se la partita per l’eredita’ del Kirchnerismo si stesse gia’ giocando in Brasile?

Da oggi, in occasione della finale dei mondiali, avviamo una nuova collaborazione sul sito. Dall’Argentina ci scriverà le sue corrispondenza Dario Clemente, uno dei miei tesisti più brillanti, che ha intrapreso percorsi di studi in antropologia urbana che lo hanno portato prima a Leeds e ora proprio in Argentina, da dove ha iniziato a scrivere sul suo blog. Un altro sguardo prezioso dalla “fine del mondo”, citando Papa Francesco, che però ci sarà molto prezioso per conoscerlo con occhi diversi da quanto ci permettono di fare i media italiani. Buona lettura e un ringraziamento a Dario per le sue corrispondenze!

Il noto giornalista di Basket Federico Buffa in una recente, meravigliosa, puntata di “Storie mondiali” per Sky, ripercorrendo la parabola sportiva di Maradona cosi’ liquidava la drammaticita’ della strutturale diseguaglianza sociale argentina “Un paese con enormi risorse naturali, che per motivi  misteriosi ha 10 milioni di persone sotto il livello di poverta’”.

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