Tag: crisi economica

Ma siamo sicuri che non debba riprendere l’intervento Statale in economia?

Uno dei caspisaldi ideologici del neo liberismo (e forse il principale) è stato l’espulsione dello Stato dall’economia: le grandi holding statali (come le Partecipazioni Statali in Italia), dove c’erano, sono state smantellate e in gran parte privatizzate; alcune grandi aziende pubbliche, come quelle nel settore dell’energia e dei trasporti in alcuni paesi (come Francia e Italia) sono state trasformate in società per azioni  di cui lo Stato è l’unico azionista o comunque quello di riferimento, ma con la tacita intesa che, prima o poi si sarebbe privatizzato tutto.

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Crisi: le origini del disastro.

La crisi, come si sa, ha avuto origini finanziarie,  ma questo non spiega tutto. Ci sono ragioni molto più profonde che si riferiscono all’evoluzione dell’economia reale. Dalla fine degli anni settanta, si è manifestata a livello mondiale una  tendenza al calo dell’occupazione manifatturiera, nonostante un forte incremento assoluto di produzione industriale; e questo è in larga parte spiegabile con il “salto” tecnologico prodotto dalla combinazione fra robot ed informatica, che ha ridotto la domanda di forza lavoro.

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Grecia, ci risiamo: che si fa dell’Euro?

Si avvicina la scadenza dei titoli trimestrali greci e, come da copione, inizia il solito teatrino: i conti non tornano, i tedeschi giurano che di altri aiuti alla Grecia non se ne parla e che Atene è ora che esca dall’Euro, i greci replicano che loro non vogliono uscire dall’euro, Draghi media, i tedeschi mostrano qualche svogliata disponibilità e via di questo passo. Può darsi che questa sia la volta definitiva o che, invece, troveranno l’ennesima toppa per arrivare al prossimo trimestre, non importa, tanto il finale di commedia è già scritto e non ci sono santi: prima o poi, la Grecia farà default. D’altra parte, i termini della questione non sono cambiati. Non potevano cambiare e non cambieranno in tempi così brevi. L’unico salvataggio della Grecia (come degli altri paesi mediterranei) avrebbe potuto essere la messa in comune dei debiti europei, accompagnata da un forte programma di investimenti e ripresa economica; ma questa strada è stata preclusa dai tedeschi che ormai non sono più interessati al progetto europeo (motivo non ultimo del fallimento definitivo di ogni progetto di Unione).

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Prossime elezioni: uno scenario greco?

Fare delle previsioni sulle elezioni, quando non si sa quando si voterà, con quale sistema elettorale e con quali partiti e coalizioni è come azzeccare il superenalotto del secolo. Però bisogna provarci perché è sulla base di queste aspettative che lorsignori cercheranno di imbastire una qualche legge elettorale a loro uso e consumo. Partiamo supponendo che la legge resti quella attuale. In primo luogo identifichiamo i poli che, grosso modo, potrebbero essere tre:

1-Destra (Pdl, civiche collegate, Destra di Storace forse, ma è poco probabile, la Lega)

2-Centro sinistra (Pd, Udc, eventuali civiche come quella dei sindaci o quella ispirata da Repubblica, di cui si parla)

3-M5 Stelle.

Restano fuori, da collocare:
Lega, Fli-Fini, socialisti, radicali, Sel, Idv, Rifondazione, Pdci ed alcune possibili novità come la lista di Cordero di Montezomolo, Alba o una lista di ispirazione Fiom. Allo stato dei fatti, una lista Cordero-Monti sembra una ipotesi tramontata.

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Unità Europea: che bella cosa, però…

La panacea di tutti i mali d’Europa sembra finalmente trovata: fare subito l’unità politica, dopo quella monetaria, e così unificheremo il fisco, il diritto commerciale e quello penale, il sistema universitario, ecc. Antiche ferite saranno sanate di incanto, le economie dei singoli paesi convergeranno in magica armonia, vecchi dissidi troveranno la loro composizione e tutti vivremo felici e contenti. Che bello! Mi avete convinto: quando si parte? Naturalmente, non stiamo parlando dell’ennesimo pastrocchio per cui unifichiamo il fisco, magari creando una Cassa Centrale Europea sul modello della Bce, che diventa un altro apparato tecnocratico a sé stante, stiamo parlando proprio dii uno Stato federale, che ha un suo governo che diventa titolare esclusivo di moneta, politica estera, forze armate e giustizia penale federale (quantomeno).  Insomma stiamo parlando di uno stato vero. Però prima ci sarebbero alcune piccole questioni da mettere a posto: quisquilie, pinzillacchere, avrebbe detto il Principe De Curtis, ma, insomma, occorre pure pensarci un attimo:

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La ripresa americana

Sino a poche settimane fa, a fronte della mediocre prestazione dell’economia europea, era sottolineata la pur contenuta ripresa americana, che lasciava presagire una crescita del Pil prossima al 3%. In questo quadro era sbandierato come un risultato eccezionale l’aumento di circa 800.000 posti di lavoro.

Poi è arrivata la “gelata” di fine maggio: l’indice si crescita si è abbassato e soprattutto, i 180.000 nuovi posti di lavoro attesi, si sono ridotti ad un dato molto più striminzito: 59.000.

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Euro e Grecia

Come era nella logica delle cose, la Grecia è sempre più vicina  al default e, di conseguenza all’uscita dall’Euro. La Grecia ha un debito di oltre 320 miliardi di Euro ed interessi che si mangiano intorno ai 30 miliardi l’anno, vale a dire circa il 10% del Pil. Messa in termini di debito pro capite significa circa 3.000 euro per ciascun cittadino, compresi lattanti, carcerati e moribondi e senza per questo intaccare il capitale da restituire. Questo in un paese in cui il reddito pro capite è di 23.000 Euro all’anno. Dunque, gli interessi si mangiano circa 1/7 del reddito pro capite, andandosi ad aggiungere al prelievo fiscale ordinario. In queste condizioni, quale persona sana di mente può pensare che il debito sarà mai restituito e, più semplicemente, che la Grecia possa sopportare a lungo anche solo il pagamento di questi interessi, considerando che la politica di rigore ha stremato il paese facendo calare il Pil di quasi il 15%?

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Pd: suicidarsi o cercare di sopravvivere?

La riforma dell’art. 18 non è nemmeno la cosa più ignobile fra quelle che sta combinando il governo Monti e neppure la più grave (ad esempio lo scasso del sistema contrattuale è già una cosa che produce più danno), ma ormai ha assunto una valenza simbolica che va molto oltre il merito della questione. Lasciamo da parte il contenuto della questione (sul quale torneremo) e valutiamo gli aspetti di metodo che, per certi versi, sono ancora più “pesanti” del merito. In primo luogo la decisione di andare avanti senza il consenso delle parti: la concertazione non è un metodo che abbiamo mai apprezzato, perché ognuno deve fare il suo mestiere: il governo deve governare ed i sindacati debbono animare il conflitto sociale, le leggi non si contrattano come se fossero accordi aziendali e la contrattazione sindacale deve restare una cosa fra le parti senza mischiarsi con la formazione delle leggi.  Questo pateracchio iniziato negli anni settanta, per cui tutto finisce nello stesso calderone in cui governo, imprenditori e sindacati operano “transazioni improprie” per cui una legge è scambiata con una norma contrattuale, un piano di finanziamento alle imprese con un contratto di categoria ecc è un deprecabile residuo consociativista di cui ci libereremmo molto volentieri.

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Un mondo senza Wall Street?

clicca sulla locandina per ingrandirla!

Molto volentieri segnalo queste due iniziative a cui parteciperò, in attesa dell’uscita del mio nuovo libro, il prossimo 5 aprile!

Mercoledì 28 marzo 2012

Un mondo senza Wall Street?

“Perché la crisi non è finita? I governi annunciano che il peggio è passato. Perché si sono sbagliati e si sbagliano ancora in modo così clamoroso?”

Due incontri con
Francois Morin, Professore emerito di scienze economiche all’università di Toulouse-I, già membro del consiglio generale della Banca di Francia, autore del libro “Un mondo senza Wall Street?” e consulente economico di Francois Hollande nella corsa alle presidenziali francesi;

Ore 14.30, aula Crociera Alta

Università degli Studi di Milano
Via Festa del Perdono 7
Leggi il programma del convegno!

Ore 20.30, Casa della Cultura di Milano

Via Borgogna, 3
Leggi il programma della serata!

Entrambi gli incontri saranno in diretta su Twitter!

More: http://www.laboratoriolapsus.it/