Tag: corte costituzionale

Legge elettorale: e se interpellassimo prima la Corte Costituzionale?

Come si sa, il verdetto della Corte Costituzionale del 2014 non comportò la decadenza del Parlamento appena eletto per il principio della conservazione degli atti e della continuità delle istituzioni. E va bene, però sarebbe stato politicamente opportuno andare a votare al più presto con il sistema residuato dalla sentenza della Corte. E invece, auspice un disinvoltissimo Capo dello Stato, il Parlamento è restato in carica per tutta la legislatura ed ha eletto ben due volte il presidente della Repubblica, fatto una serie di controriforme, fatto ben due leggi elettorali (di cui una dichiarata incostituzionale a sua volta), fatto la riforma costituzionale poi sonoramente bocciata dall’elettorato e dato la fiducia a tre governi.

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M5s: eletti e sanzioni.

Come si sa, il M5s si appresta a lanciare in nuovo regolamento per i suoi eletti, nel quale l’eventuale dissenso o abbandono del movimento comporterebbe una sanzione pari a 150.000 euro, a titolo di risarcimento (se abbiamo capito bene, per danno all’immagine). Ovviamente si tratterebbe di un negozio privato al momento della sottoscrizione di candidatura, per cui il candidato si impegna in questo senso. A questo il Pd avrebbe risposto indignato proponendo la approvazione di una legge di regolamentazione dei partiti.

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Le Sentenze della Corte Costituzionale ed il Pd.

La sentenza della Consulta sulla riforma pensionistica Monti-Fornero ha messo in moto una pericolosa azione del Pd (che non manca un’ occasione per dimostrare di essere la punta di lancia contro la Costituzione e dar prova della sua natura di destra antipopolare) che potrebbe avere conseguenze molto peggiori di quelle già nefaste oggi dichiarate.

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Renzi: siamo al voto di scambio.

Credo che non ci siano parole per definire e commentare quello che ha fatto il Presidente del Consiglio andando da Gilletti ad annunciare un “bonus” di 500 euro per i pensionati che hanno subito trattenute illegittime. O meglio, una parola c’è: voto di scambio. Probabilmente eccessiva da un punto di vista strettamente giuridico, ma politicamente è perfetto, anzi pecca per difetto.

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Quirinale: no ad un Napolitano ter.

Nonostante non ci sia mai da essere sicuri di certe cose, non penso che, magari dopo una ventitreesima votazione caos, si giunga a rieleggere l’eterno re Giorgio. A tutto c’è un limite. Quando parlo di “Napolitano ter” parlo di un Capo dello Stato in continuità con l’uscente. Ma che caratteristiche dovrebbe avere il Presidente ideale? Diamoci dei criteri.

Il Foglio commentava il recente discorso di Napolitano lodandone lo spirito “rottamatore” della Costituzione vigente. E, lodi a parte, aveva ragione: Napolitano ha svolto una critica acuminata della struttura dello Stato disegnata dalla Carta costituzionale, prospettandone con chiarezza la necessità di sostituirla. Non che non si possa criticare l’attuale Carta, o proporre di cambiarla, ma spetta proprio al Capo dello Stato farlo?

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Sciarra alla Consulta?

Il M5s ha indetto una consultazione on line sull’opportunità di votare la candidata proposta dal Pd, prof. Silvana Sciarra, alla Corte costituzionale. Ricordo che il M5s aveva indicato dei criteri per l’elezione dei magistrati della Consulta, in omaggio ai quali non aveva presentato alcun candidato di partito: i quattro proposti erano tutti esterni al M5s e scelti sulla base del loro valore professionale e scientifico.

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