Tag: complotto

Contro il complottismo.

Una delle mode culturali più in voga è quella del cd “complottismo”, cioè la tendenza a spiegare la storia mondiale –dalle massime sino nelle più minute vicende- come il prodotto di una qualche congiura ordita in centri lontanissimi ed onnipotenti. Se ne leggono di tutti i colori. Logge che raccolgono tutti i decisori della terra, Luigi Tenco ucciso per ordine della massoneria internazionale, le scie chimiche, l’installazione di microchip nella testa di ciascuno di noi per dirigerci come automi, Elvis Presley che non sarebbe morto ma che si sarebbe nascosto da qualche parte per paura di una vendetta del Ku klux klan e via di questo passo.

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Strage di Parigi: complottismo?

Ci sono due forme di imbecillità perfettamente speculari: il complottismo e l’anticomplottismo. Il complottista ideologico pensa che nulla accada per caso, si ritiene furbo perché convinto che quel che appare sia sempre e solo finzione e che dietro ci sia sempre una qualche macchinazione di poteri forti, magari ai massimi livelli mondiali in cui si immagina esista un vertice unico ed onnipotente. L’anticomplottista, parimenti ideologico, non sopporta spiegazioni che cerchino di andare al di là delle apparenze, i bollettini di Questura sono la sua Bibbia, si ritiene furbo perché deride sistematicamente qualsiasi dubbio e chi lo formula. Lui ha solo certezze.

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Grillo, Casaleggio, Favia…

Questa volta mi sembra che Grillo stia sbagliando. Ma cominciamo dal principio. Giovanni Favia, consigliere regionale emiliano del movimento, alla fine di una intervista,  ha fatto una serie di pesanti dichiarazioni fuori onda sulla mancanza di democrazia nel M5s sul ruolo di Roberto Casaleggio, che poi il giornalista (molto scorrettamente) ha mandato in onda, provocando una tempesta di dichiarazioni, smentite, polemiche. Ieri sul blog di Grillo è comparso un intervento del giornalista free lance Maurizio Ottomano che, esaminando la successione oraria dei fatti, sostiene che si è trattato di un finto fuori onda in realtà concordato fra Favia ed il giornalista. E questo perché Favia si starebbe apprestando a passare ad un altro partito (il Pd) ed avrebbe cercato di montare il caso. Ovviamente l’interessato ha smentito, una parte dei grillini lo ha attaccato come un nuovo Scilipoti, altri lo hanno difeso ecc. Sinceramente non so se si è trattato di un vero fuori onda o di una sceneggiata, ma sia in un caso che nell’altro il giornalista è di una scorrettezza totale: nel primo caso perché ha abusato della fiducia di un intervistato, nel secondo perché si è prestato a fare una truffa al pubblico.

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Napolitano e le intercettazioni: che sta succedendo?

Con la pubblicazione su “Panorama” di alcune indiscrezioni sulle telefonate fra Napolitano e Mancino, la polemica sulle intercettazioni è diventata incandescente e si torna a parlare di trame, di piani di destabilizzazione, di complotti ecc.  Per inciso: è strano come tante persone prontissime a gridare alla complottomania al grido di “dagli al dietrologo!” poi gridano al complotto ed al piano destabilizzante appena qualcosa le riguarda personalmente… La gente è strana! Ed allora, c’è un complotto o no? Come spesso ho avuto modo di dire, complotto è una parola che ormai non significa più niente e serve solo a confondere le idee. Parliamo in termini più appropriati: c’è o no una manovra politica o forse finanziaria dietro questa faccenda? Per rispondere alla domanda non possiamo fare a meno di notare diversi segnali di un crescente nervosismo negli ambienti altolocati di questo paese anche su sollecitazione esterna.

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dopo il G8: la controffensiva del cavaliere…

dopo il G8: la controffensiva del cavaliere…


A quanto pare, Berlusconi ce l’ha fatta anche questa volta: nessun incidente, contestazioni contenute anche dai terremotati aquilani, vivo apprezzamento di Obama e congratulazioni degli altri… Anche la temuta scossa di terremoto –in vista della quale erano già stati approntati i piani di trasferimento del G8 a Roma- non c’è stata: l’uomo è fortunato.

Risultato: i sondaggi dicono che la maggior parte degli italiani ritengono che il G8 abbia rafforzato la posizione dell’Italia e che il merito sia di Berlusconi. I giornali di Murdoch hanno smesso di attaccarlo e c’è chi  lo promuove da playboy a “statista”. Di Noemi si sono perse le tracce, la D’Addario è da tempo nelle pagine interne e con sempre meno spazio, delle foto di Zappadu nemmeno l’ombra. Persino Eugenio Scalfari, in un articolo agrodolce (“La Repubblica” 12 luglio) riconosce il successo di Berlusconi, pur cercando di ridimensionarlo da “statista” a “perfetto anfitrione” capace di organizzare al meglio l’ospitalità, il cibo eccellente e “l’intrattenimento rilassante”.

Sull’intrattenimento rilassante non abbiamo dubbi…

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Aspettando il G8

Aspettando il G8


Nello scorso ottobre,
i giornali iniziarono a pubblicare i testi delle intercettazioni telefoniche della corte berlusconiana e sembrava si fosse sull’orlo di chissà quale crisi. Si sussurrava di dialoghi molto imbarazzanti fra ministre che sarebbero comparsi a giorni su un quotidiano a grande diffusione, qualcuno aggiungeva che si sarebbe parlato di Villa Certosa, altri soffiavano “Viagra” o peggio ancora…

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il complotto…2.0

IL COMPLOTTO 2.0…


Rispondo con un solo messaggio ai tantissimi commenti che mi sono arrivati, anche oltre quelli che vedete: ne sono giunti anche sulla mail privata o anche in lingue straniere fra cui il russo e (credo di aver capito) lo svedese e sto provando a farmeli tradurre. D’altra parte, questo sito è fatto in casa come le tagliatelle, è un prodotto del tutto artigianale che gode della collaborazione di due soli ragazzi (a titolo totalmente gratuito) senza dei quali non saprei da che parte cominciare, dato il mio rapporto con la tecnologia… A proposito, vorrei tranquillizzare quei lettori che iniziano a sospettare mie ascendenze sioux o cheyennes:  a volte le avvertenze che leggete sono in terza persona (“Aldo Giannuli scrive che…”) perché sono loro a scrivere e non io.
Sull’intervista data al “Giornale” dirò in fondo.

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complotto, doppio complotto e controcomplotto…

COMPLOTTO, DOPPIO COMPLOTTO E CONTROCOMPLOTTO…


Quella sul complottismo è una delle polemiche più stupide che si possano immaginare: è ovvio che i complotti accadono, è ovvio che ce ne sono di quelli che riescono e di quelli che non riescono ed è altrettanto ovvio che ci sono maniaci che vedono cospirazioni dappertutto e filibustieri che se ne lamentano per sviare l’attenzione dalle proprie magagne, il problema è stabilire di volta in volta di fronte a cosa siamo. Detta questa emerita banalità, possiamo andare avanti ed entrare nel merito dei problemi?

Berlusconi sostiene di essere vittima di una congiura animata dalla sinistra (forse con la compiacenza di qualche agenzia internazionale) che collegherebbe i casi Mills, Noemi, Bari e forse anche le uscite della signora Veronica. Ed il suo house organ chiarisce che saremmo alla vigilia di un nuovo ribaltone, adombrando un governo Draghi.
Ma la sinistra italiana è in grado di ispirare El Pais ed il Financial Times?

Procediamo con ordine, sulla base di fatti e dubbi su cui tutti possiamo facilmente convenire.

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La teoria del doppio Stato: superare lo scontro tra dietrologi e storici?

Sintesi del saggio pubblicato sull’almanacco Guanda 2007: “Il complotto. Teoria, pratica, invenzione”, a cura di Ranieri Polese.

In questi anni sono andati formandosi due orientamenti opposti: quello  dei cosiddetti “complottisti” o “dietrologi” (Giuseppe De Lutiis, Giorgio Galli, Sergio Flamigni, Giovanni Fasanella, Giovanni Pellegrino ecc) e quello dei critici pregiudiziali della dietrologia  o “avantologi” (Virgilio Ilari, Giovanni Sabatucci, Ernesto Galli della Loggia, Giovanni Belardelli, Piero Craveri, Vladimiro Satta ecc.).  Si va da chi sostiene l’assoluta irrilevanza storica di congiure e cospirazioni, perché la storia è condizionata solo dai grandi processi sociali ed economici a chi afferma convinto che “una democrazia non può averlo fatto”. Altri ancora ritengono questa materia buona per i giallisti, indegna di una analisi storica che frequenti solo i piani alti della politica.

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