Riflessioni sulla campagna del NO e sulle prospettive della Sinistra in Italia.
A mente fredda possiamo fare qualche riflessione sulla campagna referendaria, in particolare in riferimento allo stato della sinistra italiana.
A mente fredda possiamo fare qualche riflessione sulla campagna referendaria, in particolare in riferimento allo stato della sinistra italiana.
La Confindustria, per bocca del suo neo presidente Boccia si è apertamente schierata per il Si alla riforma della Costituzione, in particolare per quel che attiene l’eliminazione del bicameralismo perfetto causa della lentezza decisionale del Parlamento e supporto agli ostruzionismi di minoranza. Una presa di posizione perfetta che si allinea pienamente alla filosofia della riforma renziana e ne rende manifesta la natura di classe. Per il padronato, soprattutto in un momento di crisi, serve un centro decisionale perfettamente funzionale alle strategie del sistema economico internazionale e che non abbia l’intralcio della discussione democratica.
Nella calura ferragostana rischia di perdersi una notizia che invece merita molta attenzione: nella Cisl ci sono dirigenti nazionali che percepiscono stipendi o pensioni per 300.000 Euro all’anno, il dirigente locale che lo ha denunciato verrà espulso dall’organizzazione.
Mi giunge la notizia della scomparsa di Peppino Casarrubea, collega storico (anche se non accademico) ma, soprattutto amico personale. Avevo notato sul suo blog, in data 13 maggio un pezzo dal quale si deduceva che stava subendo un periodo di ricovero ospedaliero, ma nulla faceva intendere che si trattasse di materia grave. Poi il blog si è fermato e ieri sera mi è arrivata la notizia molto triste.
Volutamente, dopo aver scritto un solo articolo molto perplesso su Landini e sulla sua “coalizione sociale”, ho taciuto per mesi. Le perplessità, invero, aumentavano e si mutavano in giudizi negativi, ma non volevo essere accusato di esser prevenuto, di sparare alla schiena di un tentativo in fasce ecc.
Il capogruppo alla Camera, Speranza, si è dimesso, la scissione incombe; Bologna i tesserati al Pd sono scesi di colpo del 25%; a Roma dilaga il fenomeno delle tessere false e, stando al rapporto di Fabrizio Barca, il partito è pieno di affaristi, trafficoni e delinquenti vari; a Napoli il trionfo regionale di De Luca sta aprendo falle molto consistenti con l’abbandono di chi non è disposto a votarlo; come peraltro in Liguria, dove le denunce di Cofferati (non raccolte da nessuno) stanno provocando uno smottamento; in Sicilia è la candidatura di un esponente di Fi, in una lista comune, a provocare dimissioni di consistenti gruppi di iscritti; in Puglia c’è protesta per la candidatura di Mele a sindaco di Carovigno. E poi gli scandali che ormai investono regolarmente uomini del Pd in compagnia di esponenti di Fi. Può bastare?
Era già nell’aria l’annuncio del nuovo “blocco sociale” promosso dalla Fiom ed ora Landini annuncia, in vista della manifestazione del 28 marzo pv, la nascita di questo blocco che proclama orgogliosamente la sua indipendenza dai partiti. Ce la farà? Ce lo auguriamo e facciamo il tifo per lui, ma non sino al punto di mantenere qualche prudente riserva.
Nei giorni scorsi ho appreso per caso una notizia che mi era sfuggita: il 4 gennaio è morta a Cerignola Baldina, la figlia di Giuseppe Di Vittorio. Aveva 95 anni. E’ stata parlamentare comunista, dirigente dell’Udi, moglie di Giuseppe Berti, da ultimo presiedeva la fondazione intitolata al padre. Una donna straordinaria che ho avuto modo di conoscere personalmente e per la quale avevo una vera venerazione.
Il risultato è così chiaro da non richiedere troppi commenti:
-il Pd: in cifra assoluta, perde nelle due regioni circa mezzo milione di voti sulle precedenti regionali e poco meno di un milione sulle europee di 5 mesi fa (-700.000 nella sola Emilia).
Nelle ultime settimane si sono accavallati una serie di avvenimenti, in parte contraddittori, che segnalano sordi brontolii nella pancia del sistema politico, tali da far presagire qualche botto in arrivo.