Governare con il “cerchio magico”
All’inizio fu il “cerchio magico” stretto intorno a Bossi, dopo il suo ben noto incidente cerebro vascolare: familiari ed amici strettissimi, che impedivano a chiunque di accedere al capo, per preservarne la tranquillità. Era composto da Rosy Mauro, dal giovane deputato Federico Bricolo, dal Presidente della Provincia di Varese Marco Reguzzoni, ma soprattutto, dalla moglie Manuela e dal figlio Renzo (il Trota per chi non lo ricordasse). In breve, esso si trasformò in un gruppo di potere che gestiva a proprio piacimento l’illustre infermo, in nome del quale si imponevano scelte politiche ed operative a tutti. Poi si iniziò a parlare di “cerchio magico” via via per Berlusconi (a capo di cui sarebbe la fidanzata Francesca Pascale), Bersani, Renzi e via dicendo. Che un politico abbia una ristretta cerchia di consiglieri e collaboratori è perfettamente naturale, è sempre accaduto e si è sempre parlato di “stretto entourage”, Staff , inner circle e persino “squadra”. Ma, allora, che bisogno c’era di inventare una nuova espressione così particolare? Solo una coloritura giornalistica per il gusto di far sensazione? La “coloritura c’è, ma anche la sostanza.