Tag: catalogna

“Rivoluzioni colorate”: una riflessione

Riflettere sul complesso “arco di fenomeni” costituito dalle cosiddette “Rivoluzioni Colorate” (quelle succedutesi nei paesi dell’area ex-comunista e, quindi, le rivolte arabe, chiamate “colorate” perché associate ad un colore eletto simbolo delle proteste) è davvero difficile: già il solo costituirne un’unica categoria di eventi lontani tra loro nello spazio, nel tempo e nei contesti culturali potrebbe far gridare al “complottismo” mentre proprio la suggestione complottarda è ciò che dobbiamo scrollarci di dosso.

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Catalogna: le cause immediate oltre i luoghi comuni.

Come abbiamo detto, le aspirazioni indipendentiste sono di antica data ed in essa confluiscono l’anticastiglianismo di sempre, gli umori repubblicani, la memoria del franchismo, il disprezzo per i Borbone, la composizione sociale diversa dalle altre regioni spagnole e mille altre cose, ma esistono anche cause immediate che hanno fatto esplodere l’indipendentismo negli ultimi anni, in particolare fenomeni legati alla crisi iniziata circa 10 anni fa.

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Catalogna: cosa dice la Costituzione spagnola.

Su cosa si fonda giuridicamente il disconoscimento del referendum catalano da parte di Madrid? Conviene una lettura sistematica della Costituzione che, nel preambolo inizia con queste parole: “La nazione spagnola… proclama la sua volontà di:
….proteggere tutti gli spagnoli ed i popoli di Spagna nell’esercizio dei diritti umani nonché le loro culture, tradizioni, lingue ed istituzioni…”.

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Qualche riflessione sulle cause remote dei fatti di Catalogna.

Ringrazio tutti gli amici delle affettuose parole di bentornato rivoltemi e do seguito di una maggiore attenzione alla situazione internazionale.

La questione catalana sembra essersi impantanata, ma emergono i primi segni di cedimento del fronte indipendentista. Non sappiamo come andrà a finire, ma l’episodio ha comunque una sua gravità su cui conviene spendere qualche parola per capire come siamo arrivati a questa situazione e che lezioni trarne.

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Podemos: fenomeno internazionale?

Martedì 8 dicembre all’Universidade Nova de Lisboa si è tenuto un seminario sul linguaggio politico di Pablo Iglesias. Lo stesso giorno è uscito in Italia “Podemos, la sinistra spagnola oltre la sinistra”, un libro dei giornalisti Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena. Semplice casualità? Certo. Ma questi due fatti dimostrano una cosa: Podemos non è solo un fenomeno spagnolo, ma sta diventando un fenomeno di interesse internazionale.

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Catalogna: un referendum senza garanzie democratiche

da Barcellona, Steven Forti, ricercatore presso l’Instituto de Historia Contemporanea dell’Universidade Nova de Lisboa e presso il CEFID dell’Universitat Autònoma de Barcelona

Dalla grande manifestazione della Diada, che lo scorso 11 settembre ha invaso pacificamente le strade di Barcellona, è passato poco più di un mese. Un mese intenso in cui molte cose sono successe. O almeno questa è stata l’apparenza. In realtà, se guardiamo il tutto da una certa distanza, ben poco è cambiato: il fondo della questione rimane lo stesso. E anche le posizioni di quelli che sono ormai, dichiaratamente e pubblicamente, i due “avversari”, il governo regionale catalano guidato da Artur Mas e il governo spagnolo guidato da Mariano Rajoy, non sono cambiate affatto.

Da Edimburgo a Barcellona

Il 18 settembre si è votato in Scozia. Un referendum con una domanda secca – “La Scozia dovrebbe essere un Paese indipendente?” –, concordato con largo anticipo con il governo di Londra e convocato dallo stesso Cameron, in cui il no all’indipendenza ha vinto con il 55,3%.

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Che succede nella Ue, se la Scozia esce dalla Gran Bretagna?

Milano, 14 settembre. Nei prossimi giorni sarò assente. I pezzi che usciranno questa settimana sono stati scritti dunque il 14 settembre e potrebbero risentire di alcuni cambiamenti delle situazioni in corso.

Giovedì dovrebbe aver luogo l’atteso referendum per l’indipendenza scozzese ed i sondaggi propendono per un furioso testa a testa. Vedremo come finirà. Se dovesse affermarsi con nettezza la tesi unionista (con uno scarto di almeno 8-10 punti percentuali) la questione sarebbe chiusa. Ma se la tesi indipendentista dovesse essere sconfitta per pochi voti, il problema sarebbe destinato a riproporsi dopo breve tempo e, pertanto si aprirebbe un periodo molto complesso di grande instabilità. Ma qui facciamo l’ipotesi che, per poco o per molto, vincano i si all’indipendenza: quali conseguenze avrebbe la cosa?

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