Tag: capitalismo

Viva la muerte!

Con estremo piacere ed interesse, vi propongo l’articolo di Adriano Voltolin, Presidente della Società di Psicoanalisi Critica, che prosegue il dibattito intrapreso qualche giorno fa. Buona lettura!

La psicologia sociale, sostiene Freud, viene prima della psicologia individuale. Non vi sono quindi dei gruppi, il piccolo gruppo come la società intera, che si comportano come gli individui, ma sono piuttosto gli individui a strutturare la loro mente ed il loro modo di comportarsi, gli uni con gli altri, nel modo che apprendono fin dalla primissima infanzia.

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Lo scambio capitalistico è davvero compatibile con il liberalismo?

Molto volentieri e con grande interesse vi propongo questo articolo dettagliato e attento dell’amico e studioso di Filosofia Lucio Mamone. Buona lettura! A.G.

Con molto interesse ho seguito il dibattito che si è sviluppato in questo blog a proposito delle relazioni tra socialismo, mercato e settore pubblico, dibattito nato attorno ai due articoli del Professor Giannuli  “Stato e mercato. Togliamo di mezzo un po’ di idee confuse” e al più recente “Privato/statale: tertium non datur?”. Desidererei pertanto fornire un piccolo contributo alla discussione, proponendo qualche ulteriore spunto.

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Il matematico che non da’ i numeri

Avevo programmato una serie di simulazioni sul futuro della Grecia. Stallo. Perché sono in stallo le trattative con l’EU. Anzi, per dirla tutta, è proprio un dialogo tra sordi. Con i greci, proprio loro, con l’acqua alla gola, ma che parlano d’altro. Osserva Stavros Teodorakis, leader del partito d’opposizione Potami: “Some people in the government are preparing for Monday’s Eurogroup with the mentality of the student who tries to fool the teacher”. Non sarà mica che ingannano se stessi? O un giorno o l’altro – ma devono spicciarsi, il tempo è contro di loro – giocheranno la briscola? Va a sapere.

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La lotta alla corruzione del Pcc.

(Articolo apparso su Il Venerdì di Repubblica di alcune settimane fa). C’è molta curiosità in Occidente sulla lotta alla corruzione che si è scatenata in Cina da circa un anno. Date le dimensioni del tutto insolite  del fenomeno (180.000 funzionari sotto procedimento già a settembre, nel frattempo già saliti ben oltre i 200.000), ci si è sbizzarriti per capire cosa stia succedendo: c’è chi parla di ritorno ai metodi della rivoluzione culturale e di regressione della Cina all’epoca maoista, chi, al contrario, sottolinea il nesso con il dibattito sullo “stato di Diritto” e, quindi, sull’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, chi della consueta lotta fra fazioni del partito e chi, invece, pensa  a una semplice manovra diversiva per distrarre l’attenzione dai crescenti problemi sociali del paese.

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Crisi: è in arrivo la terza ondata.

Il periodo di relativa tregua della crisi finanziaria volge al termine dopo circa tre anni. E’ stato poco più lungo del precedente (durato dal tardo 2009 a metà 2011) e questo ha suggerito l’illusoria convinzione che si fosse avviata una uscita dalla crisi, pur se lenta e graduale. La speranza era che l’inondazione di liquidità delle banche centrali facesse da volano agli investimenti nell’economia reale, con conseguente aumento dell’occupazione e, quindi, dei consumi.

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Elezioni amministrative in Francia: è solo l’antipasto

Il crollo dei socialisti e la parallela affermazione del Fn di Marine Le Pen non hanno sorpreso nessuno, ma l’entità degli spostamento è andata al di là delle previsioni. Il Ps paga l’impopolarità di Hollande, dovuta alle sue scelte di governo, ma, più in generale paga la sua posizione scomodissima di gestore della crisi. La sinistra “riformista” non ha e non può avere spazio nell’ordinamento liberista, perché la sua ragion d’essere sta nella mediazione fra capitale e lavoro, mentre il neo liberismo non cerca alcuna mediazione, perché postula semplicemente il dominio capitalistico e la totale subalternità del lavoro.

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Perchè sono comunista

Uno dei più assidui frequentatori di questo blog, mi ha chiesto perchè sono iscritto a Rifondazione Comunista e gli ho risposto sul post: perchè, essendo comunista, non trovo di meglio sulla piazza, quantomeno in termini di punto di raccolta di chi ancora si dice comunista. Questo, a sua volta rimanda al punto: ma perchè sei comunista? Domanda non peregrina, vista la quantità di abbandoni di questa definizione: ancora nel 1991 esisteva un partito di qualche consistenza (il 5%) ed una consistente corrente nel Pds (20% circa del partito) che di dichiaravano comunisti.

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Il mio nuovo libro. 2012: la grande crisi.

Cari amici,

dal 18 novembre è in libreria il mio nuovo libro. 2012: la grande crisi.

Esce per l’editore “Ponte alle grazie”, con cui giusto un anno fa pubblicai “Come funzionano i servizi segreti”. Avendo limitati mezzi per pubblicizzare questo lavoro, non posso che affidarmi al “passaparola” dei lettori, chiedendovi di sfogliare questo volume in libreria e, se dovesse risultare di vostro interesse, di darmi una mano nel farlo conoscere.

Grazie e non dimenticate di segnalarmi problemi, omissioni, dissensi: mi farà piacere discuterne con voi.

Download indice.

ascolta lo spot radiofonico.

recensioni e interviste:

-illibraio.it (recensione)

-wuz.it (intervista)

-antimafiaduemila.com (recensione)

Aldo Giannuli, 18 novembre ’10

Una sconfitta meritata.

Che le elezioni di medio termine rappresentino spesso un test sfavorevole ai presidenti in carica è cosa nota e, d’altra parte, Obama aveva vinto con un tale scarto che era presumibile una flessione. Ma questa sconfitta è qualcosa che va ben al di là di un arretramento fisiologico e compare come una versa disfatta politica.
Intanto per le proporzioni del disastro che consegna la maggioranza della Camera ai repubblicani e segna una perdita di milioni di voti dei democratici. In secondo luogo per la direzione di flussi in uscita: Obama perde sia verso destra (con il passaggio ai repubblicani di fasce consistenti di elettorato anche giovane), sia verso sinistra con una massiccia astensione di giovani, neri, ispanici e elettorato povero. Proprio i gruppi che avevano dato ad Obama la spinta per vincere. E dunque è il fallimento, sul nascere, del nuovo blocco  sociale democratico dopo trenta anni di incontrastata supremazia di quello repubblicano.

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