Appurato che il piano Obama non si mantiene né in piedi, né seduto, né sdraiato e che, seppure avrà un inizio, è destinato al fallimento, ne deriva che qui corriamo rischi anche peggiori la situazione si incancrenisce. Dobbiamo realisticamente prendere atto che con l’Isis non esistono possibilità di trattativa, perché semplicemente non c’è un interlocutore disposto a trattare. D’altro canto, la persistenza del cosiddetto “Califfato” rischia di destabilizzare l’intera area e non per dar vita a regimi più democratici e tolleranti, come poteva esser tre anni fa per la primavera araba, ma, al contrario per alimentare tutte le spinte fondamentaliste verso la guerra santa. Il che può portare ad esiti molto più gravi di quello che potrebbe essere un intervento militare oggi.
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