Tag: brasile

Todo cambia, cambia todo: l’Argentina torna a destra

Molto volentieri torno a proporvi un articolo di Dario Clemente dall’Argentina, in seguito alle recentissime elezioni. Un sincero ringraziamento a Dario e buona lettura! A.G.
Poco prima delle dieci di sera del 22 novembre, dopo che il suo avversario ha pubblicamente riconosciuto la sconfitta, il nuovo presidente argentino sale sul palco di un affollatissimo “bunker” elettorale. Dal soffitto cadono come d’abitudine palloncini gialli, musica pop nazionale in sottofondo.

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Brasile: la B di brics fuori dalla nuova banca?

Da Buenos Aires, Dario Clemente. La notizia è passata praticamente inosservata ovunque, Italia compresa. Ad inizio mese la banca centrale brasiliana ha cercato di bloccare i trasferimenti finanziari destinati alla capitalizzazione della “banca dei Brics”, il fondo comune di sviluppo da cento miliardi di dollari approvato al VI meeting nel luglio scorso .

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Al meeting delle Americhe gli “Americani” mollano prima del gong.

Da Buenos Aires, Dario Clemente. Dal 10 all’ 11 aprile a Panama si è svolto il settimo meeting delle Americhe, una conferenza internazionale nata nel 1994 sotto la tutela dell’Organizzazione degli Stati Americani a guida statunitense. Questa edizione avrebbe dovuto concretizzare con la storica partecipazione di Cuba quel “cambio di rotta” nei rapporti nord-sud che Obama aveva promesso al summit di Trinidad nel 2009, a pochi mesi dalla sua prima elezione. Si trattava questa dell’ultima partecipazione per il primo presidente nero della storia degli Stati Uniti, che però è uscito di scena prima della conclusione dei lavori.

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Crisi: è in arrivo la terza ondata.

Il periodo di relativa tregua della crisi finanziaria volge al termine dopo circa tre anni. E’ stato poco più lungo del precedente (durato dal tardo 2009 a metà 2011) e questo ha suggerito l’illusoria convinzione che si fosse avviata una uscita dalla crisi, pur se lenta e graduale. La speranza era che l’inondazione di liquidità delle banche centrali facesse da volano agli investimenti nell’economia reale, con conseguente aumento dell’occupazione e, quindi, dei consumi.

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“Brasile Potenza”: nuovo imperialismo?

Nel suo penultimo libro, “Brasil Potencia. Entre la integración regional y un nuevo imperialismo” (l’ultimo e’ Preservar y compartir. Bienes comunes y movimientos sociales, con Michael Hardt), inedito in Italia, il giornalista e scrittore uruguaiano Raul Zibechi abbandona per un attimo l’analisi dei movimenti sociali sudamericani per dedicarsi alla novità geopolitica più rilevante per il continente dalla fine della Guerra Fredda: l’inarrestabile ascesa del Brasile Potenza.

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Brasile: il Dilma-bis è vittoria agrodolce

I primi sconfitti di questa tornata elettorale in Brasile sono i sondaggi. Dopo essere stata indicata come una solida contender per la rielezione di Dilma, addirittura in vantaggio al secondo turno, la candidata del Partito Socialista Marina Silva al momento della verità ha visto “sgonfiarsi” le sue percentuali fino ad un modesto 21%, pressappoco lo stesso risultato ottenuto 4 anni fa con il Partito Verde.

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Bolivia: la netta vittoria di Morales e il cuore energetico del Sudamerica

Mentre in Brasile la caduta improvvisa di Marina Silva e un serratissimo ballottaggio tra Dilma Rousseff e Aecio Neves hanno scompaginato tutti i sondaggi, le elezioni boliviane li hanno confermati appieno. Dall’Argentina, Dario Clemente.

Evo Morales e il suo Movimiento Al Socialismo non erano infatti mai scesi sotto il 50% di intenzioni di voto, serenamente avviati alla vittoria al primo turno, un esito scontato. Ciononostante, i termini del terzo trionfo elettorale del primo presidente aymara della storia del paese hanno acquisito una dimensione imponente. Non solo Morales e il suo partito sono lontani dal dare qualsiasi segno di cedimento, attestandosi su di un 60,06% di suffragi (e i due terzi dei seggi parlamentari) che poco si discosta dal 62,51 ottenuto nel 2009, con un aumento effettivo di 140.00 voti. Ma annichiliscono una opposizione nulla, a più di 35 punti di distacco, il 24,98% di Samuel Medina, che anche in una virtuale alleanza con il terzo candidato, l’ex presidente Jorge Quiroga, raggiungerebbe appena un terzo dei consensi totali.

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E se la partita per l’eredita’ del Kirchnerismo si stesse gia’ giocando in Brasile?

Da oggi, in occasione della finale dei mondiali, avviamo una nuova collaborazione sul sito. Dall’Argentina ci scriverà le sue corrispondenza Dario Clemente, uno dei miei tesisti più brillanti, che ha intrapreso percorsi di studi in antropologia urbana che lo hanno portato prima a Leeds e ora proprio in Argentina, da dove ha iniziato a scrivere sul suo blog. Un altro sguardo prezioso dalla “fine del mondo”, citando Papa Francesco, che però ci sarà molto prezioso per conoscerlo con occhi diversi da quanto ci permettono di fare i media italiani. Buona lettura e un ringraziamento a Dario per le sue corrispondenze!

Il noto giornalista di Basket Federico Buffa in una recente, meravigliosa, puntata di “Storie mondiali” per Sky, ripercorrendo la parabola sportiva di Maradona cosi’ liquidava la drammaticita’ della strutturale diseguaglianza sociale argentina “Un paese con enormi risorse naturali, che per motivi  misteriosi ha 10 milioni di persone sotto il livello di poverta’”.

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2012 in arrivo: facciamo due conti

Ogni tanto vale la pena di fare due conti facili facili, come la signora Maria di Voghera, quando, a fine giornata, fa i conti della spessa e vede quanto resta in cassa per il resto del mese.
Ed allora: nell’anno prossimo, fra titoli sovrani, obbligazioni di enti pubblici minori, corporate bond (debiti d’impresa), obbligazioni bancarie, scadono titoli per 11.000.000.000.000 (undicimila miliardi) di dollari. Faccio grazia degli spiccioli. Ve l’ho scritto con tutti i 12 zeri per farvi apprezzare la cifra in tutta la sua imponenza: si tratta di poco meno di un sesto del Pil mondiale e di circa l’11% dell’intero debito mondiale. Come dire che, se ogni anno avessimo scadenze di questa entità, in nove anni dovremmo rinnovare l’intero debito mondiale, compresi i titoli ultraventennali.  E, per di più, nei due anni seguenti, le scadenze saranno solo di poco inferiori.

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