I soldi e la Lega: golpe giudiziario o indagine corretta?
Cerchiamo di raccapezzarci nella storia dei soldi della Lega: i giudici hanno agito bene o stanno facendo un golpe giudiziario per colpire “il cambiamento”?
Cerchiamo di raccapezzarci nella storia dei soldi della Lega: i giudici hanno agito bene o stanno facendo un golpe giudiziario per colpire “il cambiamento”?
All’inizio fu il “cerchio magico” stretto intorno a Bossi, dopo il suo ben noto incidente cerebro vascolare: familiari ed amici strettissimi, che impedivano a chiunque di accedere al capo, per preservarne la tranquillità. Era composto da Rosy Mauro, dal giovane deputato Federico Bricolo, dal Presidente della Provincia di Varese Marco Reguzzoni, ma soprattutto, dalla moglie Manuela e dal figlio Renzo (il Trota per chi non lo ricordasse). In breve, esso si trasformò in un gruppo di potere che gestiva a proprio piacimento l’illustre infermo, in nome del quale si imponevano scelte politiche ed operative a tutti. Poi si iniziò a parlare di “cerchio magico” via via per Berlusconi (a capo di cui sarebbe la fidanzata Francesca Pascale), Bersani, Renzi e via dicendo. Che un politico abbia una ristretta cerchia di consiglieri e collaboratori è perfettamente naturale, è sempre accaduto e si è sempre parlato di “stretto entourage”, Staff , inner circle e persino “squadra”. Ma, allora, che bisogno c’era di inventare una nuova espressione così particolare? Solo una coloritura giornalistica per il gusto di far sensazione? La “coloritura c’è, ma anche la sostanza.
Ma il movimento di Grillo è di sinistra o di destra? Alzi la mano chi non si è fatto questa domanda. Prendiamo il discorso un po’ alla larga.
Quasi 30 anni fa, discutendo con il mio amico Franco Acanfora del nascente movimento ecologista, ci chiedevamo se e in che senso esso potesse essere considerato di sinistra. Infatti, anche se gran parte del suo personale politico proveniva dal Pci, da Dp o dai radicali, il movimento rifiutava qualsiasi etichettatura, auto collocandosi fuori dal tradizionale continuum destra-sinistra. In effetti, il fenomeno presentava caratteristiche piuttosto insolite: esprimeva forte diffidenza verso la tecnologia e lo sviluppo economico (posizione di destra per i parametri dell’epoca), ma esprimeva una generica ispirazione libertaria (non condivisa da tutti ma dalla maggioranza) che lo collocava a sinistra, mentre sui temi sociali esso non esprimeva una posizione univoca, per cui non era classificabile. Ugualmente era poco chiaro quale fosse la posizione dei verdi in tema di laicità o di riforme dell’appartato statale. Socialmente si trattava di un’area di opinione molto eterogenea, salvo una prevalente caratterizzazione urbana. Le stesse considerazioni potevano essere fatte per i radicali decisamente laici e libertari, quel che li collocava a sinistra del Pci (e, infatti, molte campagne per i diritti civili furono fatte con Lotta Continua e Dp), ma che, in politica economica, pur dichiarandosi “socialisti autogestionari”, condividevano le posizioni di Ugo La Malfa che, al tempo, erano considerate di centro o di centro destra. Poi dagli anni novanta scomparve ogni riferimento al socialismo sostituito dal più oltranzistico neo liberismo. Quanto alle innovazioni tecnologiche, erano passati da una convinta battaglia a favore del nucleare, nei primi sessanta, alla testa del nascente movimento anti nucleare negli ultimi settanta.
Questa volta sembra fatta: la maggioranza si è sfarinata e, magari nei prossimi giorni altri deputati Pdl potrebbero passare al terzo polo, Berlusconi è andato al Quirinale ed ha promesso a Napolitano che, dopo l’approvazione del piano di stabilità richiesto dalla Ue, non farà i capricci e si dimetterà. Voi ci credete?
Partiamo da una considerazione: se in un paio di settimane il piano passa, Berlusconi si dimette per fine novembre, diciamo per i primi di dicembre. Napolitano apre le consultazioni e la crisi può prendere due strade: o un governo di transizione che porti alle elezioni in primavera (o al massimo nel prossimo autunno) o subito scioglimento del Parlamento.
Ormai è evidente anche ai ciechi, ai sordi ed ai paraplegici che, in Europa, di Berlusconi non ne possono più, e che la richiesta all’Italia di un supplemento di manovra è solo un modo per rendergli difficile la vita, nella speranza che se ne vada. D’altra parte hanno ragione: voi discutereste delle misure per salvare la moneta comune, con uno che di giorno pensa solo alle sue vicende giudiziarie personali e di sera alle escort che deve incontrare? L’immagine del paese è a pezzi ed all’estero di parla di Berlusconi solo per ridere.
La bordata delle 100.000 intercettazioni da Bari fa emergere un liquame da ribrezzo, in un altro paese con un millesimo di quella roba non potrebbe resistere in carica neppure un consigliere comunale, figuriamoci il Capo del Governo. Qui non succede quasi nulla.
Sapevo (e mi auguravo) di suscitare un vespaio parlando dei difettacci della sinistra -su cui dovremo tornare per motivare il perchè di certi giudizi- però, adesso godiamoci un attimo la vittoria. Niente ozi di Capua, ma ogni tanto occorre anche sapersi fermare per apprezzare quello che la vita ci offre, vi pare? E la vita, questa volta ci ha fatto un gran bel regalo: Milano è importante e non vincevamo da 18 anni, però sapevamo tutti che non di sola Milano si parlava ma di ben altro. Dobbiamo riconoscere che Silvio ha superato sè stesso (la sceneggiata da accattone fatta da Obama e Medvedev è stata solo la ciliegia sulla torta) e Letizia ci ha allietati con una serie di fesserie da Guinness dei primati.
Quando un amico festante mi ha telefonato per anticiparmi la novella della minorenne marocchina e del Cavaliere, la mia reazione è stata: “Non ci posso credere!”
Insomma: dopo la vicenda Noemi, dopo la separazione con la moglie che gli ha detto in faccia che frequentava minorenni, dopo la storia della D’Addario e dei festini di Villa Certosa, e mentre cerca in tutti i modi di far passare un provvedimento che lo sottragga vita natural durante alla giustizia penale, il Cavaliere si fa beccare per l’ennesima volta con le mani nella marmellata e per di più:
a- con una minorenne
b- immigrata forse irregolare (comunque priva di documenti al momento dell’arresto)
c- alla quale ammette di aver fatto regali per 150.000 euro
d-telefona personalmente (o fa telefonare da altri a nome della Presidenza del Consiglio: è lo stesso) per fare pressioni sulla Questura e farla rilasciare
e- invia a prenderla all’uscita la sua igienista orale personale –che nel frattempo ha fatto eleggere al Consiglio Regionale della Lombardia-
f- ciliegina sulla torta: dice o fa dire, che si tratta della nipote del Presidente Egiziano Mubarak, quindi mettendo le premesse per un incidente diplomatico.
Le sentenze sono carta straccia?
Compare sul “Corriere della Sera” del 3 gennaio un articolo a firma di Luigi Ferrarella “Carta straccia le sentenze su Craxi?” nel quale, sostanzialmente, si riprende l’ interrogativo di altri (fra cui Francesco Saverio Borrelli): “Come fa uno Stato a condannare penalmente una persona con una mano ed a celebrarla con l’altra?”. Le sentenze non possono essere ridotte a carta straccia pena la delegittimazione della giustizia penale che darebbe via libera ad ogni condotta antisociale.
In linea di massima, il ragionamento non fa una piega, tanto più che la cultura della legalità appare piuttosto in ribasso negli ultimi tempi e una battaglia in sua difesa appare più che urgente.
Ma questa faccenda non può essere liquidata con un giudizio così secco e privo di sfumature.
Sulla stampa (Sole 24 ore del 5 luglio) si dà notizia di una voce che già da tempo girava: una serie di esponenti politici dei due poli starebbe pensando di uscire dai rispettivi partiti per dar vita ad una “Lega sud”. Secondo tali voci, interessati all’operazione sarebbero il presidente della regione Campania Antonio Bassolino, quello della Puglia Nichi Vendola, quello della Sicilia Raffaele Lombardo, il sindaco di Bari Michele Emiliano, l’ex sindaco di Lecce e ministro Adriana Poli Bortone, il forzista Gianfranco Micchichè. Peraltro ciascuno intenzionato a fare le scarpe agli altri.
Non avevamo sbagliato invitando alla cautela sui sondaggi elettorali ed avvertendo su possibili sorprese, sia per la massa di indecisi fra le varie liste, sia, soprattutto, per la possibilità di un forte astensionismo.