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Mattarella Presidente: vincitori e perdenti nella battaglia del Quirinale.

Come era facile prevedere sin da ieri, Mattarella è stato eletto Presidente. Facciamo ora il bilancio di questa tornata presidenziale dando la “pagella” a ciascuno dei giocatori:

Renzi= è il vero vincitore, anche se non ha colto a pieno i suoi obiettivi, in primo luogo perché avrebbe voluto una conferma del Nazareno, che invece si incrina, in secondo luogo perché questo, per lui, è un candidato di compromesso e non quello che avrebbe preferito. Sicuramente Fioroni, Veltroni, Chiamparino, Pinotti, Franceschini, Fassino gli sarebbero stati più congeniali. E questo è il quinto di bicchiere vuoto. In compenso:

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Tanto tuonò che… non successe niente: la resa della “Sinistra” Pd.

Una decina di giorni fa, in un pezzo ripreso dal blog di Grillo (perciò preso per un invito ufficiale del M5s), proponevo di mettere da parte i dissensi precedenti e concordare una azione parlamentare e di piazza fra Sel, minoranza Pd, Fiom e M5s, magari in vista di uno sciopero generale (che la Cgil si è ben guardata dal proclamare) per determinare la caduta del governo Renzi. Reazioni del tutto negative: far cadere i Renzi sarebbe da irresponsabili, il M5s è inaffidabile e sui sindacati “La pensa come Renzi”, i grillini sanno solo rompere tutto ecc.

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Il Pd sta sparendo? Magari… ma si tratta di altro.

Grandi proteste della minoranza Pd per il tracollo del tesseramento al partito, passato da 539.000 iscritti a circa 100.000 in un anno. Per la verità, i responsabili organizzativi del partito hanno detto che si tratta di una proiezione a campione e che i dati non sarebbero quelli. E poi il tesseramento 2014 non è finito, manca un mesetto, per cui magari il totale sarà 200.000, che è il doppio del dato stimato, ma comunque meno della metà degli iscritti dell’anno scorso. Comunque sia, un tracollo. Ma è colpa di Renzi? Ed il Pd sta scomparendo? Renzi non lo amo (e mi pare che si sia capito) ma direi che c’entra poco con questo calo.

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Governare con il “cerchio magico”

All’inizio fu il “cerchio magico” stretto intorno a Bossi, dopo il suo ben noto incidente cerebro vascolare: familiari ed amici strettissimi, che impedivano a chiunque di accedere al capo, per preservarne la tranquillità. Era composto da Rosy Mauro, dal giovane deputato Federico  Bricolo, dal Presidente della Provincia di Varese Marco Reguzzoni, ma soprattutto, dalla moglie Manuela e dal figlio Renzo (il Trota per chi non lo ricordasse). In breve, esso si trasformò in un gruppo di potere che gestiva a proprio piacimento l’illustre infermo, in nome del quale si imponevano scelte politiche ed operative a tutti. Poi si iniziò a parlare di “cerchio magico” via via per Berlusconi (a capo di cui sarebbe la fidanzata Francesca Pascale), Bersani, Renzi e via dicendo. Che un politico abbia una ristretta cerchia di consiglieri e collaboratori è perfettamente naturale, è sempre accaduto e si è sempre parlato di “stretto entourage”, Staff , inner circle e persino “squadra”. Ma, allora, che bisogno c’era di inventare una nuova espressione così particolare? Solo una coloritura giornalistica per il gusto di far sensazione? La “coloritura c’è, ma anche la sostanza.

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Sinistra e Libertà si spacca: non mi sorprende. Comunque, auguri alla lista Tsipras

A quanto pare, Sel è prossima alla scissione: una ventina di deputati e tre o quattro senatori si apprestano a lasciare Sel per volare fra le braccia di Renzi, sperando di essere rieletti. Avete capito bene: Renzi, neppure Bersani o Civati: Renzi. Il tutto alla vigilia del voto per le Europee, dove la lista Tsipras lotta sul decimale in più o in meno per prendere il quoziente e salvarsi: il che è l’evidente vigliaccata di gente che pensa solo a mantenersi il cadreghino sotto il sedere. Ma da Gennaro Migliore, non mi aspettavo di meglio.

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Primarie Pd: qualche considerazione sulla vittoria di Renzi ed il tracollo di Cuperlo

Renzi stravince, Civati ha un risultato apprezzabile, e Cuperlo sprofonda. Questo è il senso del risultato in quattro parole. Ma qualche considerazione in più non guasta, iniziando da Cuperlo che, rispetto al 39,44% raccolto fra i soli iscritti al partito –due settimane fa-, precipita al 18%. In alcune zone raccoglie solo pochi voti in più di quelli che aveva due settimane fa, con un terzo dei votanti (segno che anche una parte degli iscritti che lo avevano votato sono passati con Renzi). Rispetto alle primarie di un anno fa, nelle quali Renzi si era fermato al 38,2%, Cuperlo raccoglie meno di un terzo del 61,8% ottenuto da Bersani che, pure, lo appoggiava.

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Come al solito è difficile parlare del M5s

Grillo e la sua creatura politica suscitano simpatie ed antipatie feroci ed è sempre difficile mantenere un atteggiamento pacato. Tuttavia non rinuncio a tentare un confronto razionale fuori dal tifo calcistico.

1- Elezioni: La recente sconfitta elettorale è stata variamente commentata dallo stesso Grillo: prima “è colpa degli italiani”, dopo: “Ma veramente abbiamo vinto: passiamo da 400 ad 800 consiglieri”. Se la logica non è un’opinione, dunque, gli italiani hanno la colpa di aver fatto vincere il M5s. Oppure ho capito male? La prima reazione è una sciocchezza, la seconda un pietoso tentativo di consolarsi.

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La strategia di Grillo

Nelle settimane immediatamente successive al voto, Grillo ha avuto l’occasione straordinaria di far ballare il sistema politico al suono della sua musica. Bersani era pronto ad accettare (quasi) tutte le condizioni che gli avesse posto: legge anticorruzione, riforma Rai, abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, reddito di cittadinanza, legge sul conflitto d’interesse. E con ogni probabilità, in un quadro di intesa, avrebbe anche accettato di concordare il nome del nuovo Presidente. Se Grillo gli avesse chiesto di fare la danza del ventre, Bersani ci si sarebbe messo il tutù. E non gli si chiedeva di entrare al governo o in maggioranza, ma semplicemente di astenersi (uscire dall’aula) al Senato.

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Perché Berlusconi non fa cadere subito il governo Letta? Il gioco del cerino

Torneremo a breve sul tema dello Ius soli, per ora poniamoci un problema più urgente: Berlusconi ha interesse a far durare il governo Letta e questa legislatura? E’ evidente che no. In primo luogo perché ha bisogno di un intervento legislativo che lo salvi dall’interdizione dai pubblici uffici, prima che la Cassazione possa decidere di confermare la sentenza d’appello. E mi sembra piuttosto difficile che il Pd possa aderire a questa richiesta, a meno che non  abbia proprio deciso di sciogliersi. Con nuove elezioni potrebbe avere quella maggioranza che gli permetterebbe di ottenere  quel che gli serve. E, calcolando i tempi tecnici, fra tempi per elezioni, insediamento del nuovo Parlamento, formazione del nuovo governo, preparazione ed iter della nuova legge (magari una amnistia o una anticipazione dei tempi di prescrizione…) ci vuole un annetto pieno e questo significa votare ad ottobre-novembre 2013, perché a partire dalla tarda primavera 2014 si entra in “area di rischio” dove ogni giorno è utile per mettere il Cavaliere fuori combattimento.

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Golpe non è, ma vera porcheria si

No, la ri-elezione di Napolitano non può essere definita un colpo di Stato, almeno sul piano formale, perché tutto si è svolto secondo le regole costituzionali: il Parlamento ha votato liberamente. La maggioranza richiesta è stata rispettata, il candidato ha i requisiti necessari… Quindi, almeno in termini formali, non si può dire che ci sia stata una rottura costituzionale. E neppure da un punto di vista sostanziale si può dire che ci sia stata uno stravolgimento della volontà popolare. Rodotà era l’unico candidato verso il quale si erano manifestate le simpatie popolari sia in termini di manifestazioni che di appelli, sottoscrizioni ecc. Però è anche vero che il popolo esercita la sovranità nelle forme stabilite dalla legge, mi pare. E, d’altra parte, non so se in una consultazione a suffragio diretto Rodotà sarebbe prevalso: ad esempio la Bonino avrebbe potuto insidiarlo molto efficacemente (e sapete perfettamente cosa penso della Bonino). Ma anche in un ballottaggio con Napolitano, non sono affatto sicuro che lui avrebbe vinto contro l’indicazione di tutti i partiti eccetto Sel e M5s, magari perché Napolitano ce l’avrebbe fatta solo grazie ai voti di destra come “male minore” dal loro punto di vista. Comunque, l’elezione diretta del capo dello Stato noi non la abbiamo. Punto.

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