Tag: bersani

Ma chi ha vinto?

Secondo noi ci sono due grandi sconfitti (Bersani e Casini), due miracolati (Berlusconi e Vendola), un risultato in fascia grigia (Di Pietro) e un solo vero vincitore (Bossi). Di Rifondazione, per ora,  non diciamo neppure.

Scusate il ritardo con  cui commento i risultati, ma è stato necessario fare calcoli piuttosto laboriosi ed aspettare la disponibilità dei voti in cifra assoluta e non percentuale, per fare un minimo di ragionamento.
Come si sa, il fenomeno centrale è stata l’astensione che è aumentata di circa 10 punti rispetto alle regionali di 5 anni fa e di ulteriori tre punti sul dato già molto alto dell’anno scorso.
In presenza di un fenomeno così massiccio, sarebbe fuorviante ogni confronto fra percentuali, senza tener conto dei voti in assoluto.
I dibattiti televisivi hanno privilegiato il confronto per elezioni omogenee, cioè con le regionali di 5 anni fa. Su questo si è detto già molto e non aggiungeremo. Ma, come si sa, dopo sono venuti altri tre turni di elezioni molto ravvicinati (politiche 2006, politiche 2008, europee 2009) che hanno determinato dinamiche elettorali di ben altra segno, per cui, a noi sembra più utile ragionare sulla linea di tendenza, anche perchè questo è stato un punto molto insistito, soprattutto dai rappresentati del Pd che hanno letto i risultati come una “inversione di tendenza” rispetto alle elezioni del 2008 ed alle successive sconfitte della sinistra.

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Algido Lunnai assume la difesa di Pierluigi Bersani

Algido Lunnai assume la difesa di Pierluigi Bersani

Voglio –debbo!- assumere la difesa di Pierluigi Bersani, ingiustamente accusato di inerzia, assenteismo, scarsa produttività nella sua veste di segretario del Pd. E tanto perchè, mentre in patria infuriavano le polemiche sulla scelta dei candidati governatori del Pd in Lazio, Puglia e Calabria, lui era rimasto in vacanza a New York, non facendo sentire la sua voce.
Sono accuse ingiuste, rancorose e dettate da gretto spirito padronale.
Pierluigi Bersani è il miglior segretario che il Pd abbia avuto sinora: ogni mattina si reca sul suo posto di lavoro, apre la sede, spolvera i mobili, risponde al telefono, prende appunti, fissa gli appuntamenti, digita al pc…

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Berlusconi ed i processi: come ne usciamo?

Berlusconi ed i processi: come ne usciamo?

In tutta la storia della Repubblica non c’è mai stata una crisi istituzionale come quella che abbiamo sotto gli occhi e che cresce di giorno in giorno: il Presidente del Consiglio, sorretto dalla maggioranza parlamentare, è in aperto conflitto con il potere giudiziario, con il Presidente della Camera e con tutti gli organi di garanzia –dal Presidente della Repubblica alla Corte Costituzionale-.  Peraltro, non credo che in nessun paese ci sia un Capo del Governo sotto processo per corruzione e sostanzialmente indiziato di collusione con la Mafia.
Bisogna trovare una via di uscita, inteso che Berlusconi non ha alcuna intenzione di dimettersi neanche se c’è la rivoluzione e che non è probabile una sfiducia parlamentare.
La legge sulla “prescrizione veloce” ha un futuro incerto anche dal punto di vista costituzionale, e, in ogni caso, non servirebbe in caso di nuova istruttoria per le stragi del 1992-93.

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Come è difficile essere italiani al tempo di Berlusconi e Bersani.

Come è difficile essere italiani al tempo di Berlusconi e Bersani.

Giorni fa mi è capitato di andare a Lisbona per fare una relazione ad un incontro sulla strategia della tensione. Alla fine, mi sono intrattenuto con i diversi ricercatori italiani che lavorano lì e, chiacchierando del più e del meno, il discorso è finito su Berlusconi. Tutti (dico tutti, compresi quelli che simpatizzavano per la destra) lamentavano l’imbarazzo di essere italiani: “Devi giustificarti ogni giorno per le gaffes di Berlusconi… Finisci per non essere preso sul serio perchè ti mettono sul conto tutte le figuracce di Berlusconi… Ci dicono che siete il paese di Pulcinella”.

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Elezioni a primavera?

Elezioni a primavera?

Se qualcuno si prendesse la briga di sfogliare gli articoli precedenti di questo blog scoprirebbe che tutto quello che sta succedendo era già ampiamente prevedibile e (quasi) previsto.
Il 2 luglio, scrivevamo che il momento critico per il Cavaliere sarebbe stato il G8, superato il quale sarebbe scattata la sua controffensiva:
“ rimpasto di governo (con punizione di quanti non lo hanno difeso, a cominciare dalle ministre), purga interna contro i finiani, poi attacco alle opposizioni, magari condito da qualche scandalo, forte pressing sull’Udc per assorbirlo nella maggioranza, “ritocco” agli organigrammi dei servizi (qualcuno forse pagherà…), pressing sulla Corte per far passare il lodo Alfano…”

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Lunnai si schiera: speriamo che vinca Franceschini.

Lunnai si schiera: speriamo che vinca Franceschini.


La nobile battaglia per la leadership del Pd sta entrando nel vivo e non intendiamo sottrarci al dovere di schierarci e dare il nostro contributo. Lo diciamo subito e senza ambiguità: siamo per Franceschini, l’erede diretto e legittimo di Walter Veltroni, che ne porterà a compimento l’opera.
Quando Walter il Grande ne assunse il comando, il Pd era un partito con 229 deputati (con i radicali) e 111 senatori,  al comando di una coalizione con  340 deputati e 148 senatori. Nel giro di pochi mesi, Walter lo portò a  217 deputati e 119 senatori, ma, soprattutto, al comando di una coalizione con il solo Di Pietro per un totale di 246 deputati e 133 senatori: Walter aveva fatto la guerra ai suoi ex alleati  e li aveva sbaragliati tutti! E così era garantita la vittoria piena di Berlusconi.

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quali prospettive per il PD…?

quali prospettive per il PD…?

In un fragore di candidature, polemiche, schermaglie, tessere inventate e tessere negate, elenchi spariti (esattamente come gli elettori), il Pd ha dato l’avvio alla sua consultazione interna, per arrivare all’elezione del nuovo gruppo dirigente. Tre candidati si contendono la segreteria.
Ma siamo sicuri che il gioco valga la candela?

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Bassolino, Emiliano, Vendola, Poli Bortone, Lombardo, Micchichè: tutti insieme appassionatamente nella lega sud?

Bassolino, Emiliano, Vendola,  Poli Bortone, Lombardo, Micchichè: tutti  insieme appassionatamente nella lega sud?


Sulla stampa (Sole 24 ore del 5 luglio) si dà notizia di una voce che già da tempo girava: una serie di esponenti politici dei due poli starebbe pensando di uscire dai rispettivi partiti per dar vita ad una “Lega sud”.  Secondo tali voci, interessati all’operazione sarebbero il presidente della regione Campania Antonio Bassolino, quello della Puglia Nichi Vendola, quello della Sicilia Raffaele Lombardo, il sindaco di Bari Michele Emiliano,  l’ex sindaco di Lecce e ministro Adriana Poli Bortone, il forzista Gianfranco Micchichè. Peraltro ciascuno intenzionato a fare le scarpe agli altri.

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