Tag: berlusconismo

Dalla Prima alla Seconda Repubblica in Italia.

1- L’antefatto.

Il crollo della I repubblica avvenne fra il 1992 ed il 1993, ma la frana iniziò almeno cinque anni prima, nel 1987. Lo scioglimento anticipato delle Camere fece sì che, cinque anni dopo, si sarebbe creato l’“ingorgo istituzionale” per la coincidenza delle elezioni del Parlamento e del Presidente della Repubblica. E tutti iniziarono a manovrare in vista di quella scadenza, perché il nuovo Presidente sarebbe stato scelto dal Parlamento eletto nel 1992.

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La frana di Fi è già iniziata

Ormai non fai più a tempo a fare una previsione che i fatti ti sorpassano: per la regola secondo la quale piove sempre sul bagnato, la decisione del tribunale sull’ ex Cavaliere va a coincidere quasi perfettamente con il mandato d’arresto per Dell’Utri che, saggiamente, si è dato alla fuga. Lui dice per curarsi ma che poi torna. Quando? Dopo. In attesa che Fi si trasformi, anche ufficialmente, in un club di pregiudicati, con annessa lista catturandi, i sondaggi piovono impietosi e la danno regolarmente sotto il 20%. E la grande fuga è già iniziata: non si trovano nomi nuovi e diversi di quelli vecchi (udite, udite: persino Bonaiuti!) prendono il largo, esattamente come centinaia di amministratori locali in vista delle elezioni del prossimo anno. Nella maggior parte dei casi in direzione di Alfano, qualcuno per la Lega o Fd’I.

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La Repubblica finisce in coda di pesce

Volentieri pubblichiamo questo intervento di Franco Astengo.

La Repubblica finisce in coda di pesce.

La lunghissima “transizione italiana” avviatasi al tempo della caduta del Muro di Berlino e di “Tangentopoli” sta concludendosi in una forma che vorremmo definire “a coda di pesce”: con il sistema politico attorcigliato su se stesso, con un ulteriore degrado nel rapporto tra società e istituzioni, al centro di una crisi economica provocata da fattori interni ed esterni che è stata affrontata rifinanziando quanti l’avevano provocata, chiedendo sacrifici alla povera gente, distruggendo quella che un tempo era definita “classe media”, senza che emerga alcuna idea in positivo per il futuro (l’Europa continua ad accusare un pesantissimo “deficit democratico”, nel “caso italiano” – caso perché il nostro Paese si colloca ormai alla retroguardia sul piano internazionale- si allargano le distanze tra Nord e Sud e interi territori sono in mano alla criminalità organizzata).

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Caso Asor Rosa: è peggio ancora di quel che sembrava

Rimando ancora di qualche giorno il pezzo sulla rivoluzione libica, per occuparmi nuovamente di Alberto Asor Rosa che, sul “Manifesto” del 19, è tornato con un articolessa di un ettaro e mezzo a spiegare la sua posizione. Nel frattempo ci sono stati articoli della direttrice Norma Rangeri e di qualche altro che, sostanzialmente, difendono il loro collaboratore. Dunque, non si è trattato di una “scivolata” occasionale, per quanto grave, ma di un preciso orientamento politico che va emergendo. Un orientamento di destra e velleitario che merita tutta l’attenzione e la durezza che gli è dovuta. In calce troverete la lettera che ho inviato al Manifesto.

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BERLUSCONISMO SPECCHIO DELL’ITALIA

di Annamaria Rivera, da zeroviolenzadonne.it

Per favore, non si chiami sultanato il regime berlusconiano. E non si parli di harem o di suq quando si cerca di definire le pratiche sessuo-mercantili dell’indegno capo del governo italiano. Gli stereotipi orientalisti, lasciamoli a Giovanni Sartori, l’illustre politologo (1). Il quale a tal punto è ossessionato dall’invasione dei saraceni da teorizzare, fin dal 2000 (2), la “radicale non integrabilità” degli “islamici” (si noti il linguaggio, davvero da fine studioso), suggerendo come rimedio l’immigration choisie di migranti di confessioni altre da quella musulmana: alla faccia del conclamato liberalismo.

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L’armata del Cavaliere nero. 1: i cattolici.

L’armata del Cavaliere nero.
1. I cattolici.

Dicevamo un paio di settimane fa, che alla base delle vittorie di Berlusconi c’è il blocco elettorale del pentapartito (Dc, Psi, Psdi, Pri, Pli), riversatosi compatto su Forza Italia nel 1994. Questo costituisce ancora oggi la parte più solida e numerosa del seguito del cavaliere: l’ “Italia moderata” o se preferite, il “marais”, su cui si sono fondati costantemente gli assetti di potere di questo paese. E’ l’estremo lascito di un passato che non ha conosciuto nè la Riforma protestante, nè una grande rivoluzione moderna come quelle di Olanda, Inghilterra, Francia.

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Perchè Berlusconi vince?

Perchè Berlusconi vince?

Qualche tempo fa, invitavo a smettere di farsi accecare dall’odio per Berlusconi proprio per poterlo battere. E sostenevo che, senza una analisi fredda delle ragioni del suo successo, l’iniziativa della sinistra sarebbe stata inefficace. Dunque, iniziamo con questo articolo a “smontare il giocattolo” per capire come è fatto. Ci torneremo diverse altre volte.
Partiamo da una considerazione: da dove è partito Berlusconi e quale è stata la sua base elettorale iniziale.

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smettiamo di odiarlo?! un contributo al dibattito.

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo un contributo di Francesco “baro” Barilli in risposta all’articolo di Aldo Giannuli “Vogliamo liberarci di Berlusconi? Smettiamo di odiarlo!”. Potete leggere il contributo anche sul blog di “baro”.

Caro Aldo,

ho letto il tuo articolo, “Vogliamo liberarci di Berlusconi? Smettiamo di odiarlo!”. Condivido pienamente le tue considerazioni sulle colpe della sinistra e pure sulla natura tutt’altro che invincibile del Cavaliere come “macchina elettorale” (i dati che hai puntualmente riportato lo dimostrano). Qualche riflessione in più sarebbe forse da fare sulla mutazione di Berlusconi nel suo proporsi agli italiani.

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