Elezioni? Un esito vecchio prima di nascere.
Che strane elezioni queste del 2018 con risultati che sanno di “vecchio” prima ancora che si voti: sembra il festival della minestra riscaldata.
Che strane elezioni queste del 2018 con risultati che sanno di “vecchio” prima ancora che si voti: sembra il festival della minestra riscaldata.
Chiedo scusa per la prolungata assenza, ma sto chiudendo il mio prossimo libro. Si tratta di un lavoro particolarmente impegnativo: è una storia della strategia della tensione che conclude trenta anni di lavoro (i miei primi libri sul tema risalgono al 1989-90) di cui una dozzina (dal 1996 al 2007) negli archivi. Capirete che un po’ ci tengo e sono molto concentrato su questo oggetto di ricerca che troverete in libreria (spero) in Primavera. Vengo al tema di oggi: dove e cosa deciderà lo scontro del 4 marzo.
Risultato per certi versi incerto ma che indica linee di tendenza per le prossime politiche:
M5s: ad Ostia ce l’ha fatta, ed anche bene in percentuale (circa il 60%) ma con due grossi nei: il fatto che, sin dal primo turno, abbiano votato in quattro gatti, e che, al primo turno, c’è stata una flessione di ben 14 punti sul risultato delle comunali, per cui, in cifra assoluta il M5s subisce un forte travaso a favore dell’astensione in primo luogo. Va preso atto, tuttavia, come il M5s, sia riuscito a contenere il deflusso di consensi, nonostante i disastri della giunta Raggi. Comunque, questa vittoria in parte compensa il risultato siciliano che, pur decoroso in voti assoluti, ha segnato la sconfitta nel tentativo di conquistare la regione.
In questo turno di voto non c’è dubbio che a vincere sia stato il centro destra: ha conquistato città storicamente di sinistra, è tornato competitivo ed anzi ha conquistato la maggioranza relativa. Dunque, che gli sia andata bene è fuori discussione. Ma…di qui ad un ritorno dei governi di centro destra del passato ne corre e ci sono difficoltà di ogni tipo. In primo luogo, il centro destra vince per effetto ottico: perché perdono gli altri i cui voti vanno al “voto in libertà”, ma, in cifra assoluta perde un po’ di voti, mentre rivaluta il suo risultato per effetto della forte astensione.
Silvio Berlusconi e la Brembilla hanno annunciato la nascita di un partito animalista che dovrebbe presentarsi per le prossime elezioni. Stando a quanto dichiarato dai due, il nuovo partito punterebbe a raccogliere il consenso del 20% di italiani che hanno un animale in casa. Obiettivo. “portare gli animali in Parlamento” (altri ancora?! Gesù Gesù!!!). Alcune società di sondaggi sostengono che il partito potrebbe attestarsi fra il 5 ed il 20%. E’ credibile?
“Arrivano i nostri a cavallo di un caval, arrivano i nostri con in testa il general…” Ve la ricordate? E’ una canzone che abbiamo cantato tutti da bambini. Oddio, non proprio tutti, diciamo quelli che hanno almeno ..antanni. Iniziava con il verso che abbiamo usato per il titolo e ci è venuto in mente pensando alle grandi manovre che stanno partendo a destra ed alla reazione simmetrica della “sinistra” (notare che destra è senza virgolette e sinistra si).
Ormai, dopo la sceneggiata delle dimissioni poi ritirate, poi le dimissioni in massa dei consiglieri Pd, poi la proposta di lista unica anti M5s (l’uscita più divertente del 2015) eccetera, di quello che succede nel consiglio comunale di Roma si dovrebbe parlare nella pagina degli spettacoli. Comunque, cerchiamo di parlare seriamente (proviamoci).
Manca una manciata di mesi alle elezioni amministrative e ”grande è la confusione sotto il cielo”. Al momento l’unico candidato in pista è Passera che si presenta bene, ha idee brillanti, vaste e ramificate relazioni nella Milano che conta, ma che è il classico generale senza esercito, almeno per ora.
Leggendo i sondaggi (da prendere, come sempre, con le molle) sembra che ci sia generale accordo su queste tendenze:
Sono consulente parlamentare dal 1994 (anche se con un intervallo dal 2006 al 2014), per cui mi capita di circolare per i palazzi del Parlamento ed assistere a piccoli particolare molto istruttivi. Ad esempio, ho scoperto che lo stato di grazia di un politico è perfettamente misurabile, mentre attraversa il “corridoio dei passi perduti”, da tre dati: