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Cappuccino, brioche e intelligence n°17. Wikileaks: 11 settembre della diplomazia.

Definire il caso Wikileaks  l’”11settembre della diplomazia” come fa Frattini è forse esagerato, ma non lontano dalla verità. I toni dei giornali spesso sdrammatizzano (“tutto qui?”) ma la cosa in realtà è tutt’altro che irrilevante.
Intanto si tratta del primo “incidente diplomatico globale” della storia. Non un caso fra due o tre grandi potenze ma uno scontro imprevisto che mette in urto una grande potenza con tutto il resto del mondo. Non è cosa da nulla e non sappiamo nemmeno se questo non è che l’aperitivo, mentre l’arrosto deve ancora arrivare a tavola. E poi, almeno il profumo dell’arrosto già si sente: non si tratta solo di gossip e note di costume, confuse fra mille pettegolezzi ci sono alcune polpette avvelenate mica male!

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Cappuccino, brioche e intelligence n°16: Wikileaks, l’attacco all’italia e il Cavaliere.

Wikileaks promette di mandare in rete molti documenti riservati degli Usa riguardanti i paesi alleati. Probabilmente si tratterà di reports riservati dalle ambasciate (o delle stazioni Cia), dunque testi rigorosamente ufficiosi e destinati ad esclusivo uso interno, nei quali l’autore si lascia andare a considerazioni che mai farebbe in sedi ufficiali e fornisce informazioni confidenziali. Cose del tipo notizie su quella particolare azione ostile che gli Usa devono far finta di ignorare, o sul “vizietto” del capo di Stato straniero che si può ricattare, su quella particolare azione di condizionamento svolta dagli Usa per condizionare una determinata decisione di questo o quel paese la cui opinione pubblica assolutamente non deve conoscere e così via.

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Sciogliere una sola Camera?

Nei giorni scorsi ci sono stati alcuni problemi tecnici che non hanno permesso l’accesso al mio sito. Mi scuso con tutti i lettori e spero tornerete a trovarmi presto numerosi. A.G.

Come si sa, Berlusconi –preceduto da Larussa-  ha ipotizzato lo scioglimento della sola Camera dei Deputati nel caso fosse sfiduciato in quella sede ma conservasse la maggioranza al Senato. E’ possibile farlo?
Da un punto di vista di interpretazione letterale della Costituzione si tratta di una ipotesi possibile: “Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse.” (art. 88), ma ad un esame più attento non sfuggono i motivi che vanno in senso contrario. Va detto in primo luogo che questa particolare disposizione costituzionale era combinata con la diversa durata delle due Camere (sei anni il Senato e cinque la Camera). Durata che venne poi parificata nel 1963 proprio per ottenere una pronuncia omogenea del corpo elettorale.

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Governo diverso da quello uscito dalle urne: che dice la Costituzione?

E’ sin troppo prevedibile che la destra gridi al colpo di Stato nel caso si formi un governo “tecnico”, di “tregua istituzionale” o comunque diverso dal governo Berlusconi. L’argomento sarebbe quello della violazione della sovranità popolare che si è espressa attraverso delle votazioni nelle quali il nome del candidato presidente del consiglio era scritto sulla scheda.
Entriamo nel merito.

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GOVERNO DEL RIBALTONE E LEGGE ELETTORALE.

E’ evidente che si sta tessendo la trama per rovesciare Berlusconi con una “rivoluzione parlamentare”. Mettere insieme una maggioranza, anche risicatissima, anche di un solo voto, potrebbe segnare la fine politica di Berlusconi.
L’obiettivo principale di un governo simile (ovviamente giustificato prima di tutto dalla crisi economica e dall’esigenza di stabilità del paese e via dicendo…) sarebbe il  nuovo sistema elettorale. Che il Porcellum sia un sistema  elettorale folle è cosa che dice il suo stesso autore, ma il punto non è questo.

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ANDIAMO AL VOTO? I PROBLEMI TECNICI PER VOTARE A DICEMBRE

Giochi fatti? Nuove elezioni e nuova vittoria del Cavaliere?
Non è detto, la situazione è aperta a molti sbocchi.
Il primo punto da stabilire è: su quanti parlamentari può contare il Cavaliere dopo la scissione finiana e l’esodo dalla maggioranza del Mpa? Realisticamente siamo un po sotto i 316 richiesti per la maggioranza alla Camera anche se, per ora c’è qualcosa in più del 165 richiesti al Senato.
Ma, con questi numeri  non governa nessuno e si va sparati a nuove elezioni.

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Capire la corruzione in Italia. 5. Il crollo del sistema e la metamorfosi del fenomeno.

Prima metà anni novanta- fine anni novanta. Nella seconda metà degli anni ottanta il sistema iniziò ad andare in crisi. L’eccessiva frammentazione correntizia dei partiti, la falsa democrazia della loro  vita interna, la produttività sempre più scarsa del sistema politico, l’incomprensibilità dei suoi riti  (in particolare in occasione delle crisi di governo), iniziarono a produrre un forte rigetto. A partire dal 1979, l’astensionismo elettorale iniziò a crescere sensibilmente, mentre i tassi reali di adesione ai partiti (iscrizioni, vendita della stampa di partito, sottoscrizioni, partecipazione a manifestazioni di partito ecc.)  crollarono  parallelamente.

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Cappuccino, brioche e intelligence n°14. Anemone: che strana storia!

Berlusconi, preoccupatissimo, ammette che troppa gente si è arricchita dietro di lui, che i giudici possono anche aver ragione, che indagherà lui per “licenziare” gli eventuali corrotti dal governo.
Strano: di solito sbraita contro le “toghe rosse” protagoniste di chissà quale complotto e giura che i suoi sono una schiera di cherubini.
Berlusconi chiede che cessi la gogna mediatica. Strano: il più scatenato sulla lista dei beneficiati di Anemone è il “Giornale”  che, se non ci ricordiamo male, è del fratello del Cavaliere.
Anemone fa un sacco di regali  e favori, tiene la lista dei beneficiati, ma non si capisce bene cosa riceva in cambio da molti di loro. Strano: di solito un traffico di tangenti è finalizzato ad una qualche illecità utilità del corruttore. Forse da bambino pensava che sarebbe diventato Babbo Natale.

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Gianfranco il Temporeggiatore.

Sin dall’autunno, avevamo previsto che Fini non avrebbe fatto la scissione prima delle regionali: il timore di immediate elezioni anticipate e la speranza di un tonfo elettorale del Pdl gli suggerivano di temporeggiare.  E prevedemmo anche le possibili mosse successive: scissione, accordo con Udc e Pd (benedetto da Napolitano) per un governo tecnico che durasse un anno in modo da : a- riformare la legge elettorale, b- fare la legge sul conflitto di interessi, c- aspettare le sentenze su Berlusconi d- organizzare il suo partito e le sue alleanze in modo da andare al voto in condizioni ottimali e sconfiggere una volta per tutte il Cavaliere.
Però, avevamo detto, tutto questo sarebbe stato possibile ad una condizione: che le regionali segnassero una sonora sconfitta per il Pdl. Infatti, è evidente che un successo del Pdl (in un momento in cui i governi occidentali sono puniti dagli elettori) avrebbe scoraggiato molti seguaci del Presidente della Camera, consigliando una più prudente navigazione nella flotta berlusconiana.

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