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Mattarella Presidente: vincitori e perdenti nella battaglia del Quirinale.

Come era facile prevedere sin da ieri, Mattarella è stato eletto Presidente. Facciamo ora il bilancio di questa tornata presidenziale dando la “pagella” a ciascuno dei giocatori:

Renzi= è il vero vincitore, anche se non ha colto a pieno i suoi obiettivi, in primo luogo perché avrebbe voluto una conferma del Nazareno, che invece si incrina, in secondo luogo perché questo, per lui, è un candidato di compromesso e non quello che avrebbe preferito. Sicuramente Fioroni, Veltroni, Chiamparino, Pinotti, Franceschini, Fassino gli sarebbero stati più congeniali. E questo è il quinto di bicchiere vuoto. In compenso:

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Totoquirinale: ma Prodi in Russia che ci è andato a fare?

Il toto Quirinale impazza e vengono fuori i nomi più strampalati: Pinotti, Lanzillotta, Piano, Muti… intendiamoci: Muti è un grandissimo direttore d’orchestra che ammiro moltissimo, ma cosa c’entra con il Quirinale? Ed, infatti, essendo una persona seria, ha smentito lui stesso questa candidatura. E’ probabile che questi nomi siano in parte frutto di autocandidature o, più modestamente, di tentativi di guadagnare un lampo di celebrità, ed in parte frutto del “metodo Gentiloni”: far circolare una raffica di nomi da mandare allo sbaraglio, per coprire il nome del vero candidato da tirare fuori dopo aver fatto cadere gli altri.

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Si può fare il referendum sull’Euro e come?

Come si sa, Grillo ha annunciato la richiesta di un referendum sull’Euro da parte del M5s, con l’intento di recuperare la sovranità monetaria. Ed, ovviamente, si è posto subito il problema di come farlo e del se sia ammissibile. I problemi sono questi:

-una funzione essenziale come quella monetaria non può essere bloccata e, siccome il referendum abrogativo non comporta di per sé il ripristino della situazione quo ante, non sarebbe possibile dar corso ad un eventuale risultato favorevole all’abrogazione, per cui il referendum sarebbe dichiarato inammissibile al 100% delle probabilità;

-in secondo luogo, l’Euro è il risultato di un ponderoso trattato internazionale che è materia esplicitamente esclusa dalle consultazioni referendarie, dall’art. 75 II c. della Costituzione.

La materia è spinosa e merita di essere approfondita. Si può sostenere che il referendum sull’Euro potrebbe essere un referendum “di indirizzo”, per cui l’elettorato dà una indicazione al Parlamento che ha poi l’obbligo di dare esecuzione a quando deciso (magari istituendo nuovamente la lira).

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Una rettifica necessaria.

Milano 16 giugno 2014

Mi segnalano articoli e note d’agenzia a seguito di una mia intervista a Radio Città Futura che contengono delle inesattezze dovute probabilmente ad un fraintendimento. Richiesto del perché non ci sia stata una consultazione on line sulla questione della legge elettorale, io ho risposto pensando al fatto che, dopo la consultazione su ogni singolo punto, non c’è stata la consultazione del testo definitivo della proposta, idea originaria che però venne ritenuta non praticabile perché, nel frattempo di era in piena campagna elettorale, in cui ed attivisti ed iscritti erano pienamente impegnati ed, inoltre, erano già stati consultati anche per altre materie, per cui c’era una sorta di effetto saturazione.

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L’apertura di Grillo a Renzi sulla legge elettorale.

C’è stato molto stupore per l’invito del M5s a Renzi per aprire un confronto sulla legge elettorale e c’è anche diffidenza, ma sia l’una che l’altra cosa sono sbagliate. Che il M5s stesse approntando una sua proposta di legge elettorale, sin da gennaio, si sapeva. Ora la proposta, primo firmatario l’on. Danilo Toninelli, è pronta ed, ovviamente viene offerta alla discussione con le altre forze politiche. Non c’è dubbio che, in questo mutato atteggiamento, pesi anche il risultato elettorale che, in sé non è stato negativo (in fondo, il M5s ha consolidato la sua presenza oltre il 20% ed ha conquistato 17 seggi a Strasburgo che prima non aveva), ma sicuramente è stato molto diverso dalle attese.

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Amici del M5s: abbassiamo i toni tutti quanti.

Cari amici del M5s,

a leggere i giornali di oggi si riceve l’impressione che la discussione non stia partendo sul piede giusto. Come sapete io non aderisco al Movimento, di cui però mi considero un compagno di strada e, se qualcuno potrebbe giustamente obiettarmi che, essendo un esterno, non devo interferire nella discussione, però questa mia posizione mi dà, forse, il vantaggio di vedere le cose con più distacco e dare un contributo, spero, utile. Ed, allora, prima di tutto, penso si possa essere d’accordo su una cosa: al M5s non servono processi ed imputati da portare alla fucilazione, ma una discussione politica pacata, seria, profonda, alla ricerca degli errori che possono aver prodotto questo cattivo risultato. E non serve cercare giustificazioni, anche perché, se ci sono errori soggettivi si può sempre cercare di correggerli, se invece non ci sono errori ed è tutto il frutto delle avverse circostanze, c’è solo da prendere atto che la battaglia è impari e occorre arrendersi. Ma, se si vuol continuare a combattere, è necessario capire cosa non ha funzionato e cosa va corretto.

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