Tag: beppe grillo

Cari amici, capiamoci…

Visto la piega che ha preso la discussione forse è meglio che dia una risposta collettiva. Vedo che in molti si sono accalorati immediatamente sui due fronti, detrattori ed estimatori (ma direi adoratori) di Grillo, c’è chi pensa che io propenda per Grillo per ragioni di vicinanza personale (quale? Grillo non l’ho mai incontrato e Casaleggio non so come è fatto), c’è chi definisce il mio pezzo “indegno di essere letto e spazzatura di regime” (perché “il M5 stelle non morirà MAI” sic!). Poi c’è chi mi dà del “complottista”, chi ritiene fondati i timori di Grillo e chi li ritiene pura sceneggiata vittimista. Però, salvo alcuni interventi più equilibrati, si tratta il più delle volte di affermazioni secche e non sostenute da un ragionamento esplicito. Mi sembra che Grillo stia scatenando la consueta tifoseria da un lato e dall’altro e che tutto questo esprima una notevole diseducazione a discutere con pacatezza e prendendo le dovute distanze dall’argomento in discussione.

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Qualcuno vuole uccidere Beppe Grillo?

Qualche giorno fa, Beppe Grillo, lamentando la violenza degli attacchi rivoltigli sia on line che sulla stampa, ha scritto: “E dopo cosa verrà? Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? L’informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere come avvenne negli anni di piombo. Li diffami,  li isoli e poi qualcuno li elimina”. Una frase buttata là senza troppo peso, ma che ha scatenato una buriana di reazioni: “Grillo piagnone, vittimista, lo fa solo per farsi pubblicità…” Fra i più scatenati i Pd (in prima linea il sen. Dario Ginefra che ricordo da quando aveva 20 anni ed era il leader dei giovani del Pds a Bari, nel movimento della “Pantera”: uomo di partito già da allora) ma anche Rifondazione nel suo sito ha scritto cose analoghe. Grillo, in verità, non ha detto che vogliono accopparlo, ma ha solo lanciato l’ipotesi che la campagna contro di lui possa spingere qualcuno a passare ai fatti. Nulla di preciso, non una denuncia o un sospetto circostanziato e, diciamolo, non fosse stato per le reazioni, nessuno se ne sarebbe accorto e la cosa sarebbe finita là. Dunque, un’ uscita sopra le righe del comico in cerca di spazio mediatico?

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Se Grillo e Landini…

Si legge sui giornali di proposte della Fiom a Grillo per la formazione di una lista che raccolga i movimenti di protesta in un unico polo ed è di qualche giorno fa un appello di Giulietto Chiesta che andava in questo senso. Un mese fa era stato Di Pietro a proporre un accordo elettorale a Grillo, che ha respinto la proposta. Prima ancora ci aveva provato Pannella. Tutti tirano per la giacca il vincitore delle ultime amministrative, ma non tutti per gli stessi motivi, con le stesse proposte politiche e con la stessa credibilità. C’è chi pensa ad una aggregazione politica  permanente simile a Siryza, chi ad una vasta alleanza anti montiana e c’è chi pensa solo di prendere un tram per Montecitorio. Il Movimento 5 Stelle si trova ad un punto di svolta che determinerà la sua storia successiva, ha di fronte a sé tre scelte base (con alcune varianti interne a ciascuna).

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Movimento 5 stelle: è di Sinistra o di Destra?

Diversi interventi precedenti mi stimolano ad intervenire su temi quali l’esito delle rivoluzioni in Russia e Cina, la storicizzazione dei concetti di libertà ed eguaglianza ecc. Lo farò, ma intanto vorrei concludere il ragionamento sulla collocazione politica del M5s.

Di fronte alla nascita di un nuovo movimento politico ci sono due modi opposti di non capire nulla: c’è chi già “sa” come andrà a finire, perché tutto è già visto e tutto è già detto  (“Nihil sub sole novi!) e il nuovo movimento è solo la reincarnazione di qualcosa che c’è già stato; poi c’è chi, al contrario, parla di qualcosa di totalmente nuovo, incomparabile con qualsiasi esperienza passata, che non si sa bene cosa farà, ma sicuramente non ripeterà gli errori del passato ed è qualcosa di totalmente diverso da qualsiasi altro soggetto politico ed al quale, pertanto, non può essere applicata nessuna regola conosciuta.

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Legge elettorale: è in arrivo il “suinellum”

A quanto pare siamo in dirittura di arrivo per la nuova legge elettorale, che tanto nuova poi non è. Procediamo con ordine, iniziando dalla Camera le cui novità, grosso modo, sarebbero le seguenti:

1-il premio di maggioranza da variabile (oggi attribuisce il 54% dei seggi alla coalizione arrivata  prima, qualsiasi sia la percentuale di voti ottenuta) diventa fissa (+15% dei seggi per il Pd, + 10% per Udc e Pdl).
In via subordinata viene ipotizzato dal Pd di mantenere l’attuale meccanismo di premio al 54% dei seggi alla prima coalizione.

2-la soglia di sbarramento viene aumentata dal 4% al 5% nazionale, anche se non è ancora chiaro se la cifra va riferita a ciascuna lista o alla coalizione, per capirlo occorrerà vedere l’articolato di legge. Sembrerebbe che il riferimento debba intendersi alle singole liste (come è nell’attuale legge), ma così potrebbe verificarsi il caso di una coalizione di 8 partiti, tutti al di sotto della soglia del 5%, ma al di sopra del 4%, che resta del tutto esclusa dal Parlamento, pur avendo totalizzato quasi il 30% dei voti.  Anzi, potrebbe verificarsi –in teoria- il caso di una coalizione che vince le elezioni arrivando prima, ma, essendo composta solo da liste sotto quoziente, ottiene solo il 15% dei seggi del premio di maggioranza. Vice versa, se dovessimo intendere che il 5% debba essere raggiunto dalla coalizione, si tratterebbe di un quoziente  quasi inefficace ed irrazionale: potrebbe accadere che sei liste ciascuna intorno alla 0,9% dei voti ottenga la rappresentanza, mentre un partito che si presenti da solo ottenendo il 4,9% ne resti escluso. Aspettiamo di capire cosa vogliono.

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Prossime elezioni: uno scenario greco?

Fare delle previsioni sulle elezioni, quando non si sa quando si voterà, con quale sistema elettorale e con quali partiti e coalizioni è come azzeccare il superenalotto del secolo. Però bisogna provarci perché è sulla base di queste aspettative che lorsignori cercheranno di imbastire una qualche legge elettorale a loro uso e consumo. Partiamo supponendo che la legge resti quella attuale. In primo luogo identifichiamo i poli che, grosso modo, potrebbero essere tre:

1-Destra (Pdl, civiche collegate, Destra di Storace forse, ma è poco probabile, la Lega)

2-Centro sinistra (Pd, Udc, eventuali civiche come quella dei sindaci o quella ispirata da Repubblica, di cui si parla)

3-M5 Stelle.

Restano fuori, da collocare:
Lega, Fli-Fini, socialisti, radicali, Sel, Idv, Rifondazione, Pdci ed alcune possibili novità come la lista di Cordero di Montezomolo, Alba o una lista di ispirazione Fiom. Allo stato dei fatti, una lista Cordero-Monti sembra una ipotesi tramontata.

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Berlusconi: cosa farà?

Ormai c’è aria di campagna elettorale, sia che si voti in ottobre, sia che si voti in primavera, la differenza sta solo nella durata della campagna. Berlusconi, che, come al solito, è il più tempestivo, lo sa ed ha iniziato. Non sappiamo ancora con che sistema elettorale si voterà, se con il Porcellum o uno nuovo, comunque è facile prevedere un qualche meccanismo premiale ad effetto maggioritario. Berlusconi, per quanto non abbia più il senso politico di un tempo, ha realizzato perfettamente che il Pdl è definitivamente finito e che la sua classe politica è impresentabile; così come sa che l’asse con la Lega è rotto forse irrimediabilmente. Vive versa, non ha realizzato ancora quanto sia diventata respingente la sua immagine. O forse lo sa ma non trova nulla di meglio (e la boutade su Renzi può anche far pensare ad un assaggio in quella direzione, poi andato male). Inoltre, probabilmente sopravvaluta la capacità di influenza delle sue Tv che, al tempo di internet, non è più quella di venti anni fa. L’uomo, però, ha fantasia e qualcosa sta preparando in cucina. Già si sente qualche odore: le liste civiche per cavalcare l’ondata anti-partiti, l’attacco all’euro per cavalcare il malcontento dei molti che vedono nella moneta unica il freno alle esportazioni, la ragione dell’aumento della pressione fiscale ecc. Dunque, prima mossa da mettere in conto: una possibile lista civica (o più liste civiche,  “No Euro”) composte da piccoli imprenditori, commercianti, gente di spettacolo, forse sportivi ecc. e nessun esponente politico, età media sotto i 40, pochissimi slogan chiari e diretti.

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Vendola, Di Pietro, Bersani, Grillo: cosa si muove a sinistra?

Sino ad un mese fa, la situazione della sinistra era sostanzialmente questa:

Ferrero stava attaccato alla giacca di Vendola elemosinando un accordo elettorale

ma Vendola (e con lui Di Pietro) non se ne dava per inteso, perché stava attaccato alla giacca di Bersani, sperando di consacrare l’intesa di Vasto

ma Bersani –insidiato dagli orrendi moderati che albergano nel suo partito- stava attaccato alla giacca di Casini per decidere se fare alleanza solo con lui o sia con lui che con Vendola e Di Pietro o, in mancanza, ripiegare sullo schema di Vasto

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