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L’Argentina nel cuore! Quando la violenza del potere produce organizzazione e lotta.

Con sincero e grande piacere, torno a proporvi un articolo di Angelo Zaccaria, di rientro da un lungo viaggio in Argentina, di cui ci propone una cronaca appassionata, approfondita e come sempre mai banale. Grazie Angelo e buona lettura! A.G.

Mi azzardo per la prima volta a scrivere sull’ Argentina, dove mi recai per la prima volta 15 anni fa, e dove sia quest’anno che l’anno scorso ho soggiornato per due periodi abbastanza lunghetti. Per questo azzardo devo ringraziare amici ed amiche, argentine e non, che vivono da quelle parti, per le loro preziose parole, racconti, consigli. Un ringraziamento particolare va a Marcela, Fabiana, Norma, Blanca, Nico, Carlos, Guillermo e Dario Clemente.

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Todo cambia, cambia todo: l’Argentina torna a destra

Molto volentieri torno a proporvi un articolo di Dario Clemente dall’Argentina, in seguito alle recentissime elezioni. Un sincero ringraziamento a Dario e buona lettura! A.G.
Poco prima delle dieci di sera del 22 novembre, dopo che il suo avversario ha pubblicamente riconosciuto la sconfitta, il nuovo presidente argentino sale sul palco di un affollatissimo “bunker” elettorale. Dal soffitto cadono come d’abitudine palloncini gialli, musica pop nazionale in sottofondo.

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Al meeting delle Americhe gli “Americani” mollano prima del gong.

Da Buenos Aires, Dario Clemente. Dal 10 all’ 11 aprile a Panama si è svolto il settimo meeting delle Americhe, una conferenza internazionale nata nel 1994 sotto la tutela dell’Organizzazione degli Stati Americani a guida statunitense. Questa edizione avrebbe dovuto concretizzare con la storica partecipazione di Cuba quel “cambio di rotta” nei rapporti nord-sud che Obama aveva promesso al summit di Trinidad nel 2009, a pochi mesi dalla sua prima elezione. Si trattava questa dell’ultima partecipazione per il primo presidente nero della storia degli Stati Uniti, che però è uscito di scena prima della conclusione dei lavori.

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Argentina: metà governo imputato, l’opposizione alza il tiro

DA BUENOS AIRES, Dario Clemente. Il fu procuratore Alberto Nisman aveva chiesto l’imputazione della presidentessa Cristina Kirchner: è la prima volta nella storia argentina che cio’ accade, oltre al ministro Timerman e ai militanti sociali Esteche, Larroque e D’elia accusati per un presunto accordo con il governo iraniano con il quale avrebbero indirizzato le indagini sulla “AMIA”, la mutua ebraica attaccata nel 1994 con un’autobomba, su un binario morto.

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La revolucion bonita. Aggiornamenti.

copertinaÈ in libreria dal 10 febbraio l’opuscolo “La revolucion bonita. Aggiornamenti”, curato dall’amico e studioso Angelo Zaccaria.

Questo opuscolo di aggiornamento di 64 pagine è la prosecuzione di un lavoro iniziato nel Giugno del 2005, e che ha già prodotto la pubblicazione del libro: “La Revolución bonita: viaggio a tappe nel Venezuela di Hugo Chavez”.

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Caso Nisman: l’anno elettorale in Argentina inizia col botto!

DA BUENOS AIRES, Dario Clemente. Lo scorso 18 Gennaio Alberto Nisman, il procuratore che stava investigando sull’attentato alla “Amia”, la mutua ebraica assaltata nel 1994 con un’autobomba, e che costo’ la vita a 85 persone con 300 feriti, viene trovato morto nel suo appartamento. Il proiettile che l’ha ucciso e’ uscito dalla pistola che giace di fianco a lui, ma non c’e’ polvere da sparo sulle sua mani.

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L’Argentina ad un anno dal voto.

Quali prospettive dopo il ciclo kirchnerista? Il 25 Ottobre 2015 si terranno nel paese sudamericano le elezioni presidenziali e quelle legislative. I candidati verranno scelti nel mese di agosto, con le “P.a.s.o.”, le primarie “aperte, simultanee ed obbligatorie” che dal 2009 definiscono la liste elettorali dei partiti che ottengono almeno il 1,5% dei voti validi espressi nel collegio elettorale di pertinenza.

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Bolivia: la netta vittoria di Morales e il cuore energetico del Sudamerica

Mentre in Brasile la caduta improvvisa di Marina Silva e un serratissimo ballottaggio tra Dilma Rousseff e Aecio Neves hanno scompaginato tutti i sondaggi, le elezioni boliviane li hanno confermati appieno. Dall’Argentina, Dario Clemente.

Evo Morales e il suo Movimiento Al Socialismo non erano infatti mai scesi sotto il 50% di intenzioni di voto, serenamente avviati alla vittoria al primo turno, un esito scontato. Ciononostante, i termini del terzo trionfo elettorale del primo presidente aymara della storia del paese hanno acquisito una dimensione imponente. Non solo Morales e il suo partito sono lontani dal dare qualsiasi segno di cedimento, attestandosi su di un 60,06% di suffragi (e i due terzi dei seggi parlamentari) che poco si discosta dal 62,51 ottenuto nel 2009, con un aumento effettivo di 140.00 voti. Ma annichiliscono una opposizione nulla, a più di 35 punti di distacco, il 24,98% di Samuel Medina, che anche in una virtuale alleanza con il terzo candidato, l’ex presidente Jorge Quiroga, raggiungerebbe appena un terzo dei consensi totali.

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Bergoglio e i linciaggi: intervista con Ariel Pennisi

Dall’Argentina, Dario Clemente

Ariel Pennisi è docente alla Università Nazionale di Avellaneda (Buenos Aires), saggista, editore, coordinatore del master in Estetiche Contemporanee Latinoamericane. In un libro (1) in uscita il mese prossimo in Argentina, curato assieme a Adrián Cangi e incentrato sui casi di linciaggio avvenuti nei mesi scorsi nel paese sudamericano, Pennisi si è soffermato in particolare sulle parole del Papa, pronunciatosi in occasione dell’assassinio del diciottenne David Moreira da parte della folla inferocita a Rosario, nel marzo scorso.

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