Terremoto.
Di fronte a catastrofi di questa portata (al momento in cui scrivo i morti sfiorano i 250! E molti sono bambini) riesce difficile dire qualsiasi cosa.
Le vite perdute, le sofferenze di chi resta e ha perso tutto: parenti, amici, casa, ambiente sociale, le distruzioni dei beni artistici sono cose che tolgono la voglia di dire ogni parola. Quel che più pesa è il senso di impotenza nell’aiutare chi è rimasto. Certo: donare sangue, sottoscrivere, anche cercare in qualche modo di partecipare ai soccorsi (ma con cautela per non essere più di impiccio che di aiuto), ma è poco, disperatamente poco rispetto all’entità della tragedia.