Tag: alessandro curioni

Ho perso le parole…

Cantava Luciano Ligabue e di fronte all’attacco avvenuto durante le votazione dei pentastellati, anche io ho qualche difficoltà a trovarle e quindi sarò breve. Lasciamo perdere le valutazioni politiche, non stiamo a cavillare sul fatto che le elezioni sono sempre una cosa seria, evitiamo anche di fare quelli che “l’avevano detto”, ma qualche considerazione un po’ tecnica vogliamo concedercela.

Continua a leggere

A proposito di scatole e pizze

Cari lettori, mi scuso per il ritardo nella ripresa delle attività del sito, ma sto lavorando a due libri e ho bisogno ancora di alcuni giorni di impegno. Portate pazienza, continuate a seguire il sito e buona lettura con questo interessante pezzo di Alessandro Curioni! A.G.

Qualcuno potrebbe ricordarsi il mio primo intervento su questo blog. Se cosi non fosse questo è il link. Nessuno però, può sapere quale fu la genesi del post di fine maggio 2016. Come spesso accade a noi italiani, gastronomi innati, buongustai per definizione e ottime forchette, molti dei nostri accordi li concludiamo a tavola.

Continua a leggere

Colpi di genio e lampi di imbecillità?

Da Wannacry a NotPetya, se questa è guerra allora stanno giocando i bambini. Quando era piccolo trascorrevo intere giornate a simulare gigantesche battaglie con i soldatini. Atlantic, Baravelli e soprattutto i preziosi Airfix costituivano i miei eserciti. A causa delle inevitabili ristrettezze economiche in cui versavano le mie finanze attorno ai nove anni non potevo permettermi un’adeguata attenzione ai dettagli. Così gli M110 degli anni Sessanta erano protetti da Sherman della seconda guerra Mondiale, mentre l’Afrika Korps si trovava imprevedibilmente attaccata dalle truppe da sbarco San Marco, appoggiati da un’insolita pattuglia di rivoluzionari cinesi. In definitiva si privilegiava più la quantità di soldatini in campo e il colpo d’occhio sull’improvvisato campo di battaglia, piuttosto che la cura nell’applicare le regole dell’arte della guerra. Se considero gli ultimi eventi che hanno scosso le fondamenta della Rete mi sembra di rivedere quello scenario della mia infanzia.

Continua a leggere

Chi ha spento la luce?

Giovanni D’Amato sorrise, accavallò le gambe, si poggiò le mani in grembo poi sollevò un singolo sopracciglio. Dal lato opposto del tavolo della sala riunioni, Leonardo Artico si stava torturando il sopracciglio destro.
“A cosa debbo l’onore di questa visita?”

Continua a leggere

Nel bene e nel… malware

Un Alessandro Curioni da antologia sul caso Wannacry: buona lettura! A.G.

Sembra che qualcuno mi abbia evocato… Vediamo se quanto ho da raccontare vi interessa. Quello che stava accadendo nel mondo il 12 maggio l’ho scoperto piuttosto tardi, visto che ero segregato in un’università romana a discutere con un gruppo di giovanotti di social network e privacy. Quando, piuttosto provato, sono salito sul treno che mi avrebbe riportato a Milano mi è stato annunciato che avrei dovuto palesarmi agli studi Rai per commentare quanto stava accadendo. Il fatto divertente è che al momento non avevo idea di cosa fosse successo. Whatsapp si era appena beccato tre milioni di euro di multa dall’AGICOM, ma francamente mi sembrava poca cosa. Inizio a fare qualche telefonata, mentre vago su Google e scoppio a ridere. Veramente a sorridere, sono capace di perdere con stile, perché sembra che dei maldetti mi abbiano appena fregato la trama di un racconto che volevo scrivere, trasformandolo in realtà. Quindi vi propino una cronaca.

Continua a leggere

Corsi e rincorsi… La noia di conoscere il finale

Per questa volta lascio a riposo i miei personaggi e vi offro qualche considerazione su quanto la storia sia una severa maestra e i suoi discenti particolarmente zucconi. Con l’occasione invito tutti alla presentazione del mio nuovo libro, “La privacy vi salverà la vita – Internet, social, chat e altre mortali amenità”, che sarà il prossimo 3 aprile, alle 18,30, presso la Mondadori di Piazza Duomo a Milano. L’ottimo che mi ospita su questo sito ha promesso di essere presente. Il fatto che ci sia non deve essere una scusa per non venire…

Continua a leggere

Quadrare i cerchi? No, meglio i triangoli

“Forse puoi farmi un favore.” Disse Elio Parodi, riportando in auto la mente di Leonardo Artico che stava vagando appena fuori dal finestrino. “In fondo questa operazione per strapparti alle grinfie di una tua amante occasionale ha pareggiato i vecchi conti, ma sono pronto a contrarre un nuovo debito.”

Continua a leggere

Chi ha detto che le ciambelle devono avere i buchi?

“Una mela al giorno toglie il medico di torno…  Un proiettile ogni tre e ti senti come un re.”

“Devo smetterla di farti frequentare i miei amici anarchici.”

“Cercavo di sdrammatizzare.” Roberto Gelmi, braccio destro di Leonardo, osservava il suo datore di lavoro e soprattutto amico, sorridendo con la sua dentatura migliore. Non che ne avesse altre, ma aveva l’insolita abilità di ridere i molti modi e i denti apparivano diversi, certe volte anche storti. Leo era sempre stato incuriosito da questa capacità. Si abbandonò sulla poltrona posta al centro della stanza che gli avevano messo a disposizione in uno degli uffici di D’amato.

Continua a leggere

Se vuoi… Puoi

Ancora una volta ho scelto di spingere i miei due personaggi in una possibile realtà: la nostra.

Il consulente “molto speciale” dei Servizi suonò insistentemente il campanello. Al di là della porta Leonardo Artico si mosse con insolita lentezza, in fondo era soltanto per darsi una certa importanza. Quando aprì, Giovanni D’amato entrò senza nemmeno salutarlo e si accomodò direttamente sulla poltrona, senza togliersi neppure il soprabito.

Continua a leggere

Semplice non significa facile

Torna a farci visita il sempre piacevole e gradito Alessandro Curioni. Buona lettura! A.G.

Michelangelo Algido, non senza entusiasmo, spiegava come il proiettile avesse un basso potere di arresto a favore di una maggiore capacità di penetrazione e quindi era concepito per essere letale. Leonardo Artico non si perdeva una parola dell’esperto di balistica terminale, in parte per l’affinità elettiva dettata dai loro nomi, ma soprattutto perché la pallottola avrebbe dovuto essere dentro il suo cranio e in fondo ne stava subendo il fascino. Il professionista chiamato da Giovanni D’amato gli mostrò il proiettile come fosse il figlio prediletto “…Questo è un oggetto da gente con le palle!” esclamò concludendo.

Continua a leggere

  • 1
  • 2