Tag: accademia

Inglese: non attribuitemi sciocchezze che non ho detto.

Se ci si desse la pena di rileggere per bene i due articoli che ho dedicato al problema dell’anglomania e della difesa dell’italiano, il mio pensiero dovrebbe risultare abbastanza chiaro, ma, siccome è sempre possibile che mi sbagli, non sarà inutile qualche precisazione. In primo luogo non ho mai detto che non si debba studiare e conoscere l’inglese. Per me sarebbe opportuno aumentare lo spazio della lingua inglese negli orari scolastici ed universitari.

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Fare storia per anniversari: che conseguenze ha?

Alcune settimane fa pubblicai la prima puntata di questo ragionamento sulla “Storia per anniversari”. Ecco la seconda ed ultima parte. Buona lettura!

Da una cinquantina di anni, e cioè da quando i mezzi di comunicazione di massa sono andati prevalendo sulla scuola, nei processi di acculturazione, la storia è andata via via seguendo la strada delle ricorrenze ed anniversari. Ormai si scopre un periodo storico, un personaggio, un movimento, quando cade un qualche anniversario. Il fenomeno è assai semplice da capire: editori, case cinematografiche, televisioni ecc., cercano le condizioni ambientali e temporali migliori per collocare i loro prodotti.

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Risposta ad Andrea Marluzzo

Ringrazio Andrea Marluzzo per la sua attenzione al mio blog e per le critiche che mi muove. Il tono civile e la fondatezza delle osservazioni mi obbligano a replicare, precisando alcuni aspetti del mio pensiero.

Per la verità, non ho mai detto che i massimi responsabili della crisi sono quelli che definivo con ironia i “grandi geni dell’economia”. La frase incriminata (“I maggiori responsabili sono gli economisti…”) non si riferisce tanto alla crisi in sé -che ovviamente è il prodotto dell’azione concreta degli operatori finanziari e delle autorità politiche- quanto all’incapacità di capirla, frutto della loro cecità culturale.
Io rimprovero a questi “economisti” di aver fatto da coro all’ondata neo liberista, sfornando una serie di certezze totalmente infondate, che hanno contribuito ad ingannare tanto gli operatori finanziari quanto i governi. E di riproporre oggi la stessa visione, senza riuscire ad analizzare quel che sta accadendo, perché affetti da pregiudizio ideologico al limite del fanatismo.

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Una idea della Storia dura a morire

C’è una idea dura a morire – e che riecheggia in molti interventi variamente modulata- per la quale la Storia è una specie di ancella della politica cui spetta essenzialmente un ruolo di fiancheggiamento propagandistico finalizzato a tenere serrate le fila e, possibilmente, a reclutare consensi nel campo altrui.
Naturalmente, non ci è ignoto che la storia ha un ruolo importante nel definire identità collettive, giustificare aspettative, fissare confini ecc., ma questo si colloca ad un livello più alto della propaganda e soprattutto della propaganda spicciola per cui facciamo l’elenco dei rispettivi crimini ed orrori. Per inciso: se la mettiamo sul piano di chi ha fatto più massacri ed affini, nessuno se la passa tanto bene: i nazisti hanno ottime probabilità di arrivare primi, ma cristiani, comunisti, liberali, legittimisti ecc. non è che si collochino tanto più in basso e neppure socialisti ed anarchici (che presumibilmente occuperebbero i gradini bassi della scala) andrebbero del tutto esenti da qualche ricordo sgradevole.

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