Gli sviluppi dell’inchiesta sulla strage parigina.

Si inizia a capire qualcosa in più sulla strage parigina ma, come al solito, la versione ufficiale ha qualche buco. Partiamo da una cosa: dopo le prima dichiarazioni minimizzanti per cui si parlava di due gruppi che avevano fatto tutto quel casino da soli, si comincia a parlare di tre gruppi e di una consistenza di una ventina di elementi.

Peraltro anche tre gruppi sembrano pochini per spiegare tutto. Resto dell’Idea che i gruppi sono stati almeno quattro e che magari qualcuno ha sparato un paio di volte, ma che l’azione abbia comportato la partecipazione di un numero ti terroristi più vicino a trenta che a venti e sono sempre più convinto che abbiano avuto gruppi di appoggio, per cui si tratta di una macrocellula. Realtà che si capisce che i servizi francesi facciano fatica ad ammettere, perché significa che si è formato un gruppo terroristico organizzato di dimensioni notevoli, di diverse decine di persone, che si sono fatti completamente sfuggire.

Inoltre, questo implica che ci sarebbero molti terroristi da arrestare e questi della Surete, a quanto pare, non sanno da dove cominciare.

Ma a confermare il sospetto  di una rete “metropolitana” c’è la partecipazione di islamici di cittadinanza francese insieme ai foreign fightrers giunti a quanto pare da Spagna e Belgio, forse Germania. Ma come fa, uno che viene da fuori, a mettersi in contatto con i “lupi solitari” che stanno in Francia? Mica fa una inserzione sui giornali. La cosa pù ragionevole è che abbiano già i nomi e gli indirizzi di chi devono contattare, magari il capo rete. Dunque, questi lupi solitari non sono poi così solitari e dunque, ci sono persone in contatto costante e diretto con la centrale dell’organizzazione.

A quanto pare i primi frutti dell’indagine sono gli arresti di un gruppo familiare in Belgio cui apparterrebbe chi ha noleggiato l’auto poi trovata fuori Parigi carica di armi.

Che il Belgio sia una sorta di retrovia dell’organizzazione in Francia ci sta: anche l’Oas fece la stessa cosa per la facilità di passaggio fra i due paesi fortemente integrati come rete trasporti. Però, anche qui qualche dubbio si può avere, visto che tutto parte da quell’auto il cui ritrovamento “puzza”.

Ad esempio,  la pista del “profugo siriano” è sfumata ben presto perché, a quanto pare il passaporto era falso. Ed allora, si capisce anche il perché di questi strani terroristi che vanno a fare l’azione con tanto di passaporto in tasca: semplicemente sono tutti depistaggi che gli attentatori hanno scupolosamente preparato. E quindi, anche il ritrovamento dell’auto così scrupolosamente carica d’armi (ed, a questo punto, quello strano fucile a pompa così incongruo in una azione di quel tipo) potrebbero essere voluti depistaggi. A che scopo?

Se in Francia esiste una rete ramificata e consistente di uomini dell’Isis, va da sé che l’interesse dell’organizzazione è quella di confondere il più possibile le idee ai “segugi” della polizia, facendoli correre dietro “lepri di pezza”. Se è così, nelle prossime ore o giorni assisteremo ad ulteriori indizi o testimonianze di questo tipo, ad una moltiplicazione di piste che non vanno da nessuna parte.

Badate che quella francese è una intelligence di prim’ordine, non è affatto di serie B, ad esempio hanno unità di studio sulla guerra economica di alta qualità; ma sull’antiterrorismo hanno “cannato” e credo non sia una caso, ma ne riparleremo prossimamente.

Intanto posso offrire qualche elemento in più fornitomi dal mio amico Lorenzo, che risiede a Parigi da qualche tempo ed al quale mi sono rivolto per avere ragguagli su distanze, cronologia e modi dell’azione.

Questa è la mail che mi ha inviato e che vi mostro per ragionarci su insieme nei prossimi giorni:

“Questa mi sembra la ricostruzione più chiara della cronologia. Minimo quindi direi 3 gruppi. Guarda anche gli orari allo stadio: tra il primo e l’ultimo passa mezz’ora. Come gli orari degli spari in centro a Parigi.

Comunque quello è il mio quartiere. Ripeto, il venerdì sera è pieno di gente e macchine ed è lo stesso in cui sono passati quelli di Charlie.

Per quanto riguarda distanze e tempi.

21.25 Cambogia 21.32 Casa nostra: ci sta. Ci sono circa 500 metri. Ma lì vicino c’è il canale St.Martin pieno di gente
e bar… mah..

21:36 La Belle equipe. e qui invece con i tempi stiamo stretti. Sono due chilometri ed è vero che sono grandi boulevard a due corsie per senso di marcia. Ma ripeto.. Semafori? Passanti? Pedoni? Motorini? Ragazzini ubriachi che attraversano? Polizia? Ecco il link.

21:43 al Comptoir Voltaire. 1,3 km di vialoni. Come sopra. Nessuno ha visto niente. Nel mentre c’erano le bombe che esplodevano allo stadio.

21:49 Bataclan  https://goo.gl/maps/YjeoJC8bEJG2. Che fanno i terroristi (che avrebbero anche perso uno, ucciso al Comptoir (ucciso da chi? come?)? Fuggono verso la periferia? No, tornano indietro e vanno al Bataclan. Anche quelli di Charlie non fuggirono verso la periferia.

Quelle allo stadio sono 21:20, 21:30, 21:53.”

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (17)

  • Egregio professore, colgo l’occasione per farle notare che i fucili a pompa non sono affatto armi di precisione e neanche occorre troppo prendere la mira: servono proprio per sparare velocemente nel mucchio, cosi da colpire con ogni colpo (I proiettili si aprono a raggiera) piu di una persona. Peraltro sparano cartucce di ogni tipo che possono essere costruite in casa o modificate come quelle da caccia. Durante la prima guerra mondiale si e stati sul punto di bandirli: li chiamavano spazzatrincee, con un colpo, senza mirare, si colpivano piu soldati e furono considerati sleali. Infine, comprarne uno e lecito, avendo il porto d’armi. Mi scuso per gli accenti ….

  • Concordo con Liaeo sulla facilità d’uso del fucile a pompa senza prendere troppa mira per colpire nel mucchio e facilità/velocità di ricaricare e sparare nuovamente non dovendo spostare le mani dal grilletto e impugnatura. caricato a pallettoni di gomma in alcuni stati è usato anche come arma antisommossa….
    Concordo con te invece sull’inefficienza dei servizi francesi….la polizia sembra avere anche fermato il fuggiasco per un controllo nelle ore immediatamente successive agli attentati e lo ha lasciato proseguire….

  • Quindi? Non capisco che fine abbia tutta questa bramosia di scoprire i dettagli dell’azione. D’accordo, i servizi di sicurezza francesi hanno “cannato”. Allora? Non si nasconda, Giannuli: non è che sta insinuando ad una false-flag e si vergogna ad ammetterlo, perchè in fondo le sembra anche a lei un’ipotesi assurda?

  • “… Badate che quella francese è una intelligence di prim’ordine, non è affatto di serie B, ad esempio hanno unità di studio sulla guerra economica di alta qualità; ma sull’antiterrorismo hanno “cannato” e credo non sia una caso, ma ne riparleremo prossimamente …”

    Cannare sull’antiterrorismo non puo’ essere il risultato di una semplice sbaglio, bensi di una sbalorditiva catena di errori. Quindi se e’ vero che i servizi francesi sono cosi efficienti allora la cosa piu’ probabile e’ che abbiano di proposito lasciato agire i terroristi.
    Io invece mi convinco ogni giorno di piu’ dell’ imbecillita’ e inettitudine di chi comanda nei posti chiave dell’intero occidente. A supporto di quanto penso basta considerare il poderoso dispiegamento di mezzi per la guerra al terrorismo negli ultimi 15 anni con i risultati che ben vediamo. Con gli stessi soldi si sarebbero potute risanare le malandate economie di vari malandati paesi, e invece dobbiamo subire le stragi.
    Un’altra cosa:
    da quando in qua’ dei terroristi, per andare ad ammazzare la gente, affittano le auto lasciando le loro generalita’ ? Da che mondo e’ mondo per fare azioni illegali le auto vengono rubate. Questi coglioni di inquirenti dovrebbero almeno raccontare le cose in maniera un po’ piu’ credibile.

  • Una cosa mi sembra chiara: per l’organizzazione di un atto come questo, serve una rete estesa, organizzata e soprattutto sovranazionale. Credo perciò che, anche se fosse avvalorata l’ipotesi che un servizio (quello francese in questo caso) abbia sbagliato nell’attività di prevenzione, che dire degli altri servizi europei? Hanno sbagliato anche loro? Difficile da pensare…

  • Mi scuso, ancora un’altra considerazione, questa volta un po’ più da spy-story: sono soltanto io a vedere che, nel fuggi fuggi del falso allarme a Place de la Republique c’è un uomo pelato sulla sinistra (con un cellulare in mano) che non si muove di un millimentro, nonostante la folla in preda al panico? Complimenti per il sangue freddo!! Ma sicuramente la mia è solo suggestione.
    Comunque per chi ha tempo da perdere, ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=jYzbvb5JF7E

  • In astratto, il Daesh è molto più debole di Al Quaeda, perchè ha un territorio, quindi è più esposto a una guerra simmetrica di quanto non sia AQ, guerra in cui gli Stati nemici sono infinitamente più forti. Anzi, si potrebbe pensare che l’attuale offensiva fuori confine (Russia, Francia) tradisca una certa difficoltà, probabilmente dovuta al fatto che alcuni Paesi simpatizzanti (Sunniti…) stanno riducendo il loro appoggio, e altri che lo combattevano per finta (Turchia, USA) incominciano a combatterlo un pochino di più. Si potrebbe persino ipotizzare che un attacco serio contro il territorio del Califfato porterebbe a un avvicinamento del Daesh ad AQ e ai suoi metodi, per asimmetrizzare maggiormente il conflitto. Tutto da chiarire il ruolo di Israele, acerrimo nemico dei nemici più seri del Califfato, gli Sciiti.

    • rispondo a Giovanni Talpone
      Si e’ proprio cosi’, l’ISIS e’ un nemico che si puo’ sconfiggere facilmente, ma solo se si interviene subito, senza aspettare che divenga una metastasi, prima cioe’ che si possa unire ad altre realta fondamentaliste, e che altre ancora ne possano nascere. Occorrerebbe pero’ una doppia azione militare e politica, militare nei confronti del califfato, politica nei confronti dei finanziatori turchi e sauditi. Inoltre l’Europa dovrebbe creare un coordinamento antiterrorismo che allo stato attuale esiste solo sulla carta. Tutto questo pero’ presuppone una strategia della quale l’occidente e’ incapace come e’ incapace di qualsiasi altra strategia, si corre solo dietro al tornaconto del momento, senza la minima preoccupazione delle conseguenze.

  • Qui si continua a parlare di terrorismo e non di guerra asimmetrica, come spiegò tempo fa il prof. Colombo. Questo comporta un errore di valutazione del obbiettivo degli eventi, che a mio avviso è mostrare come si vive sotto le bombe da 15 anni in qua, che poi i combattenti siano 8 o 800 abbiano partecipato a uno o più eventi è secondario. La risposta militare è quella sbagliata in quanto non elimina le cause del conflitto né diminuisce gli attori né le loro fila. L’intelligence francese saranno di primo ordine, ma è tutto l’anno che sono buggerati in modo plateale da una reggia mista di messaggini, social network, piccola criminalità, traffico di armi, prevalentemente orizzontale di europei non assimilati [il che non vuol dire che devono perdere la loro cultura islamica, ma devono sentirsi inseriti e riconosciuti nella società europea]. Speriamo che questo non venga cancellato

  • I giornalai di regime oggi scrivono che i servizi segreti irakeni avevano comunicato il giorno prima ai servizi francesi che si stavano preparando attentati su diretto ordine del califfone nero. I francesi si sono giustificati dicendo che ogni giorno arrivano questi messaggi. Per la serie: al lupo al lupo! sicchè questi servizi sono incapaci di filtrare e pesare le informazioni di intelligence e considerano dei mentecatti i servizi irakeni. Cioè gli manca l’intelligence della prevenzione. Vedremo sulla repressione se sono più intelligence.

    Sugli sviluppi geopolitici temo si vada ad un redde rationem tra gli ideologi neocons occupanti il Dipartimento di Stato in combutta con Netyanau + Erdogan e satrapie arabe e gli Obamiani realisti con Obama indebolito alla fine del suo mandato.
    Un generalone italiano – che non parla a caso – intervistato ha detto che per sconfiggere ISIS 1) non c’è bisogno della Russia; 2) bastano un paio di brigate (Nato?) con appoggio aereo 3) è necessario poi un RIDISEGNO dei confini degli stati.
    Questo progetto neocolonialista vuole abbattere il governo Assad come da sempre detto anche da Hollande, installare la NATO direttamente o per procura in Siria che è zona da sempre di influenza Russa, cacciare la Russia dalla sua base navale di Latakia minacciandola direttamente sul fianco sud e poi dare l’assalto finale all’Iran da sempre nella black list neocons+satrapie petroarabe+Israele.
    Il ridisegno dei confini realizzerebbe i sogni coloniali della grande Israele e della grande Turchia che estenderebbero i loro confini in terra siriana e taglierebbero di netto le vie della seta cinesi e i gasdotti russi verso il mediterraneo (quelli in terra ucraina: lavoro già fatto) progetti che passano tutti su terra siriana.

    Notare che gli USA stanno facendo degli scherzetti alla Cina sulla questione delle isole Sprawl. navi da guerra che girellano, minacce di lanciare missili…

    Io unisco puntini a punti. Chiaro che se è così, si va direttamente alla terza guerra mondiale quella vera con missili nucleari e pace all’anima nostra. Sicchè, cui prodest questo ISIS DAESH?

    Come diceva un tale: essere giraffa, guardare lontano. Godiamo più che possiamo, perchè tempi bui ci aspettano.

  • i terroristi comuni,che non pensano al martirio,hanno tutto l’interesse ad occultare la propria identità,pr proseguire in clandestinità il proprio progetto politico,chi si vuole imolare alla causa con attentati suicidi,penso abbia tutto l’interesse a portarsi dietro documenti d’identità affinchè possa essere subito riconosicuto.Mi ha solo stupito il fatto che la notizia del passaporto siriano sia subito venuta a galla,ecco li ci ho visto una manipolazione,ma non da parte dei terroristi,da parte di chi il terrorismo lo vuole combattere.

  • Professore, c’era una parte della notizia che mi lasciò perplesso. Ho letto che uno dei giovani terroristi non fu permesso di entrare nello stadio. Perché? perché aveva la maglia di esplosiva? In questo caso, perché non scattò l’allarme?

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