Sul premio Nobel all’Unione Europea
Tre anni fa venne assegnato ad Obama un premio Nobel per la pace, non per quel che aveva fatto, ma per quel che avrebbe fatto: un Nobel alle intenzioni. Oggi il prestigioso premio è assegnato alla Ue, per il suo ruolo di pace: un Nobel alla Memoria. Non ci vuol molto a capire che si tratta di un pietoso puntello ad una istituzione che traballa assai e che, se pure sopravvivesse, non si capisce che ruolo potrebbe avere e, di conseguenza che futuro. Se oggi facessimo un referendum in tutti i paesi membri sulla prosecuzione della Ue i Si al suo scioglimento sarebbero una valanga (e badate che sarei fortemente tentato di votare No o al massimo di astenermi: dunque, non lo dico con compiacimento). La Reale Accademia Svedese ha sempre fatto operazioni politiche con il suo premio, questo è fuori discussione: in qualche caso condivisibili (ad esempio il Nobel per la pace a Desmond Tutu) altre un po’ meno (vi ricordate il Nobel per la Pace a “mezzadria” fra Kiessinger e Le Duc Tho?).
Ma questo è legittimo e, d’altra parte, un premio per la Pace non può che essere un premio politico (anche se, poi, la politica si è fatta anche con quelli per la letteratura –vedi Churchill-, per non dire della serie indecente dei premiati per l’Economia; premio istituito nel 1968 solo per tirare la volata ai neo classici). Però da un po’ di anni le operazioni si sono fatte un po’ troppo scoperte sino a sfociare nel ridicolo del premio “a futura memoria” ad Obama (che ha continuato tutte le guerre di Bush, per cui non si capisce perché non sia stato insignito il suo predecessore. Un’ingiustizia!).
Con questo alla Ue passiamo dal ridicolo all’imbarazzante. La Reale Accademia può premiare chi vuole, anche i cammelli trapassati, nessun problema su questo, e può anche inventarsi che i cammelli parlano esperanto, ma, insomma, esageuruma nen!. La motivazione premia la Ue per aver scongiurato il pericolo della guerra in Europa per 60 anni. Questo è un limpido caso di “abuso della storia”.
Per almeno 46 anni (1945-1991) la guerra in Europa non c’è stata solo perché Usa ed Urss hanno deciso in questo senso e gli Europei avevano voce in capitolo come il due di coppe quando la briscola è bastoni. Per cui lascerei perdere. Poi, finito il bipolarismo, ci sono subito state le guerre inter jugoslave nelle quali la Ue non ha contato nulla, anzi quel po’ che poteva fare per sfasciare la federazione lo aveva fatto gestendo la partita del debito pubblico Jugoslavo. In quella occasione la Ue avrebbe potuto assumere su di sé il compiti di gestire la crisi, ma permise che la cosa fosse presa in mano dagli Usa. Ve l’immaginate se si sfasciasse il Messico o il Canada e la Ue pretendesse di guidare lei una crisi del genere? Pensate che gli Usa lo permetterebbero?
Dopo sono venute le guerre (pardon: le operazioni di polizia internazionale) nel Golfo Persico, in Somalia, in Kosovo, in Afghanistan e regolarmente la Ue, in quanto tale, non è esistita ed i singoli componenti sono andati in ordine sparso, in maggioranza prendendo ordini dagli Usa, che tutto facevano, meno che evitare guerre.
Della crisi iraniana non stiamo nemmeno a dire. Unica occasione in cui alcuni paesi europei hanno avuto una posizione di primo piano è stata la guerra di Libia. Personalmente ritenevo e ritengo che, nonostante tutti gli orrori che abbiamo ben presenti, quell’intervento andasse fatto, ma, insomma, non mi pare di poterlo chiamare pace! A chiamare le cose con il loro nome è stata una guerra. Ed allora, mi volete spiegare il premio a che cosa è stato dato?
Ma prima di tutto, a chi è stato dato? Ad una ameba priva di qualsiasi consistenza politica. Prova ne sia che già stanno litigando su chi deve ritirare il premio: il presidente del Parlamento? Quello della Commissione? Mister Pesc? Si parla persino di 27 bambini, uno per paese membro: per cortesia evitiamo di coinvolgere l’infanzia in vicende porno come questa.
Aldo Giannuli
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giandavide
non lo hanno dato a nessuno in particolare perchè lo volevano dare a tutti noi europei che oggi possiamo essere orgogliosi di possedere dentro di noi una piccola particella di premio nobel, condividendolo con centinaia di milioni di persone in modo che esso possa raggiungere una dimensione bosonica e che quindi si possano anche fare delle ricerche scientifiche sull’infinitamente piccolo senza neanche bisogno di costruire tunnel per i neutrini sotto il gran sasso.
però mi sa che non serve una palla di cristallo per intuire che il premio lo ritirerà la merkel in una ben orchestrata cerimonia pre elettorale, solo che essendo molto pià scarsa di obama hanno preferito dare fino all’ultimo una consistenza ectoplasmica.
massimo ceci
Ho trovato il premio Nobel per la pace all’Ue, come del resto quello dato ad Obama, uno scandalo assoluto, un insulto alle donne e agli uomini che si spendono veramente per la pace.
Ormai questi non hanno neanche più un minimo di pudore e vengono alla scoperta con decisioni ridicole e politiche come questa perchè sicuri che i media, lungi dall’essere quei cani da guardia del potere che dovrebbero essere in un sistema politico sano, sono in realtà ridotti da tempo a prezzolati cagnolini da riporto.
Mi permetto una notazione sulla guerra di Libia che secondo me è stata totalmente illegittima perchè ha utilizzato una risoluzione dell’ONU di divieto di volo per gli aerei libici, ribaltandola in una Fly Zone per i bombardieri della Nato che hanno massacrato una buona parte della popolazione libica stessa.
Tanto più che, come da sceneggiatura già provata per l’Iraq attualmente provata per la Siria con la prospettiva di usarla per l’Iran a tempo debito, si è accertato che le iniziali notizie di bombardamenti di civili da parte di Gheddafi erano delle fandonie propagandistiche senza vergogna.
Caruto
Sono molto d’accordo sul comportamento di inqualificabile subalternita’ (o di ignavia) europea nelle crisi internazionali successive al crollo dell’URSS.
Sono un po’ meno d’accordo sul fatto che dopo la II guerra mondiale tutto il merito della quasi-pace sia dell’equilibrio USA-URSS, se non altro perche’ l’Europa con i suoi abitanti c’era: altrimenti bisognerebbe costruire un esperimento di contro-storia di qualche decennio senza il progressivo farsi del progetto europeo.
Nel complesso, anch’io penso ad un premio tutto politico, analogamente a quello ad Obama: che era peraltro piu’ incredibile, perche’ al comportamento futuro.
Pero’, tutto questo faticare attorno ad accordi, trattati, BCE, Merkel-Sarkozy/Hollande, la Gran Bretagna un po’ dentro e molto fuori, la Grecia quasi al collasso, ecc. ha riempito e riempie un vuoto: che cosa ci sarebbe al posto di questa “trattativa continua”?
Io non sono cosi’ sicuro che sarebbe meglio. Anzi.
Cosi’ come non sono convinto (per cambiare discorso ed introdurre un altro elemento) che una futura presidenza Obama o Romney sarebbe la stessa cosa: siamo cosi’ sicuri che gli istituti finanziari che hanno attaccato l’Euro non verranno influenzati dal tipo di Presidenza USA?
Qualche volta ci si dovrebbe ricordare che l’ottimo e’ nemico del “sufficientemente non catastrofico”: nel senso che ci dobbiamo accontentare.
Detto questo, puo’ darsi che la costruzione europea si sfasci: la lite su chi va a ritirare il premio e’ ridicola.
Pero’, per ribadire il punto, non e’ meglio che litighino su chi va a ritirare il premio Nobel, piuttosto che su altre cose piu’ serie e foriere di guerre economiche e commerciali disastrose?
Roberto Buffagni
Evidentemente ‘Accademia di Svezia si è lanciata nel genere fantasy, o nella storiografia controfattuale, tipo “what if”.
Le sarei grato se spiegasse per quali ragioni a Suo avviso fosse da farsi l’intervento militare in Libia, che almeno dal punto divista di noi italiani mi è parso quanto meno politicamente sciagurato (e moralmente criminale). La ringrazio e La saluto cordialmente.
Giuseppe Gaetano Marangi
Quel premio più che uno scandalo è una buffonata. Superata solamente dal prenio attribuito ad Al Gore e alla sua organizzazione ecologista.
G.G. Marangi
Massimo
Mi sembra che il mio “scandalo” e la sua “buffonata” con riferimento al Nobel per la Pace dato all’Ue, siano solamente due modi diversi di dire la stessa cosa: io ho sottolineato la tragicità del fatto, lei la comicità pur presente nella tragedia, diciamo che potremmo parlare di atto tragicomico.
T.S.
Mi associo a chi ha chiesto prima di me che l’opinione in merito all’intervento libico venga circostanziata più aprofonditamente.
Personalmente mi è parso la peggior vigliaccata occidentale dell’ultimo decennio dopo l’invasione dell’Iraq del 2003.