Sul femminicidio (rectius: Femicidio) e la violenza alle donne
Come è noto, sono in corso di approvazione norme specifiche sull’uccisione di donne e sulle violenze contro i gay. Posso dire che la cosa mi lascia molto perplesso? Capiamoci, il contrasto di comportamenti antisociali è giusto che avvenga anche con lo strumento penale (nulla quaestio in proposito), ma ridurre la politica criminale (nel senso si politica di contrasto al crimine) a mera politica penale è sempre un errore e per diversi motivi: in primo luogo perché la politica penale segna sempre una maggiore aggressività dello Stato verso la società civile e, pertanto, spinge verso soluzioni autoritarie. In secondo luogo, perché la pena punisce, ma non previene, mentre noi siamo interessati a che certi comportamenti non si verifichino affatto. Quindi ogni politica criminale che non sia il prodotto di un attacco isterico, deve contenere molta più prevenzione che pena.
Al contrario, l’”iper penalismo” spinge verso una falsa sicurezza l’opinione pubblica, per cui all’istituzione o ad un aumento della pena si immagina che debba seguire logicamente una diminuzione dei reati colpiti. A volte accade questo, ma più spesso non si osserva alcuna variazione significativa. Questo spinge a riflettere sul valore deterrente della pena. Ricordiamoci sempre che il criminale non ritiene accettabile alcuna pena con non sia proprio irrisoria, per cui, semplicemente, pensa di “farla franca”. Ne deriva che, come i criminologi sanno da ormai molto tempo, la maggiore deterrenza della pena si ha nella scala da sei mesi a 10 anni di reclusione, per cui il criminale avverte ogni variazione al rialzo come qualcosa che rende “diseconomico” il comportamento anti giuridico, ma al di sopra dei 10 anni, la deterrenza subisce un progressivo affievolimento sino a scomparire oltre i 20 anni.
Facciamo un esempio schematico per capirci: se rubando rischio 3 anni di reclusione (che poi possono scendere per effetto di indulti e misure alternative) ma metto da parte 2 milioni di euro che “mi risolvono la vita”, posso anche pensare si correre il rischio, perché, anche nel caso più negativo, può valerne la pena. Ma se la pena viene portata a dieci anni effettivi (senza misure di clemenza) magari inizio a pensare che dieci anni di galera non sono uno scherzo, che quando esco magari sono un altro e, insomma, forse non ne vale proprio la pena, se non penso che la farò sicuramente franca. Ma se la pena arriva a 15 anni la cosa non mi fa né caldo né freddo, perché ormai già prima pensavo che l’unica cosa cui devo pensare è come non farmi beccare. E, dunque, più che l’entità della pena, può influire sul criminale la constatazione della frequenza con cui i colpevoli di quel reato sono individuati e puniti: se –come già accade oggi- i responsabili di alcuni reati non sono identificati nel 67% dei caso e solo nel 17% dei casi subiscono una condanna effettiva, il, criminale pensa che ha 4 possibilità su 5 di cavarsela ed, a quel punto, che la pena sia di 10, 20 o 30 anni non ha alcuna efficacia.
Sinceramente sono un po’ imbarazzato nello scrivere queste cose che in fondo sono delle banalità (già 186 anni fa Manzoni parlava di “politica delle grida”, do you remember?) ma vedo che certe illusioni sono dure a morire.
Veniamo alla questione dei femicidio che, sinceramente non capisco cosa significhi e che bisogno ci sia di coniare questa espressione, come se la nozione di omicidio fosse riferita solo a vittime di sesso maschile. Per il nostro ordinamento (e per il buon senso) l’uccisione di un essere umano, qualche che ne sia il sesso, la “razza”, la condizione sociale ecc. è il reato più grave colpito dal massimo della pena. E se è il reato più grave, come si fa a pensare qualcosa di ancor più grave? Ma, soprattutto, che facciamo?
La tortura e la pena di morte non possiamo introdurle e più di quello che il codice stabilisce già oggi non si può irrogare ed allora? D’altra parte, se da un lato ci battiamo per l’abrogazione dell’ergastolo, poi come possiamo, dall’altro lato, dire che però l’ergastolo va dato se la vittima è una donna? Il ragionamento tende a considerare più grave l’atto in sé per le motivazioni abiette di chi uccide in odio ad una donna in quanto donna. Va bene, ma se si trattasse di un gay, di un immigrato, di un avversario politico uccisi in odio all’omosessualità, alla particolare etnia o ideologia ecc? Potremmo, ad esempio, prevedere per questi tipi di reato una aggravante specifica, che comporti condizioni di detenzione più dure o l’esclusione dei benefici di legge oggi previsti, ma, in questo modo staremmo dicendo che l’uccisione di una persona di sesso maschile senza ulteriori “qualifiche” razziali, politiche ecc. è meno grave di quella di altre. Ce la sentiamo di dire una fesseria del genere?
Il punto è che se già l’omicidio (inteso come uccisione di essere umano) comporta il massimo della pena, non possiamo farci altro perché non esiste “il doppio del massimo”. Quindi, per quanto possiamo provare ripugnanza per l’uccisione di una donna, su questa strada non c’è nulla da fare, a meno di non credere nella virtù taumaturgica della “politica delle grida” per cui l’inasprimento della pena produce una maggior tutela per l’eventuale vittima. Con questo criterio, se minacciassimo due ergastoli al posto di uno, i “femicidi” dimezzerebbero!
C’è chi, pur essendo d’accordo con questi argomenti, dice che questa legge serve a “dare un segnale” per cui va fatta pur con una certa strumentalità. Sinceramente ci credo poco, ma non mi disturba in sé la sciocchezza di questa legge, quanto il fatto che questo induca alla ingannevole sensazione che questo è quello che ci sia da fare.
Facciamo qualche esempio di cose che si possono fare? Ho visto con piacere che la Polizia ha istituito qualche centro anti stalking, in sedi distinte da commissariati e questure, opportunamente arredati in modo da non sembrare il solito ufficio burocratico, con personale femminile non in uniforme e con la necessaria preparazione psicologica per accogliere le donne ed incoraggiarle a denunciare i soprusi subiti. Benissimo: questa è la strada, ma ora sono solo “centri di eccellenza” rarissimi, mentre dovrebbero essercene quantomeno in ogni capoluogo di provincia. Oppure: finalmente la magistratura è entrata nell’ordine di idee di allontanare da casa il coniuge violento, ma non si poteva farlo già dieci anni fa? E c’è ancora qualche magistrato che rimanda a casa il sospetto pedofilo che abita sullo stesso pianerottolo della sua vittima!
Ancora: più che tirare fuori questo improbabile reato di “femicidio”, non sarebbe meglio sanzionare con maggiore precisione e severità reati minori, spesso propedeutici a quelli più gravi, ed assai più diffusi? Anche per la considerazione iniziale per cui l’inasprimento delle pene è più efficace per i reati meno gravi dove la variazione dell’entità della pena esercita qualche reale deterrenza. Ed in questi casi sarebbe anche opportuno ridurre i benefici di legge, oltre che vigilare sull’eccessiva facilità con la quale alcuni magistrati concedono attenuanti e riduzioni di pena che, per reati come questi, dovrebbero essere concesse con grande avarizia.
E questo vale pari pari anche per il fenomeno altrettanto grave dell’omofobia, che deve trovare un adeguato contrasto penale, ma non solo.
I reati di questo tipo sono, in primo luogo, problemi di natura psicologica e culturale il cui contrasto più efficace deve avvenire su questo piano: dobbiamo chiederci cosa sta succedendo nella testa dei maschi, perché tanti abbiano queste esplosioni di violenza e cosa si può fare per prevenirle. Ma soprattutto, dobbiamo chiederci cosa sappiamo di fenomeni come le violenze alle donne, l’omofobia, la xenofobia.
In primo luogo: sono fenomeni in espansione o che ci sono sempre stati in ugual misura? Cosa sta aumentando: i casi in sé o la nostra percezione di questi comportamenti? Magari sono aumentate le denunce e non i comportamenti i sé che, forse, sono addirittura in regresso. Intendiamoci: io penso che siano in aumento, ma si tratta di una sensazione che non saprei dimostrare perché non ho a disposizione dati sufficienti a dimostrarlo.
Ho cercato testi, articoli e statistiche su questo tipo di fenomeni, risultato: uno si occupa dei casi di omofobia in Lazio, un altro delle violenze alle donne nella provincia di Imperia, un terzo studia i casi di xenofobia comparando Napoli e Marsiglia, un altro ancora delle violenze alle donne ma usa come unico parametro le denunce presentate, e non dà altri indicatori che facciano capire se l’aumento di esse segnala un aumento dei casi o una maggiore propensione delle donne a “verir fuori”, un ennesimo prende in considerazione le lettere ai giornali, ma senza alcuna predeterminazione dei criteri metodologici. E così via.
Il che significa che di questi fenomeni in quanto tali ed a livello nazionale sappiamo poco e niente. Non abbiamo serie storiche accettabili, non abbiamo statistiche accettabili ed omogenee in modo da poter essere comparate, tacciono i dati sanitari (effetto di quella sciagura che è stata la norma sulla privacy che non ha discriminato l’accesso ai dati da parte degli studiosi), le statistiche giudiziarie sono una insalata inutilizzabile… ecc.
E poi, si tratta di un fenomeno solo italiano? O internazionale? Perché è ovvio che già le coordinate spazio temporali dei fenomeni in questione suggeriscono quale possa ed essere l’approccio più opportuno ed utile. E se proprio il Parlamento vuole produrre norme efficaci, perché non vara una commissione di indagine (cioè con scopi meramente conoscitivi) su questi fenomeni? Considerato il livello degli stipendi ed il pochissimo lavoro che i nostri parlamentari fanno, non sarebbe utile occupare una trentina di essi in un lavoro del genere?
Aldo Giannuli
aldo giannuli, crimini contro le donne, feminicidio, femminicidio, omofobia, razzismo, violenza sulle donne, xenofobia

sergej
Ivan Illich,
“Per una storia dei bisogni” 1977:
“Crisi, la parola greca che in tutte le lingue moderne ha voluto dire “scelta” o “punto di svolta”, ora sta a significare: “Guidatore, dacci dentro!”. Evoca cioè una minaccia sinistra, ma contenibile mediante un sovrappiù di denaro, di manodopera e di tecnica gestionale. Le cure intensive per moribondi, la tutela burocratica per le vittime della
discriminazione, la fissazione nucleare per i divoratori di energia sono, a questo riguardo, risposte tipiche.”
marco montanari
caro professore,
sono pienamente d’accordo con le sue ineccepibili argomentazioni. Credo che il “femminicidio” (io preferisco usare questo assurdo nome proprio per sottolineare fino in fondo quanto tutto cio’ sia grottesco) si inserisca a pieno titolo nel mare magno di quella corrente di pensiero violentemente autoritaria e totalitaria nota come politicamente corretto postmodernista. Come dice Chomsky: “banalita’ polisillabiche”. E, a volte, idiozie polisillabiche…
ilBuonPeppe
D’accordo al 100%. Complimenti.
Leonilde
Dott. Giannuli
mi scusi se vado fuori tema, ma non riesco a farmi un’opinione personale sul voto segreto nel Parlamento, cioè se sia giusto o no.
Lei cosa ne pensa?
p.s. sull’argomento di questo post sono completamente d’accordo.
giandavide
sono pienamente d’accordo, e aggiungo che cattive leggi come quelle vigenti non fanno altro che peggiorare le cose: fare credere alle donne che con una denuncia per stalking sirisolve tutto quando invece non ci sono (se non nei casi di eccellenza segnalati sopra) gli strumenti per prevenire la violenza le porta a rischiare ancora di più perchè si ritrovano il coniuge violento ancora più inviperito per la denuncia senza che questo venga impossibilitato a nuocere nuovamente. forse di fatto una legislazione del genere può aiutare chi, per status e per censo, è in grado di di proteggere da sè, ma negli altri casi economicamente meno felici è difficile allontanare il convivente psicopatico. insomma, un grande risultato.
poi se dobbiamo concentrarci sulla nozione, credo che femminicidio sia uno dei più brutti neologismi di sempre. anche perchè il termine scelto è devastante: la femmina è quella che allatta, che partorisce, la classica figura della madre ereditata dalla società patriarcale(http://www.etimo.it/?term=femmina). io preferisco il termine donna, che fa pensare ad una cittadina con pari diritti rispetto all’uomo, e non a una messa lì a far figli. in effetti il quadro è preoccupante, e se lo si mette insieme al forcaiolismo populista si ottengono delle scenette dal sapore medievaleggiante. ma, in fondo, visto che la società feudale sta tornando di moda, perchè non si cavalca questo spirito dei tempi? il nome del partito ce l’ho già: forca nuova, un soggetto politico del genere potrebbe senz’altro raccogliere le migliori menti della politica italiana, basta che abbiano la quinta elementare
Mario Vitale
Ho letto anch’io di recente articoli su vari quotidiani che inneggiavano a pene esemplari per il “femminicidio” o “feminicidio” che dire si voglia. Condivido la Sua perplessità a riguardo, soprattutto perché ritengo che gli strumenti ci possano già essere nel nostro ordinamento. Per i reati di violenza esistono, se non erro, aggravanti quali abbietti o futili motivi, sevizie e crudeltà, atto contro un familiare o congiunto, ecc. molti dei quali potrebbero facilmente trovare applicazione nelle morti violente provocate da un uomo ad una donna. Perché ritengo che sia la violenza il reale motivo che, per certi versi comprensibilmente, muove chi chiede l’istituzione di un reato specifico. Se una persona uccide il proprio capo ufficio con una pistola fa poca differenza se la vittima è una donna ed il colpevole un uomo, si sarebbe potuto verificare l’opposto senza particolare difficoltà, si tratta in fin dei conti di premere un grilletto (lasciamo ovviamente stare l’aspetto etico). Diverso è il caso in cui un uomo strangola la compagna, o l’ammazza di botte; questa situazione ha un impatto emotivo molto diverso e difficilmente si verificherà che una donna uccida così un uomo. Questo secondo me è il punto ed è l’unico aspetto in cui mi sento di concordare con i fan del femminicidio, ma non mi limiterei a sanzionare l’omicidio di una donna da parte di un uomo, piuttosto sanzionerei la violenza verso un essere più debole, disponendo che in determinate situazioni si applichino certe aggravanti. La loro applicazione potrebbe portare come conseguenza l’inapplicabilità delle attenuanti generiche ed ad avere pene detentive minime maggiori, per evitare che il reo possa essere iniziare ad uscire dal carcere dopo un periodo relativamente breve.
Mirko S.
Parole sante. L’unica cosa che non condivido è l’abolizione dell’ergastolo.
SantiNumi
“Sinceramente sono un po’ imbarazzato nello scrivere queste cose…”
Non ho potuto non sorridere.
Sul tema dell’aumento della pena già il mio professore di psicologia si espresse chiaramente affermando che, non essendoci generale correlazione tra questi “aumenti” e l’effetto deterrente, l’evidente imbecillità di questi proclami trova solo spazio in operazioni di propaganda politica (nessuna esclusa).
Personalmente lo trovo molto grave anche in relazione ai disvalori che vengono inculcati nell’opinione pubblica, rendendola ancora più fragile.
(Faccio parte di quel gruppo di persone che trovano aberrante che, dopo 25 anni, nessuno abbia ancora denunciato pubblicamente l’uso politico nella manipolazione del significante del sostantivo “razzismo”).
Un’ultima riflessione può essere la contestualizzazione di questa “politicanza corretta” in una propaganda trentennale volta a distogliere le sensibilità dalla lotta di classe verso temi civili volti al buonismo e all’imbruttimento intellettuale.
(Non è vero che SOLO Berlusconi ci ha rimbambito con la propaganda Yankee!)
I primi a fare da “apripista” al baratto “diritti economici” (a cui, generalmente seguono spontaneamente gli altri diritti) e diritti civili sono stati, credo, i Radicali.
All’inizio degli anni ’90 l’infezione si è estesa a tutta la sinistra (sinistra?), con il PD a farla da padrone nel politically correct mentre, sotto il naso, i fattori produttivi (lavoro in primis) venivano (e vengono) svenduti al peggior offerente.
Placido
perfettamente d’accordo, ma: non una parola sul “peso”, indiretto naturalmente, che la chiesa ha, mi riferisco solo all’italia, sul fenomeno. perchè?
franco valdes piccolo proletario di provincia
Gianluca
Noto una contraddizione all’interno dell’articolo. Prima parla di deterrenza criminale come un discorso da attore razionale: il soggetto sceglie di delinquere o meno soppesando rischi e vantaggi cui può andare incontro in base al valore della pena.
Nella parte finale del pezzo si fa invece riferimento a questioni di carattere culturale e psicologico da indagare per scoprire da dove nasca l’odio verso certe categorie.
A parte che manca completamente un riferimeto a cause di natura sociale dovrebbe scegliere tra la prima spiegazione e la seconda, entrambe non si possono avere.
Infine ho trovato abbastanza fuori luogo questa frase “più che tirare fuori questo improbabile reato di “femmicidio”, non sarebbe meglio sanzionare con maggiore precisione e severità reati minori, spesso propedeutici a quelli più gravi, ed assai più diffusi?” Mi sembra un po’ la storia di quelli che oggi si fumano le canne e poi domani passano all’eroina e al crack… Ma poi le carceri sono piene di poveri cristi che hanno commesso piccoli reati, meglio se neri e/o poveri. Li vogliamo bastonare ulteriormente?
Sono un suo estimatore prof. Giannuli, ma ho trovato questo pezzo meno accurato della media che le è consona.
Germano Germani
E’ palese che dietro l’enesima campagna mass-mediatica, naturalmente all’insegna del politicamente corretto (la tirannia che attualmente inmperversa in tutto l’occidente) ci sono le potenti lobby delle femministe e degli omosessuali.La Lobby femminista, composta,da donne avvocato,psicologhe, assistenti sociali,magistrate (le stesse che hanno condannato Berlusconi a pagare l’incredibile somma di centomila euro quotidiane all’ex attricetta Miryam Bartolini,in arte meglio conosciuta come Veronica Lario, che doveva essere liquidata semplicemente con un ripudio, come avviene nei civili paese islamici) non ultime le responsabili dei centri antiviolenza, che accolgono solo le femmine e non accettano i maschi,vogliono solamente i soldi pubblici per finanaziare i loro centri e le loro iniziative demagogiche, Un centinaio di donne uccise in un anno mediamente è solo un dato fisiologico di violenza domestica, in un paese come l’Italia dove le donne sono la maggioranza della popolazione e pullula di vedove, anche perché le femmine sono più longeve dei maschi.Anche autorevoli magistrati e avvocati hanno espresso le loro perplessità circa tale inasprimento delle pene,tipo l’irrevocabilità delle querele (basta una buona scopata e la coppia si riaggiusta) o l’espulsione dalla casa coniugale del marito a prescindere da torti o ragioni, o addirittura l’ergastolo, ma solo per i maschi che uccidono una femmina,senza contare che spesso tali drammi si concludono anche con il suicidio del maschio, al quale dell’inasprimento delle pene, non può fregare nulla.
Germano Germani
Chiedo venia, ma per completare le mie deduzioni reputo opportuno far presente che in parlamento siedono centinaia e centinaia di parlamentari femmine tutte schierate (destra-sinistra-centro-grilline comprese) ovviamente per l’inasprimento delle pene e per irrogare l’ergastolo ai soli maschi, quasi che uccidere una femmina sia più grave che uccidere un maschio.Basti pensare che la PM Boccassini, ha condannato Berlusconi,applicando l’inasprimento della pena verso chi compie lo sfruttamento di una minore, voluta dalla ex ministra delle pari opportunità Mara Carfagna, inasprimento votato da tutte le parlamentari femmine a prescindere dagli schieramenti. La classica serpe covata in seno.Concludo con una provocazione: quote rosa? Si certamente, ma anche in miniera,in cantiere, in fonderia.
SantiNumi
@Germano Germani
Le “quote rosa” (il femminicidio, la omofobia, la xenofobia…) sono la versione 2.0 di quello che negli anni ’80 erano la “violenza negli stadi”, le “stragi del sabato sera” con la sottile aggravante di inserire elementi di “ingegneria” sociale tipiche delle politiche razziali et similia.
Oltre a spostare l’attenzione dell’opinione pubblica verso temi politicamente insignificanti, devi la tensione di classe sostituendo tesi ed antitesi verso: “la lotta di genere”, “la lotta tra proletariato e sottoproletariato”, “i conflitti religiosi e culturali”: tutto condito con un po’ di politically correct che seda e anestetizza.
Come il “femminismo”: dietro la bandiera dei diritti civili sfoderi un duro colpo alla famiglia e all’integrità sociale e culturale.
Si abbatte il potenziale, la tensione “rentiers” – “classe produttiva”, creando “accumulatori sociali” pronti ad esplodere e a fare da “messa a terra”.
SantiNumi
E il potere perpetua se stesso.
giandavide
sto germani si è scordato di chiudere la porta del cesso
Massimo Copetti
Le leggi ci sono, le pene anche. Quello che manca è la certezza della pena. Purtroppo il nostro è il Paese di amnistie, indulti, buone condotte, pentimenti, conversioni a Padre Pio, permessi premio e così via…Se tutti passassero in carcere tutto intero il periodo che dovrebbero, questi fenomeni si ridurrebbero drasticamente. Perché oggi se stuprassi una donna sarei libero dopo tre anni, anche qualora ne beccassi sette: basta essere ruffiano coi secondini e col cappellano.
Che credibilità volgiamo avere finché due come Fioravanti e Mambro, con una riga infinita di ergastoli sul groppone – tra cui anche uno per strage, che non è proprio un furto di polli – sono liberi di andare a pontificare in tv, sponsorizzati e protetti da uno schieramento politico bipartisan? A me pare che l’ergastolo sia già stato abolito in questo Paese, anzi fore sarebbe il caso di introdurlo….
Vero, mancano gli strumenti per un’analisi seria che ci permetta di comprendere i fenomeni considerati. Altrettanto condiviso con Aldo è il timore di questa dittatura del politicamente corretto. Per quanto riguarda i gay, a costo di passare per l’omofobo che non sono assolutamente, la mia percezione è che il rischio vero risieda in una discriminazione al contrario: conosco un numero enorme di omosessuali collocati ai piani più alti della politica (locale e nazionale), della moda, dello spettacolo, dell’arte (dalla direzione di musei all’antiquariato) e potrei continuare all’infinito. Insomma, nei settori più alti ed influenti, questa discriminazione non esiste. Esiste per strada, dove i gay possono essere presi di mira, come altri (es.immigrati o i senzatetto) da facoceri frustrati ed ignoranti. Ma anche in questo caso le leggi contro le discriminazioni esistono, basterebbe solo applicarle.
Aglieglie Bratsorf
Da quando esistono le statistiche, considerando il reato di omicidio, le vittime donne sono sempre tra un quarto e un terzo del totale: perciò la donna (“femmina”) è, già alla nascita, più protetta dal reato di omicidio rispetto all’uomo. Perché allora il “femminicidio”? Perché alcune giornaliste si sono specializzate in “femminicidio”, hanno creato blog, sono diventate “opinion leader” e e sono così riuscite a trovare posto nella prima pagina dei giornali quando prima erano tristemente nel mucchio.
In prima pagina, o in “prime time” hanno approfittando del baratro di qualità e serietà dell’informazione gridando all’emergenza e usando tutto il frasario olocaustico-splatter della “strage infinita”, del “genocidio”, dell'”odio”, della “violenza di genere”.
Una retorica difficile da respingere, perché ormai è comunemente accettato che “se una cosa offende le donne è vera” e nessuno ha il coraggio di dire a queste ossesse di finirla di raccontare balle e usare frasi senza senso come “il femminicidio è l’assassinio di una donna da parte di un uomo che dice di amarla”, o “omicidio di una donna in quando donna”, “negazione a una donna del suo diritto di esistere”, mitragliare articoli allucinati che iniziano tutti con frasi fatte come “un altro fiore spezzato…”, “lui non voleva che lei fosse libera…”, .
Il “femminicidio” è una bolla mediatica, ma ormai come tutte le bolle mediatiche, generate dall’impressionante scadimento di qualità dell’informazione e dal precipizio di ignoranza degli operatori, crea un’emergenza fittizia, grondante di retorica e mistificazione, che può essere utilizzata dalle istituzioni (nazionali e internazionali) per mostrare che hanno a cuore i “diritti”, proteggono “i deboli”, combattono l'”odio” mentre portano i cittadini sul lastrico togliendo loro i diritti e le risorse fondamentali.
Il “femminicidio” è tutto qui.
Germano Germani
Una replica a Coppetti; lei lamenta il fatto che Fioravanti e Mambro, condannati con una decina di ergastoli, compreso quello per la strage di Bologna che NON hanno commesso, siano in libertà. Ma questo è successo anche per i “rossi”, sono tutti liberi anche gli assassini dei fratelli Mattei, di Sergio Ramelli,i massacratori della scorta di Moro; l’unico che è tuttora nelle patrie galere è il neofascista Vincenzo Vinciguerra.Si evita a tal proposito, di ricordare ad esempio, alla massa beota, che l’Italia, è l’unico paese al mondo (già alleata con la Germania) a detenere in cattività l’ultimo prigioniero di guerra, del secondo conflitto mondiale, che quest’anno ha compiuto 100 anni! Neanche in Cina o in Corea del nord accadono cose simili, questo è scandaloso non la libertà di Mambro e Fioravanti. Cose simili che possono accadere solo in Italia, il paese che nella primavera del 1945,(dico 1945) con il governo dell’immarcesibile antifascista Ferruccio Parri, dichiarò guerra all’ex alleato nipponico, già piegato dai gangsters americani con le bombe atomiche. Per quanto riguarda l’argomento in ballo chiudo, replicando a Santi Numi, con un aforisma del grande filosofo tedesco Friedich Nietzsche:”La femmina deve essere il riposo del guerriero, tutto il resto è stoltezza”.
cinico senese
Se è più grave uccidere una femmina rispetto ad un maschio, allora è ancor più grave uccidere un bambino. Sicchè abbiamo una gerarchia delle uccisioni: all’apice, il bambino; dopo la femmina; in basso il maschio. Pertanto dobbiamo integrare il nostro catalogo dei reati affiancando a “omicidio” i novelli “femminicidio” “infanticidio” e – perchè no, così vogliono gli animalisti – “animalicidio” nelle sue sottospecie “felinicidio” canicidio” etc in uno zoo infinito
Anche nei lager nazisti c’era una gerarchia del valore degli ammazzamenti: ammazzare un ebreo valeva meno che ammazzare un politico, perchè la sua vita era meno di tutte le vite non ebree.
Epperò, in questa gerarchia omicidiaria nasce il problema di dove ficcare l’uccisione di gay lesbiche e trans, perchè sono maschi ma pure femmine. Dove? in fondo al gradino con i maschi o al superiore piano delle femmine? difficile inserimento, scontenti uno e l’altra, meglio costruire altri 2 gradini anzi 3, per ciasceduna uccisione.
Bene, fatta la gerarchia a seconda della gravità dell’uccisione, ne consegue diverse pene, una più pesante dell’altra, a salire i gradini della piccola piramide della morte descritta.
Ma se una uccisione è più grave dell’altra, poichè l’oggetto del reato di uccisione è il bene della vita, ne consegue che una vita vale più di un’altra, secondo la gerarchia di cui sopra. E siamo arrivati, logicamente, al nazismo che “classificava” le vite umane.
Paradossale che questa nazificazione della morte sia propugnata dai cd. progressisti di sinistra.
Questo dimostra che la sinistra non esiste più, completamente staccata dalla realtà moderna dell’economia, gli resta solo di blaterare di diritti di presunte minoranze inventandosene sempre una di minchiate(avete sentito della minchiata proposta da consiglieri di SEL di denominare genitore1 e 2 invece di padre e madre?)
Come dice un mio amico operaio: ma io che devo votare? quelli che pensano solo a froci trans e zingari e immigrati? e alla mia busta paga chi ci pensa? infatti ha sempre votato Lega PDL ora Grillo. E se arrivasse Alba Dorata la voterebbe. Come dargli torto?
Massimo Copetti
Gentile sig. Germani, mi può trovare una sola prova dell’innocenza dei tre? E’ da 20 anni che aspetto di sentire quale sarebbe il loro alibi. Si vede che lei purtroppo non legge cosa scrive in merito Vinciguerra, che pure cita, però è in buona compagnia, dato che metà parlamento italiano, da la Russa a Veltroni, si batte da anni per convincere gli italiani della loro innocenza.
Detto questo, anche se quella pena fosse ingiusta, l’ergastolo hanno preso e l’ergastolo dovrebbero scontare. E anche se quella sentenza venisse annullata, resterebbe comunque a ciascuno un numero di ergastoli che una mano non basta a contare, per gli omicidi che hanno compiuto al di fuori della strage.
Vuol dire allora che è giusto che siano liberi nonostante 9 ergastoli solo perché non sarebbero stati loro a compiere la strage di Bologna? Non è stato neanche Donato Bilancia a mettere quella bomba. Andrebbe quindi rimesso anche lui in libertà, nonostante i 17 omicidi che ha commesso?
Mi ostino a dire che la loro libertà è scandalosa e offensiva, come lo è quella di tutti gli altri personaggi che lei cita e anche di quelli che non cita. Certo, anche a sinistra avevano molti colleghi a busta paga che potevano ammazzare impunenemete sedicenni di destra o agenti di Ps. Chi lo nega? D’altra parte è normale che chi abbia svolto il proprio dovere, eseguendo gli ordini con dedizione ed impegno, sia ricompensato con assoluzioni e pene ridicole, o venga rimesso in libertà anticipatamente qualora in sede processuale le prove a suo carico fossero troppo evidenti.
Per concludere, si rassegni, la favoletta non regge più: è chiaro a tutti ormai che l’intera estrema destra italiana (MSI, ON, AN, FN, NAR, TP….) è stata una creazione degli apparati spionistico-militari di questo Paese, non è mai stata un’opposizione, nè può tantomeno essere una vittima del regime che l’ha utilizzata per servire i nostri colonizzatori.
Germano Germani
Io Copetti, invece credo più a Freda che a Vinciguerra,non sempre fu l’estrema destra ad essere strumentalizzata e nel caso specifico a strumentalizzare i servizi segreti (nel tentativo certo velleitario e vano) fu l’esatto contrario tramite Giannettini.Mi rendo conto che la tesi è estremamente ostica e indigeribile per gli stomaci delicati degli italioti.Quasi un secolo di intossicazione ideologica e di lavaggio del cervello, per cui gli adepti del “male assoluto” non possono che essere sporchi, brutti,ignoranti e cattivi ed infine strumenti ciechi in mano altrui, è un dogma teologico, una verità metafisica e che nessun eretico provi a scalfirla.Eppure è stato Giannuli stesso, a constatare che dalla montagna di documenti da lui esaminati, appartenenti agli Affari Riservati del Viminale, non c’ è un solo documento che attesti il fatto che Stefano delle Chiaie fosse sul loro libro paga; eppure sono decenni che tutti gli “esperti” e le “anime belle” come lei, ripetono in coro come un mantra l’esatto opposto.Concludo asserendo che in Italia la prima e vera strage di stato fu quella di via Rasella, condotta dai GAP del PCI, che con l’agguato dinamitardo,raggiunsero lo scopo voluto di creare l’odio contro i nazifascisti, ed eleminare l’antifascismo monarchico-badogliano e i concorrenti trokzisti di Bandiera rossa, mentre i capi comunisti erano al sicuro.Gli autori dell’attentato furono ricompensati con medaglie al valor militare (sic) ed elezione in parlamento.Poi non apro il capitolo della strage di piazzale Giulio Cesare del 12 aprile 1928 a Milano, i cui mandanti furono i “liberogiustizieri” meneghini, assurti nel dopoguerra a cariche istituzionali e padri fondatori della attuale repubblica. Vede Copetti a cercar la verità spesso la si trova, ma non sempre corrisponde a quello che in buona fede reputiamo essere la verità.
Massimo Copetti
Sono io che sbaglio a polemizzare, rispondendo a chi asserisce di credere nel rivoluzionario agente “T”, protetto nella fuga e nella latitanza in Costa Rica da servizi segreti e ‘ndrangheta, difeso dall’avvocato berlusconiano Taormina durante il processo, “parzialmente ravveduto” durante la detenzione e perciò rimesso anticipatamente in libertà, oggi editorialista di un quotidiano berlusconiano. Altro che la verità, è il pudore di stare zitti quello che dovete trovare, sperando che la gente si dimentichi di voi.
giandavide
@ fogna a cielo aperto: non serve che mettano tutti a libro paga, basta che ne mettono qualcuno, e il resto lo fa l’imbecillità dei militanti di destra, che sono da sempre così beceri e ingenui da essere la militanza politica più facilmente eterodiretta di sempre. quando non si hanno gli strumenti culturali per essere liberi, è facile essere dei servi di qualcuno.
#cinico senese ho dibattuto spesso sull’argomento con alcuni amici. mi rendo conto che in effetti anzichè dar sempre grandi prove si solidarismoa prescindere ogni tanto potrebbero dire cose banali e scontate come “i migranti che rubano vanno puniti” e altre cose pacifiche del genere in modo che ci siano meno argomenti sul “buonismo” della sinistra. evvabbè. ma gli altri allora? i tg che prima parlano degli albanesi killer, poi dei pitbull e ora hanno creato lo zinghiro, un incrocio genetico tra l’albanese e il pitbull atto a spargere odio sulla popolazione. se si considera che il quadro è stato abbondantemente inquinato dalle tv berlusconiane e dalla stampa filogovernativa, bisognerebbe anche ammettere che chi pensa che gli zinghiri ci rubbbino il lavoro e via dicendo sia completamente rincoglionito dai media, e per lui non c’è niente da fare, altro che boldrini. anche se ci fosse un qualsiasi altro leader di sx un rincoglionito del genere non lo voterebbe. ma in italia sono tutti piccoli allenatori di calcio e sono tutti a dire la loro cosa avrebbero fatto al posto di vendola, come se bastasse la loro strategia napoleonica per salvare la sinistra italiana.
ma l’idea di tornare sulla terra anzichè rimanere nell’allegro mondo delle scoreggie no?
e infine devo dire che io ho amici operai, con le terza media eccetera, ma devo anche dire che le teste di cazzo razziste non le conosco e non le frequento, perchè non ci sarebbero argomenti a parte quelli per il litigio. ma evidente ognuno si trova gli amici più vicini al suo credo politico: è chiaro che un deluso del pd locale che non vuole ammettere le influenze del corrotto ambiente locale sul pd stesso prima o poi finisca con forza nuova
Germano Germani
Ma una replica intelligente,invece di scagliare epiteti e insulti, al fatto che le ricerche accurate e scrupolose sui dossier depositati sulla via Appia degli Affari Riservati del Viminale, fatte da Giannuli, hanno escluso che Delle Chiaie fosse un agente di tali servizi segreti, quando da quaranta anni, i soliti esperti in trame nere, ripetono come papagalli l’esatto contrario, non si può avere? Per quanto riguarda le perplessità circa la condanna, della coppia Fioravanti Mambro, sono state espresse autorevolmente da un ex Potere Operaio come Colombo che ne ha scritto un libro,ma perfino da Adriano Sofri. Poi una semplice riflessione trovo strano che una loggia massonica come la P2 di Gelli, che annoverava tra le sue fila generali,prefetti,questori,et similia (ma nessuna femmina in ossequio a una direttiva massonica londinese per rimanere in tema) demandi a una banda di ragazzini dei NAR, che per procurarsi delle armi erano costretti a rubarle ai poliziotti per strada e per sopravvivere rapinare banche, una strage di simile portata. Poi il fatto che il 2 agosto 1980, in piena canicola estiva,nella stazione ferroviaria di Bologna, per passare innosservati vestivano alla tirolese…Termino consigliando la lettura del recente libro di Enzo Raisi dal titolo: “Bomba o non bomba”.
giandavide
@cloaco cloaci: che fosse a libro paga o che fosse solo un fesso eterodiretto inconsapevolmente non cambia molto la funzione storica dei gruppi di estrema destra, ovvero quella di cani da guardia dei peggiori poteri forti. ed è così per forza di cose: è chiaro che i più ignoranti e asociali elementi di una società sono gli strumenti perfetti per l’applicazione di piani asocialmente brutali. basta vedere quello che succede oggi in grecia, con un rapper di sinistra ucciso in mezzo alla strada dai neonazisti, e la polizia che stava a guardare a dieci metri di distanza. e il centrodestra locale che non commenta il fatto, mentre da noi si parla di emendamento salvaforzanuovaa per quanto riguarda l’omofobia. ma saranno tutte delle casualità.
Germano Germani
Fesso eterodiretto? Fu ricevuto personalmente prima dal caudillo spagnolo Francisco Franco, poi dal generale Pinochet.Mica male per essere un fesso. Poi come non bastasse fu accusato di tutte le stragi avvenute in Italia; lo sai con quale risultato: che consegnatosi spontaneamente, dico spontaneamente, agli inquirenti, fu assolto dalla magistratura italiana,da tutte, dico tutte le accuse, ed ora è un libero cittadino come te.Insisto e gradirei una risposta convincente, come mai i pennivendoli italioti ripetono come pappagalli la solita solfa dell’agente degli Affari Riservati, mentre Giannuli, non ha rinvenuto un solo documento che lo comprovasse. Prevengo la facile constatazione che se non ha lavorato per il Viminale, allora ha lavorato per i servizi spagnoli e cileni, sono d’accordo lo ha ammesso pubblicamente anche lui, ma comunque ha sempre negato la leggenda metropolitana di cui vi cibate, di essere stato un agente dei servizi italiani; la fonte Giannuli autorevole, lo ha confermato. E’ auspicabile che prima di fare polemiche con il sottoscritto, ci si documenti, si legga qualche libro, giornale, rotocalco,qualche documento, si frequenti archivi,biblioteche,emeroteche, dopo solo dopo, si può e si deve polemizzare con me.
SantiNumi
@giandavide
Non ti si può leggere.
Ma ancora qua a dibattere “fascisti vs antifascisti”?
Un’altra bella TESI vs ANTITESI che è stata strumentale alla restaurazione della DESTRA VERA. Quella feudale, antisociale e sociopatica prima ancora che anti-socialista.
Giandavide: ma come ti viene? Tu che ti riconosci nella “sinistra” parlamentare: ma come fai a parlar della Grecia? Alba Dorata è il prodotto del simpatico Fogno Europeista di TUTTE le “sinistre” europee (e che, a differenza delle destre, non mettono ancora in discussione l’UEM).
Anche se dalla “forma” in cui scrivi sembra che tu abbia cominciato ad intuire la differenza che passa tra Iodice e Bagnai.
Mentre stiamo qua a far montare il rancore dei perdenti (perché siamo TUTTI perdenti) i traditori e servi dell’oppressore hanno già firmato l’accordo per svendere i gioielli di stato. Immobili antichi compresi. Tutto. Ma verrà il dubbio che se tutto ciò che abbiamo fatto fino adesso ci ha portato a questo punto forse, (forse?) il dibattito è sempre stato falsato?
Ma cosa me ne faccio delle nozze gay o ste altre piddinate quando non avrò i soldi per celebrarle?
Ma cosa c’è da capire?
Non conosciamo la differenza tra “diritti cosmetici” e lotta di classe?
Ma sappiamo riconoscere un obiettivo comune e riscoprire il significato della parola “solidarietà”?
giandavide
@cloaco: ti invitoa rileggerti meglio il giannuli, dato che sull’eterodirezione dell’estrema destra ha tesi diverse dalle tue, e non trovo sensato chiamarlo in causa. per quanto mi riguarda ho solo fatto affermazioni di carattere generale, e sotto questo aspetto il coinvolgimento personale di delle chiaie è irrilevante.
@ quello di casa bau
sono contento che mi trovi illegibile, e non sono affatto stupito che non trovi nulla di strano nel vedere la polizia che protegge i vostri epigoni greci, dato che anche casa pound a roma ha avuto simili trattamenti amichevoli dalle forze dell’ordine più di una volta. ma saranno coincidenze, ovviamente,come è stata una coincidenza che la sede di casapound sia stata donata da veltroni, il simbolo vivente del nepotismo piddino.
riguardo a bagnai, ho già detto che è la stessa faccia della tecnocrazia bancaria e finanziaria: questa vuole ridurre gli sitpendi dei lavoratori tout court, l’altro per ridurre gli stipendi pensa alla svalutazione. ma non mi sembra che in buona sostanza ci si stia allontanando molto dai vari ichino che infestano certa stampa.
ma d’altra parte è bello vedere come ragionate: o le nozze gay o i soldi: ma che senso ha? sembra un pensiero prefabbricato uscito dalle interviste di del debbio. ma non vi rendete conto che siete tutti uguali e che i vostri pensieri sono fatti con lo stampino?
credete che che scrivere caterva di roba inapplicabile in un programma vi renda di sinistra? si sa benissimo che quando un partito scrive troppa roba inapplicabile alla fine farà tutt’altro, proprio come il berlusconi che i casapoundini e i forzanovini hanno votato in massa qualche anno fa
aldogiannuli
sulla questione Delle Chiaie domani pubblicherò un mio articolo. Nel frattempo è popssibile evitare gli epiteti? La cosa non giova alla discussione, Cordialmente
giandavide
mah considerando i nickname che si sono scelti sti due, credo che tutto sommato gli ho fatto un favore
SantiNumi
@giandavide
“non trovi nulla di strano nel vedere la polizia che protegge i vostri epigoni greci”
La confusione regna sovrana: riesci a far peggio di me.
Ti chiarisco il concetto: la polizia non è intervenuta nel pestaggio dei neonazisti e, più in senso generale, non riesce a ripristinare la legalità o garantire lo stato di diritto, perché lo stato sociale è crollato.
Lo sai perché è crollato? Le conosci quali sono le dinamiche economiche sottostanti e quelle politiche e IDEOLOGICHE che lo hanno permesso?
Vi fa male sentirvelo dire. Lo sappiamo. E non ce ne dispiacciamo.
Infatti, la profonda disonestà intellettuale viene espressa ingenuamente da:
“questa vuole ridurre gli sitpendi dei lavoratori tout court, l’altro per ridurre gli stipendi pensa alla svalutazione”
Affermazione di chi non conosce (oltre all’opera del noto divulgatore) le basi minime di macroeconomia: se è vero che segui Iodice almeno questi concetti elementari dovresti conoscerli.
Infatti: “svalutazione = inflazione = danneggia il salariato” è propaganda REAZIONARIA: quella che, come in altri occasioni vi si è fatto notare, perseguite.
L’evidenza degli effetti che fa la deflazione sulla working class ce la stiamo gustando in tutta Europa e, prima tra tutte, in Grecia.
La sinistra-fake di cui ti ostini ad essere degno rappresentante è la vera dannata corruzione morale e culturale che l’Europa deve affrontare.
Per i “conservatori”, se onesti avversari, possiamo riconoscere l’onore delle armi.
Per i TRADITORI, spetta solo l’impietosa Corte della Storia.
giandavide
ah ecco, ora mi vogliono condannare alla corte della storia in quanto traditore. beh forse non sei molto lontano dai tuoi colleghi greci, quelli che hanno ammazzato killah p mentre la polizia stava a guardare da pochi metri di distanza, e se stava a guadrare non è perchè è crollato lo stato di diritto, perchè in quel caso la polizia non ci sarebbe stata del tutto, ma perchè è stata evidentemente complicedegli assassini. ma sono particolari: i “traditori” devono essere giudicati dalle squadracce che pretendono di rivestire contemporaneamente la figura della guardia, del giudice e del boia.
certo, di fronte a tante belle parole e messaggi di pace il problema sono sicuramente gli epiteti, non certo la vostra ideologia prevaricatrice e apologetica del fascismo.
riguardo a bagnai ribadisco, come già linkato precedentemente in altro post, che chiunque dica che in italia siamo poco concorrenziali nei confronti dell’estero, bagnai compreso, sta quasi certamente paventando riduzioni salariali per i lavoratori, dato che in mancanza di una legislazione che protegge il potere d’acquisto quest’ultimo si svaluterà insieme alla moneta, e, dato che non è realistico che vengano introdotte tali norme,sembra che bagnai voglia rifilare le stesse patacche dei tecnocrati ue. e non serve scrivere questo=quello, se non sei in grado di spiegare che cazzo stai dicendo.
Germano Germani
Dedicato a giandavide; nella speranza che tu proceda a una sorta di igene mentale che ti renda finalmente un uomo libero, ti racconto cosa ho vissuto personalmente.Recatomi a visitare la capitale della DDR (Berlino est) ovviamente prima della caduta del muro,mentre mi trovavo nella celebre Unter den linden,giunto all’altezza della fiamma votiva dedicata alle vittime del fascismo e militarismo (sic) ho udito provenire dall’inizio del viale, il suono della celebre marcia prussiana Yosher marsch di Beethoven.La banda che suonava la marcia era in testa ad una compagnia della Nationale Volks Armee, la cui divisa e il cui elmetto, ti lascio indovinare a quale esercito assomigliava.Inutile dire che il passo di marcia era a gamba tesa.Ricordo che Berlino est era tutto un sventolio di bandiere, di striscioni di propaganda inneggianti alla patria, al socialismo, allo sport e che per volere del governo comunista di Pankov, fu ricostruito il monumento a Federico il grande di Prussia, distrutto dai mongoli dell’armata rossa nel 1945.Feci i paragoni tra la Berlino americanizzata che era un pullulare di negri,turchi,puttane,drogati,sexyshoop e la Berlino comunista,ebbene quest’ultima era la mia patria ideale, ove sarei vissuto volentieri.Sissignore, io sono un nostalgico della DDR e maledico il giorno della caduta del muro di Berlino, che pose fine a uno stato germanico, che aveva dato vita ad un vero e proprio socialismo prussiano d’acciaio, con il tenore di vita più alto tra i paesi del patto di Varsavia.Concludo con una domanda che è una esortazione, a quando un fronte unico?
SantiNumi
@giandavide
Aiuto… che livello il nostro collaborazionista…
Certo è che con questa squadra Brancaccio non andrà troppo lontano.
E’ vero, avete ancora in mano i media, ma appena i lavoratori avranno capito la responsabilità storica del tradimento della loro rappresentanza non sarà necessario aspettare il giudizio della storia. (Corri Forrest, corri…)
Ma non mi voglio accanire con te perché mi pare che oltre a farlo lo sei, a differenza dei tuoi influencer.
La diffamazione è l’ultima arma degli inetti e dei corrotti (ma ripeto, magari la natura è stata matrigna e non è colpa tua…).
@Germano Germani
Non so se proporre come modello la DDR sia un grande incentivo per la coesione sociale nel breve periodo 🙂 (constatata la congiuntura per cui ci sono interessi convergenti sia di quasi tutte le classi, sia a livello nazionale verso un obiettivo comune a breve termine).
Pare che verso un modello DDR a livello globale, con STASI inclusa, si stia sviluppando a grande velocità (purtroppo la versione USA prevede anche la corruzione morale… sai come sono questi paperoni anglosassoni).
Io mi accontenterei, per ora, di dentificare pubblicamente i collaborazionisti e cercherei di aprire degli spazi nei media mainstream per far filtrare dell’informazione pragmatica nell’interesse generale.
Quando avremo riacquistato un minimo di sovranità e quindi fermato l’impoverimento generale, possiamo tornare a darcele di santa ragione (chiaramente in nome di un’utopia ideale 🙂
Germano Germani
Mi dimenticavo una cosa che ai miei occhi fu molto rilevante all’epoca. La DDR mai versò un solo marco dico uno, allo stato di Israele, per i risarcimenti imposti ai tedeschi,per la persecuzione antisemita nazista.Mentre la Germania americanizzata, in pratica ha finanziato la fondazione e lo sviluppo di Israele e tuttora continua a pagare…
giandavide
mi sembra che abbiamo due modi diversi di vivere il terzoposizionismo. da un lato c’è quella intellettualoide di germani, che mi ricorda certo efebo e innocuo fascismo toscano, dall’altro c’è quella “sociale” di quello di casapound, che da quello che dice alle coltellate c’è veramente poca strada, dato che è tutto un pullulare di sospetti e di tradimenti, che quelli che non la pensano come lui sono falsi eccetera.
è chiaro che soggetti del genere stanno tentando di fare proselitismo a sinistra, specie in quella parte di bacino elettorale che non conosce il conginutivo e una serie di altre cose. la cosa che non capisco è perchè fare questo inutile proselitismo in queste pagine, dove si presume che il lettore medio il congiuntivo lo sappia e che possegga in generale quegli strumenti culturali in grado di fargli rilevare la grande quantità di fuffa casapoundina. sotto questo aspetto risaltano molto le differenze con il germani, che è comunque più colto e non vuole convincere nessuno, preferendo limitarsi ad estrinsecare le sue apologetiche nostalgie