Ma che succede in Germania?

Cappuccino, brioche e intelligence n° 49

Nel giro di pochi mesi sono arrivate diverse notizie dalla Germania che meritano di esse considerate insieme. Nei primi mesi dell’anno, la crisi ucraina –soprattutto dopo l’annessione della Crimea-  c’è stato il pressing americano per le sanzioni alla Russia. Inopinatamente, la Germania si è schierata a favore delle sanzioni e con un certo fervore piuttosto sospetto. L’attenzione è subito caduta sulle esportazioni di gas e sul connesso problema di Southsteam, mentre meno attenzione è stata riservata al blocco dei conti russi nelle banche occidentali (ovviamente conti di grandi magnati, società di esportazione ecc.). Fra i paesi in cui esisteva (e supponiamo esista ancora) una delle massime concentrazioni di capitali russi c’è naturalmente la Germania, per via del fittissimo import-export fra i due paesi: la Germania è il maggiore partner commerciale della Russia sia in entrata che in uscita.

Alla misura del blocco di alcuni conti bancari seguì immediatamente il crollo della Borsa di Mosca, mentre iniziava una manovra Usa per destabilizzare il rublo.

Poi, in marzo sono giunte notizie non proprio confortanti sulla situazione delle banche tedesche in vista degli stress test previsti per il 2018. Del precario stato di salute della Commerzbank si sapeva, mentre era meno nota la situazione non più floridissima della Deutsche Bank: sono quelle situazioni in cui trattenere forzosamente qualche conto può fare comodo per qualche tempo.

Nel frattempo, i rapporti russo-tedeschi, pur sotto minaccia, sono proseguiti in qualche modo e società tedesche e francesi rilevavano consistenti quote dell’Eni nella società impegnata a costruire Southstream, di cui veniva modificato il percorso che non passava più dall’Italia (neppure per la diramazione del Tarvisio) ma dai Balcani puntava direttamente all’Austria ed alla Germania (poi, bisognerà vedere se la cosa andrà in porto, ma per ora diverse società tedesche continuano a scommettere sulla Russia).

Poi ci sono state le elezioni europee, dove la Cdu-Csu, pur registrando una flessione, si è mantenuta su livelli ragguardevoli e, nel complesso, è uscita bene dalla prova. Peraltro, la Merkel è riuscita, anche se a prezzo di una lunga trattativa, ad imporre il suo candidato a capo della Commissione, Junker, un successo politico faticosamente raggiunto, ma pur sempre un successo. Di qui in poi le cose iniziano a prendere una strada poco chiara: a fine giugno è nuovamente esplosa la grana dello spionaggio americano nei confronti della Germania che sarebbe allegramente continuato dopo il caso Snowden. Scontata meraviglia sia della Merkel (“Non si spiano gli alleati!”) che di Obama (“non ne sapevo nulla!”) scesi tutti e due dal pero. Ma come sono ingenui questi governanti! Eppure, a pensarci bene, se c’è un paese che gli Usa hanno interesse a spiare è proprio la Germania, il membro più irrequieto della Nato ed anche quello più vicino ai russi. Alleati? Si, di chi?

Semmai è interessante capire come la notizia sia venuta fuori: chi c’è dietro? Lo stesso che ha manovrato il caso Snowden?

Vedremo, ma la notizia più curiosa è quella che è lampeggiata per un solo giorno sui mass media: la rinuncia Merkel a ripresentarsi nel 2018 e la decisione di dimettersi qualche tempo prima per mettere in pista il successore. La cosa è strana: la Merkel ha vinto le politiche solo 10 mesi fa, poi è andata tutto sommato bene alle europee ed ha saldamente il governo in mano. Perché parla di dimissioni? Lo farebbe per evitare una sconfitta, ma, a 4 anni dalle votazioni pare una preoccupazione un po’ eccessiva, e poi, non pare che la Spd, allo stato attuale sia nelle migliori delle condizioni per battere la Cdu Csu. E gli è andato bene anche il mondiale!  Insomma perché mai dovrebbe perdere? E perché mai dovrebbe avviare la successione con un paio di anni di anticipo annunciandola un altro paio di anni prima?

Lecito porsi una domanda: a chi sta parlando? Allo stato delle conoscenze si intuisce che c’è un qualche nesso fra queste diverse notizie, ma è decisamente troppo poco per capire cosa le leghi e come. Quello che si capisce è che sono i sordi rimbombi che avvertono di un temporale in attivo. E qui conviene avere una bussola di riferimento per capire cosa si stia profilando.

La riunificazione tedesca è stata il principale avvenimento prodotto dalla fine del bipolarismo: la caduta del Muro è stata il simbolo visivo della fine di quell’ordine mondiale. Poi le floride sorti della Germania sono andate di pari passo con la fase trionfale del nuovo ordine mondiale: la distensione nei rapporti con la Russia schiudeva ricche praterie alle imprese tedesche, la nascita dell’Euro candidava Berlino a capitale naturale della nuova Europa, nuove frontiere all’espansionismo economico tedesco di aprivano via via verso est: Turchia, Kazhakstan, Cina, Corea.

La Germania poteva ritenersi a buon diritto uno dei protagonisti  nel nuovo ordine mondiale sotto l’ombrello americano.

E quando è arrivata la crisi, nel 2008, la Germania è stata certamente uno dei paesi che ha retto meglio il colpo, anzi ha moltiplicato crediti ed influenza. E la Germania è rimasta al centro di un sistema si alleanze  a cerchi sovrapposti: membro della Nato, paese leader della Ue, ma insieme massimo partner commerciale della Russia.

Ora però il vento è girato e le cose si mettono male. La crisi ucraina inizia  a prospettare un nuovo bipolarismo fra Usa da un lato e Cina e Russia dall’altro. E’ presto per dire se questa tendenza prenderà corpo e si materializzerà in un nuovo ordine mondiale, ma tutti iniziano a prendere le misure ed a posizionarsi nel caso ciò dovesse accadere. E la domanda che gli americani ed i russi si pongono è: “Ma la Germania da quale parte deciderà di stare?”.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (11)

  • Aglieglie Bratsorf

    Si vedrà nei prossimi giorni dove starà la Merkel e quindi la Germania. Ma secondo me si vede già che le intercettazioni e lo spionaggio hanno fornito agli USA qualche storiella imbarazzante per ricattare la kulona. Tutti in Europa sono ricattabili da parte dello spione ricattatore universale, anche i perfetti e austeri teteschi, non solo gli italiani baffi-neri-e-mandolino. Vero professore?

  • Caro Professore,
    un’ottima analisi che getta un pò di luce anche sui fatti dell’Ucraina. All’origine dei quali potrebbe esserci la motivazione di rompere i legami economici tra la Germania e la Russia e fermarne l’integrazione. Si comprende anche quanto abbia fatto male al nostro Berlusconi l’amicizia con Putin. Un filo potrebbe legare la seguente catena di eventi: caduta di Gheddafi (e annessi), caduta di Berlusconi e prossima caduta della Merkel ?

  • Ovviamente la posizione della Germania peserà pesantemente nella bilancia universale perchè trascinerà anche una parte significativa dell’Europa; ma quale sarà invece la posiziene dell’Italia vista la sua ambigua identità?

  • A proposito del “nuovo bipolarismo fra Usa da un lato e Cina e Russia dall’altro”, che peso dare alla recente notizia della nascita della banca dei BRICS? Quale la reale portata politica dell’evento?

  • Si sta facendo dietrologia estrema. non vedo alcuna manina USA che spinge la culona a dimettersi nonostante il suo successo alle stelle. Ragioniamo con la testa da italioti, ‘che da noi i politici e la burocratia tutta si incolla alle sedie e non le molla fino alla mummificazione….ne abbiamo preclari esempi….
    E’ che negli altri stati “normali” è normale che i vertici della politica si dimettano dopo 2 massimo 3 mandati, per favorire il ricambio.
    Che gli USA stiano mettendo la zeppa antieurasia a cuneo per separare l’Europa dalla Russia, ci sta, ma non vedo come possa interferire in un paese serio di gente seria come i crucchi.

  • La Germania è il cuore e il cervello dell’Europa da secoli; se il popolo tedesco subirà un altra “castrazione collettiva” come ha subito nel 1945, ancora una volta sarà il vecchio continente intero a pagarne le conseguenze e non solo la Germania.Che piaccia o no la Germania è l’ultima frontiera del vecchio continente. Altrimenti è la nostra fine meritata e giusta, visto che la porcilaia occidentale, che nel corso dei secoli ha contratto tutte le malattie possibili e immaginabili(quali il cristianesimo, la democrazia, il marxismo ecc.ecc) ha meritato ampiamente di sparire dalla carta geografica, assieme ai decrepiti popoli che abitano il vecchio continente.Deutschland erwache!

  • Buongiorno Prof. Giannuli,

    “Ma la Germania da quale parte deciderà di stare?”
    Ha già deciso: dalla parte degli USA. Il gesto di cacciare il reponsabile CIA in Germania per via delle intercettazioni ai danni della Merkel è solo una formalità per difendere l’orgoglio nazionale di fronte all’opinione pubblica tedesca, ma niente più. L’adesione della Germania alla NATO e la linea geopolitica anti-russa non sono affatto in discussione. E non peseranno i rapporti economici stretti tra Russia e Germania maturati negli ultimi 20 anni: qualsiasi cancelliere tedesco teme molto di più le ritorsioni americane in caso di “disobbedienza” rispetto ad i possibili danni economici derivanti da nuove sanzioni UE contro la Russia stessa.
    Saluti,
    Marco

  • ci sono degli autentici fenomeni che postano qua sopra alle volte.

    meno male che hanno il tempo di passare fra gente poco seria nei porcili per dispensare i loro consigli.

  • Premetto che condivido completamente, nella sostanza e nella forma, la lettera di Aldo Giannuli. Facile previsione che non riceverà mai risposta o che, se ne riceverà una, sarà tale che “par dileggio alla domanda”, come dice
    il Poeta. Detto questo, c’è da chiedersi come mai il sostanziale svuotamento della Costituzione trovi un’opposizione così debole. A parte situazioni di circostanza (contemporaneo indebolimento degli altri partiti per varie ragioni, un Presidente che interpreta il suo ruolo in modo non commentabile), a mio parere siamo di fronte a una convinzione di fondo che si è fatta strada nella grande borghesia neoliberista: è troppo facile per corporazioni e lobby, e persino
    per la residua forza del movimento dei lavoratori, utilizzare le garanzie costituzionali attuali per ritardare sine die qualsiasi intervento neoliberista duro e incisivo. E’ per questo che hanno accettato l’agenda del governo Renzi di anteporre il forte indebolimento dell’equilibrio fra i poteri (il “checks and balances” degli anglosassoni) ai pur urgenti provvedimenti nel campo dell’economia e dell’efficenza dello Stato: è meglio una guerra preventiva, tutta giocata in attacco in un momento politicamente favorevole, che affrontare un’eterna guerriglia politica e parlamentare.
    Se questa interpretazione ha senso, e può spiegare l’attuale forza del governo Renzi, rimane però il fatto che, anche così, la pezza rischia di essere peggiore del buco. Infatti,
    la proposta dell’onorevole Boschi dà ulteriore forza alle Regioni, che come campo d’azione di corporazioni e lobby non scherzano certo, e che in più sono anche aiutate da una certa irresponsabilità fiscale e da una minore attenzione mediatica. Se hanno ragione i commentatori che imputano alla cattiva realizzazione dell’istituto regionale una delle cause principali del dissesto dei conti statali, e se la proposta Boschi non verrà emendata in modo sostanziale, è possibile che qualcuno faccia due conti e che l’ex
    sindaco di Firenze termini la sua carriera politica esattamente nei termini temporali indicati a suo tempo dalla simpatica Rosi Bindi.

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