Stragi: ormai siamo alla cadenza quotidiana. Che fare?

Con l’assassinio del parroco della chiesa in Normandia, ormai siamo ad una strage al giorno e, questa volta, ad essere coinvolta è anche la Germania che, sin qui l’aveva scansata. Allora cerchiamo di capire che sta succedendo per decidere che fare.

Io distinguerei tre tipi di attentati in pase alla tipologia dell’attentatore:
a.    l’attentato del militante Jihadista, che lo fa coscientemente, immolandosi per una forma di lotta;, l’azione politicamente razionale che sinora avevamo sperimentato
b.    l’eccidio compiuto da una persona psichicamente disturbata ed aizzata da uomini dell’Isis
c.    la strage compiuta dal singolo folle che lo fa per “sindrome imitativa” e che non ha rapporti con l’Isis se non immaginari.

In questo quadro, il pericolo maggiore è rappresentato dal terzo tipo: lo jihadisa vero lo si può raggiungere con un buon lavoro di intelligence, il folle contattato dall’Isis è già più difficile da raggiungere, ma seguendo le piste di qualche jihadista conosciuto si può pensare di arrivarci, ma lo psicopatico isolato non è prevedibile in nessun modo. E sappiamo che se uno si butta giù dalla Tour Eiffel e la stampa ne parla, è automatico che nei giorni seguenti, altri faranno la stessa cosa. E’ inevitabile.  E dobbiamo tener conto di alcuni fattori molto pericolosi:
a.    le azioni di questo genere godono di una platea europea, quindi di un bacino vastissimo di potenziali attentatori
b.    c’è un gruppo particolare ma molto ampio dal quale può sorgere il potenziale “psicopatico solitario”, quello delle persone di fede islamica che si sentono in un partibus infidelium (si badi, resto convinto che la grande maggioranza degli islamici che vivono in Europa non ci sono affatto ostili, ma considerato che si tratta di oltre 20 milioni di persone, anche una piccola percentuale di una persona su 10.000 fa 2.000 potenziali attentatori, il che è molto preoccupante)
c.    le situazioni di disagio psichico sono più diffuse della media fra persone in condizioni di particolare stress, povertà, esclusione come sono i rifugiati, i profughi, gli immigrati
d.    tutto questo espone al rischio anche quei paesi (come Italia e Germania) che sinora avevano evitato attentati di questo tipo perché la centrale operativa jihadista riteneva non conveniente fare attentati in questi paesi; ma i folli non fanno di questi calcoli e quindi prendiamo in considerazione di un possibile attentato del genere anche in Italia.
e.    In Europa esistono le normative più diverse sul trattamento del disagio psichiatrico e della tossicodipendenza, per cui il fenomeno emerge dalle più diverse situazioni (ad esempio, in Germania il servizio sanitario pubblico non cura le tossicodipendenze; in Italia non esistono più i manicomi giudiziari, in altri paesi minori, il disturbo psichiatrico non è ritenuto una vera e propria malattia e non è assistito dal servizio pubblico, un po’ in tutta Europa veniamo da continui tagli alla spesa sanitari con particolare riferimento alla psichiatria e questi sono i risultati)
f.    Il trattamento delle notizie riguardanti la Jihad sia in Medio Oriente che in Europa, non è stato particolarmente accorto, per cui questo ha contribuire un immaginario eroico dell’Isis che moltiplica il contagio emotivo fra le persone più deboli e predisposte.

Tutto ciò considerato –e limitandoci alle due tipologie “non razionali” degli attentatori, quelli solitari e quelli “istigati”- penso potrebbe essere utile prendere in considerazione una serie di misure tarate proprio sul contrasto psicologico.

In primo luogo, i servizi di intelligence che ancora non lo abbiano fatto, apprestino prima possibile una unità speciale per il contrasto psicologico alla Jihad e cerchino di acquisire la più vasta partecipazione di psichiatri, psicologi e, soprattutto, psicanalisti.

In secondo luogo, almeno su questo piano, che non prevede l’uso di infiltrati (vero ostacolo alla collaborazione fra servizi), ci si precipiti a dar vita ad un vero coordinamento europeo in materia.

In collaborazione con il ministero della Sanità di ciascun paese i servizi di intelligence varino una inchiesta sui dati provenienti dai servizi di igiene mentale pubblici e privati e con le associazioni di categoria, sullo stato della situazione. Beninteso, non si tratta di chiedere nomi, il che sarebbe contro ogni etica professionale ed inaccettabile, ma esperienze, dati quantitativi, casi particolari (pur sempre anonimi) eccetera. Ci interessa studiare e capire il fenomeno.

In collaborazione con il personale delle Università (coinvolgendo, oltre che scontatamente gli islamologi, anche sociologi, storici, politologi, psicologi, antropologi ecc.) costituire centri di analisi sui fenomeni di interesse che producano incontri e papers utili alla comprensione del fenomeno. Insieme a tali centri sarebbe opportuno riesaminare con molta attenzione il linguaggio usato da politici e mass media in riferimento all’Isis, per evitare quanto possa favorire quell’immaginario eroico di cui abbiamo detto.

Ovviamente, questa opera di consulenza, discussione ed analisi dovrebbe essere prestata dal personale accademico a titolo puramente gratuito, come manifestazione di patriottismo repubblicano di fronte ad una emergenza nazionale che minaccia tutti.

Utile sarebbe anche riconsiderare la politica di ciascun paese in materia di trattamento del disagio psichiatrico e delle tossicodipendenze cercando, per quanto possibile, di unificare le soluzioni soprattutto in materia di prevenzione.
Ed, allora, mettiamoci in testa qualche semplice verità:
1.    qui non si tratta solo del problema della Jihad e dello scontro con l’Isis, ma anche di una emergenza di cui nessuno parla: l’esplodere del disagio psichiatrico in un tratto molto particolare e numeroso della nostra società. Affondare i barconi, fare spedizioni militari in  Libia, sognare impossibili epurazioni delle nostre società dagli immigrati ecc non serve a niente, qui il problema in gran parte è un altro
2.    da questo marasma non usciremo costruendo muri o affidandoci alla sola opera dell’intelligence (che pure deve esserci e più efficiente di quanto non sia attualmente e rettificando gli errori sin qui replicati) ma con una mobilitazione straordinaria di tutta la società per cui da ciascuno venga il contributo necessario ad una opera di integrazione degli immigrati, di conoscenza del fenomeno, di cura delle zone a rischio eccetera.

Piantiamola con la retorica del “siamo in guerra” che complica solo le cose, ma mobilitiamoci  per sconfiggere un pericolo che minaccia tutti.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (55)

  • Sarebbe interessante conoscere i criteri di discrimine tramite i quali gli psichiatri dovrebbero separare i ‘disagiati’ dagli islamici credenti. Probabilmente ne conseguirebbe un attentato omicida solo per questo.
    Purtroppo da questa bruttissima situazione se ne esce vivi solo con una prova di forza, che dovrebbe consistere nella remigrazione. Anche solamente il bloccare tutti i nuovi arrivi e togliere assistenza, sussidi, case pubbliche e altri privilegi per gli extracomunitari che già ci sono migliorerebbe di molto la situazione perchè molti se ne andrebbero via spontaneamente e altri non si metterebbero in marcia. Da fare ovviamente con un altro governo. Mentre ‘integrazione’ è un eufemismo ipocrita per sostituzione.

    • Bravo Ercole, hai colto perfettamente il punto: sono le politiche di accoglienza, oltre alla mancanza di frontiere, che hanno provocato le invasioni in Europa. Ovviamente anche un po di patriottismo in più non guasterebbe. Speriamo si avveri ciò che dice Lorenzo, che il gregge cominci ad avere altro a cui pensare oltre al telefonino, vestiti firmati, automobili e vacanze. Sarà un percorso lungo ma come si sa la speranza è l’ultima a morire: non perdetela mai!
      P.S. Bella l’ironia sui ‘criteri di discrimine’ 🙂

      • Cosa pensate dei portoghesi che emigrano in Angola, Brasile e in misura minore in Mozambico, per non dire degli italiani sparsi per l’Europa?

        • Rispondo per me: è come se un derubato chiamasse un poliziotto per denunciare un furto e questo gli chiedesse cosa abbia da lamentarsi visto che un condominio vicino tiene il portone aperto. Riguardo ai ‘portoghesi’ sarebbe da vedere se sono portoghesi o extracomunitari che tornano a casa.

  • Tipico articolo sinistrato, che mescola senza soluzione di continuità osservazioni obbiettive colla base pregiudiziale dell’autore.

    Le mobilitazioni e a maggior ragione il patriottismo, repubblicano o di altro tipo, sono state spazzate via dal processo di imborghesimento, mediatizzazione e consumistizzazione del gregge. Nessuno alza un dito se non ha di che guadagnarci.

    Il regime plutocratico ha forgiato la sferza pel proprio c… e si trova a fronteggiare le conseguenze di 15 anni di guerre petroenergetiche e dell’importazione di un sottoproletariato colorato buono a devastare i diritti del lavoro. Finora è arrivato solo qualche schizzetto di sangue. Essenziale è battere in tutti i modi sull’identità invasione migratoria = terrorismo in modo da capitalizzare sul terrore del gregge, che lentamente comincia ad avere altro a cui pensare oltre al telefonino, il maglione firmato e la settimana alle Maldive. Terrore e disperazione fanno miracoli nel redimere la canaglia.

    • “imborghesimento, mediatizzazione e consumistizzazione”
      “Il regime plutocratico ha forgiato la sferza pel proprio”

      Complimenti: nemmeno ai tempi delle BR si ritrovavano insieme la gherminella hegheliana e le fisime da pascibietola.

  • PS: conosco un rmedio più efficace di quello proposto da Giannuli per debellare il terrorismo islamico: l’impero americano e i suoi satelliti abbandonino il Medio oriente, smantellino le innumerevoli basi militari, smettano di finanziare Israele e le petromonarchie, dimettano le guerre di droni e i bombardamenti colle loro scie di stragi civili, e lascino che gli arabi si scannino felicemente nella loro guerra dei 30 anni (peraltro innescata dalle nostre guerre petrolifere).

    Lo stato islamico sarà felicissimo di sospendere gli attentati in cambio della dimissione di 150 anni di interventi imperialistici di ogni genere e dimensione.

    Eh già, ma dubito che i veri sovrani delle società occidentali, le multinazionali e la finanza globalizzata, sarebbero d’accordo. E ciò che non è gradito al sovrano, la stampa e l’accademia di regime nemmeno si azzardano a pensarlo. Meglio le giaculatorie politically correct dei socialdemocratici.

    PPS: il prete sgozzato è un atto di terrore, a ciò di cui parla l’articolo sotto la stampa di regime toglie la “t” iniziale e lo fa passare in terza pagina. Che mostri questi islamici a volerci male…

    http://www.tpi.it/mondo/siria/bombardamento-stati-ucciso-cento-civili-siria

    • Sicuramente gli USA e i Paesi “democratici” dovrebbero finirla di ingerirsi nelle case degli altri, ma evidentemente sfugge che chi manda i figli degli altri a fare attentati rimettendoci le penne ha ben altri piani che vendicarsi, gli attentati ed il terrore sono uno strumento per arrivare più lontano, al potere o ai soldi, finora non è mai stato fatto saltare in aria un miliardario o un capo di Stato guerrafondaio… ci sarà pure un motivo. Oppure 2.

  • Emerge sempre più spesso, come in questi recenti attentati, il legame tra attentato e squilibrio psichiatrico. L’attentato viene compiuto da uno squilibrato. Si sa che era uno squilibrato perché era in cura da uno psichiatra.La sequenza quindi è: uno è squilibrato, viene messo in cura, la cura non cura tutto e lui fa l’attentato. Il rimedio suggerito? Aumentare gli psichiatri e le cure.
    In effetti però questo non è logico. Non ho mai sentito una volta di un attentato compiuto da uno squilibrato che non era in cura. Quello che è certo è che le cure degli psichiatri o spingono una persona al suicidio, o lo spingono all’omicidio, oppure, quando va tutto bene, lo riducono ad uno zombie.
    Penso che si dovrebbe cominciare ad indagare anche sui rimedi psichiatrici, oltre che sulle situazioni di disagio psichico, e valutare bene qual è la causa e quale l’effetto.

    • Si può anche discutere sulla pervasività e l’effettiva validità delle discipline della psiche in genere, ma mi sembra importante mantenere una netta distinzione tra la psichiatria, la psicanalisi e la psicologia.
      Inoltre, non voglio fare l’esegesi del prof., ma nel suo intervento parla di ” misure tarate sul contrasto psicologico”, consistenti non nel curare il disagio psichico di questi soggetti, ma nell’attrezzarsi a riconoscerli sulla base di profili psicologici di riferimento. Un po’ quello che si fa ormai da tempo per cercare di individuare i serial killers. E con un certo successo, direi.
      Semmai, avrei qualche dubbio sul fatto che i Servizi e le Forze di Polizia in genere, non siano già attrezzati alla bisogna.

    • Dubito che dei terroristi, per quanto addestrati, riescano a rubare armi all’esercito. Nemmeno quando la banda della Magliana nascondeva il suo arsenale al Ministero della Sanità c’era così tanta puzza di intreccio tra servizi e criminalità.

  • Segnalo un elemento “curioso”. Secondo molti interventi (non solo qui) saremmo di fronte a una riedizione della strategia della tensione.
    Il problema, mi pare, è che quel che sta accadendo non porti acqua al mulino delle élite, tutto il contrario.
    Se c’è qualcuno, in Francia, che in questo momento in cuor suo gongola credo sia una signora bionda candidata alle prossime presidenziali.

    E, se sbaglio, mi corigerete.

      • A me la sua versione del materialismo storico pare un po’ semplicistica. Ma probabilmente mi sbaglio io.

        Tornando a noi, per quel che ho studiato il buon vecchio Adolf ci mise poco meno di dieci anni per farsi accettare in certi ambienti (erinnen Sie Hartzburg?).

        Per cui la risposta alla sua domanda direi che, al momento, è no. Poi le cose cambieranno, la possibilità non mi pare remota. Ma non vedo ancora abbastanza cilindri che vogliono uscire dalla Ue.

        • Ma non scherziamo!
          Hitler attirò persino capitali stranieri come la IBM…
          Il nazismo al pari del fascismo incassò un deciso sostegno del capitalismo.

          Quando il capitalismo è sull’orlo del fallimento la carta del fascismo è quella che gioca il capitale.

          Il fascismo nasce dopo i disastri della I GM e per contenere le spinte del biennio rosso.
          Il nazismo a seguito della crisi del ’29.
          Casualità?

          Un saluto semplicistico

          • Non è esatto, peggio, è semplicistico. Il fondatore dell’attuale IBM fu Herman Hollerith, un americano nato da genitori tedeschi che ebbe sempre stretti contatti con la patria di origine, tanto da cedere i diritti del suo brevetto per la Germania (utilizzato per la prima volta per un censimento) ad un tedesco, Willy Heidinger, un fanatico nazista che a sua volta fondò una società (la Dehomag), collegata strettamente con l’America.
            Quella che potremmo definire come la casa madre della Dehomag, era stata fondata da Hollerith col nome di Tabulating Machine Company e arrivata dopo vari passaggi di proprietà a Thomas J. Watson, che cambiò il nome in IBM, appunto.
            Non fu quindi direttamente l’IBM a lavorare per Hitler, ma la Dehomag di Heidinger: l’IBM ha comunque sulla coscienza di aver collaborato (e ci si è abbondantemente arricchita) in modo decisivo alle nefandezze naziste della Shoah, di cui non poteva non essere a conoscenza perchè forniva uomini e tecnologie alla sussidiaria tedesca per la paranoica mania dei tedeschi (ancora attuale) di registrare e schedare qualsiasi cosa, prima tra tutte la comunità degli ebrei.

          • The Corporation, affronta i legami con il nazismo della IBM e di altre grandi impresi:
            https://www.youtube.com/watch?v=Y888wVY5hzw

            Sarà anche semplicistico ma il dato di un collegamento tra grande capitale e nazi-fascismo è un dato storico.

            Un altro regime che assomiglia ai populismi di destra tornati in auge è quello di Pinochet… inaugurò i governi neo-liberisti. (Chiedere a David Harvey)

            Un altro dato semplicistico: elité e estrema-destra vanno a braccetto.

            Detto questo la pseudo-left non ha certo meno responsabilità nella gestione del dis-ordine capitalista. Il problema è che manca l’internazionale (marxista). Vi sfido a trovare legami storici tra la III internazionale e elité finanziaria ed imprenditoriale.

          • Ah, la fonte storica della sua affermazione era The Corporation?
            Ho proprio sbagliato io allora a porle la domanda.

            Mi permetto un consiglio: oltre a Youtube provi anche a leggere un libro di storia (ci sono eccellenti scritti in merito anche di Trotzky); magari scoprirà che nel ’23 Hitler non era proprio in cima ai desiderata di Krupp&co.

            Le mie scuse ancora per la domanda.

            (per inciso, pessimo documentario)

  • Concordo su tutto, ma la situazione viene affrontata solo dalla coda. Per essere davvero efficaci occorre prendere il toro dalle corsa, cioè rimuovere (per quanto possibile) le cause del disagio, non solo trattarlo dopo che si è creato.
    Quindi, telegraficamente:
    – smetterla con i tagli dei bilanci pubblici e avviare una fase di investimenti;
    – sganciarsi dall’UE e dalle sue regole assurde;
    – avviare politiche che puntino alla massima occupazione e all’aumento dei redditi;
    – fare politiche che riducono le diseguaglianze;
    – definire una politica che limiti e controlli seriamente l’immigrazione;
    – riportare in patria gli eserciti attualmente all’estero;
    – chiudere con le pratiche colonialiste e con la pretesa di insegnare agli altri popoli come si vive.

  • Tra lo scenario descritto con l’irrompere sulla scena di una Psico-polizia e la presenza di 2000 “disturbati” ogni 20 milioni (di “sani”), ritengo che sia il caso di essere meno terrorizzati dai 2000 “malati”.

    Il problema è che la psico-polizia è già operativa e le sostanze psicotrope somministrate da psichiatri zelanti sono parte del problema e non della soluzione.

    Inoltre affidare il tema dell'”ordine pubblico” alle case farmaceutiche è già uso abituale degli Stati. Sarebbe ad esempio il caso di combattere i TSO e ogni forma di privazione della libertà. Aveva ragione quel tale che sosteneva: chi sacrifica la libertà in nome della sicurezza non merita né libertà né sicurezza.

    I problemi si affrontano alla radice:
    1- lotta alla disoccupazione e contrasto alle diseguaglianze sociali
    2- fermare le missioni imperialiste
    3- combattere il pregiudizio etnico e religioso sul piano culturale

    Quanto ai “malati” sarebbe il caso di considerare eventualmente il disagio non in termini di controllo e repressione ma di recupero e integrazione. O no?

    Personalmente sono più terrorizzato dagli psicopatici della finanza e da chi lavora per l’ordine dello Stato capitalista …piuttosto che da 4 pirla manipolati (anch’essi utili allo Stato).
    Ma la mia forma mentis è novecentesca.

  • Quando si parla di prevenire il terrorismo, si fa spesso cenno alla necessità di una rivoluzione culturale che tolga al terrorismo argomenti per continuare a reclutare adepti. Ovviamente la rivoluzione culturale a cui si fa riferimento è quella degli ‘altri’. Io penso che, fintanto la meta più ambita dell’uomo medio europeo sarà l’ultimo modello di cellulare, chi detiene il potere economico avrà gioco facile ad alimentare questa guerra fra ‘poveri’, disperati contro persone inermi.

  • Povera Francia. Cosa mai avrà fattoper meritarsi lo scriteriato Franzuà Olanda ?
    L’ultima sua uscita, grondante di retorica bellicista è degna più di Tartarino di Tarascona , che non di un Capo di Stato.
    Possibile che il Semi presidente eliseo non abbia uno straccio di consigliere militare che gli spieghi le conseguenze delle sue dichiarazioni? Possibile che non ci sia un cosigliere giuridico alla sua corte che gli sussurri nell’orecchio l’abnormità delle sciocchezze che escono dalla bocca?
    Se il suoenturage fosse fatto di persone serie, qualcuno avrebbbe preso le distanze dalla supreme idiozie di Franzuà e si sarebbe dimesso.
    Se ciò non è accaduto è perchè quei sogetti sono fatti della stessa pasta di Franzuà.
    I fatti di Ruen richiamano quelli d’Algeria e quelli delle soldataglie senza onore e criminali verso la inerme popolazione civile, preti inclusi, sotto il comando francese che sfondarono il fronte di Cassino, stramaledette nel film “La Ciociara”.
    La Franza ha un problema che si chiama Franzuà.
    FRanzuà Olanda fatti un giro sulle statali per rimorchiare. La POLITICA è un’altra cosa.
    Il prossimo presidentissimo si chiamerà Italo Italie e sarà migliore di Olanda, tanto non è che occorra molto per essergli superiore.
    Vive messiè le president spettinat.

  • P.s. AAA cercasi psicologa digrande avvenenza per cura psicoterapeudica. Telefonare ore pasti a Palazzo Eliseo. Si richiede max riservatezza.
    Astenersi Freudiani e uomini.

  • su questo tema, consiglio la lettura dell’intervento di Diego Fusaro su “Il Fatto”.
    Io non sono dietrologo quanto l’autore dell’articolo che consiglio, ma l’idea che questo “terrore” non dispiaccia alle elitè e le “aiuti” nella loro opera di smantellamento de facto della democrazia dovrebbe essere presa in seria considerazione. Lo stato di emergenza che da straordinario diventa permanente potrebbe rendere accettabili provvedimenti di restrizione delle libertà che oggi sembrano intollerabili (ne abbiamo già avuto qualche assaggio). Vedremo….

  • Professore buongiorno!
    concordo su tutta la linea, sia dal punto di vista dell’analisi che delle misure proposte. Aggiungo che il lavoro sull’integrazione è ancora lungi dall’essere preso in considerazione. Ci vogliono soldi, certo, ma forse ce ne vogliono di più a militarizzare – inutilmente – l’intero Paese. L’educazione deve iniziare dalle scuole, dell’infanzia, se possibile. Non tanto per i bambini in sé, che sono più intelligenti degli adulti e non si fanno troppi problemi a giocare nel parco con bambini di origine non italiana. Quanto per raccontare a loro dei loro compagni, e viceversa. Senza troppe fregole, sia in un senso che in quell’opposto: i fatti superano l’immaginazione. Ho letto da qualche parte questo aneddoto: scuola modello emiliana, maestra che parla di cous cous e impegna la classe nel progetto cucina interculturale; scarica la ricetta, cucinano tutti il cous cous a regola d’arte, una bimba marocchina lo assaggia e…
    “la mia mamma lo fa meglio!”
    “come mai?”
    “ci mette anche i tortellini!”
    E questa, a mio avviso, è intercultura, integrazione, oltre persino il progetto di partenza. Un caro saluto.
    Paolo

      • Negli USA, dve notoriamente sono avanti (non si è mai capito rispetto a chi e cosa), si sono inventati il
        Cous Cous Clan.
        E infatti di tortelini non capiscono nulla.
        P. es. Bill Clinton dovrebbe cucinare tortellini in brodo per Donald Trump, il quale dovrebbe propagandare i ciccioli.

  • L’Islam militante (attenzione: scrivo militante, non laico) è incompatibile con la democrazia occidentale. L’Islam ha come “scienza” principe non la teologia o la filosofia morale, ma il diritto. Diritto che è basato (dicono loro, ovviamente) sulle parole di Allah: Maometto non ha aggiunto nulla, e dunque il corano non è interpretabile ma solo applicabile integralmente, assieme ai comportamenti del profeta (risalenti, è il caso di ricordarlo, a 1200 e passa anni fa). L’illuminismo islamico non è mai esistito e mai esisterà.
    Allora, se davvero vogliamo esser seri, oltre a bloccare da subito l’immigrazione, costi quel che costi, occorre cominciare a schedare tutti gli islamici: togliere dal mazzo i laici e tenere sotto controllo, con qualunque mezzo, l’idealtipo del terrorista: delinquentuccio, mezza sega, risentito. Chi se ne vuole andare se ne va: gli diamo pure il biglietto gratis.
    Per quelli che restano, strumenti di controllo delle nascite, affinchè nel giro di qualche generazione non rimangano musulmani sul suolo europeo.

  • La maggior parte dei terroristi è stata in carcere per reati legati allo spaccio di droga o per altri crimini violenti. Mi domando cosa ci impedisca di rimpatriare questi individui laddove di cittadinanza non italiana o in possesso di doppia cittadinanza.

    • Dati del Ministero degli interni di oggi.
      Dal 01.01.2015 ad oggi (cioè 19 mesi) ben… udite udite… 102 espulsioni!!! CENTODUE!
      Ci pisciano in testa dicendo che piove.

  • Agli jihadisti estremisti dell’isis, agli psicopatici, agli emulatori consapevoli e inconsapevoli io aggiungerei un nemico che resta nell’ombra, senza mostrare la faccia ma non meno pericoloso, anzi! I media!. In tutti i tg sono state dette e ri dette parole di comando da parte (a loro dire…) dell’isis rivolte ai lupi solitari “Attaccate!”….ecco, adesso anche gli ultimi hanno ricevuto l’ordine! Un’altra cosa che mi puzza e parecchio è lo spauracchio dell’organizzazione europea nei panni del nemico verso gli europei stessi. A Nizza, in Francia terra di attentati, hanno fatto passare un tir guidato da un mohamed verso un’isola pedonale super affollata, appena finiti i fuochi d’artificio, senza controllare se vendeva o no gelati! (come pare avesse dichiarato)…… Se questa è l’intelligence migliore del mondo, seconda solo all’Iran, siamo messi davvero male!

    • Di certo è stato l’innesco dell’esplosione.
      Dai libri del liceo e dell’università ricordo che sia per il conflitto ’14-’18 e ’39-’45 le cause scatenanti erano tutte lì (dualismo Francia-Prussia, imperi centrali e europa continentale, nazionalismo, sovranità limitata, voglia di libertà e diritti dei popoli). Come dire, col senno di poi…

      • appunto, se non era lui, era un altro. Oltretutto è andato lui a sparare perché era quello più ammalato, ed è stata una sfortunata coincidenza che l’auto di Ferdinando sia passata per sbaglio proprio dove si trovava Princip. Però la pentola bolliva, eccome. Anche oggi la pentola bolle, e a scatenare qualcosa sono solo delle imponderabili coincidenze (che nascondono zampini innominabili)

  • Vogliamo parlare del fatto che in Francia è stata chiesta e ottenuta la cancellazione dei video sulla Promenade. Perché?

    L’attentato del prete sgozzato è stato provvidenziale per distrarre l’opinione pubblica dalla ribellione di una poliziotta addetta alla videosorveglianza di Nizza contro il Ministero degli Interni francese (e con questo non intendo insinuare una tesi complottista ma mi limito ad indicare i fatti, lo preciso per i diversamente acuti)

  • stragi,che fere?bombardiamo e facciamo sparire dalla faccia della terra,le nazioni che concepiscono,progettano e realizzano,le stragi!

  • condivido la stessa preoccupazione per il terzo tipo di attentatore.
    non metto in discussione che maggior attenzione nella cura dei disagi psichici possa migliorare il panorama agghiacciante che ci si è prospettato.
    purtroppo sono scettico che questo possa essere una soluzione incisiva. Trovo infatti che sia come curare un sintomo e neanche uno dei più rilevanti (tra i quali ritengo più rilevanti i tagli ai servizi essenziali, l impoverimento del lavoratore medio e la ghettizzazione su spinte gentrificatrici delle nostre città). Anche se molti degli attentatori non hanno contatti con le centrali jhadiste è innegabile che il medio oriente sia alla base di questa ondata di violenza. laggiù non c’è uno scontro di civiltà\religione ma un intricato gioco di interessi politici nazionali e interessi economici internazionali.Leggere in maniera più chiara cosa stia accadendo laggiù è il primo passo che i media dovrebbero sforzarsi di fare per affrontare in modo ontologicamente corretto la questione (piuttosto che creare dei vademecum su come affrontare le notizie). Ritengo che la crescita delle esportazioni di armi all’Arabia Saudita da parte di Finmeccanica, contravvenendo a disposizioni UE, dovrebbe avere maggior risalto rispetto ai profili psichiatrici degli attentatori.

  • dubito su una mobilitazione generale, in quanto bisognerebbe avere delle motivazioni.
    Che motivazioni può avere chi non ha lavoro, oppure ha un lavoro precario, oppure chi non cerca neppure più il lavoro, chi sa che la pensione non la prenderà mai. Non abbiamo più fiducia nelle banche, nello stato, nei politici, le tariffe aumentano, lo stato sociale implode. Chi seriamente pensa al domani o pensa che valga la pena pensarci?
    Le uniche cose che fanno discutere sono scie chimiche, vaccini, vegani si o no, razzismo si o no; discussioni poi del tutto sterili. E comunque discussioni che non mettano mai in causa il potere, che oltretutto non si vede e non si sa dove sia e non si sa come contrastarlo.

  • Esimio Prof.,
    quando vedo i corpi di polizia sempre più armati contro il terrorismo, sorrido.
    E’ come vedere un neurochirurgo alle prese con piccone e zappa su un paziente, anzichè utilizzare il bisturi.
    Per rimanere in tema, è come quando hanno pensato di sconfiggere la mafia o la camorra inviando più soldati, senza dargli compiti di Polizia Giudiziaria e con le stesse leggi che vigono a Bolzano o Rovigo.
    Vuoi sconfiggere la mafia? Più gente alla Mobile, ai Reparti Operativi e alla Tributaria (ovvero più intercettazioni, più infiltrati, più leggi severe). Analogamente per il terrorismo. Altrimenti sono chiacchiere.
    Pertanto sono gli Stati che vogliono questo stato di cose.
    Ai posteri l’ardua sentenza,
    Cordialmente

  • bella ripresa del rapporto Europol sui lupi solitari. Chissà se ieri all’audizione Copasir pensavano a quel rapporto o a questo blog….

  • non so neppure se il terrorismo di oggi abbia lo stesso significato del passato. 30-40’anni fa venivano colpiti uomini dello stato: il gen. Mino, Dalla chiesa, Moro, Falcone, ecc. Oggi chiunque e senza alcun motivo può essere colpito dal terrorismo.

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