Strage di Nizza: ci risiamo, ma allora, che fare?

Il copione è il solito delle stragi islamiste con le opportune varianti del caso: il solito Kamikaze che fa strage inneggiando ad Allah (questa volta con la variante del Tir in mezzo alla folla) e che poi, immancabilmente, se non si fa esplodere con una carica di tritolo, viene ucciso dalla polizia e mai che si riesca a catturarne uno vivo per capirci qualcosa. Altra variante del caso, la scelta del giorno: la festa nazionale francese.

E cominciamo da questo dato: è l’ennesimo episodio che colpisce la Francia in meno di due anni (potremmo anche comprendere nel conto il caso del Belgio che, in fondo, è un satellite della Francia). Come spiegare questo accanimento?
Si tratta solo della maggiore presenza di immigrati islamici? Sicuramente la Francia con i suoi 7 milioni circa rappresenta una delle massime concentrazioni  di popolazione islamica del  continente, il che rappresenta un ambiente favorevole per i terrorista che voglia mimetizzarsi e, per di più, favorisce l’innesco di una guerra civile fra autoctoni ed immigrati che è precisamente l’effetto che gli jihadisti stanno cercando. E quindi, ci sta che quello sia uno dei punti più vulnerabili del continente. Ma, a ben vedere ci sarebbero anche la Germania, l’Inghilterra e l’Italia che hanno concentrazioni numericamente equivalenti o quasi e non si registra una recrudescenza paragonabile.

Dunque, anche se questo fattore influisce, non è quello principale nella spiegazione . Si potrebbe pensare, allora, che questo abbia a che fare con le peggiori condizioni di accoglienza che, da un lato esasperano la popolazione islamica fornendo materiale umano pronto all’azione anche suicida e, nello stesso tempo, la  isolano rispetto quella dei francesi originari  determinando un più difficile progetto di integrazione. Questo è già un elemento più credibile, perché in effetti in Francia le condizioni di accoglienza sono peggiori che altrove, ma anche questa non sembra una spiegazione esaustiva: in Belgio le condizioni non sono affatto negative e la strage c’è stata ugualmente, anche se si tratta di un caso particolare. Poi c’è da dire che diversi attentatori non erano immigrati ma erano giunti dal medio oriente proprio in vista dell’azione e, comunque, il fenomeno resta troppo circoscritto ad alcune decine (forse centinaia di persone) e, dopo il 2005, non sfocia in rivolte popolari, per cui il nesso fra la pretesa causa e l’effetto appare un po’ debole.

Il particolare dei terroristi venuti da fuori suggerisce l’idea di una strategia della centrale dell’Isis che vuol, colpire la Francia forse per la sua crescente esposizione nei conflitti di area (Libia, Mali, operazioni aeree in Siria,ecc.). Questa è una spiegazione decisamente più plausibile, anche per l’incredibile raffica di fesserie che Hollande sta facendo, ma in questo caso si pone un problema in più: l’attentatore è un militante organico dell’Isis, legato ad una catena di comando, o un lupo solitario del tipo di quelli che fecero le stragi di Londra e di Atocha? Nel caso si tratti di un elemento organico non ci sarebbe nessuna novità da spiegare: è la prosecuzione del piano antifrancese dell’Isis e sarebbe solo la conferma dell’inefficienza dei servizi francesi che non riescono a neutralizzare la rete califfale nel loro paese.

Ma se si tratta di una riedizione della saga dei lupi solitari, il discorso cambia, perché questo (anche in connessione all’episodio di Orlando) segnala un passaggio dell’Isis dalla strategia delle cellule isolate che “assorbe” la precedente esperienza alquaedista nelle sue forme d’azione, una riprova del carattere “inclusivo” ed”anfibio” di questo che è un avversario molto più pericoloso della banda di Bin Ladin. E questo ripropone il problema del “perché in Francia?”. La scelta della data non sembra causale ed ha una forte valenza simbolica. Anche la scelta del mezzo lascia pensare. Pochi giorni fa era partito un messaggio web del Califfato che invitava ad usare ogni mezzo contro gli occidentali e faceva esplicita menzione di stragi fra la folla con un’auto lanciata a tutta velocità. Una coincidenza inquietante, anche perché, se cominciamo con la tecnica mediorientale delle autobombe, qui il clima si fa molto pesante. E quella di Nizza potrebbe essere solo l’inaugurazione di un ciclo cruentissimo.
Ancora una volta, misuriamo l’impotenza del contrasto antiterroristico sperimentato dai servizi occidentali: semplicemente non funziona.
Se queste teste di legno anziché oscurare i siti islamisti provassero a studiarli ed a capire i messaggi che passano da quel canale, le evoluzioni culturali e linguistiche del fenomeno, l,o spettro organizzativo che sottintendono, le forme d’azione che preparano saremmo già  un bel passo avanti.
Ma, soprattutto, dobbiamo capire che per battere il terrorismo i mezzi militari e polizieschi sono necessari, ma sono del tutto insufficienti. Ripeto per l’ennesima volta che il terrorismo non finisce quando è arrestato o ucciso l’ultimo terrorista, ma quando il suo orizzonte politico collassa: quando il fine per cui ci si batte appare non più raggiungibile ed ogni sforzo inutile. Ma questo richiede che il contrasto, prima ancora che militare o poliziesco, sia di ordine politico e psicologico e questo ora manca del tutto.

A novembre scorso, la Società di psicanalisi critica organizzò un seminario sul terrorismo suicida le cui relazioni introduttive vennero tenute dal professor De Masi e dal sottoscritto, ne seguì un dibattito molto interessante e ricco di suggerimenti che sarebbe interessante riprendere, spero che la società ne curi in breve la pubblicazione degli atti, nonostante i molti impegni del suo Presidente e la limitatezza dei mezzi a sua disposizione. Magari sarà l’occasione per riprenderne a parlare.
Per ora constatiamo che sia sconfortante l’assenza anche minima di contrasto psicologico al terrorismo islamista e quanto impotente sia la risposta che ne segue.

Aldo Giannuli

aldo giannuli, strage di nizza


Aldo Giannuli

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Comments (45)

  • Appena sveglio, accendo il televisore, e come prima cosa sento la notizia che a Nizza un tir guidato da un franco-tunisino si è messo a dare la caccia ai passanti sul lungomare assiepati per assistere ai fuochi d’artificio per l’anniversario della presa della Bastiglia, facendo 84 morti. Proprio nei giorni in cui viene divulgata la notizia che le forze speciali erano state tenute feme la sera del Bataclan, e a quattro giorni dalla fine dei campionati Europei di calcio, che sarebbero dovuti essere una ghiotta occasione per fare una strage. Ora, sarà che sono ancora stordito dalla sveglia mattutina, e che non ho dormito abbastanza, ma la mia prima reazione è quella di scrivere che i terroristi hanno un senso del tempismo davvero strano. Se il mio commento le sembra fuori luogo, la prego di comprendere, Professor Giannuli, che al mattino presto è difficile essere lucidi di mente.

  • Concordo praticamente con tutto quanto espresso nell’articolo. L’unica cosa che mi fa dubitare che si tratti semplicemente del paese A (Francia) contro il gruppo B (isis) è quel segreto di stato su Charlie Hebdo, che fa pensare che ci siano altri attori che è meglio non citare pubblicamente. Forse li conosceremo soltanto nei titoli di coda…

  • Professore, è da un pò che volevo chiederle cosa ne pensava. Ho sempre letto che i kamikaze islamici erano persone con un particolare profilo psicologico critico (orfani, introversi, emarginati, etc.) in sintesi persone con più di una buona ragione per odiare la vita e darsi un senso con un suicidio di cui non comprendono bene il significato a causa dell’indottrinamento estremista; ma gli attentatori di Dacca erano tutti benestanti e perfettamente inseriti a livello sociale e ben istruiti, cosa che collide col prototipo dell’emarginato psichicamente debole… i conti non mi tornano.

    • e infatti non sono affatto persone con quel profilo psicologico, è una delle cose che sono emerse in quel seminario della Spc

    • Quello di far passare il terrorista come un reietto della società è una classica strategia tendente a svuotare il senso politico dell’azione compiuta. In un certo senso a tranquillizzare se stessi raccontandosi che solo uno che non è integrato nei valori e nello stile di vita occidentale può pensare di attuare azioni estreme, in tal modo si esentano anche i propri valori di riferimento da un qualsiasi tentativo di autocritica. Invece non è così, del resto anche i nazisti alla fine risultò che erano tutti pazzi annacquando non poco le cause storiche retrostanti.

      • Io non vedo un senso politico nell’uccidere innocenti così pericoloso per l’establishment al punto da indurre la propaganda a banalizzare la persona del terrorista. Se il terrorista volesse davvero criticare razzismo, sfruttamento e capitalismo potrebbe farsi saltare in aria in un qualsiasi CDA di banche o multinazionali o quando passa il politico amico degli industriali. Se si uccidono innocenti non c’è messaggio politico ma un fine che l’ingenuo terrorista non immaginerebbe mai…

  • Assolutamente d’accordo sull’impostazione strategica, ma qualcosa di più si potrebbe fare anche sul piano del contrasto diretto. Forse il punto più importante su cui lavorare è il numero di emergenza 112. Perchè solo la Lombardia ha attivato l’applicazione “whereareu” per gli smartphone che permette di trasmettere le coordinate gps del chiamante? E perchè non anche immagini? L’applicazione è rivolta alle emergenze sanitarie; perchè non aggiungere qualcosa di simile a quella degli americani in Europa “watch”? D’accordo, sono piccole cose, ma costano anche poco (salvo le solite mazzette, of course). Inoltre, perchè la Polizia risponde alle chiamate mandando auto (che rimangono bloccate dal traffico) e non personale su moto Enduro, in grado di passare sui marciapiedi, nei passaggi pedonali ecc.? Quanto il personale del 112 è in grado di capire e rispondere in francese, tedesco, spagnolo, arabo, turco? E quanto rapidamente può attivare i gruppi specializzati antiterrorismo? O deve aspettare le solite autorizzazioni dei superiori ecc.? Questo non risolve certo il problema, ma almeno eviterebbe le polemiche sui ritardi, le inefficienze, che fanno sentire le persone ancora più indifese e ingannate.

    • Tenerone Dolcissimo

      Caro Giovanni, scusa se sarò crudo e anche volgare. Ma intendo essere chiaro. Non hai ancora capito che ad Alfano e Boldrini e soci della nostra sicurezza non gliene frega una mazza??? Che possiamo crepare e a loro non gliene fa un baffo? A loro interessa proteggere i clandestini adempiendo agli ordini ricevuti da qualche loggia che noi nemmeno conosciamo. Quello che è successo a Fermo, anche e soprattutto dopo la morte lo conferma per tabulas.
      Ciao

  • Egregio Professore, le mando il link ad un articolo di Olivier Roy intitolato : « Le djihadisme est une révolte générationnelle et nihiliste » e pubblicato appena dopo la strage del Bataklan. In effetti io credo che, come dice Roy, non si tratta tanto di una radicalizzazzione dell’Islam anzi, per niente, ed è per me pericolosamente fuorviante questa prospettiva, ma di una islamizzazione della radicalità: ” Il ne s’agit pas de la radicalisation de l’islam, mais de l’islamisation de la radicalité”. Senza voler cedere all’auto critica superficiale della nostra società occidentale, mi sembra però molto più realistico pensare a questi crimini come ad una forma “estrema?” di nichicklismo figlia dello svuotamento, dal di dentro, dei valori su cui è nato il nostro ed ormai universale occidente. D’altra parte, se ci pensiamo bene, questo scenario attuale era già pensabile 40 anni fa, molto prima delle torri gemelle, anzi, già all’epoca di Dostojevski. È solo una questione di “creatività” di fantasia in libertà: possiamo divertirci ad immaginare le modalità più cruente ed innaspettate dei prossimi attentati. Altro che intelligence e servizi segreti, non occorre nemmeno studiare, coemdice lei i loro siti come se non fossse già chiaro l’orrizonte esistenziale in cui loro e noi viviamo. Non dimentichiamo, come dice Roy, Breivik en Norvège.

    Cordiali saluti

    En savoir plus sur http://www.lemonde.fr/idees/article/2015/11/24/le-djihadisme-une-revolte-generationnelle-et-nihiliste_4815992_3232.html#o7jRpzqKXuSctCKI.99
    Olivier Roy est professeur à l’Institut universitaire européen de Florence (Italie), où il dirige le Programme méditerranéen

  • il terrorismo cessera’ solo quando gli stati che lo sostengono e lo finanziano smetteranno di finanziarlo. Chi sono questi stati? lo sanno ormai anche i sorci: Arabia e Turchia. Ma fino a che punto Arabia e Turchia che sono legate a doppio filo a Washington, potrebbero fare cosa sgradita agli USA? Del resto sappiamo anche che gli USA finanziarono e armarono i talebani in funzione anti sovietica salvo poi combatterli (ma con molte e sconcertanti ambiguita’) dopo l’11 settembre. E qui si deve fare un’altra importantissima e incontrovertibile osservazione: tutti i nemici dell’occidente senza eccezione sono stati a priori finanziati e sostenuti dall’occidente stesso. Persino il comunista Fidel Castro ricevette soldi dagli USA fino a tre mesi prima dell’incidente della Baia dei Porci. E nei confronti dell’ISIS i neo colonialisti USA Gran Bretagna e Francia avendo come obbiettivo la cacciata di Bash AL Assad, dietro il paravento di Turchia e Arabia hanno spesso aiutato l’ISIS, e qualche volta l’hanno combattuto facendo arrabbiare il califfo.
    Ma non tutti i mali vengono per nuocere, una serie di attentati puo’ essere un occasione ghiotta per chiudere certi spazi di democrazia. Se si fosse azzoppata in tempo la democrazia forse si sarebbe evitata la brexit, che tanto ha rammaricato la finanza occidentale e quei cretini della confindustria.

  • Questo problema non si risolverà mai con una risposta violenta da parte degli Stati, più misure di sicurezza, chiusure delle frontiere ecc.
    Una risposta di questo tipo non farà altro che peggiorare le cose, ma è esattamente quello che vogliono: una guerra permanente all’interno dell’Europa, che divida le classi povere immigrate ed indigene, e faccia dimenticare come le cause della loro miseria siano invece da ricercare nello sfruttamento del neoliberalismo capitalista, nelle politiche neocolonialiste che portano guerre e povertà in M.O. ed Africa, nel fanatismo religioso finanziato dai partner economici dello stesso occidente.

    Comunque dissento sull’affermazione che in Belgio gli immigrati siano trattati “bene”. Sono ghettizzati e trattati come persone di serie B come in qualsiasi altro stato europeo.
    Bisognerebbe capire che siamo nella stessa situazione dei primi del 900, in cui la povertà veniva criminalizzata per poter reprimere la lotta di classe o più semplicemente la ribellione. La differenza oggi è che questa ribellione, nichilista, cieca e scomposta, si veste di fanatismo religioso.

      • Giannuli, ho visto con i miei occhi eseguire un arresto di ragazzini immigrati (che non facevano altro che chiedere l’elemosina) da parte della polizia nella metro di Bruxelles, con i tipici metodi violenti della polizia e la gente che rimaneva indifferente, anzi qualcuno applaudiva. Ho visto con i miei occhi all’aeroporto di Bruxelles una intera famiglia marocchina vedersi rifiutato l’imbarco in aereo per non avere i contanti per pagarsi una valigia in eccedenza, e nessuno glieli offriva. Sarebbe da ingenui credere che questi episodi siano isolati e non provochino odio verso l’occidente

        • si certo, mai pensato che in Begio trattassero gli immigrati con i guanti gialli. Ma dovendo fare una comparazione relativa il belgio è il giorno e la Francia è la notte

  • Gent.le, professore,
    sono un ragazzo che nel corso degli anni si è appassionato ai suoi libri (i.e., servizi segreti e ISIS in particolare) e che cerca di capire qualcosa in merito alla strategia del terrorismo di questi anni. Sinceramente avevo la percezione che la costa sud della Francia fosse a rischio nel periodo estivo ma, nonostante ció, ho comunque prenotato un viaggio in quella regione per la prossima settimana. Da un’analisi razionale, mi rendo conto che visitare la zona in questo momento comporti un rischio di rimanere vittima di altri attacchi che, pur essendo piú alto rispetto alle località di villeggiatura nostrane (l’Italia è meno esposta in medio oriente, non ha un passato coloniale discutibile come quello della Francia etc), rimane comunque piuttosto basso e minore di altri incidenti di cui potremmo rimanere vittime tutti i giorni (per esempio auto, treno, faccende domestiche etc). Quindi seguendo questo ragionamento, non ci sono motivi per cancellare la vacanza già organizzata. Tuttavia, oltre al rischio oggettivo, c’è quello percepito, che ovviamente cresce spropositatamente in seguito ad attacchi come quello di ieri. A questo punto le pongo alcune domande. Quanto pensa sia probabile che ci siano ulteriori attacchi nei prossimi giorni in quella zona? Dal quel poco che capisco io, credo ci sia un rischio apprezzabile solo se l’autore non era un lupo solitario ma, al contrario, faceva parte di una cellula più grande che, trovandosi ora ad essere braccata dall’intelligence, ha tutto l’interesse ad usare le sue “cartucce” per seminare piú terrore possibile prima che venga catturata. In ultimo avviso, cosa consiglia a delle persone che, come me, hanno in programma di andare in quelle zone (e piú in generale in Francia) nei prossimi giorni?

    La ringrazio in anticipo per il suo parere autorevole

    • per il terrorismo vale un po’ la legge dei fulmini che non colpiscono mai nello stesso posto, almeno nell’immediatezza, anche perchè ora la costa pullulerà di agenti. Quindi ora ci sono meno probabilità di un evento del gere in quella zona di quante non ce ne sarebbero in altri posti, italia compresa.
      Faccia pure la sua vacanza tranquillo ma ovviamente sia prudente nei limiti del ragionevole, ad esempio eviti le concentrazioni più forti di persone, tenga gli occhi aperti, ma insomma si diverta e si distenda. Mi faccia sapere quano torna e mi dirà che si è divertito.

  • voglio aggiungere un ulteriore riflessione sul terrorismo.
    Nel 2013 un tale Didier Reynders ministro degli esteri belga, dichiara pubblicamente di voler fare un monumento ai jihaidisti che combattono contro Bash Al Assad.
    Poi quando la gente muore negli attentati ci vengono a dire che siamo in guerra contro i terroristi…..

  • Si tratta di una guerra di religione e il contrasto psicologico non serve. Gli islamici che passano ai fatti lo fanno convinti di andare in paradiso se uccidono quelli che considerano ‘infedeli’. L’orizzonte politico dell’islam collasserà solo quando non ci saranno più islamici. La soluzione meno cruenta è quella della remigrazione.

    • sulla remigrazione non prendo neppure in considerazione la cosa, poi faccio presente che proprio in caso di conflitti come questo serve la guerra psicologica

  • Attenzione ai riflessi pavloviani.
    Non è ovviamente facile arrivare a determinazioni sicure, in queste materie, ma il profilo dell’autore non sembra proprio essere quello di un eroe dell’ISIS e neanche uno dei “lupi solitari” (sui quali si dovrebbero fare molte riflessioni, perché è molto facile appropriarsi di fatti criminosi commessi da morti che non possono per questo più parlare).
    http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/strage-di-nizza-chi-era-attentatore.aspx
    Il fatto che esista il terrorismo di Daìsh, Al Nusra e compagnia non elimina il resto. Questa vicenda – dalle prime informazioni – sembra somigliare più alla faccenda Germanwings del marzo 2015, nel quale un copilota si suicidò portandosi dietro tutto l’aeroplano.
    https://it.wikipedia.org/wiki/Volo_Germanwings_9525

    Io ci andrei coi piedi di piombo, facendo attenzione alle interpretazioni di comodo che potrebbero essere messe in giro per giustificare questo o quello, incluso il prolungamento dello stato di eccezione.

    • Questa è palesemente la strage di un pazzo psicopatico depresso. In USA questo sarebbe andato in una scuola con un fucile a pompa. Nessun rapporto col terrorismo islamista. Ma ormai la narrazione è avviata e passerà alla storia come ‘attentato dell’isis’. D’altra parte quando ci sono esimi commentatori che dicono “il copione è il solito delle stragi islamiste” quando è tutto diverso, cosa ci vuoi fare?

  • Proprio quando Hollande stava per essere costretto a porre fine allo stato di emergenza e alle leggi speciali, ecco arrivare l’attentato che non porta vantaggi ai terroristi, ma permetterà probabilmente un prolungamento e un inasprimento delle leggi liberticide.
    So che non ci sono abbastanza prove per fare affermazioni complottiste, ma ogni volta che si ragiona su di un attentato ci sono sempre strane coincidenze.

    • Guarda. Ho pensato la stessa cosa. La notizia delle leggi speciali permanenti è passata tra la nascita del panda canadese e la cremazione di Provenzano. Un grande giornalismo critico sostiene il teatrino. Un presidente francese che ha navigato alla grande con le stragi, i suoi problemi familiari. Dopo le sue foto in scooter con l’amante nel covo affittato dalla mafia corsa, uno stato serio popolato da persone serie l’avrebbe preso a calci nel sedere. Invece una serie ininterrotta di attentati gestiti da ispettori clouseau fa si che possa stare ancora lì al potere.

  • Sono tre mesi che in Francia sindacati e manifestanti mantengono uno scontro durissimo con governo e polizia.
    Siamo sicuri che qualcuno non abbia lasciato appositamente briglia sciolta agli attentatori, per poter utilizzare la tragedia a scopo di sospensione dei diritti civili con la scusa della “sicurezza” ?
    A pensar male forse a questo punto si rischia di indovinare, dalle attuali classi politiche euroamerikane ci si può aspettare di tutto.
    E se andiamo a ricordare i tempi della “strategia della tensione” in Italia…

  • I servizi igienici dei galletti all’imprrovviso e contro ogni creanza sono diventati loquaci e fanno uscire materiali, invece di scaricarli.
    Cose dell’altro mondo !!
    Dalla lettura de La Repubblica ho appreso che loro servizi igienici avevano sentito puzza di brutaciccio, di camion e pericolo: erano entrati in allarme dopo i messaggi ultimi provenienti dall’Isis.
    Tradotto, più o meno abusivamente, ci hanno fattto sapere dal loro interno che loro il mestiere lo sanno fare e che non ci stanno per nulla a passare per i figli di Clouseau.
    Un servizio igienico che si dissocia fa riflettere.
    Hanno anche loro una reputazione da difendere .. e sono arrivati al punto di non poterne più di fare figure da Clouseau.
    A questo punto il dilemma si fa cornuto.
    Clouseau bella chioma con ciffeur a 10.000 euro al mese non se la prenderà. Lo sappiamo tutti che viene costantemente spettinato dalle femmine … all’interno e all’esterno dell’ Eliseo.
    Clouseau, ma che razza di contro ordini hai dato, al punto da far ribollire i servizi igienici, i quali quanto a puzze se ne intendono ?
    Qui parliamo di un capo di stato, che merita il rispetto dovuto. Polmone non lo si può chiamare, ma limone in francese si.
    Vive Messiur le President Citron e.
    P.s. Non sarà che la funzione di Clouseau sia quella di far fare bella figura a Silvietto?

      • @foriato. Ricordo vagamente una vecchia invettiva contro i socialisti calvi – e chi avrebbe mai pensato che potesse esistere una simile categoria politica- da Lenin a Craxi, guardati con diffidenza, perchè sostanzialmente imprevedibili.
        I socialisti parrucconi costano una cifra.
        La palma dell’originalità tricologica socialista va assegnata ad un presidente del consiglio italiano recordman che ebbe a dire: «siamo rimasti in tre a portare la bombetta: io, Laurel e Hardy!»… veramente c’erano anche Totò e Macario.
        Si fosse dedicato interamente alla cinematografia, saremmo stati tutti più contenti.

      • Paro cerca paro e trova paro.
        I ministro francese di polizia è furbo come un ghiro.
        Questa vicenda mi ricorda l’espressione del gran gourmet Federico Umberto D’Amato, che quando si ritròvò come ministro un oriundo veneto napoletano eslamò: “Oddio, e ora come facciamo?”
        Holland ne ha scovato uno migliore di lui.

  • Secondo voi un kamikaze integralista si metterebbe sul camion fucili e bombe finte?Per farci cosa?A nessuno viene in mente che quello era un fulminato di testa e che in odio al mondo ha deciso di andarsene facendo una strage?Non vi risulta che negli Usa più di un fuori di testa ha fatto stragi simili?Solo che imputare tutto al terrorismo islamico permette a governanti imbelli e cialtroni di emanare leggi che limitano la libertà di tutti.Poi nessuno che chieda a Hollande come mai ,malgrado lo stato di emergenza con l’emanazione di leggi speciali,non si è riusciti a sventare l’attentato .Questa è la dimostrazione palese che le leggi speciali servono solo al potere per contollarci tutti.Poveri quei morti e poveri noi in mano ad un branco di incapaci.

  • Professore, buona sera. “Un giorno di ordinaria follia”… a me pare che di giorni di ordinaria follia ce ne siano davvero troppi, ultimamente. E’ ancora troppo presto per sapere come è andata, per davvero. L’Ansa provvede diligentemente a una verità preconfezionata
    http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/07/15/chi-e-mohamed-lahouaiej-bouhlel-il-killer-della-strage-di-nizza_c844361b-c791-49d9-95d6-4296ff6ba87f.html
    con un profilo che sembra fatto apposta. Uno squilibrato in potenza, come lo siamo un po’ tutti nel mondo d’oggi, a cui scatta quella molla che gli fa oltrepassare, definitivamente, quel confine fra pulsione omicida e azione. Uno così non lo trovi neanche se mettessi i microfoni in ogni casa. Questo è il messaggio che passa. Anche se fosse vero, anche se non vi fosse nessuno a conoscenza che – in quel momento – avesse guardato deliberatamente da un’altra parte, nessun complotto, nessun servizio segreto, niente di niente, solo un conducente di mezzi pesanti che perde il controllo di sé stesso e si fionda in una strada affollata investendo chi trova, tuttavia sarebbe una sconfitta. Non ce la si cava col semplice nichilismo. Anzi, queste parodie di nichilisti nulla hanno a che vedere con uno Stavrogin, o un Bazarov. Altri demoni popolano le menti di questi potenziali attentatori. La cosa che mi fa più paura, sinceramente, è che si tratta di demoni presenti anche nelle teste di persone cosiddette “normali”: demoni che escono fuori sul lavoro, sentendo certi discorsi, in strada, vedendo il tipo che fa gli abbaglianti e ti si incolla dietro finché non lo fai passare, in cortile perché un bambino o un cane fanno troppo rumore. Nelle belle giornate, dal Campo dei fiori dicono che si riesca a vedere il luccicare della Madonnina; tutte le volte che ci son salito, ho solo visto il cielo cambiare colore man mano che scendevo con lo sguardo fino ad avvolgere tutto il milanese in una gran cappa grigia. Così inquinata, asfissiante è anche la vita che facciamo ogni giorno. E’ ora di aprire un po’ le finestre: “Restiamo umani”, diceva il buon Arrigoni. Un caro saluto e grazie per l’analisi, come sempre molto lucida, di una situazione che di lucido ha ben poco.

  • Massimo Soricetti

    Io da un pò sto coltivando una mia personalissima teoria sulle motivazioni profonde di questa gente, non pretendo di svelare chissà quali scenari ma la voglio esporre lo stesso, magari può dare una chiave di lettura.
    Quando si cominciò a sentir parlare dell’ISIS mi colpì l’enfasi che metteva la loro comunicazione sul fatto che prendevano schiave le donne. Corano e Islam non ammettono la schiavitù fra musulmani e in generale la deplorano, per cui semmai avrebbero dovuto passare la cosa sotto silenzio. Invece era quasi come se ne andassero orgogliosi. Nella serie di attentatori “islamici” di questi mesi/anni poi, molti dei lupi solitari (se non tutti) hanno in comune storie di maltrattamenti domestici (inflitti) e con dei legami sentimentali finiti male. Così mi sono fatto l’idea che il motivo profondo, la molla che spinge i terroristi islamici a diventare tali in realtà possa essere l’odio per una cultura (la nostra) che sta rendendo le loro donne sempre più libere, fatto che questi tipi, per come sono fatti, non riescono ad accettare.

    E quindi nel momento in cui si vedono rifiutati da donne che loro si aspettavano sottomesse, docili ecc. ecc. si vendicano sul sistema che “gliele ha portate via”, liberandole. Qui, ma non solo, perché la modernizzazione dei costumi sociali è in atto anche negli stessi paesi arabi.

    Chiudo qui perché mi rendo conto di non essere del tutto “in topic” con i temi di questo sito, spero di aver fornito almeno uno spunto utile…

    • forswe dI TROPPO PESO A QUESTO FATTORE MA LA RIFLESSIONE è INTERESSANTE E VA TENUTA PRESENTE ANCHE SE LE SCHIAVE DEL CALIFFATO O NON SONO MUSULMANE O SONO DONNE DA PUNIRE” PERCHE’ COLLUSE CON IL NEMICO, COMUNQUE INA IDEA SU CUI LAVORARE

  • Le considerazioni di Giannuli sono abbastanza puntuali, ma come sempre il nostro socialdemocratico non tocca i nodi strutturali: uno, la strategia neoimperiale del c.d. occidente, con la Francia in testa, fra guerre petrolifere, regime changes, appoggio ai giudei e alle corrotte petromonarchie. Cosa che ovviamente invita risposte da parte della militanza islamica radicale, che non dispondendo di missili teleguidati ricorre ai camion e ai fucili a pompa. Il terrorismo è ed è sempre stato l’arma dei deboli. Lo si vuole far cessare? Basta rinunciare a giocare un ruolo imperiale nel mondo arabo. Eh già, ma lì ci sono in gioco gl’interessi delle multinazionali.. La globalizzazione funziona finché l’impero mantiene il controllo delle risorse energetiche.

    In secondo luogo viene il gioco il processo di liquefazione del ‘politico’, cioè della violenza organizzata, in corso da 70 anni a questa parte. In un mondo in cui la statalità tradizionale va squagliandosi come neve al sole le nitide linee regolatorie della conflittualità enucleate dallo jus publicum europaeum perdono vigore e la guerra assume un carattere sempre più liquido e onnipervasivo. Così come l’Impero usa i social networks controllati da Google per i suoi regime changes, i guerriglieri-terroristi islamici li usano per le sanguinose rappresaglie da loro organizzate in territorio nemico.

    Va poi da sé che i media di regime mostrano i sacchi di cadaveri sulla promenade marsigliese e non i bambini colle gambe e le braccia ridotte a fiammiferi dai droni occidentali, e il gregge mediatizzato bela dietro ai suoi padroni.

  • Secondo me il motivo per cui stanno attaccando la Francia è politico. In Francia il partito della Le Pen è salito moltissimo e con un ‘aiutino’ potrebbe ottenere un successo straordinario, che sarebbe propedeutico ad un referendum sull’uscita dall’euro. Nessuno mi toglie dalla testa che c’è una strategia dietro immigrazione e terrorismo islamico, il cui obiettivo e la disgregazione dell’europa. Personalmente l’unione così com’è non mi piace affatto, ma se dovesse sciogliersi le conseguenze sul piano internazionale sarebbero per i paesi membri devastanti, perché singolarmente avrebbero un peso molto minore, germania compresa. Pertanto, la ricetta contro il terrorismo potrebbe essere quella di un’unione politica europea rafforzata, con elezione diretta da parte dei cittadini del presidente dell’unione, che quindi abbia un mandato popolare, ma che pure ci mette la faccia. A seguire modifica della struttura dirigenziale con ministeri che abbiano anche loro maggiore incisività.

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