Spigolature d’estate 3…
Spigolature d’estate 3
1- L’assessore Comunale di Milano, Landi di Chiavenna, lancia un allarme alle famiglie: “I vostri figli minorenni fatto sesso virtuale in web!”. Un po’ di pazienza, diamine: non sono ancora pronti per Villa Certosa!
2- Bella trovata quella della “Padania” del 22 agosto scorso: la prima pagina tutta in dialetto milanese. Poi, all’interno, la pagina era ripetuta nel solito noioso italiano. Titolo a tutta pagina: “El Zal dai Eritreus” che stava per “Il giallo degli Eritrei”. Mostro la pagina al mio edicolante, Giancarlo, un milanese che più milanese non si può e che dice “Uè ma in che lengua l’è scritto el jurnal?” e mi spiega che milanese non è. Azzarda “Latino? Eritreus è latino non milanese”. Stesso risultato mostrando la pagina ad altri milanesi veraci. Soluzione dell’enigma: il dialetto è una lingua parlata, ma molto raramente scritta, per cui le convenzioni di scrittura sono conosciute da pochissimi cultori, ma ignorate dai più. D’altra parte, caratteristica del dialetto è la sua estrema variabilità da zona a zona anche nel raggio di pochissimi chilometri. Per cui non è affatto detto che gli abitanti di Sondrio trovino un testo scritto in dialetto pavese più comprensibile di uno scritto in Italiano. E, dunque, se dovessimo insegnare il dialetto a scuola, cosa dovremmo insegnare: una inesistente parlata regionale più o meno omogeneizzata o il dialetto di ciascun villaggio? Nel primo caso faremmo un falso, peraltro inutile perchè, a quel punto, sarebbe meglio tenersi l’italiano come lingua comune. Nel secondo, comincerebbe ad essere un po’ complicato trovare l’insegnante di lingua locale paese per paese. Dovremmo anche avere un dizionario ed una grammatica per ciascuna parlata locale? Insomma, le “teste d’uovo” della Lega non potevano avere idea più efficace per dimostrare che solenne pirlata (usiamo il linguaggio del posto) è questa loro proposta del dialetto a scuola.
3- Si inseguono i sondaggi-previsione-auspicio su chi vincerà la gara nel Pd: Marino sembra fuori gioco, “Il riformista” dà in vantaggio incolmabile Bersani, “La Stampa”, di poco, Franceschini. Va bene, staremo a vedere, ma, salvo che per le proposte di ordine organizzativo (partito leggero o pesante), la differenza di line politica quale è? Ad esempio, quali sono le differenti analisi della crisi di Franceschini e Bersani? Chi lo ha capito me lo segnali.
Aldo Giannuli, 27 agosto ’09
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Andrea Spanu
Beh, bellissima la prima spigolatura…
Saltando di palo in frasca, volevo segnalarle che oggi “la Repubblica” pubblica un articolo sulla riabilitazione di Stalin in Russia ad opera di Putin, argomento che, mi sembra, lei affronta nel suo ultimo libro. Si è scatenata una polemica sulle parole dell’inno sovietico. Il poeta che le compose (lo stesso che poi le modificò dopo la fine dell’URSS) è di recente scomparso.
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/esteri/russia-polemica-inno/russia-polemica-inno/russia-polemica-inno.html
Gino Latino
si figuri che un milanese, stenta a comprendere il dialetto di Busto Arsizio, città che dista, dalla capitale lombarda un tiro di schippo. Come diceva Totò: ho detto tutto.
Gino Latino
schioppo, azzz!!!