Speriamo che vinca il no, nonostante Tsipras e Varoufakis.

Che nel referendum greco possa vincere il Si è possibile (e temo probabile, visti i sondaggi) e non ci vuol molto a dire che sarebbe un disastro per i greci e non solo per loro. Sarebbe la vittoria campale della Merkel, che rigetterebbe indietro tutti i movimenti di contestazione dell’ordine europeo, tanto di sinistra quanto di destra (per intenderci: Podemos, M5s, Front de Gauche e Syriza, ma anche, ma anche di Lega, Front National, ecc.) ma, paradossalmente non dei movimenti anti euro dei “ricchi” come l’Ukip o Alernative fur Deutschland che eserciterebbero un ricatto permanente sulla Merkel, costretta a non mutare mai atteggiamento.

Dunque una svolta a destra complessiva (destra vera, quella finanziaria, non quella folkloristica del Fn o della Lega), e c’è da immaginare, con queste premesse, chi sarà il successore di Draghi (che scade ad ottobre prossimo). E l’Europa non sarà più tedesca ma semplicemente prussiana.

Dunque, di ragioni per sostenere il no ce ne sono a dozzine. Il guaio è il sabotaggio oggettivo che stanno combinando Tsipras e Varoufakis sparando fesserie a getto continuo. Hanno recentemente dichiarato che

1. anche in caso di vittoria del No, la Grecia resterà nell’Euro (come se dipendesse solo dalla loro volontà)

2. che all’Euro potrebbe essere affiancata una seconda moneta, magari la Dracma, con parità 1 a 1 con l’Euro (anche se aggiungono che sarebbe una parità teorica)

3. che stanno studiando le premesse della nuova moneta greca, meditando sul bitcoin (sic!!!!)

Allora: se vince il No, significa che il governo greco cercherà di riprendere a trattare, rafforzato dal voto popolare. Tutto sta a vedere se gli altri ci stanno. Ho l’impressione che la Merkel non sia affatto disposta a riaprire il discorso ed a concedere salvataggi, e sulla stessa lunghezza d’onda mi pare che siano Hollande, Renzi, Junker, Dijsselbloem e tutta la Bce, da Draghi all’usciere dell’entrata di servizio. Ma, soprattutto, anche se gli altri ci stessero, questo risolverebbe il problema della Grecia?

Sei anni fa, quando iniziò la crisi, sarebbero bastati 100 miliardi di euro per mettere le cose a posto, poi, gli “aiuti” forniti di volta in volta sono stati pari a 500 milioni di euro ma il debito è cresciuto ed oggi si aggira intorno ai 330 miliardi. Magia! Il fatto è che gli aiuti consistevano in questo: la Grecia pagava interessi sino al 17% (un tasso super usurario) e gli aiuti che generosamente venivano, erano dati con la mano destra e ripresi con la sinistra un secondo dopo, con il risultato di far crescere il debito ad ogni rata, ponendo le premesse per una nuova rata di interessi ancora più salata.

Allora, se il giochino resta questo, la Grecia non ne uscirà mai e non c’è riforma che tenga. Il punto di partenza deve essere l’abbattimento parziale (ma generoso) del debito, poi si vede il resto. Vero è che ormai anche gli scienziati della Bce e persino i tedeschi si sono convinti che il debito greco è insostenibile e va fatto un haircut, ma di che stiamo parlando? Il 5%?. Per cui, in cambio di un parzialissimo taglio, la Grecia si troverebbe comunque un bel debito sul groppone e con il solito gioco degli interessi, per di più con una credibilità molto diminuita sui mercati finanziari (voi prestereste soldi ad uno che ha appena rinegoziato il debito riducendoselo? E se si, a che prezzo?) e con una moneta che non è affatto adatta a riequilibrare la bilancia dei pagamenti. Direi che, tanto vale, disconoscere il debito in toto ed attrezzarsi con una propria moneta (certamente molto debole) per rilanciare turismo ed esportazioni. Quindi non si capisce che vantaggio possa avere la Grecia a restare nell’euro.

Ma sin qui siamo sul terreno dell’opinabile per cui se ne può parlare su un piano razionale, sostenendo l’una o l’altra tesi (anche se questo, poi, finisce per indebolire le ragioni del No). Da adesso in poi iniziano i “quattro passi nel delirio”. Iniziamo da una cosa: la doppia moneta. In primo luogo questa sarebbe una rottura del trattato sufficiente ad espellere la Grecia, per essere venuta meno alla condizione di adottare l’Euro come unica moneta legale del paese. Può darsi che gli altri europei accettino la cosa (più avanti dirò perché), ma può anche darsi che non ci stiano, magari per non creare precedenti pericolosi, e che la Grecia finisca, come dicono a Cagliari, “Bogai a sono e corru”.

Vediamo più da vicino la proposta: il cambio 1 a 1 è cosa che non sosterrebbe neppure Paolo Rossi in preda alla grappa: voi cambiereste 100 euro con 100 bit-dracme, che già a dirlo non le prendi sul serio? Per il principio per cui la moneta cattiva caccia sempre la moneta buona, la gente cercherebbe, nei limiti del possibile, di accaparrarsi Euro che sparirebbero immediatamente dalla circolazione, perché ciascuno se li terrebbe, magari sotto il mattone, perché avranno un cambio sempre più vantaggioso. I turisti pagherebbero in euro e si vedrebbero dare il resto in Bit-dracme, con litigi infiniti, la speculazione finanziaria farebbe incetta di moneta buona ecc.

E’ ovvio che anche il passaggio dall’Euro alla Dracma tout court comporterebbe un hard landing molto brusco e la moneta sarebbe debolissima, però, nel caso fosse moneta unica, bloccherebbe in gran parte la speculazione, ma, soprattutto, favorirebbe la ripresa di turismo, noli ed esportazioni, per cui, dopo un periodo innegabilmente difficile, avvierebbe la ripresa.

In secondo luogo, la doppia circolazione non è una eresia in sè, ma richiede condizioni di equilibrio particolari ed un cambio legale concordato, diversamente accade che stipendi, salari e pensioni vengono  pagati con la moneta debole, mentre i prezzi delle merci sono in moneta forte, diventando rapidamente inavvicinabili. In Grecia, stante la situazione attuale, questa scelta polverizzerebbe in breve il potere d’acquisto di salari, stipendi e pensioni e non ci sarebbe neppure bisogno delle mitiche riforme richieste dalla Merkel, per distruggere il sistema pensionistico ed il sovrannumero della pubblica amministrazione: ci avrà pensato Vanoufakis con la sua moneta a risolvere il problema.

In terzo luogo, i cittadini, ovviamente, pagherebbero le tasse in bit-dracme e lo stato con quelle dovrebbe fare fronte ai suoi impegni internazionali: sai che affare!

Ma Vanoufakis dove ha studiato economia? A Tirana con Renzo Bossi? Al Luna Park di Afragola? In una osteria del Pireo?

Ma la cosa più fantastica è che adesso (ADESSO!) il governo greco inizia a studiare una seconda moneta, a tre giorni dal referendum, con un blocco delle banche in atto e, per di più, studiata sui principi… dei bitcoin. E perché non dei soldi del Monopoli?

Direi che può bastare. Spero che i Greci abbiano tanto cervello da votare “No”, nonostante abbiano questo governo di dilettanti allo sbaraglio che, speriamo, possano metter giudizio dopo il referendum.

Rassicuro chi teme che queste mie critiche possano indebolire il  No (che comunque sostengo): stando a quello che mi dice Google, in Grecia mi leggono in non più di 5 o 6 persone. Qui ci rivolgiamo a lettori italiani cercando di dare qualche elemento di giudizio in più e magari di evitare facili miti dietro cui si nascondono gli Tsipras di casa nostra.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (22)

  • Si o no comunque per i greci non c’è scampo: dovranno pagarla cara.
    Allora perché votare no? Per non morire idioti !!! (come direbbe Maffei).

  • i greci parlano di seconda moneta in caso si sospensione da parte di draghi della liquidità. draghi non ha il mandato per prendere questa decisione da solo. non è un passaggio tecnico quello dell’abbandono dell’euro, ma un passaggio politico in cui i vari attori nazionali dovranno votare per espellere un membro ue, e seguendo peraltro strade giuridiche che non sono pienamente contemplate nei trattati e che è possibile quindi impugnare successivamente. dopo il no, il cerino rimarrà in mano all’unione europea, che si dovrebbe buttare in una frenetica attività politica e giuridica che sancisca la vittoria vendicativa della tecnocrazia rispetto alla democrazia, e non potrebbe certo star ferma e dare la colpa a tsipras aspettando che si verifichino degli automatismi tecnici.
    senza contare che se buttassero fuori i greci, questi ultimi si concentrerebbero nel ripagare il poco debito pubblico rimasto in mano ai privati, ma per quanto riguarda quello istituzionale degli stati europei e della bce, campa cavallo.
    andando avanti così le cose, sia che vinca il si sia che vinca il no, merkel e seguaci si potrebbero trovare in mano un buco di bilancio enorme fatto “per motivi di principio”, e con la fine dell’irreversibilità del processo dell’euro, anch’essa per “motivi di principio”. infatti se vince il si la grecia diventerà un pease fallito, dato che l’impoverimento derivato dalla nuova austerità renderebbe impossibile il pagamento del debito. l’unica soluzione economicamente onorevole per tutti sarebbe una vittoria del no e una ricontrattazione del debito. certo non sarebbe una soluzione politicamente onorevole per la classe dirigente attuale ed è questo il problema.

  • Mentre l’attenzione dei media è concentrata sulla Grecia, è passata quasi sotto silenzio la notizia che la nuova Banca di sviluppo dei Paesi Brics inizierà ad essere operativa dopo il summit dei capi di Stato di Brasile, Sud Africa, Russia, Cina e India nella città russa di Ufa.
    La banca avrà la propria sede a Shangai, inizierà a compiere le prime operazioni finanziarie nel Gennaio 2016 e avrà un capitale iniziale di 50.000 milioni di dollari.
    Lo scopo è quello di creare un’alternativa al Fondo Monetario e alla Banca Mondiale, troppo in linea con gli interessi della finanza angloamericana e in futuro di sostituire il dollaro come moneta degli scambi commerciali.

  • resta comunque il fatto che questi due tizi hanno:
    Ridato voce alla politica ed ai cittadini
    Riempito giornali e dibattiti di un tema quasi censurato
    In questo periodo storico non è poca cosa. Non vi pare?
    Comunque vada a finire e non è ancora finita, stanno insegnando a tutti noi parecchie cose. Questa vicenda avrà ripercussioni fortissime, sia che vinca il si, sia che vinca il no e potrebbe aprire gli occhi a molte persone.

  • Dilettanti allo sbaraglio, ecco la definizione esatta che meritano attualmente i due supponenti capi politici greci. Cavalcando il risentimento artificiosamente creato dai mass media contro la Germania, nel vano tentativo di scaricare le proprie colpe sugli altri.Con la solita richiesta di pagamento dei danni di guerra, ma si badi bene solo ai tedeschi e non agli italiani, anche se fummo noi i primi aggressori,che poi fu grazie al tempestivo soccorso germanico che evitammo di essere ributtati a mare.Si tende allo scarica barile supportati da tutti i vetero marxisti europei; speranzosi costoro che grazie al pelato motociclista ateniese, ministro di una inesistente economia greca, rinasca il mito della falce e martello, che storicamente fu un fallimento epocale.Il capo del governo greco, cavalcando un facile e demagogico sentimento popolare, ha abolito il pagamento del biglietto sui mezzi pubblici.Fatto che rivela la tipica mentalità levantina dei greci, simile ai meridionali italioti, tanto era solo il 10% che lo pagava.Invece di farlo pagare a tutti è più semplice non farlo pagare a nessuno; tanto poi ci pensa il contribuente europeo con i generosi contributi a sanare il deficit.La colpa poi è della cancelliera tedesca che non manda più nessuna svanzica ai baby pensionati greci !Dannati unni sono sempre i soliti, vala a dire coloro che tagliavano le mani ai bimbi belgi durante il primo conflitto mondiale, per tacere delle atrocità commesse nella seconda,così come stabilito a Norimberga.

    • Non so se tutte le accuse ai greci siano realmente fondate, quanto ci sia di vero e quanto di gonfiato, sia in quello che lei scrive, sia in quello che si legge e si sente da tempo su tutti i media. Levantini, assistenziali, scansafatiche, mentitori, ecc.
      Forse Tsipras avrebbe potuto muoversi prima con maggior decisione, dimostrare maggior dignità e non tirare per le lunghe come ha fatto.
      Forse, ad esempio, avrebbe potuto mostrare un po’ più di coraggio anche in questa occasione, formulando un quesito meno fumoso e ambiguo, del tipo: “Volete tornare ad una moneta nazionale?”, mettendo bene in chiaro il vero nocciolo della questione. Ma forse questo non era possibile, per il rischio di vederselo respingere dalla Corte Costituzionale.
      Comunque sia, che le accuse ai greci ed ai loro governanti siano vere, oppure no, la situazione è tale che l’uscita della Grecia dall’euro (ma non necessariamente dall’UE), può solo far bene, ai greci ed all’Europa.
      Quanto ai tedeschi, almeno in questa circostanza bisogna riconoscergli un senso della democrazia e di indipendenza che mi ha davvero colpito positivamente: hanno deciso di attendere la voce del popolo, in controtendenza rispetto a tutti quelli che cercavano di far tornare Tsipras sui propri passi, lui compreso. E contro anche gli anglo-americani, che rischiano di essere i più colpiti dalle conseguenze, economicamente e sopratutto nel loro prestigio.

  • Molti si lamentano dei costi della burocrazia e del sistema pubblico greco.
    Ma qualcuno ha idea di quello che costa a noi contribuenti tutto l’impianto della politica europea tra parlamento, commissioni e funzionari che non decidono nulla, se non leggi a favore delle lobby bancarie e a danno dei cittadini?

  • Per capire le politiche di austerità imposte dai governi europei ai propri cittadini, che hanno portato al referendum greco, bisogna partire dal presupposto che dagli anni ’70 in poi il sistema economico occidentale si è fondato sulla crescita del deficit di bilancio e commerciale americano.
    Per sostenere questi due deficit, gli USA utilizzano i surplus finanziari dei Paesi alleati, o meglio delle province dell’impero, indirizzandoli verso Wall Street.
    Il gigantesco buco nero finanziario al centro dell’impero americano è come un’immensa fornace che va continuamente alimentata per poter sostenere il sistema.
    Tutti devono dare il loro contributo, anche la piccola Grecia, a costo di far aumentare la mortalità infantile del 42%, i suicidi del 37%, di lasciare gli ospedali senza medicine, gli anziani senza cure.

  • il problema maggiore è che l’economia greca non riparte e nessuno attualmente propone delle soluzioni che non siano risparmio. Finché la logica del economia è il risparmio, che ha dei suoi benefici ma limitati,
    i greci non né escono . Poi secondo me Tsipras aveva già da tempo in testa la prova del referendum

  • È abbastanza interessante che si sia sentito parlare di bitcoin da parte di esponenti di un governo in rotta con i potentati finanziari.
    L’accostamento bitcoin – moneta del monopoli liquida in maniera forse un po’ troppo banale una questione che potrebbe invece meritare una maggiore rilevanza, trattandosi di un sistema di valuta che non necessita di organismi centrali e che è probabilmente destinato ad essere sempre più diffuso..
    Ovviamente la proposta dell’ adozione del bitcoin a livello statale merita tutte le perplessità del mondo, innanzitutto per le fluttuazioni che tale valuta per ora ha – e che sono causate dalla sua limitata adozione e non insite nella sua natura – ma soprattutto per la necessità di reinventare una politica economica in mancanza della impossibilità di stampare moneta nella maniera a cui siamo abituati.

  • La dabbenaggine, l’ingenuità e la pasticcioneria di Tsipras e Varoufakis sono tali da insinuare il dubbio che ci sia del metodo nella loro follia.

    Sono andati avanti per mesi pagando le rate ai creditori che così adesso possono strangolarli a piacimento, e hanno indetto un referendum decisivo, che un paio di mesi fa avrebbero vinto col 60 o 70% dei voti, cogli sportelli delle banche chiuse, in modo da poterlo perdere.

    Sono davvero uno specchio della sinistra post- caduta del muro. Divisa fra traditori (il 98%) e catastrofi viventi.

  • Questa storia di vedere l’austerità come fumo negli occhi non mi convince. E’ evidente che se la Grecia dovesse uscire, essa non potrebbe che ripartire proprio dall’austerità, non quella imposta dagli strozzini, ma di quella che fa appello alla dignità umana.

  • E adesso, professore? Non è che nel giudicare saltimbanchi Tsipras e Varufakis lei li abbia scambiati per i suoi amici Grillo e Casaleggio?

    • i miei amici la pensavano e la pensano cpomese leggi le dichiarazioni di Grillo. Adesso questa battaglia è vinta (per fortuna e nonostante le sciocchezze di quel duo di comici) ma la guerra dura ancora enon sarà mica tanto semplice viuncerla

      • professore, lei con le sue previsioni sbagliate ha fatto ridere molto più di varoufakis, ma troverei offensivo per questo definirla un comico. casomai una persona che politicamente non ne azzecca molte. basta pensare al suo caro grillo che va ad atene a chiedere l’uscita dall’euro, come vorrebbero renzi e shauble: un altro bel risultato reazionario come ci sarebbe stato da aspettarsi da un partito che non ha concluso nulla oltre che favorire lo scarsissimo renzi

  • tac! come disse renato pozzetto, ecco che tsipras si trova in una posizione migliore per le contrattazioni, mentre la merkel ha fatto una figura di merda. se tispras avrebbe chiesto l’uscita dell’euro, come proponeva il professore e sperava shauble, non avrebbe mai avuto questo potere contrattuale, dato che l’elettorato non gli sarebbe stato dietro. invece ha tenuto compatti gli elettori e sparigliato gli avversari, dato che senza questa famosa mossa di tispras che chiede l’uscita, tutti i masturbosi ragionamenti sull’uscita dell’euro necessaria si rivelano nella loro infondatezza. e intanto si scopre che secondo bloomberg i ministri delle finanze ue stanno già discutendo sul tagli del debito, che weldmann ha detto che non ci saranno più dividendi per vari anni in caso di grexit, mentre il congresso usa ha mezzo sfiduciato la lagarde per la cattiva gestione delle trattative. e non si capisce bene quale sia il “piano c” della merkel.
    il risultato di questo referendum è che la politica no euro non paga, perchè viene percepita come una minaccia nei confronti della popolazione, ed è casualmente la stessa minaccia con cui i tedeschi volevano fare vincere il si. mentre invece le proteste contro l’austerità possono aggregare quei segmenti politici che non sono rappresentati da nessun’altro, data la dissoluzione della socialdemocrazia e l’ambiguità dei 5stecche. ed è un peccato che la testimonianza finirà nelle mani del primo fassina che passa: ci sarebbe la necessità di un vero movimento dal basso, ma molto probabilmente staranno tutti a coltivare il proprio orticello come dei poveri stronzi.

  • Tenerone Dolcissimo

    Come mai tanto astio verso i comunisti di Bruxelles così ligi al modello sovietico????
    Anche a me -che sono di destra liberali- sono piu’ simpatici i comunisti “MOVIMENTISTI” di Atene, cosi’ casinari e spontanei, ma mi sembra ingeneroso che un uomo di sinistra come Lei ed altri uomini di sinistra che passano di qui infierischi ed infierischino contro i burocrati dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche d’Europa, cio contro coloro che sono i veri eredi dei piani quinquennali di baffonesca memoria e gloriosi epigoni della gloriosa razza degli apparatcik. Saluti

  • Tenerone Dolcissimo

    Insomma … non ci sono piu i comunisti di una volta … o anche … pure i comunisti non sono piu quelli di una volta

  • Caro Giannuli, dall’articolo traspare il fatto che lei sottovaluti l’idea del bitcoin, anche se penso che lei si riferisca al problema della doppia moneta in particolare, non del “bit-dracma” in sè.
    Anche alla lidl, per spese di 20€ la gente usa la carta di credito.
    Se il futuro della moneta non sarà più il contante, e io spero di no, una moneta come il bitcoin è l’unica che può garantire vera libertà al cittadino, e qui Varoufakis ci ha visto lungo.
    Inoltre non è uno sciocco, vorrei portare un punto a suo favore riguardo al fatto che di economia ne capisce e che capisce da cosa la gente è mossa.
    Sua è la formalizzazione(non l’idea) del sistema delle microtransazioni nei videogiochi, che porta annualmente centinaia e centinaia di milioni di dollari nelle tasche della casa di sviluppo che lo ha contattato (Valve) e altri miliardi nelle varie compagnie che hanno perfezionato l’idea seguendo l’esempio.

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