
Quale è lo spazio politico del M5s?
Il M5s sta attraversando una fase difficile, come sempre lo sono le trasformazioni: da bruco non si diventa farfalla, senza passare per lo stadio problematico della crisalide. I movimenti di protesta nascono nel “punto zero” (o di “confusione”) di un sistema politico, ma, se non vogliono implodere, devono poi definirsi occupando una posizione precisa nello spazio politico, soprattutto se intendono trasformarlo.
Il momento dell’arrembaggio alle istituzioni è finito con la forte affermazione del 2013; ora, per costituirsi in alternativa di governo credibile, il M5s deve darsi stabilità organizzativa, proposta politica complessiva, carattere sistematico dell’azione ecc. Tutte cose che implicano una riflessione profonda sulla propria funzione a cominciare dal proprio posizionamento nel sistema politico. E su questo vorrei spendere qualche parola, partendo da una domanda: nella descrizione dello spazio politico, dove si deve collocare il M5s?
Assumiamo per dato che il M5s si propone tendenzialmente come una forza politica antisistema, sia per la sua critica al sistema economico (opposizione all’Euro, al potere della finanza ecc) che per la sua critica a quello politico (opposizione alle burocrazie politiche, proposte di democrazia diretta ecc.).
Questo però ci dice ancora poco sulla natura del movimento, perché ci si può opporre ad un sistema politico da destra o da sinistra: ad esempio, nel 1919-20 il sistema liberale parlamentare era sfidato da una alternativa di sistema di destra (i fascisti) ed una di sinistra (socialisti e comunisti). Qui conviene fare qualche precisazione terminologica, perché spesso i termini destra e sinistra sono usati abbastanza a sproposito e, di qui, dipende la litania del “né di destra, né di sinistra, siamo altro”, che spesso i nuovi movimenti ripetono.
L’uso di questi termini ha una doppia funzione: una di tipo topico ed avalutativo ed una di carattere valutativo, dove si giudicano i contenuti valoriali di un movimento.
Nel primo senso, possiamo fare l’esempio di scegliere “dove andarsi a sedere nell’emiciclo parlamentare”. I concetti di destra e di sinistra, in questo senso, sono puramente geometrici: dato uno spazio definito, esiste un lato destro ed un lato sinistro, separati da uno spazio di centro (che di solito rappresenta il punto di vista più interno al sistema). Ed è ovvio che, in questo senso, si tratti di concetti relativi: i liberali erano a sinistra del potere assolutistico che volevano sovvertire, ma divennero poi destra rispetto al movimento socialista, e potremmo fare molti altri esempi. Ovviamente ci si può collocare come destra o sinistra interne al sistema politico (come accade per le posizioni riformiste) o come esterne al sistema (come accade per i movimenti radicali che intendono non migliorare ma sostituire un sistema), ma non ci si può collocare “fuori dallo spazio politico” se si vuole agire politicamente ed anche questo spazio ha una sua sinistra ed una sua destra.
In secondo luogo, la funzione valoriale: anche i valori possono essere allocati spazialmente sulla base di convenzioni storicamente formate. I concetti di destra e di sinistra si formano durante la rivoluzione francese, quando i rivoluzionari (sia giacobini che girondini) sedevano a sinistra dell’emiciclo e, siccome i loro valori comuni erano quelli di eguaglianza, libertà e fraternità, contrapposti ai valori disegualitari ed assolutistici del vecchio regime, rappresentati da chi sedeva a destra dell’emiciclo, convenzionalmente i movimenti egualitari e libertari vennero considerati di sinistra ed il loro contrario di destra. Per la verità, con gli sviluppi storici successivi, la partizione si complicò, perché la discriminante principale divenne l’eguaglianza, mentre la linea di divisione sulla libertà si fece assai meno costante, essendoci settori di sinistra spiccatamente autoritari ed antilibertari come lo stalinismo, e settori di centro e di destra fedeli ai valori di libertà come ad esempio i liberali. Qui il discorso si farebbe molto più lungo e complicato ma lo riprenderemo in un’altra occasione.
Limitiamoci a porci il problema di quale debba essere l’allocazione del M5s nello spazio politico. Abbiamo detto in uno spazio antisistema, il che esclude una collocazione di centro che, per definizione, non può essere antisistema. Al M5s non resta altra soluzione possibile che lo spazio di sinistra per molte ragioni:
a- perché la maggior parte delle sue tematiche (la democrazia diretta, la critica del sistema finanziario, la difesa del sistema elettorale proporzionale, la lotta alla corruzione, l’egualitarismo espresso dallo slogan “che nessuno resti indietro”, la lotta per la trasparenza dello Stato e la limitazione del segreto di Stato, il pacifismo ecc.) sono da sempre temi classicamente sostenuti da correnti della sinistra (ad esempio la democrazia diretta è un tema classico degli anarchici e delle correnti libertarie e spontaneiste della sinistra; il sistema elettorale proporzionale è stato sempre sostenuto da socialisti e comunisti; la critica alle diseguaglianze sociali è un tema tipico di tutta la sinistra ecc.)
b- perché la parte originaria della sua base ed ancor oggi la parte preponderante di essa, proviene da sinistra
c- perché il M5s è nato in opposizione dichiarata al berlusconismo ed al governo della destra, accusando il Pd di non fare una opposizione efficace e dunque come opposizione radicale al governo di destra (solo successivamente si è rivolto anche contro il Pd, in particolare dopo l’osceno accordo del Nazareno)
d- perché è implicitamente percepito dagli osservatori come un movimento collocato a sinistra: anche nelle rappresentazioni grafiche, il “giallo” del M5s è regolarmente collocato a sinistra del Pd e, peraltro, lì sono andati a sedersi i parlamentari del movimento
Ma soprattutto per un motivo: il settore di destra è affollato non solo dalla diaspora dell’ex Pdl e dalla Lega, ma per lo spostamento del Pd che ormai occupa uno spazio prevalentemente di destra, lasciando conseguentemente sguarnita la rappresentanza di sinistra.
A sinistra oggi c’è un grande vuoto: la cd sinistra bersaniana è solo una foglia di fico che copre le vergogne di Renzi, i civatiani sono ottime persone, ma hanno un seguito troppo piccolo per rappresentare adeguatamente la sinistra, altrettanto può dirsi di Sel, che, per di più, manca di coraggio e di dinamismo politico, per cui non si schioda da quel 3-4%, Rifondazione è solo un cadavere politico. Dunque, a sinistra c’è un amplissimo spazio scoperto da occupare.
Si può capire che, in una prima fase il M5s abbia preferito non caratterizzarsi in questo senso, per non scoraggiare quegli elettori di destra (più spesso leghisti) che volevano qualcosa di diverso, ma le elezioni europee hanno segnalato il ritorno alla Lega di gran parte di quegli elettori e non sembra che gli ex di Fi, di Ncd o di An siano interessati ad un movimento come quello di Grillo. Dunque, c’è poco da raccogliere mantenendo una collocazione incerta –e diciamo pure ambigua-, mentre ritardare una definizione chiara di sé potrebbe costare molto sia in termini politici di efficacia della propria azione, che in termini elettorali.
Però, sgomberiamo, il campo da un equivoco: essere di sinistra non significa essere “parenti del Pd e destinati ad allearsi con esso, in quanto eredi del Pci e della sua tradizione ideologica. Questa è una fesseria, sia perché la sinistra ha anche altre tradizioni culturali (socialisti, anarchici, azionisti ecc.) ed è sempre possibile che nascano nuovi filoni ideologici, sia perché il Pd c’entra con il Pci come Marcinkus con i dodici Apostoli.
Semmai dovremmo chiarire un altro punto: perché i militanti di sinistra hanno un atteggiamento così isterico ed acido nei confronti del M5s? Ma di questo parleremo in un prossimo articolo.
Aldo Giannuli
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Wow
Caro professor Giannuli,
ma non sarebbe meglio arrivare a concludere che il M5S e ciò che rappresenta rappresenta una nuova realtà ideologica?
I termini destra e sinistra non sono adatti ai nostri tempi perché sia il sistema politico che tecnologico sono completamente mutati dai tempi di Marx e della Rivoluzione industriale.
E poi basta essere ipocriti.
Forza Italia si dichiara di destra e la destra tradizionalmente ha certe caratteristiche come la difesa della legalità o il nazionalismo.
Ora essere fondati da un mafioso,avere il proprio capo pedofilo,essere pieno di tangentisti,di gente corrotta che tutto è tranne che amare il proprio paese cosa avrebbe di “destra”?
In verità oggi tutti i partiti politici principali in Occidente non sono che espressione delle oligarchie finanziarie,bancarie ed economiche transnazionali in paesi dove il potere dei servizi di intelligence e delle multinazionali ha assunto il controllo effettivo sugli altri poteri dello Stato.
Tutta questa situazione rende ridicola la distinzione fra destra e sinistra di questi soggetti politici.
Piuttosto è vero che in paesi come l’Italia la divisione ideologica è si presente ma solo nella mente di molti cittadini mentre i veri poteri ridono di quanto siano polli i popoli a dividersi ancora su queste cose mentre loro agiscono seguendo scopi oligarchici e mondialisti.
Sull’ultima domanda che fa provo a darle io una risposta.
Molti militanti di sinistra si sentono defraudati del loro ruolo di oppositori e non riescono proprio ad accettare che “altri” prendano e sviluppino i loro temi meglio e con più opposizione reale al Sistema di quanto avessero mai nemmeno sognato di poter fare.
E invece di confluire per portare aiuto a iniziative come la lotta contro le grandi opere,contro la mafia e per il reddito di cittadinanza che sta portando avanti il Movimento si trastullano con vecchie e superate definizioni del mondo dove un simbolo ha più importanza delle persone che portano avanti le stesse idee.
In realtà negli ultimi 20 anni hanno fallito su tutti i fronti a proporre una alternativa credibile all’attuale Sistema e ora non possono accettare che il M5S lo faccia.
Basterà leggere i commenti che arriveranno dopo questo sotto questo articolo.
Ci saranno le solite accuse,non hanno fatto niente,sono inutili,Grillo urla,i guru che comandano e tutta l’altra serie di menate propagandiste dei media di regime.
Fatti nulla,nessuno che segua le iniziative concrete che porta avanti il M5S e che sono disponibili in una mole immensa sui siti correlati al Movimento.
Di tutto questo non c’è minima traccia nei discorsi di costoro e critiche reali e costruttive sono sempre positive,invece l’unica cosa che vorrebbero è che il M5S sparisca dalla scena per poter tornare loro a fare (finta) “opposizione” e non rendersi conto del fallimento totale dell’Italia di cui anche loro sono stati responsabili.
Saluti.
Mario
Concordo al 100% con te.
Giuliano
Concordo in pieno sulla risposta alla domanda finale: l’impotenza della sinistra italiana, già visibile, è stata resa in plastica dimostrazione dalla comparsa del M5s. Sull’appartenenza a dx o sx penso che per i temi portati avanti a favore dei beni e servizi primari che devono restare pubblici, all’equità sociale, al rapporto diretto tra eletti ed elettori, i grillini siano assolutamente di sinistra. Se poi volessimo entrare più a fondo potremmo chiederci di quale sx, e qui c’è l’imbarazzo della scelta.
ilBuonPeppe
Che la sinistra veda il m5s come il fumo negli occhi mi pare ovvio: il m5s fa (parzialmente e spesso male, ma qualcosa fa) quello che dovrebbero fare loro, l’opposizione. Inoltre, come hai detto tu, pesca nello stesso bacino e quindi è un loro concorrente diretto.
Andrea M
Ognuno ha un motivo proprio per non sopportare il M5S. Personalmente è perché trovo il M5S come un abusivo in uno spazio di resistenza, occupa, grazie alla figura mediatica di Grillo, non grazie alle loro capacità, uno spazio che dovrebbe essere di partiti e movimenti maggiormente capaci e con le idee più chiare.
Destra e Sinistra esistono ed esisteranno sempre perché sono categorie, etichette. Ve ne sono molte altre ma esistono e continueranno ad essere usate. E possono essere anche contestate! Ad esempio io trovo, al contrario di Aldo, che il M5S sia più ascrivibile alla destra antisistema che alla sinistra. Non considero, ad esempio, che la provenienza della propria base sia determinante nella definizione.
Poi quando mi leggo i “gne gne gne” di chi pensa che il M5S abbia fatto meglio di una certa sinistra mi scappa da ridere. Meglio dove? A parole? All’opposizione? Dicendo No? Facile, lo faceva pure il PD.
Lo vedo dove abito io: una certa sinistra che è stata esclusa dal consiglio comunale ha sempre portato avanti certe battaglie per la legalità, portando atti in procura e generando inchieste, rischiando pure la pelle e subendo incendi a casa propria, il M5S per ora ha solo prodotto isteriche e sterili polemiche. È solo la mia esperienza, da altre parti sono sicuro ci sia gente molto più capace e vitale.
Sta di fatto che poi, personalmente, tra militare in una sinistra stanca e morta e affidarmi al populista di turno ho preferito buttare il mio tempo a fare un movimento per un progetto che almeno abbia rilevanza e utilità alla cittadinanza (di destra, di sinistra, centro e pure di oltre) in quanto preferisco pensare in termini di secoli (cit.).
Pierfrancesco
Sicuramente ha ragione nella collocazione a sinistra del m5s, penso però che sbagli nel consigliargli di assumerla, oggi in Italia la concezione di destra e sinistra è distorta e sarebbe difficile calarcisi dentro, inoltre il problema più grande nasce dal fatto che il movimento ha garantito casa sicura a tutte quelle persone di destra che sono davvero indignate dal malaffare che domina l’Italia, e sarebbe davvero ingiusto dirgli adesso siamo di sinistra andate a farvi prendere in giro da salvini.
Mattia
Sarà ignoranza, ma, per quanto mi sforzi, non riesco ancora a capire che senso abbia ‘sta storia della destra e della sinistra.
Mentre posso comprendere l’antica opposizione tra “egualitarismo” e “meritocrazia”, che in realtà altro non era che uno scontro tra una classe che voleva aumentare il proprio potere ed un’altra che invece non voleva cedere nulla dei propri privilegi, su tutti gli altri argomenti mi trovo confuso.
Mi sono spesso chiesto se non esistano delle tipologie antropologiche, gli esponenti delle quali tendano ad avere in comune fra di loro alcune caratteristiche, come potrebbero essere le persone nate sotto lo stesso segno.
Ma altrimenti mi chiedo, per quale ragione “la critica del sistema finanziario, la difesa del sistema elettorale proporzionale, la lotta alla corruzione,[..] la lotta per la trasparenza dello Stato e la limitazione del segreto di Stato, il pacifismo” devono essere considerati di sinistra, così come lo sono anche l’antirazzismo, i diritti civili ecc? Che c’azzecca tutto questo con la classe proletaria che vuole rifarsi sui proprietari terrieri o coi giacobini che vogliono tagliare la testa al re?
Se queste due differenti “tipologie antropologiche” non esistono (come credo), il dover scegliere a quale contenitore valoriale già precostituito rifarsi, non è un’immensa limitazione?
Che senso ha utilizzare i resti degli occhiali costruiti più di duecento anni fa per guardare a una realtà politica che è mutata (quantitativamente e qualitativamente) come credo mai nella storia?
Marx, Voltaire e chi per essi non avevano da preoccuparsi di ambiente, supremazia della tecnica, poteri occulti, globalizzazione, libertà personale (privacy), disumanizzazione del mondo… vogliamo lasciare che le visioni di questi temi vengano accaparrate da leader politici che ne fissino l’appartenenza a uno dei due lati in maniera totalmente casuale?
E soprattutto che se ne accaparrino due visioni opposte ma molto simili fra loro in modo da lasciare fuori dal discorso politico tutte le possibili visioni alternative?
Così che per pranzo si potrà scegliere tra la minestra di bietole (alla democarat) e quella di carote (alla republican), dimentichi che esistono crepès, astici e torte alla panna.
Credo ci vorrebbe un’analisi profonda del nostro tempo, e non solo dal punto di vista politico, per decidere poi una (o molte più) direzione precisa da prendersi, dei valori da portare alti nel discorso politico.
C’è da dire che a differenza degli altri partiti e soprattutto del PD di Renzi, i quali tendono a offrire la propria opera come ingranaggio nella macchina tecnocratica, relegando il discorso politico alla propaganda con la quale si giustificano i movimenti di tale meccanismo, il M5S è l’unico che, per quanto confusa, ambigua e superficiale, sembra avere una direzione.
Personalmente, da alcuni comportamenti notati nel M5S, soprattutto nei suoi “piani alti”, non credo la speranza possa venire da lì. Ma chissà, e comunque ben venga che sia utile ad aprire un dibattito tanto importante ed urgente.
giandavide
ma infatti professore, partiamo dalle europee. in quell’occasione il suo partito le ha già dato le risposte alle sue domande sul collocamento politico. solo che le risposte erano sbagliate: con farage vi siete posizionati tra l’estrema destra e il neoliberismo di destra. una scelta che ha fatto spaventare l’elettore di centrosinistra, ha portato renzi a un 40% che senza la paura di grillo non avrebbe mai raggiunto. in poche parole è stata una delle cause principali della svolta autoritaria che viviamo oggi in italia (l’altra fu la scelta di silurare bersani alle politiche,ma andava sempre in questa direzione).
per il resto trovo che ci siano molte incorrettezze.
a) i programmi di grillo non sono di sinistra ma sono sempre stati un pò ambigui, “nessuno rimanga indietro” lo diceva anche berlusconi nel 94 insieme a “più rispetto e amore per la natura” e “meno tasse per tutti”. per quanto riguarda i programmi economici ricordo che vladimiro giacchè altempo fece una disamina approfondita con queste conclusioni. per quanto riguarda legge proporzionale (leggasi consultelum) e democrazia diretta è invece meglio stendere un pietoso velo: per il primo punto avete chiesto una legge maggioritaria, mentre le votazioni on line m5s puzzano più o meno come le primarie del pd.
b) stando ai sondaggi sembra che gli elettori di sinistra nel m5s siano più o meno un terzo, sempre che a furia di stare con gli altri di destra non siano diventati di destra pure loro
c) in realtà grillo se l’è sempre presa più col pd che con il pdl. anzi ricordo che un tempo c’era l’antiberlusconismo, e che oggi questo è stato sostituito dall’antipolitica prevalentemente grazie agli sofrzi di grillo che mettendo tutti sullo stesso piano di berlusconi gli ha fatto un favore grosso come una casa
d) da qualche parte lo dovevano pur mettere
quindi rimane la necessità di ricollocarsi tatticamente perchè schiacciati da salvini. che come considerazione in termini di realpolitik è giusta, ma, data la direzione presa finora, è difficile che si possa attualizzare in una linea politica concreta senza traumi. e questo è un periodo in cui il m5s accusa particolarmente male i traumi.
per il resto penso che gli italiani in generale tendano a sopravvalutare laloro classe dirigente: gli elettori del pd scambiano veltroni per berlinguer, i pidiellini guardano berlusconi e vedono de gasperi, i pentastellati votano grillo e gli sembra di aver votato che guevara, gli tisprioti votano ferrero e gli sembra di votare tsipras (forse in questo caso la colpa è di qualcun altro, ma vabbè)
in generale penso di essere stato anch’io troppo morbido e mi propongo per il futuro di essere meno morbido.
B.
Giandavide,
Bella lista di luoghi comuni presi da Repubblica o dall’Huff.
1) L’alleanza con Farage è avvenuta dopo le europee, quindi non puo aver influenzato il voto di nessuno.
2) Che le votazioni m5s online “puzzino” è una mera impressione del tuo naso, che le primarie PD siano una porcata ci sono invece ampie testimonianze (comprese quelle dei pres. di sezione)
3) che Grillo sia di destra fa proprio sbellicare! È sempre stato uomo convintamente di sinistra. E se odia il PD, il motivo è lo stesso per cui lo odio io (di sinistra da sempre): è un partito che ha tradito tutti, deluso tutti, e indegno di dirsi di sinistra. Se potessi cancellarlo all’istante lo farei, e credo Grillo anche.
Poi sei liberissimo di credere alla propaganda per bambini delle fotelle di Grillo colto col braccio teso.
giandavide
1) forse sei troppo “militante” per vedere gli effetti che ha avuto la campagna di grillo sulla gente. eppure i numeri dei risultati qualcosa dovrebbero dimostrare…
2) non si possono “privatizzare” le consultazioni e sperare che valgano qualcosa, e ciò vale sia per pd che per m5s. ma in mancanza di organi di verifica trasparenti comanda il più forte, e anche questo vale per entrambi
3)molte chiacchiere, ma intanto si è arrivati a un governo monocolore pd in cui l’azionista più rilevante è berlusconi. se fosse andata un pò meglio potrei capire, ma oggi l’unico dato reale è che il m5s ha creato le condizioni per un governo autoritario senza opposizioni.
david arboit
Nel momento in cui la cultura politica ha raggiunto il nulla, discutere a proposito di ciò che è di destra e di ciò che è di sinistra appare evidentemente insensato.
Mancando una capacità analitica con cui determinare la propria personale (e di classe) posizione nella società, e quindi anche la capacità di immaginare un “meglio sociale”, siamo tutti condannati all’opportunismo (che coltiva l’ignoranza e la confusione per avere le mani libere e poter fare quello che gli pare e piace) e a un “fare” da praticoni, privo di sapere e di scienza, e quindi chiuso in un presente assoluto. Il presente ha senso solo quando si colloca nell’energia, nella differenza di potenziale, che scocca tra passato e futuro. Se il presente è assoluto, senza passato, è anche senza futuro.
La stessa abissale mancanza culturale che ha sterilizzato e reso impotente la sinistra affligge M5s. Il loro agitarsi (di M5S), per quanto sia rapido e imprevedibile, e perfettamente contenuto e contenibile dalle pareti d’acciaio del sistema sociale: non si è mai visto, infatti, che il moto browniano delle molecole di vapore distrugga una pentola d’acciaio. E poi un giorno qualcuno deciderà di spegnere la fiamma sotto la pentola e il moto browniano delle stelle cesserà di colpo.
Eugenio
Da come la vedo IO ,è perchè è nato il M.5.S. e chi la Progettato,CASALEGGIO,chi è costui?un Politico? No è un ingeniere Informatico ,con una Societa’,certamente ,si avra’ studiato bene la situazione attuale,e come fare funzionare questo Partito o movimento ,quali idee e progetti portare avanti ..attraverso quali persone .e quale è il suo Progetto Politico..Naturalmente visto che LUI non è un gran Oratore,(anzi è uno che parla poco) decide di affidare la Propaganda ad un comico Genovese che riscuote un certo successo nei teatri..un certo GRILLO,(un uomo di sinistra) il Movimento si dichiara Populista 0ssia ne di Destra ne di Sinistra,riscuotendo un Forte successo Elettorale,i suoi Rapresentanti ,oltre prendere ordini da Casaleggio vengono Giudicati da giovani di sinistra attraverso il web,(questa era una cosa gia calcolata e studiata)solo che dopo 2 anni cominciano ,le varie fughe ,o scomuniche (ma anche qui la cosa era calcolata ) adesso ci si domanda se sia di Destra o di Sinistra ,ma con il tempo si è capito che questo è un Movimento creato dai POTERI FORTI ,per contrastare l’avanzata di un Partito di extrema destra come ALBA DORATA in Grecia ,e questo lo ha detto alcune volte GRILLO..Insomma il M.5.S. è UN PARTITO di Sinistra un misto tra P.D. ed Italia dei Valori,visto che i vari Partiti di Sinistra sono un po’ Sputannati ,una Nuova Sinistra ,come valvola da sfogo inconcludente ,alla Rabbia degli Italiani..Certamente questo Movimento non è stato formato per fermare la LEGA ,Che 2 anni fa era in via di estinzione ,poi con Salvini ,cavalcando certi Problemi Reali ,e avendo tematiche in comune .con il M.5.S .si è Ripresa ..adesso vedremo cosa fa il M.5.S, prevedo che fara’ delle Leggi ,con la Sinistra ..e sara’ la sua fine ..
Fulvio Ugo De Lucis
ottimo
Marco Villasmunta
Sui concetti di destra e sinistra andrebbe aperto un ampio e approfondito dibattito.
Ad esempio su quale influenza abbiano avuto i due blocchi contrapposti sovietici – americani a partire dal dopoguerra in Europa. Esistono formazioni politiche che hanno sentito meno il peso della guerra fredda (penso al peronismo in sud America, ma anche altri partiti in Africa o in Medio Oriente) che difficilmente troverebbero una collocazione univoca in un ideale emiciclo europeo.
Con il crollo del muro e con l’allentarsi di queste tensioni, le ali estreme di destra e sinistra si sono perse dietro battaglie apicali e di facciata, il centro-sinistra e il centro-destra si sono concentrati alla conquista del governo ad ogni costo. E il costo è stato in tanti casi quello di cedere alle richieste dei poteri forti che assicuravano fondi e voti per le proprie campagne elettorali.
Michele Emiliano, fresco di candidatura alle regionali pugliesi, qualche giorno fa esclamava “io non so se è possibile che qualcuno diventi presidente della regione Puglia contrastando gli interessi delle aziende che gestiscono il ciclo dei rifiuti”
http://www.dailymotion.com/video/x2cj8jc_emiliano-pd-non-so-se-si-puo-fare_news
Undici anni fa lo stesso politico, me presente e testimone, affermò che la sinistra a Bari aveva il 35% e con quei voti non si poteva diventare sindaco. Divenne poi sindaco, e probabilmente la sinistra fu anche meno del 35%.
In questo scenario disastroso si inserisce il M5S che, almeno come intenzione originaria, voleva ascoltare e farsi portatore dei problemi più sentiti dalle persone. D’altronde era lo stesso metodo utilizzato con successo da Grillo in precedenza per mettere su i suoi spettacoli.
Giandavide non ricorda, o forse non sa, che i primi passi del M5S furono fatti decisamente a sinistra.
Giugno 2006: Grillo presenta a Prodi una bozza di programma risultato dalle primarie dei cittadini. http://punto-informatico.it/1518715/PI/News/grillo-prodi-ecco-proposte-dalla-rete.aspx
Nel Luglio 2009 tentò di candidarsi alle primarie del PD
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/partito-democratico-30/grillo-fassino/grillo-fassino.html
Pleonastico ricordare la risposta di Fassino
Gennaio 2010: Beppe Grillo da il suo appoggio a Vendola per le regionali in Puglia (unico caso ad oggi di un politico appoggiato pubblicamente dal M5S)
http://www.beppegrillo.it/2010/01/lacqua_pubblica_di_nichi_vendola.html
D’altronde gran parte della base originaria proviene dall’associazionismo e dall’attivismo sul territorio, che possiamo affermare con una certa sicurezza non siano mai stati interessi particolarmente cari alla destra.
Ad oggi la situazione è più complessa. Con la vittoria ipertrofica del 2013 nel movimento è entrata moltissima gente e purtroppo, a parte la simpatia personale per l’uno piuttosto che per l’altro, non esiste un discrimine oggettivo per poter valutare l’operato degli attivisti. Si punta molto su i più presenti, su i più “attivi”, che sono dappertutto, godono di una enorme visibilità e quindi di una forma piuttosto elementare di gradimento personale. A studiare la storia politica italiana però si potrebbe riconoscere in questo lo stesso cancro che trasformò il sessantotto da lotta di operai e studenti a vetrina privilegiata per figli di papà . Per contro, come denuncio da molto tempo, si è perso il concetto di brain storming, di collaborazione tra cervelli, dove è una cazzata affermare che “uno vale uno” perchè se ho competenze specifiche di medicina il mio contributo non può, in ambito di scelte mediche, valere quanto il complottista antivaccino.
Poi diciamocela tutta. Fare il catch all party ha pagato profumatamente alle elezioni del 2013.
Oggi i partiti sono corsi ai ripari e le battaglie “patriottiche” vengono propagandate molto meglio da Salvini e quelle dell’”onestà” e della lotta agli sprechi hanno addirittura nel nuovo presidente della repubblica la voce più imponente.
Quindi il M5S rischia di restare qualcosa di amorfo, né carne né pesce (senza offesa per i vegani che pare siano una grossa maggioranza degli attivisti).
Già da tempo è auspicabile un deciso cambio di passo che non può non passare da una forma di struttura e di sviluppo dal movimento al partito.
Ma per avere un partito valido ci vuole un profondo radicamento sul territorio (non servono sezioni e circoli, ma una organizzazione perfetta e capillare dei gazebo e il confronto continuo con le associazioni attive sul luogo). Ci vuole un “manifesto” che ponga delle basi solide di filosofia politica e che sia da stella polare per la scelta delle battaglie (ad es. il M5S fa battaglie redistributive o riappropriative? Come si concilia il concetto di patrimoniale per sostenere la scuola con il concetto dell’euro e dei tedesconi cattivi all’origine di tutti i mali economici dell’Italia?) e ci vuole un sordido foglio excel con tre campi o pochi più per poter valutare l’operato degli attivisti non solo in base a quanto tempo possono dedicare alle battaglie o a quanto forte urlano quello che urla Grillo, ma anche secondo i feedback ottenuti in determinati ambiti del sapere e del materiale prodotto e condiviso con gli altri attivisti. Infine un corpo ampio di garanti che vigili su tutte queste dinamiche.
Ultimo punto: i militanti di sinistra. Non si può sempre dare la colpa agli altri. La propaganda del M5S è stata sempre piuttosto denigratoria nei loro confronti. Ho molti amici che fanno militanza attiva e si danno tanto da fare in PD, piuttosto che SeL o rifondazione e posso garantire che lo fanno in assoluta buona fede e senza alcun ritorno personale. Donchisciotteschi, a mio vedere, ma persone per bene. L’errore è stato non puntare sulla discrasia evidente tra una base in parte pulita e la rappresentanza che hanno eletto. Quando chiedo loro “siete soddisfatti dei vostri rappresentanti in parlamento?” è difficile che mi rispondano positivamente. E’ chiaro però che dopo un post come questo (non l’unico) neanche io, se fossi elettore PD, darei la mia fiducia a cuor leggero al M5S.
http://www.beppegrillo.it/2013/05/vi_capisco.html
p.s.: scusate il pistolotto di dimensioni bibliche, era da tanto che volevo sfogarmi.
giandavide
lo so come eravate prima, e infatti ero simpatizzante al tempo. il punto è come siete diventati dopo e perchè è andata così.
come indizio posso citare una affermazione di keynes: “gli uomini pratici, che si ritengono completamente liberi da ogni influenza intellettuale, sono generalmente schiavi di qualche economista defunto.” altro che nè di destra nè di sinistra. io almeno so di che morte morrò
Aldo Giannuli
il guaio è che l’area politica cui appartieni non sa di che morte morrà: è già morta
giandavide
professore, se la sinistra sinistra è morta allora sto discorso sul collocamento m5s che lo fa a fare? per dire che devono schiattare anche i grillini dato che è nel loro dna di sinistra?
Aldo Giannuli
perchè una cosa è la sinistra come sistema valorial e come base sociale ed una cosa diversa sono le organizzazioni e le cultura politiche che di volta in volua l’hanno espressa.
Giacomo Bandini
Sono abbastanza d’accordo con quello che dici. Abbastanza, non completamente. Sono convinto che il m5s debba darsi una struttura ideologica più chiara, più facilmente comprensibile e più chiaramente comunicabile: se chiedi a due diversi attivisti, sono convinto che ti daranno due risposte diverse su quello che si intende per “democrazia diretta” oppure per reddito di cittadinanza. Non concordo molto sulla tua critica al concetto dell’uno vale uno: in un vero brainstorming, il contributo della persona competente naturalmente ha più effetto del contributo dell’amatore, non c’è bisogno di riservargli uno spazio privilegiato. La competenza, in condizioni di normalità, si afferma da se. Non sono convinto del tutto che il m5s debba necessariamente schierarsi secondo categorie politiche ed economiche classiche, su alcune cose possono esistere tranquillamente posizioni diverse, però sì, concordo che si deve formare un nucleo ideologico ed identitario assolutamente chiaro. Un numero limitato di concetti, però chiarissimi, e facilmente comunicabili.
Massimo
Che senso abbia parlare di desta e di sinistra quando i partiti sono comitati d’affari che da 20 anni almeno non realizzano mai il programma elettorale con il quale sono stati eletti, nessuno lo sa.
Semmai bisognerebbe parlare di chi porta avanti quello che dice, con i fatti, presentando le leggi, e di invece chi fa solo propaganda per prendere i voti. Bisognerebbe parlare di chi ha come modello il liberismo più sfrenato e accentra sempre di più nella mani di pochi la ricchezza (legiferando in senso lobbistico e a favore di una élite) e chi la vuole invece ridistribuire (reddito di cittadinanza, per fare un esempio).
Diciamocelo chiaramente, in Italia come in altri stati si porta avanti un’agenda di governo europea che non ha nulla a che fare con destra e sinistra, è quella e basta (fiscal compact, MES, riduzione dei diritti di chi lavora, eliminazione delle costituzione di ispirazione socialista ecc.) e il governo esegue. Basta vedere che flop sia stato Syriza in Grecia, avesse vinto anche Alba Dorata la Troika sarebbe lì ancora in pianta stabile perché un paese che non ha controllo della sua moneta è un paese schiavo del sistema bancario e di poteri sovranazionali.
Da quando siamo a sovranità zero è superfluo anche avere un ministro dell’economia, basta un funzionario della Troika a fare i conti (Saccomanni, Padoan, Grilli… che cambia?) e quello è quanto. Quando l’Italia uscirà dall’euro le cose cambieranno, ma prima di quel momento.
Tutto sommato ha fatto più cose per il popolo Berlusconi di tutti i governi di sinistra che di sinistra hanno solo la patente che gli danno le Tv e i giornali, è stata infatti la “sinistra” a svendere i diritti dei lavoratori (Biagi, Ichino, Teu) e a creare il precariato e a vendere i beni dello stato ai privati oltre a regalare alla finanza la nostra moneta (Draghi, Prodi, Andreatta e oggi Renzi tanto per citarne alcuni). Il PD fa retorica di sinistra ma porta avanti riforme degne di Milton Friedman in campo economico, oltre ad essere il partito delle banche e delle assicurazioni. Quindi che senso ha ancora parlare di queste categorie? Nessuno, oggi come oggi sono solo bandierine da sventolare