M5s: crolla o “tiene”?! Come si leggono i sondaggi.

Puntualissimi arrivano i sondaggi sul dopo crisi romana del M5s: c’è chi registra una flessione dl 4% sui sondaggi precedenti e chi del 2% ma un po’ tutti confermano una forza oltre il 25% delle scorse elezioni  che affianca, se non supera il Pd.
Poco attenti a questi due aspetti, molti esponenti del Pd e molti giornalisti di regime si stanno precipitando a vaticinare la crisi del M5s che, se ha perso 2 punti in una settimana, se prosegue così, si estingue in una decina di settimane (vi piacerebbe eh?!). Il fatto è che i sondaggi bisogna saperli leggere.

La sciamo da parte le solite polemiche sull’affidabilità dei sondaggi che, salvo eccezioni come le ultime amministrative, da un decennio le stanno bucando tutte e lasciamo da parte anche la diversa propensione degli elettori dei vari partiti a dichiarare il proprio voto. Di questo abbiamo già detto e diremo ancora; qui concentriamoci su un solo punto: come interpretare fluttuazioni di questo tipo?

Partiamo da una considerazione generale: possiamo distinguere tre diverse fasce in cui si divide l’elettorato, quello di fedeltà, quello consolidato e quello di faglia.

Quello di fedeltà è l’elettorato legato ad un partito da ragioni ideologiche (ad esempio l’iscritto ad un partito), di interesse privato (ad esempio, il funzionario di un partito, un imprenditore particolarmente legato ad un particolare gruppo e relativi familiari, amici e clienti) difficilmente si sposteranno da una espressione di voto assai radicata. Nella Prima Repubblica, questa era forse la zolla più consistente ed, infatti, gli spostamenti elettorali erano molto contenuti, perché prevaleva nettamente il voto di fedeltà sulle altre fasce. Ed è significativo che il partito che gode della dote maggiore di questo tipo di elettorato sia il Pd che, ancora, gode della rendita dell’elettorato ideologico del vecchio Pci e che ha una consistentissima base di amministratori locali, funzionari dell’associazionismo collaterale, consulenti, imprenditori amici ed altro tipo di elettorato di interesse.

L’elettorato consolidato che si basa su un seguito di opinione stabilizzato, anche se più aggredibile di quello di fedeltà. Questo elettorato è più motivato politicamente che ideologicamente e su valutazioni di interessi di gruppo, piuttosto che personali, e si orienta su una visione della situazione che riproduce sé stessa ; ad esempio, sono un metalmeccanico degli anni settanta, penso che il Pci sia il partito che si contrapporne agli imprenditori, lo vedo sempre schierato a fianco delle mie rivendicazioni per cui quello è il mio partito e, se viene attaccato è perché rappresenta gli interessi della gente come me e quindi respingo come propaganda gli attacchi, giusto o no, che gli vengono rivolti . Magari poi il Pci, negli anni della solidarietà nazionale, inizia a non essere più così schierato a favore delle rivendicazioni del lavoratori e fa troppe concessioni all’avversario, poi si indebolisce e non è più efficace come un tempo nella difesa degli interessi del lavoro dipendente.

Ovviamente, in questo caso, questa fascia di  elettorato andrà logorandosi, ma, appunto, in un periodo non breve, perché, nei primi tempi tenderà ad una certa indulgenza nei confronti del suo partito di riferimento, proprio perché convinto di una visione del mondo che tenderà a confermare sino a quando l’evidenza si farà troppo forte per essere ignorata. Dunque una fascia erodibile in caso di errori ed insuccessi, ma con una certa lentezza.

Infine l’elettorato di faglia: quello più mobile, di solito indeciso fra due o più partiti,  ed è l’elettorato più emotivo ed influenzabile dagli eventi occasionali. Dal 1979 al 1983 il Pci era entrato in un ciclo discendente, poi, nel 1984, con le drammatiche circostanze della morte di Enrico Berlinguer, a 10 giorni dal voto, produssero un ritorno di fiamma del voto comunista che tornò al 33,5%, con un balzo di quasi 4 punti sulle politiche dell’anno prima. Dopo di che, nelle  regionali del 1985, il trend tornò fortemente negativo ed il Pci precipitò al di sotto del risultato del 1983.

Questo perché queste sono fluttuazioni di breve periodo e facilmente reversibili man mano che sopraggiungono altri eventi. Ovviamente, qualcosa della fluttuazione precedente resta sempre, ma quello che conta è la tendenza di periodo. Facciamo un esempio di carattere medico: se un diabetico mangia due fette di Saint Honorè la sera prima di fare le analisi del sangue, il giorno dopo troverà una glicemia alle stelle, mentre, se fa le analisi dopo tre giorni di dieta ferrea, il risultato sarà eccellente. Entrambi però ingannevoli. Quello che il medico andrà a vedere sarà piuttosto il risultato dell’emoglobina glicata che registra la tendenza di un trimestre almeno e che non si sposta con tre giorni di dieta.

Per quanto riguarda il M5s,  abbiamo andamenti perfettamente conformi a queste tendenze: il grande successo del 2013 fu “gonfiato” da due avvenimenti occasionali: lo scandalo Monte dei Paschi, che investì il Pd venti giorni prima del voto, e le dimissioni del Papa che sommersero giornali e Tv, togliendo gli strumenti di propaganda a Pd e Berlusconi. Il risultato deludente delle europee 2014 fu prodotto anche dallo sgonfiamento di quei fattori e dal contemporaneo comparire sulla scena della “novità” Renzi.

Dunque, l’attuale flessione si spiega con le vicende romane, ma, salvo il proseguire di eventi sfavorevoli, è destinata ad essere riassorbita.

Il M5s ha una limitatissima base di elettorato di fedeltà o di appartenenza, ha una fascia di elettorato di faglia non piccola, ma ormai ha una fascia  consistente di elettorato consolidato che è da mettere in relazione a quel che accade in Europa ed Usa in questi ultimissimi anni e che, a torto, viene interpretato come voto di protesta: ormai siamo al voto di rivolta.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (17)

  • Rimanendo in tema rimane l’attesa circa la possibilità che qualche movimento benefattore diffonda una guida alla lettura dei sondaggi o anche un progetto di miglioramento circa i requisiti tecnici richiesti per legge e di accessibilità.

    Le solite polemiche le si lasci pure ai cialtroni.

    • Tenerone Dolcissimo

      “una renzata al dì leva il governo al pd.”

      Magari fosse così.
      Cmq spero di essere io a sbagliare e pagarti da bere per brindare alle defenestrazione del PD

      • Bisogna vedere sul lungo e medio tempo.
        La citta di Roma è Roma e la stampa sta gonfiando fin troppo la Raggi: alla fine inevitabilmente si sgonfierà.

  • Professore, buon giorno!
    Grazie per l’analisi, utile a capire anche cosa succede in quel buco nero a sinistra del PD. Rifondazione, che aveva un importante zoccolo duro nell’elettorato di fedeltà e in quello consolidato, acquisì consensi importanti “di faglia” che gli consentirono di avere quasi il 10%, ma non pensò minimamente a “consolidarli”, senza rendersi neppure conto che i primi due elettori, nel frattempo, o avevano lasciato questa valle di lacrime, o avevano semplicemente lasciato il partito. Risultato: l’attuale stato di polverizzazione che rende, la ripetizione di questo esercizio sulle percentuali attuali, un complicato numero di acrobazia fra zeri virgola e zeri virgola.
    Mi sento di dire che i piddini attingano molto, specialmente dalle mie parti, al patrimonio “fedeltà” più “consolidato” ereditato dalla ex-sinistra DC, quel cattolicesimo sociale che parte dall’AGESCI e da parte dell’AC e arriva fino a buona parte delle ACLI. Quel cattolicesimo sociale antiberlusconiano che, una volta crollata Rifondazione, non ha avuto dubbi su dove stare o, eventualmente, confluire.
    Infine, mi chiedo e ti chiedo se lo stesso discorso possa essere applicato, non come puro esercizio teorico, ma come base per una possibile strategia di ricostruzione della sinistra antagonista (la speranza è sempre l’ultima a morire…), anche sul maggior “partito” italiano: quello del non-voto. A fianco provo a fare un mio abbozzo di “pronostico”:
    – Un non-voto di fedeltà, rappresentato da colui che, tanto tempo fa, ha usato la scheda per accendere il fuoco; pochi, un 5-10% sul totale degli aventi diritto.
    – Un non-voto consolidato, rappresentato da quello che è da un decennio che non vota, ma che, CHISSA’… SE LE COSE CAMBIASSERO… ALLORA FORSE…; molti, anche un 15-20%. Arriviamo quindi, di converso, a quel 70-75% della percentuale votanti cui mi ero abituato.
    – Un non-voto di faglia, rappresentato da chi ha appena intrapreso la nobile arte del qualunquismo antisociale, magari non ha neppure mai votato, non sa cosa sia un movimento, un partito, un sindacato, pensa che votare sia mettere un “mi piace” con quel pezzo di plastica che ha sempre davanti agli occhi, che gli dice anche dove stanno i pokemon e le ragazze libere nella balera dove è appena entrato, ma che di certe cose, “stranamente”, non parla; 20-25% in costante, emorragico aumento.
    Se quanto appena scritto ha un minimo di fondamento, io punterei a trasformare il non-voto consolidato in voto consolidato per me, da un lato, e a cercare gli strumenti idonei per intercettare, attirare, e trasformare qualitativamente il non-voto di faglia.
    Del resto, più di settant’anni fa, in un altro emisfero, un tale di nome Mao Zedong non andò forse a ripescare non la critica al programma di Gotha, che conosceva per sentito dire, ma una parabola dal Liezi (列子), che si chiamava “Yu Gong sposta le montagne” (愚公移山): un vecchio, caparbiamente, cerca col suo zappetto di buttar giù due montagne (che Mao identifica con l’imperialismo e il feudalesimo); tutti lo deridono, e lui replica che se non le tirerà giù lui saranno i suoi figli, i suoi nipoti, i suoi pronipoti a farlo. Tale discorso “commuove Dio” (gandong shangdi 感动上帝) il quale manda due emissari di notte a spostare le montagne. Dio, spiega Mao, altro non è che “la totalità delle masse cinesi” (quan zhongguo de renmin dazhong 全中国的人民大众). Questo brano, insieme a “servire il popolo” e “in memoria di Norman Bethune”, oltre a capeggiare nel cosiddetto Libretto rosso, costituiva con i suddetti un trittico fondamentale, da studiare, imparare a memoria e citare a ogni piè sospinto. Ancora oggi, col libretto degli assegni al posto di quello rosso, il partito al potere in Cina resta tuttavia molto attento a non perdere di vista certi indicatori sociali… più dei nostri “sondaggisti” di sicuro! 🙂
    Un caro saluto.
    Paolo

  • al di là del pastrocchio combinato dai 5* in quel di Roma, penso che, in questo caso, ci sia un’inversione dei fattori . ovvero, non si guardano i sondaggi per verificare il gradimento nei confronti di questo o quel partito/movimento. si usano, in malafede, i sondaggi per aggredire oltremodo una parte politica cercando di rendere trave il pelo. non so se sono stato chiaro, in tal caso chiedo venia.

    • Tenerone Dolcissimo

      ” si usano, in malafede, i sondaggi per aggredire oltremodo una parte politica cercando di rendere trave il pelo. ”
      ——————-
      BREXIT docet

    • «D’altra parte, ed è la terza proposta, vorrei ripetere qui l’invito che ho già rivolto due anni fa ai direttori responsabili delle testate giornalistiche di istituire, sulla falsariga di quanto avviene all’estero, la figura dello statistics editor, il quale supervisioni le citazioni di dati statistici. Sarebbe un contributo fondamentale al miglioramento della qualità del dibattito pubblico nel nostro paese, soprattutto vista la crescente popolarità del cosiddetto data journalism, fenomeno destinato a modificare in profondità la professione giornalistica (non a caso l’Istat ha avviato corsi in questo campo attraverso la sua Scuola superiore di Statistica e analisi sociali ed economiche).» — http://www.istat.it/it/files/2010/12/giovannini-Mulino.pdf

      Non è strano che un dibattito critico che tracima fino allo stereotipo non sembra trovi sponde politiche che vogliano cambiare l’esistente formalizzando -nelle sedi opportune- modi di migliorare la situazione?

      Circa la questione della penuria di informazioni u particolare spazio di interesse sarebbe la pubblicazione delle analisi dei flussi di votanti sul blog. Ad esempio dei trend che -se non erro- sei mantengono stabili (inspiegabilmente) rapportati all bacino “d’elezione”.

      Una simile condizione potrebbe essere anche generata nel caso la “quota di non iscritti” funga da tampone continuamente stabilizzando la “quota di iscritti non votanti”.

      La Internet prediction machine di Casaleggio comporta plausibilmente un approccio statistico (bigdata-mining) testabile in concreto.

      http://www.beppegrillo.it/2013/09/lintervento_di_casaleggio_a_cernobbio_video.html

  • Buon pomeriggio professore!
    come direbbero gli anglofoni… BREAKING NEWS, che segnalo solo perché attiene alla manipolazione della rete.
    Mi segnalano che quei bricconcelli di Sputnik news hanno pubblicato ieri l’evidenza di come Google manipolava le ricerche sulla candidata democratica alla Casa Bianca. Sembra tratto dai racconti di D’Amato.
    https://sputniknews.com/us/20160912/1045214398/google-clinton-manipulation-election.html
    Anche se ormai non mi sorprendo più di nulla, riesco sempre a rimanerci di stucco. E a essere preoccupato sempre più di come una rete intesa “acriticamente”, piloti non solo le opinioni attraverso i risultati dei motori di ricerca, ma attraverso algoritmi che associano automaticamente parole positive o negative, banner pubblicitari, e materiali di contorno. Ridateci i dischi di Elvis Presley all’incontrario… o almeno i sondaggi fuffa di Porta a porta, con B. che “mette la freccia”…
    Un caro saluto.
    Paolo

  • Off Topic.
    L’ambasciatore Usa ha fatto la pipì fuori dal vasino, invitando gli italiani a votare a favore di REnzi nel referendum.
    Ambasciatore, fatti i fatti tuoi. Non devi essere tu, che non hai nessun titolo, per dirmi cosa, come e chi e se votare.
    Sei la reincarnazione di Clare Boothe Luce?
    Cerca di essere più intelligente, perchè al prossimo passaggio parlamentare traballante i 5S potrebbero essere utili: questa si chiama idiozia politica a stelle e strisce.
    Se l’ambasciaore spara cacchiate senza coordinarsi col dipartimento di stato va licenziato, altrimenti bisogna apsettare il ricambio, nella speranza che ne mandino uno più intelligente. Quale cambile dovrà pagare Fenzi per un appoggio di quattro chiacchiere in libertà?
    Ambasciatore, vai a fare i cartoni, e ricordati che devi passare da tutti e non solo da quelli del PD, altrimenti il secondo piatto non lo mangi. Se ti telecomandano, sono fatti tuoi.
    Guardati i due campioni di candidati alla presidenza che hai in casa tua e poi ci facciamo quattro risate. Voglio vedere se un politico europeo dicesse agli americani come chi votare: olte atlantico partirebero proteste.
    Vai, vai .. vai ambasciatore che porta pena, tornate a casa e tenetevelo caro caro, perchè mostra di capire poco di Mediterraneo.
    Sveglia Barak !

    • ALLELUIA! ALLELUIA!
      E’ di oggi la notizia che tutta Wall Street è scesa in campo a fianco di Renzi per il “SI” al referendum.
      Gli argomenti sono i soliti: una vittoria del “NO”, sarebbe uno shock negativo per l’economia e il credito italiano, il rischio di turbolenze nei mercati, gravi conseguenze per l’Europa e naturalmente, ciliegina sulla torta, il prevedibile allargamento dello spread.
      Qualcuno paventa anche una invasione di locuste e una morìa del bestiame.
      Gli italiani sanno bene come e quanto si preoccupano a Wall Street del nostro bene; si regoleranno quindi di conseguenza al momento del voto.
      A ruota si fanno vivi anche da Londra: il Financial Times ammonisce anche sul pericolo che “si rafforzi il sentimento di indignazione anti-establishment“, già ben presente in Italia come dimostra “la popolarità crescente del MoVimento 5 Stelle”.
      In alto i cuori! Il Financial Times a suo tempo si era schierato anche contro la Brexit: sappiamo come è andata a finire, neppure i connazionali gli hanno dato credito.
      ALLELUIA, perciò! E’ di buon auspicio per la vittoria del “NO”.

  • I segreti commerciali e la libertà di espressione. La metodologia che sottende certi risultati (anche i sondaggi) richiederebbe trasparenza ma in alcuni ambiti diventa una “secret sauce”.

    Uno degli aspetti genericamente noti ha delle conseguenze non generalizzabili:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Bolla_di_filtraggio

    Altri possono costituire esempi di interferenza da terzi :
    https://it.wikipedia.org/wiki/Googlebombing

    Oppure testimoniano una azione “editoriale” per contrastare l’influsso di terzi:
    http://www.bbc.com/news/blogs-magazine-monitor-31131920

    Persino la censura risentiva della geolocazione ma giacché ogni ambito è affinato dalla “ricetta segreta” anche l’ordinamento dei risultati è personalizzato sulla base di simili fattori. http://marketingland.com/google-censorship-mythbusted-132106

    La prospettiva di un intervento editoriale per rispettare dei criteri di equità fu abbandonata anni orsono:
    https://en.wikipedia.org/wiki/Equal-time_rule
    https://en.wikipedia.org/wiki/Fairness_Doctrine

    Anche facebook si è interessata di temi affini con ricerche più o meno controverse.
    http://www.pnas.org/content/111/24/8788.full
    http://www.adweek.com/socialtimes/facebook-encourage-vote-election/407147

    Recentemente sembra abbia inteso non avvalersi unicamente di algoritmi in luogo di un team editoriale (che scartasse le bufale)
    http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/internet_social/2016/08/30/fb-trending-topics-algoritmo-sbaglia_2b3d0b4f-5f2a-452e-a37d-154603a2baf4.html
    http://psi.sagepub.com/content/13/3/106.abstract

    In italia il maggior canale di informazione è la TV (fonte istat):
    https://www.aeaweb.org/articles?id=10.1257/pol.20130318
    http://qje.oxfordjournals.org/content/118/3/909.abstract

    NB: La produzione su tali temi dimostra che ci sia molta attenzione, abbastanza da auspicare la necessità di non lasciare che ciò avvenga “a nostra insaputa” ma che ci si assicuri anche che una proposta politica si volga a contribuire soluzioni (sensate e sensibili) anche per tali aspetti.

    PS: Su sputnik da una organizzazione che riceve finanziamenti anche dal dipartimento della difesa USA: http://cepa.org/sputnik-propaganda-in-orbit

  • Io non sono neanche così sicuro che l’elettorato di fedeltà dei 5S sia esiguo; forse 5s è l’unico partito ideologico rimasto, si definisce per certi versi etnograficamente come un culto, hai voglia a sperare che frani, il nucleo credo sia ormai grande, di chi ha radicalizzato l’isteria anticasta in un sistema di credenze e pratiche

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