Solidarietà a Saverio Ferrari ed allo studente di Barletta pestato dai fascisti.

Saverio Ferrari, della cui amicizia mi onoro, ha denunciato pubblicamente una aggressione che si sta preparando in suo danno: un gruppo di estrema destra starebbe cercando di reclutare degli immigrati per simulare una rapina e pestarlo o forse peggio.

A scopo cautelativo, Ferrari ha denunciato il fatto  precisando di aver lasciato una lettera con nomi e cognomi a persone sicure, da aprirsi in caso di necessità.

Saverio Ferrari svolge da oltre 25 anni una attento lavoro di analisi sul mondo dell’estrema destra per il quale è stato spesso minacciato e, in alcuni casi, effettivamente aggredito, senza per questo interrompere la sua attività, per cui non è tipo da allarmarsi per poco. Se ha preso queste misure vuol dire che sa molto più di quel che dice.

Negli stessi giorni è accaduto un fattaccio a Barletta, dove, al termine di una manifestazione della Unione degli Studenti contro la riforma renziana della scuola, un manifestante restato solo, un ragazzo di 16 anni è stato aggredito e pestato da aderenti ad una organizzazione giovanile fascista.

Ovviamente esprimo la mia piena solidarietà tanto al giovane barlettano quanto a Saverio Ferrari, ma colgo l’occasione per fare un discorso un po’ più generale. Negli ultimi temi (diciamo da almeno due tre anni, sono capitati episodi del genere con qualche frequenza. Cosa vuol dire? C’è uno squadrismo risorgente? Si profila un pericolo fascista? Assolutamente no, il fascismo è morto, sepolto e fuori dalla storia. Questo non vuol dire che la cosa vada presa sotto gamba, anzi si tratta di una cosa pericolosa da prendere sul serio anche se, più che sul piano politico, sul piano criminale pure o semplice.

Mi spiego meglio. Il mondo della criminalità organizzata è sempre stato contiguo a quello della destra estrema da cui ha spesso tratto i suoi avvocati difensori. Questo era vero già negli anni sessanta e settanta, poi fra la fine degli ottanta ed i primi del duemila il fenomeno, senza sparire del tutto, diventò più rarefatto. Ora il fenomeno risorge e con caratteristiche ancora più pericolose. C’è una integrazione piena e forte fra settori della destra “militante” a coloritura neo nazista e la N’drangheta (in particolare in Lombardia), la “nuova” Magliana (a Roma), ecc. E mi pare che Mafia Capitale lo dimostri abbondantemente. Dunque, alla fine potremmo anche liquidare la cosa come un affare criminale punto e basta, senza scomodare la politica, ma le cose non sono così semplici, perché i gruppi neo nazisti e neo fascisti portano in dote alla malavita un prezioso canale con il mondo della politica. La cosa ha una sua spiegazione: la politica, ormai, è in mano a partiti di cartone che non hanno alcuna base sociale, alcuna base militante. Per cui, se hanno bisogno di fare panchetti per la raccolta di firme, diffondere volantini, affiggere manifesti, procurarsi un servizio d’ordine per il comizio di qualche esponente nazionale, devono reclutare mercenari che lo facciano per loro. E la destra giovanile militante offe materiale umano in grado di farlo, di portare il mondo delle curve da stadio, qualche modesto pacchetto di voti ecc. Basti leggere le cronache di Mafia Capitale per capire il ruolo di diversi di questi gruppi nella vittoria di Alemanno. Fra i clienti di questi gruppi non è difficile trovare un parlamentare di Forza Italia o un consigliere regionale di FdI, un esponente di rilievo della Lega, ma non manca anche qualche personaggio di Scelta Civica o persino del Pd.

Il tutto in una maleodorante melma di esponenti politici, neo fascisti, criminali comuni e (perché no?) qualche uomo degli apparati dello Stato, con un fitto scambio di favori che mescola tangenti, riciclaggio di denaro, traffici malavitosi, intrighi politici eccetera.

Allora il problema non è quello di una nuova marcia su Roma che è fuori dalla realtà, ma quello di un particolare intreccio criminale che infetta la politica più di quanto già non accada. E questa è una cosa della quale è giusto preoccuparsi ed iniziare a puntare i riflettori.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (12)

  • E’ allo storico che intendo replicare.Che ci sia qualche collusione tra estrema destra e criminalità comune è innegabile. Ma questo avviene anche a sinistra. Anzi se vogliamo fare la storia dell’antifascismo colluso con la mafia, basterà ricordare lo sbarco statunitense in Sicilia nel 1943, avvenuto dopo la liberazione di Lucky Luciano tirato fuori dalla galera, dal presidente Roosvelt, che attivò i contatti tra la mafia della Trinacria e quella USA, per “liberare” l’Italia dal regime del prefetto Mori.Da sempre a sinistra si è vissuto il mito del bandito come vendicatore sociale che ruba ai ricchi per dare ai poveri.Ricorderò le rapine fatte da il giovane Stalin per finanziare i bolscevichi; ricorderò Pietro Cavallero, ex partigiano capo della banda omonima, che effettuava degli espropri proletari in banca, anticipando i bei tempi del 68 .Ricordo i compagni di Riccardo d’Este il cui motto era:”furto,rapina, la rivoluzione si avvicina”. Mi fermo qui per non essere noioso.La sua professore è una caduta di stile imperdonabile per uno storico professionale.Una gaffe che non riesco a spiegarmi, se non con una riverniciata di sinistrismo di maniera,becero e fuori dal tempo attuale. Roba da trogloditi, da cavernicoli, merce avariata e scaduta buona per la pattumiera della cronaca nera e non della storia.

    • Che ci siano collusioni anche a sinistra non mi sembra possa legittimare quelle a destra. Del resto Germani se legge bene l’articolo noterà che chi lo ha scritto ha come di consueto un quadro generale della politica molto chiaro e molto lucido.

    • La vulgata su Lucky Luciano è quasi interamente una leggenda metropolitana. Fu liberato nel 46 (dopo lo sbarco, non prima), avendo ottenuto la grazia dal Governatore dello Stato di New York per i servizi resi, e se ne andò a Napoli, e poi successivamente in Sicilia.
      I contatti tra Cosa Nostra e mafia siciliana durante il fascismo erano pochi o nulli, proprio grazie al Prefetto Mori, dato che gran parte dell’organizzazione mafiosa siciliana era “in sonno”.
      Luciano aveva già collaborato con l’OSS rivelando retroscena per un paio di attentati a navi di Paesi “alleati” alla fonda nel Porto di New York (operazione Underworld).
      L’OSS chiese a Luciano un elenco di persone in Sicilia che fossero assieme influenti, non fasciste né comuniste. Richiesta ovvia, dato che elenchi di maestrine d’asilo non avrebbero avuto una grande utilità, vista la situazione. Che in gran parte fossero mafiosi “in sonno” era del tutto ovvio e inevitabile, dati i requisiti. Al di là di questo, non c’è niente di provato. La Marina USA si servì di un noto mafioso ma non certo per “liberare la Sicilia dal Prefetto Mori”. In Italia c’era il fascismo, ormai completamente egemonizzato dal nazismo, non il Prefetto Mori, e nel mondo la seconda guerra mondiale.

      • La faziosità o peggio l’ignoranza storica in questo caso è palese. Allora ricorderò che la Commissione d’inchiesta del parlamento italiano sulla mafia, del 4 febbraio 1976, stabilì che gli americani avevano preso numerosi contatti con emissari mafiosi siculi, per preparare lo sbarco. Uno dei più attivi fu il boss mafioso di New York l’ ebreo Mayer Lansky, che incaricò il proprio avvocato Moses Polakoff, di attivare in tal senso Lucky Luciano di “Cosa Nostra”. Egli prese contatto con il capo della mafia siciliana don Calogero Vizzini di Villalba,che d’accordo con un altro boss mafioso don Giuseppe Genco Russo di Mussomeli si mobilitarono a favore dei “liberatori” . Nel dopo guerra il capo della polizia italiana Angelo Vicari, ammise che oltre seicento mafiosi al confino di polizia furono preventivamente liberati a tale scopo.Questi furono gli agganci che prepararono lo sbarco dei “liberatori” in Sicilia, contrastati dalla divisione tedesca Hermann Goering.e dai reparti italiani. Poi il governo dell’italo americano Charles Poletti nominò sindaci i due boss mafiosi in segno di riconoscimento.In seguito fu premiato anche Lucky Luciano liberandolo dalla galera per meriti antifascisti.Dio acceca chi vuol perdere.

  • Esprimo solidarietà. Non mi sorprende che si progetti di affidare a degli immigrati un pestaggio politico mascherato da rapina. Gli immigrati sono una nuova comoda risorsa – che va ad aggiungersi a quella data dai miserabili autoctoni – per le attività di certi uffici non distanti dall’ufficio permessi di soggiorno e per altri benemeriti presidi di legalità.

  • @Maffei
    “dell’antifascismo colluso con la mafia, basterà ricordare lo sbarco statunitense in Sicilia nel 1943”. Errore. In Sicilia non sbarcarono gli armati del CLN, ma Americani, Inglesi e Canadesi, come lei stesso ammette. E’ un errore di logica. A = A, diverso da B.
    Esprimo solidarietà a Ferrari.

  • @Gaz, chiedo venia, ma non riesco a capire la sua sottile distinzione,tra antifascisti e angloamericani, compresi gli afroamericani incorporati nell’esercito USA e i canadesi.Dimenticando che seguirono pure francesi, polacchi,australiani,marocchini stupratori, brasiliani.La logica vuole che chi combatte lo stesso nemico, militi nello stesso fronte.Comunque i mafiosi siculi in supporta dei complici italo americani incorporati nell’esercito USA, erano già stati attivati; questo è quanto riferì in Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia l’ autorevole capo della polizia Angelo Vicari nel dopoguerra.Vicari faceva parte della segreteria del suo predecessore capo della polizia (già passata all’antifascismo) Carmine Senise, che in previsione dello sbarco dei “liberatori” aveva “liberato” seicento mafiosi dal confino di polizia. In conclusione tra tanti stranieri furono i caduti germanici della Divisione Hermann Goering, a morire per la nostra libertà e combattere la mafia.

  • @Maffei. Le ricordo che quando il prefetto Mori tocco i colletti governativi fasci, fu promosso e allontanato, giusto per non dimenticare che Mussolini lasciava correre il malcostume amministrativo, per usare un eufemismo.
    Nel nord Italia c’erano i partigiani di diverse formazioni che combattevano contro i fascisti e l’invasore tedesco. L’Italia di Mussolini e sciaboletta aveva dichiarato guerra agli Usa e non il contrario.
    Quanto alle soldataglie franco marocchine algerine per quel che fecero verso la popolazione civile inerme e incolpevole, dopo Montecassino, non esito un attimo a dire che si trattò di criminali comuni di cui la francia e i francesi dovrebbero vergognarsi a capo chino.
    Perchè non spende una parola sul sedicenne pestato a Barletta?

  • senza offesa, ma ora non ricordo se Saverio ferrari fosse stato coinvolto nel processo per l’assalto al bar di porto di classe a Milano o nel processo ramelli o entrambi e ne ignoro anche l’esito. ma, ove così fosse, non c’è da meravigliarsi che estremisti di destra lo tengano nel mirino. il che non li giustifica affatto e bene ha fatto Ferrari a denunciare preventivamente quanto si sta architettando a suo danno : oltretutto in modo da far credere ad una rapina o ad una aggressione da parte di immigrati. che poi è sempre stata una firma degli estremisti di destra : far ricadere la colpa su altri (anarchici, rossi ecc.). sarebbe bene che chi, in passato ha teorizzato e/o praticato la violenza come strumento di lotta politica spiegasse alle nuove generazioni come smettere o, meglio ancora, come non iniziare neppure.

  • Pur non essendo di idee così limitrofi al prof. ne apprezzo la serietà storica anche se come lui stesso ammette non sempre libera da personali tendenze politiche. Nonostante le mie idee mi trovo pienamente d’accordo con l’articolo e mi preme fare una precisazione a proposito del grande prefetto Mori.
    Egli non fu soppiantato dagli anglo americani sbarcati in Sicilia, ma fu trasferito come nella peggiore tradizione della politica italica di tutti i tempi dallo stesso regime fascista cui il prefetto, peraltro sembra non avesse mai aderito appieno…o almeno nei limiti che gli per mettessero di svolgere svolgere il proprio lavoro.
    Sembra infatti che quando le sue indagini sulla mafia siciliana lo portarono (come poi si continuerà a ripetere nella bieca storia d’Italia) ai legami fra Sicilia e Roma, o per dirla in italico linguaggio fra mafia e partito nazionale fascista, fu invitato a trasferirsi a Udine dove morì ahimè dimenticato anche dai migliori antifascisti nel dopoguerra (questo perché i biechi personaggi ci sono in tutte le fazioni purtroppo).
    Mi sembrava giusto portare questo piccolo contributo.
    Ciao prof.

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