Perché la sinistra non può votare per la Le Pen.

Una domanda che capita spesso di ricevere in questi giorni è: “Ma perché Melenchon , che è contro l’Euro, non vota per la Le Pen che è è pure contro l’Euro e la Ue? In fondo quello della Le Pen è un fascismo all’acqua di rose e non c’è il rischio di un regime totalitario. Senza calcolare che il fascismo più vero è dello della dittatura liberista”. Vorrei motivare il perché la posizione più corretta in questa situazione è l’astensione, sia perché i due candidati sono ugualmente avversari (e non c’è motivo di ritenere preferibile la Le Pen, sia perché Macron ce la farà senza sforzo e dunque non c’è motivo di votare per evitare la vittoria della Le Pen.

Entriamo nel merito: trascurerò le ragioni ideologiche della pregiudiziale antifascista (che pure ha un valore non trascurabile) e mi concentrerò su quelle puramente politiche.

In primo luogo c’è da dire che essere contro l’Euro non basta a fare una convergenza: la questione dell’Euro è certamente centrale in questo momento, ma non è l’unica che si pone. Esistono molti altri campi di scontro (dalla questione dell’immigrazione a quella dei diritti civili, dalla politica estera al potere nei luoghi di lavoro eccetera) su cui le posizioni della sinistra e quelle del Fn non sono collimanti o sono irrimediabilmente in conflitto perché ci sono due concezioni antagonistiche della società.

Ad esempio, i fascisti non sono mai stati contro il capitalismo ed anche la Le Pen, che parla di sovranità nazionale ecc, in merito non ha proposte contro l’ipercapitalismo finanziario o la proprietà privata dei mezzi di produzione. A lei interessa che la “Francia sia dei francesi”, ma gli equilibri di potere interni alla Francia resterebbero quelli di un sistema capitalista. Questa non è una questione che riguarda un lontano futuro protetto dalla nebbia dell’ideologia, ma qualcosa che ha ricadute nel presente.

Altro esempio, come usciamo dalla crisi? D’accordo con il superamento dell’Euro, ma mica questo può bastare. Che ne facciamo del sistema finanziario, delle abissali diseguaglianze retributive, del potere dei manager? Tutte cose su cui la Le Pen dice poco e nulla, dando per scontato che le cose restino così come sono. Non a caso Melenchon ha fatto proposte fiscali e legislative in materia forse ingenue, ma che ponevano queste questioni sul tappeto.

Quanto poi alla questione monetaria, posso vantare una antichissima militanza antieuro (il mio promo articolo contro di esso, su “Liberazione” fu del 1995, quando era ancora in fase di discussione e preparazione), dunque non ho dubbi che sia stato uno “sciocco esperimento” (come lo chiamarono gli americani) oggi apertamente fallito. Il problema è come ne usciamo e non è scritto da nessuna parte che l’alternativa secca sia fra il “monetone” europeo e il ritorno alle più piccole monete nazionali. Ci sono molte diverse alternative: circolazione doppia, monete comuni ad economie più omogenee di quelle di tutta la Ue, monete locali, monete nazionali ma collegate da una moneta-unità di conto in rapporto di parità flessibile, più o meno come era con lo Sme, eccetera) senza contare che va riproposta la questione della demetallizzazione che ha portato all’’attuale sistema della fiat money che è alla base dell’attuale iper capitalismo finanziario.

La destra pensa ad un puro e semplice ritorno al passato di monete nazionali ed in un quadro generale di grettissimo nazionalismo che non è e non può essere l’orizzonte della sinistra che deve restare quello internazionalista. E questo si riflette anche sulla questione della globalizzazione che la sinistra critica per il suo attuale formato neo liberista ma non in nome del nazionalismo. Le opzioni non sono due ma tre: il cosmopolitismo neo liberista, l’internazionalismo della sinistra ed il nazionalismo della destra (chiarirò meglio in un prossimo articolo la differenza fra cosmopolitismo ed internazionalismo).

Dunque, la sinistra già oggi ha un orizzonte diverso tanto dalla destra fascista o nazionalista quanto da quello della destra cosmopolita e liberista (a proposito: il liberismo non è fascista e non perché manchi di vocazione autoritaria, ma perché è un sistema di dominio diverso, basato su altri meccanismo di coercizione. E’ sempre un errore non distinguere fra gli avversari, ma anche su questo tornerò). La sinistra (sia italiana che europea e, direi, mondiale), su questo terreno, ha accumulato uno spaventoso ritardo di analisi e proposta che deve colmare, ma non può e non deve appiattirsi sull’opposizione di destra e nazionalista. Si può anche votare con la destra in un referendum specifico, come è stato il 4 dicembre scorso, ma eleggere un Presidente con mandato politico pieno e generalizzato è cosa ben diversa.

Sarebbe un clamoroso suicidio politico della sinistra che deve restare con la sua proposta distinta e distinguibile senza cedere alle brutali semplificazioni mediatiche. Sarebbe un favore non solo alla destra, ma anche agli euro-liberisti che, appunto, hanno tutto l’interesse ad appiattire il dibattito a due. Rimuovendo una scomoda opposizione di sinistra. Per di più, nel caso specifico, se anche tutti, ma proprio tutti, gli elettori di Melenchon votassero la Le Pen, non basterebbero e Macron sarebbe lo stesso eletto, per cui sarebbe solo un gratuito sputtanamento senza alcun guadagno.

Peraltro una simile scelta (frutto di una straordinaria miopia tattica) avrebbe due effetti politici disastrosi: in primo luogo comprometterebbe la battaglia per le legislative, tirando la volata al Fn e ridando fiato ai socialisti che invece devono sparire dalla faccia della terra. Sul piano europeo sarebbe un disastro anche peggiore, dando fiato a tutte le destre nazionaliste dall’Ukip ai Veri finlandesi, dagli austriaci agli olandesi e per converso, consegnando a nazionalisti e fascisti la bandiera di unica opposizione antisistema. Ma siamo matti? E per di più in una Europa in cui c’è già un caso ripugnante come quello ungherese, per non dire del pericolo Alba Dorata. E qui tornano gli insegnamenti della storia e la pregiudiziale antifascista che, come dicevo prima, mantiene una sua validità: sdoganare il fascismo anche più blando ed annacquato, significa aprire la porta agli altri.

Come dicevo ad un interventore di questo blog, la Le Pen somiglia ad Hitler come un gatto selvatico a una tigre, sono che dopo il gatto selvatico viene una lince, poi dietro la lince viene la pantera, poi… Quando la sinistra fa pasticci come quelli dei fronti popolari fa disastri, ma quando fa pasticci “tattici” come l’appoggio ai fascisti contro liberali e capitalisti vari (vedi Germania 1930) fa catastrofi storiche; stiamo attenti.

E questo fa anche capire perché il M5s, con tutti i suoi limiti che non nego ed ho sempre criticato, svolga una funziona positiva essendo un fenomeno unico in Europa che trattiene la protesta su un terreno democratico. Ringraziate Iddio che esiste e che qui non abbiamo il Fn o Alba dorata.

E questo pezzo mi sembra il migliore omaggio che posso fare al 25 aprile: una data che mi ha sempre detto qualcosa.

Aldo Giannuli

25 aprile, aldo giannuli, anti fascismo, fascismo, le pen, liberismo, melenchon


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (50)

  • A mio parere il vero suicidio per la sinistra francese sarebbe cadere nella trappola dell’ Union Sacrée appoggiando il candidato dell’oligarchia finanziaria Macron. Non si va a portare acqua all’elite responsabile del naufragio economico e sociale dei paesi della zona euro, neanche con la pistola alla tempia. Non credo che Melenchon sarà così fesso – al contrario dei suoi ammiratori italioti a là Fassina, e lascerà la scelta al giudizio dei suoi elettori.
    Mi stupisce inoltre che lei consideri il ritorno alle monete nazionali come una scelta passatista indice di un gretto nazionalismo. Quale stato non del tutto privato di una sua politica economica non ha la sua moneta? La gestione della moneta da parte delle assemblee elettive è uno dei presupposti della sovranità popolare. Circolazione doppia, monete comuni, ecc.. ecc.. sono solo delle formule astruse per esorcizzare l’unica scelta compatibile con la democrazia costituzionale italiana: il ritorno della gestione monetaria sotto il controllo del parlamento nazionale.

      • Gentile Professore, apprezzo il Suo sostenere l’astensione e Mélenchon forse farà così, lasciando di fatto liberi i suoi elettori.
        Però mi permetta di obbiettare alla Sua frase “Quando la sinistra fa pasticci come quelli dei fronti popolari fa disastri, ma quando fa pasticci “tattici” come l’appoggio ai fascisti contro liberali e capitalisti vari (vedi Germania 1930) fa catastrofi storiche; stiamo attenti.”
        Innanzitutto all’epoca non si chiamavano “fascisti”, ma “nazionalsocialisti”, dunque la supposta era ben oleata, dato che si parlava ancora di debiti di guerra da pagare (nazional-) e di disoccupazione oltre il 25% (-socialisti). L’olio però lo aveva preparato nel 1930 un tal massone, il cancelliere Heinrich Brüning, con le sue politiche alla Mario Monti, che poi guarda caso vinse una bella cattedra ad Harvard, dove visse dal ’53 al ’70. Ciò Le dice nulla? A me molto: i grandi “liberali e capitalisti” non sono “vari”, ma vanno tutti tendenzialmente sempre dalla parte dove si batte moneta internazionale, cioè quella che continua a valere anche se il proprio Paese dovesse andare a rotoli, dunque gente che “ha in odio i vicini di casa”. Chi invece, pur possedendo i mezzi di produzione, ha più a cuore i propri operai dell’eventuale gruzzolo in dollari accantonato in caso fallisca la sua azienda, NON MERITA ASSOLUTAMENTE di essere assimilato con i primi.
        Pertanto la distinzione in tre blocchi “cosmopolitismo neo liberista, internazionalismo della sinistra e nazionalismo della destra” mi sembra troppo generica e fuorviante, cioè non corrispondente alla realtà economica e politica.
        Infatti il secondo blocco andrebbe analizzato caso per caso (per esempio, gli ebrei bolscevichi erano molto internazionali, tant’è che odiarono i kulaki russi al punto da ammazzarne a bizzeffe senza una ragione che non fosse dettata segretamente dagli anglosassoni per mettere in ginocchio, anche dal punto di vista alimentare, un Paese che si era messo in testa di commerciare in modo autonomo).
        Come pure il terzo (in Ungheria bisognerebbe farci un viaggetto per vedere come neanche Soros riesce più a formare ideologicamente la classe dei suoi servi con la sua “libera” università).
        Certo sul fuoco la mano non si mette mai, ma, torno a dire, se un Jacques Sapir si permette di riempire un vuoto di politica economica nello staff del FN, potrebbe darsi che abbia ragioni per credere che Marine non sia mai andata, neanche segretamente, a prendere ordini dai lor signori d’oltremare. Mi risulta invece che ella sia andata a Mosca.

        • Mi risulta invece che ella sia andata a Mosca.
          —-
          già….
          Le Banche non gli danno sghei per finanziarsi…ed è andata a Mosca. Negli Stati Uniti direbbero che è Le Pen è un “agente dei russi ” e chiederebbero l’impeachment ;-)))

          ma che tempi scemi e confusi stiamo vivendo…non so se c’è da ridere o piangere o tutte e due le cose insieme.

      • La vita è come la pallacanestro: non esistono pareggi.
        Non importa il colore del gatto: è importante che prenda il topo. E in Francia, la scelta è talmente chiara che proletari e sottoproletari l’hanno già capito. Figuriamoci in Italia, dove la scelta è tutt’altro che semplice.

      • @Valerio.
        Il permaloso e narcisista Bill Coyte si è offeso per non essere stato inserito tra i numi tutelari di questo strumento.
        Vada che non riesce ad acchiappare Beep beep, ma che non ci prenda neppure qui, è da campione degli sfigati !!

  • Buongiorno professore!
    “La sinistra (sia italiana che europea e, direi, mondiale), su questo terreno, ha accumulato uno spaventoso ritardo di analisi e proposta che deve colmare, ma non può e non deve appiattirsi sull’opposizione di destra e nazionalista”: parole sacrosante. Astenersi non vuol dire fregarsene, ma vuol dire che il poco tempo a disposizione deve essere impiegato per recuperare questo ritardo a dir poco mostruoso. Senza salire sul carro del vincitore o realizzare l’ennesimo atto di trasformismo, perdendo ulteriore tempo e credibilità. I partigiani fecero il terribile inverno del ’44 nascosti nei fienili e nelle baite, crepando di freddo e di soffiate traditrici. Ma credevano in qualcosa, e non sarebbero mai scesi con le mani alzate. E sarebbe bello, oggi, su queste pagine di liberazione, ricordarlo con qualcosa, dalle parole di anonimi condannati a morte a quelle di Calamandrei o Marchesi. Parole come queste:
    “Sono rimasto a capo della vostra Università finché speravo di mante­nerla immune dalla offesa fascista e dalla minaccia germanica; fino a che speravo di difendervi da servitù politiche e militari e di proteggere con la mia fede pubblicamente professata la vostra fede costretta al silenzio o al segreto. Tale proposito mi ha fatto resistere, contro il malessere che sempre più mi invadeva, nel restare a un posto che ai lontani e agli estra­nei poteva apparire di pacifica convivenza mentre era posto di ininter­rotto combattimento.
    Oggi il dovere mi chiama altrove.
    Oggi non è più possibile sperare che l’Università resti asilo indisturbato di libere coscienze operose, mentre lo straniero preme alle porte dei nostri istituti e l’ordine di un governo, che – per la defezione di un vecchio complice – ardisce chiamarsi repubblicano, vorrebbe con­vertire la gioventù universitaria in una milizia di mercenari e di sgherri massacratori. Nel giorno inaugurale dell’anno accademico avete veduto un manipolo di questi sciagurati, violatori dell’Aula Magna, travolti sot­to l’immensa ondata del vostro infrenabile sdegno. Ed io, giovani stu­denti, ho atteso questo giorno in cui avreste riconsacrato il vostro tem­pio per più di venti anni profanato; e benedico il destino d’avermi dato la gioia di una così solenne comunione con l’anima vostra. Ma quelli che per un ventennio hanno vilipeso ogni onorevole cosa e mentito e calunniato, hanno tramutato in vanteria la disfatta e nei loro annunzi mendaci hanno soffocato il vostro grido e si sono appropriata la mia parola.
    Studenti: non posso lasciare l’ufficio di rettore dell’Università di Pa­dova senza rivolgervi un ultimo appello.
    Una generazione di uomini ha distrutto la vostra giovinezza e la vo­stra Patria; vi ha gettato tra cumuli di rovine: voi dovete tra queste rovi­ne portare la luce di una fede, l’impeto dell’azione, e ricomporre la gio­vinezza e la Patria. Traditi dalla frode, dalla violenza, dalla ignavia, dalla servilità criminosa, voi, insieme con la gioventù operaia e contadina, dovete rifare la storia dell’Italia e costituire il popolo italiano. Non fru­gate nelle memorie o nei nascondigli del passato i soli responsabili di episodi delittuosi; dietro i sicari c’è tutta una moltitudine che quei delit­ti ha voluto o ha coperto con il silenzio e la codarda rassegnazione; c’è tutta la classe dirigente italiana sospinta dalla inettitudine e dalla colpa verso la sua totale rovina.
    Studenti: mi allontano da voi con la speranza di ritornare a voi, ma­estro e compagno, dopo la fraternità di una lotta insieme combattuta. Per la fede che vi illumina, per lo sdegno che vi accende, non lasciate che l’oppressore disponga ancora della vostra vita, fate risorgere i vostri battaglioni, liberate l’Italia dalla servitù e dalla ignominia, aggiungete al labaro della vostra Università la gloria di una nuova e più grande deco­razione in questa battaglia suprema per la giustizia e per la pace del mondo.” (Concetto Marchesi, Inaugurazione anno accademico università di Padova, 9 novembre 1943)
    Buon Venticinque Aprile!
    Ora e Sempre Resistenza!
    Paolo

  • Professore, sicuramente molti sostenitori di Melenchon faranno il suo ragionamento è si asterranno, così come i comunisti irriducibili si asterranno per semplice principio antifascista. Il problema sono quelli che avrebbero votato Melenchon per essere trasgressivi antisistema. Personalmente quelli che ragionano “con la pancia” mi preoccupano sempre: vedasi il gregge che, insieme a Salvini, salutavano l’elezione di Trump come la vittoria del popolo contro le lobby.

    Paolo

  • L’internazionalismo della sinistra non è strutturato a livello mondiale, diversamente dal globalismo neoliberista che ha i propri centri di elaborazione teorica, come l’Aspen Institute, le proprie istituzioni, come la Trilateral e il Bilderberg e un nutrito gruppo di fedeli esperti, inserito in tutti i centri di potere economico, politico e culturale.
    E per finire, dietro tutta questa organizzazione c’è un polmone finanziario pressochè inesauribile rappresentato dai finanziamenti delle grandi dinastie del denaro che presiedono allo sviluppo del progetto neoliberista.
    I partiti e i movimenti della sinistra in questi anni sono stati facilmente infiltrati, corrotti e piegati agli interessi dei neoliberisti.
    Il passato ci ha dimostrato che le forze di sinistra hanno saputo meglio organizzarsi all’interno della dimensione statale, mentre i grandi aggregati come la UE sono finiti rapidamente sotto il controllo dei centri finanziari che da lì hanno potuto imporre ai singoli Paesi le proprie decisioni.
    Forse, un’alleanza momentanea con partiti come FN potrebbe permettere il recupero delle sovranità statali e una riorganizzazione successiva dei partiti di sinistra, prima a livello interno con l’espulsione del personale vicino ai neoliberisti e il ripudio di qualsiasi compromesso ideologico con i funzionari del grande capitale e poi a livello internazionale grazie al collegamento con gli altri movimenti di sinistra.
    E’ un rischio, ma pensare di riproporre l’internazionalismo di sinistra senza dietro una base solida nei singoli Stati mi sembra altrettanto pericoloso, visto il grande vantaggio organizzativo ed economico di cui godono i neoliberisti.

  • Le istituzioni europee, in combutta con la NATO, stanno già tollerando, se non incoraggiando, forze di estrema destra in Ucraina e nei paesi baltici in funzione antirussa. Non contrastare queste organizzazioni internazionali (UE e NATO) significa, non solo favorire la destra neoliberista rispetto alla destra nazionalista, ma anche favorire i peggiori nazionalismi in quei paesi in cui la destra neoliberista, per motivi tattici, si allea con la destra nazionalista. La differenza fra Orban o l’UKIP e i neonazi ucraini, polacchi e baltici mi sembra evidente, se non altro per il diverso grado di pericolosità e per il fatto che questi ultimi sono ben armati e addestrati e pronti, per motivi di revanscimo, a scendere in guerra con la Russia. Che abbia fatto bene o no ad astenersi è molto difficile da dire, dipenderà dagli sviluppi della situazione internazionale.

  • Qualcuno deve aver voluto boicottare Melenchon ed ha continuato perorare la candidatura di Hamon invece di consentirgli di raggiungere il 26%.

    Per astenersi l’elettore le deve giudicare indifferenti a PARI merito i due “residui” del I turno, a meno di non seguire la pia illusione di mandare “messaggi” a chi analizzerà i flussi elettorali.

    Astenersi per far vincere Le Pen o Macron? Il sistema maggioritario a doppio turno delle presidenziali Francesi induce a cautelarsi dalla peggiore scelta in assoluto durante il ballottaggio.

    Chissà se un Sistema di voto alternativo che risultato avrebbe generato: Il maggioritario a doppio turno si presta a particolari manipolazioni dal paradosso di Condorcet allo spoiler effect. https://it.wikipedia.org/wiki/Voto_alternativo

  • E intanto che discutiamo (ma chi? dove?) di “come” superare l’euro… ci teniamo l’euro, i suoi assurdi vincoli, l’oligarchia europea, la crisi e via discorrendo.
    Invece di buttare acqua sul fuoco che incendia la casa discutiamo su come dovrebbe essere ricostruita. Non sarebbe neanche un gran problema se la discussione non avvenisse all’interno della casa.
    Questa è la sinistra oggi.

    • Si faccia un giro per le periferie degradate, per le zone industriali desertiche, per i mercati ortofrutticoli dopo la chiusura, per le slot machine .. e scoprirà che le istanze poste dai “fossili della sinistra” sin dall’ottocento, ora sono più attuali che mai.
      Giacchè si trova provi ad entrare in un qualsiasi corpo dello stato e ne vedrà di cose, se ha gli occhi per vederle.
      Se poi non è contento, entri in banca, facendo attenzione a non farsi rapinare…

  • Confesso di seguire le elezioni francesi con malcelata insofferenza, perchè ci sono europei più importanti di altri: tanto valrebbe consegnare il mio certificato elettorale a Guy, Victor, Francois o Vattelapescà. Sembra che un voto in Francia valga più di uno in Spagna o in Portogallo o Italia, per non dire della Grecia.
    Perchè devo essere condannato ad occuparmi degli starnuti di Micron, quando ai francesi delle corbellerie dei vari politici italiani interessa poco – e fanno bene – ?
    Se questi siamo europei di serie A e B, C …

  • Dedico ai successore in carica di Da Gaule -irriconoscente (per non dir altro) verso i soldati italiani, che in gran numero perirono, per liberare la Corsica dagli occupanti tedeschi, e al successore in carica di Churchill, immemore … dei flirt con il regime e confusionario tra Mussolini e gli italiani, uno stralcio del discorso di Aldo Moro pronunciato a Bari
    per il trentennale della Resistenza:
    “La Resistenza fu lo scatto ribelle di un popolo oppresso, teso alla conquista della sua libertà. Ma essa non fu solo un moto patriottico-militare contro l’occupante tedesco, destinato, perciò, ad esaurirsi con la fine del conflitto mondiale. La Resistenza viene da lontano e va lontano. Affonda le sue radici nella storia del nostro Stato risorgimentale. E’ destinata a caratterizzare l’epoca della rinnovata democrazia italiana. Un dato storico è da mettere in rilievo: alla Resistenza parteciparono, spontaneamente, larghe forze popolari, e non solo urbane, ma della campagna e della montagna. Furono coinvolti ad un tempo il proletariato di fabbrica, che difendeva gli strumenti essenziali del suo lavoro, e la realtà contadina. Alle azioni gloriose delle formazioni partigiane e del nostro corpo di liberazione, schierati in battaglia, si accompagnò un’infinità di episodi spontanei, il più delle volte oscuri o poco noti, che rappresentarono l’immediata risposta delle popolazioni alle sopraffazioni delle brigate nere o dell’esercito nazista, una risposta data anche fuori dai centri urbani, nei più sperduti paesi rurali, nelle zone collinari e pedemontane.”
    Tratto da :
    http://www.fisicamente.net/MEMORIA/index-1728.htm

  • Il fascismo fu il prodotto della scellerata politica economica del liberismo capitalista, che diffuse disoccupazione e miseria. L’ue, paladina del liberismo euroimposto (Tina), trascina i popoli ridotti in miseria verso la reazione. Battere Macron significa salvare il continente dal fascismo. Ogni sincero antifascista dovrebbe votare e fare votare per Marine. Ella farebbe implodere la formidabile arma antidemocratica Europea ( Euro e globalizzazione).

  • Tenerone Dolcissimo

    A me sembra autolesionista da parte della sinistra continuare a criticare la politica antiimmigrazione della destra, quando è stato ampiamente dimostrato che l’invasione dei popoli africani ed asiatici -perché di vera invasione si tratta (memento Adrianopoli)- sia orchestrata da potentati transnazionali al fine di impoverire e schiavizzare ceti popolari e piccolo borghesi europei.
    Se ne sono accorti pure quei morti di sonno dei 5 stelle!!!!
    E ci sono molti elementi che questa invasione sia stata programmata da tempo e sia l’ultimo atto di un piano che è iniziato favorendo la denatalità europea.
    Quindi il lasciare che Macron vinca sia per la sinistra una politica suicida, autolesionista … tafazziana direi.
    A meno che il fine sia quello di mandare al potere, attraverso il pupazzo Macron, i potentati UE che impoveriscano ulteriormente la Francia e portino alla disperazione proletari e piccolo borghesi in modo di creare uno stato insurrezionale che sfoci in una rivoluzione violenta.
    Ma manovrare gli esplosivi con eccessiva disinvoltura non penso che porti a niente di buono.
    Più costruttiva sarebbe una politica sandersiana e cioè io cara Le Pen non sono d’accordo con te, ma ti appoggio nella misura in cui tu implementi una politica volta a favorire i ceti popolari e medi, in modo da poter dire a futura memoria: vedete la politica positiva della Le Pen e’ stata realizzata anche grazie a noi di sinistra e adesso dateci il voto perché potremmo fare ancora meglio.
    Non dico che la sinistra si debba appecoronare, ma perseguire i propri fini anche mediante persone che di sinistra non sono. E’ una politica che ha pagato per la sinistra italiana che è stata magna pars del CLN insieme a forze a loro opposte.
    O volete che i ceti medioìbassi debbano maledire la sinistra in mezzo alle macerie provocate da Macron accusando la stessa sinistra di non avere mosso un dito mentre i potentati transanazionali massacravano la Francia?

    • come dire che noi italiani, polacchi, irlandesi ebrei orientali ecc abbiamo invaso gli Stati Uniti nei primi del Novecento

      • Tenerone Dolcissimo

        Eh no, caro Giannuli. Le differenze sono enormi. Noi emigravamo legalmente. Noi bussavamo gentilmente alla porta e non la buttavamo giu’ a pedate. A noi nessuno regalava alcunche’. A noi nessuno offriva un panino e se qualcuno ce lo offriva ringraziamo e non lo usavamo per tirarlo in faccia. Noi se ci offrivano da mangiare lo accettavamo grati e non lo rifiutavamo se non ci piaceva il contenitore che ci veniva offerto. Noi il viaggio ce lo pagavamo e non c’erano organizzazioni umbratili ed ambigue a trasportarci. Noi non venivamo pagati per oziare mentre fuori gli statunitensi morivano di fame.
        Concedimi di dirti, caro Giannuli che questa obiezione non è all’altezza dei libri e degli articoli che scrivi. Lo dico con immutata ammirazione

        • noi emigravamo sempre legalmente? Non c’erano organizzazioni umbratili? Eravamo così remissivi e docili? Devo essermi distratto…..

          • Tenerone Dolcissimo

            Qui ci sono di mezzo organizzazioni che hanno studiato e programmato emigrazioni di massa con fini destabilizzatori.
            I nostri emigranti al massimo pagavano qualche criminale che corrompeva qualche funzionario per farlo entrare illegalmente.
            Non vi era il fine di distruggere gli Stati Uniti.Nessuno aveva anticipato l’emigrazione impedendo ai cittadini USA di fare figli.
            Le cose sono ben diverse.

          • Tenerone Dolcissimo

            Le associazioni umbratili che accompagnavano i nostri emigranti erano semplici organizzazioni criminale e non erano sponsorizzate da altri stati od organizzazioni di stati o organizzazioni internazionali che riescono ad avvalersi degli stati.
            Le prime avevano lo scopo di arricchirsi col crimine. Le secondo il fine di distruggere o schiavizzare interi stati e/o le loro popolazioni.
            Nel primo caso siamo in presenza di una crimine. Nel secondo di una vera e propria guerra.

      • La Francia è già popolata dai francesi, anche di origine africana, ed ha ripreso, forse grazie a questi ultimi e, comunque, a seguito di politiche per la famiglia a fare figli ad un tasso quasi sufficiente per mantenersi in un certo equilibrio demografico. Nei primi del Novecento, gli Stati Uniti invece erano in una situazione deficitaria in rapporto alle capacità del loro territorio, almeno allo stato contemporaneo delle conoscenze tecnologiche.
        Professore, in condizioni di equilibrio demografico, la migrazione dovrebbe essere considerata in un’ottica onnicomprensiva, perché comporta disagi a tutte le parti coinvolte: non solo i migranti, ma anche le popolazioni ospiti spiazzate dai migranti e, soprattutto, le popolazioni derelitte, che soffrono dell’emorragia subita fino a quando non riescono a ricostituire il loro “sangue” (l’ho visto chiaramente in Africa sub-sahariana).
        Porre un freno a nuovi trasferimenti di popolazione è una manovra necessaria, sebbene non sufficiente. Occorre porre un freno anche agli spostamenti di capitale, in particolare impedire che il risparmio dai Paesi poveri sia dirottato verso quelli ricchi.
        Pertanto, prima di sentenziare frettolosamente, io vorrei vedere alla prova dei fatti come un eventuale governo Le Pen regolerebbe il cambio con l’area CFA.

  • Ottimo articolo professore, condivido il punto di vista.

    Se non fosse per il M5S la situazione francese ed italiana sarebbero abbastanza speculari.

    La Le Pen con il suo 21,5% è rappresentata in Italia da Salvini+Meloni, stimati complessivamente dai sondaggi intorno al 19%.

    Macron per certi versi è assimilabile a Renzi, un giovane centrista filo europeista, che governerà con il sostegno del centro-destra.

    Melenchon con il suo 19.5% non ha attualmente un corrispettivo altrettanto forte in Italia, i cespugli di sinistra non raggiungono tutti assieme il 10%.

    In questo quadro si inserisce il M5S che per quanto forte non potrà mai governare senza l’appoggio di qualche altra forza politica.

    Una coalizione M5S+Lega+FDI avrebbe quasi sicuramente i numeri per governare, ma è un’opzione che non piace, per contro una coalizione M5S+Sinistra non avrebbe quasi sicuramente i numeri per governare.

    Tralasciamo l’opzione M5S+PD che alcuni hanno avanzato, voglio sperare solo come provocazione.

    Lei professore ha sostenuto che il M5S non sia ancora pronto per governare e dovrebbe saltare un altro giro. Una soluzione molto zen, che pochi elettori del M5S comprenderebbero, dopo 5 anni di attesa.

    Cosa ne pensa invece di una grande coalizione guidata dal M5S, sostenuta da Lega+FDI, ma controbilanciata dalle Sinistre?

  • L’esistenza dei 5stelle è in effetti fondamentale, ma per le forze liberiste (il PD in particolare) che governano il nostro paese, perchè la pochezza e l’inadeguatezza dei suoi esponenti è tale da far dormire sonni tranquilli a Gentiloni, Renzi e compagnia. Segnalo in proposito il commento che è riuscito a fare il “responsabile esteri” del movimento grillino Manlio Di Stefano dopo il primo turno francese: di fronte a un voto che potrebbe avere effetti macroscopici sull’Europa e che, comunque vada il ballottaggio, avrà conseguenze politiche ed economiche rilevantissime, il Di Stefano ci dice che “nè Macron nè Le Pen si tagliano lo stipendio”, e che “il popolo francese ha scelto di punire chi li ha traditi negli ultimi anni sostenendo misure come il Fiscal Compact, il pareggio di bilancio in costituzione, il taglio delle pensioni e l’austerity”, dimostrando di non avere la minima idea del programma di Macron, che invece punta proprio ad accentuare le politiche antisociali di austerity, ed ha promesso nuovi e più consistenti tagli a pensioni e salari. Questo è il”ministro degli esteri” dei 5 stelle, questo è il livello della strategia politica del movimento grillino, non sembrano necessari molti commenti.

  • Il Partito Comunista Francese…leggo che ha invitato a votare Macron contro il “pericolo” Le Pen.

    comunicato del PCF
    “”Noi comunisti, “consapevoli delle enormi battaglie che stanno arrivando e delle responsabilità che incombono sul nostro partito, il 7 maggio, per il secondo turno delle elezioni presidenziali, chiediamo di sbarrare la strada della Presidenza della Repubblica a Marine Le Pen, al suo clan e alla minaccia che il Fronte Nazionale rappresenta per la democrazia, la repubblica e la pace, anche se per farlo si deve votare l’unico candidato che, purtroppo, le si oppone.“

    Melenchon per ora è silente…oibò non appoggerà anche lui Macron???

    Inutile dire che mi auguro che riesca a spuntarla Le Pen.

  • “senza contare che va riproposta la questione della demetallizzazione che ha portato all’’attuale sistema della fiat money che è alla base dell’attuale iper capitalismo finanziario.” Dovrebbe approfondire con un pezzo ad hoc, prof.
    P.S.: dopo la malattia è tornato più in forma che mai, me ne compiaccio!

  • Sono d’accordo con lei professore, anche se per motivi in buona parte diversi.
    Quando due opzioni sono, sia pur per motivi diversi, estremamente repellenti, al “meno peggio” non bisogna giocare ma si deve impegnarsi per ricostruire e rendere solida nella società una conflittualità che abbia obiettivi propri e autonomi.

    Dico subito su cosa non sono d’accordo e non vale soltanto per la Francia ma per tutta l’Europa in questa fase di transizione storica nella quale stanno crollando interi paradigmi e nella quale i passaggi per chi tenga fermo l’orizzonte del socialismo, sono strettissimi.

    Bisogna saper distinguere tra partiti che hanno connotazioni fasciste e partiti che hanno sulla società una funzione fascistizzante: le due cose non coincidono necessariamente.
    Senza una concezione strettamente organicistica della società, una idea di gerarchia sociale fondata su basi spirituale, senza trasformazione del passato in un minestrone mitopoietico e senza partito organizzato in milizia, parlare di “fascismo” non ha senso, anche nel caso di destre piuttosto radicali, con connotazioni xenofobe ed effetti fascistizzanti, ma che non costituiscono una minaccia diretta alla democrazia.
    Questo non vuol dire che gruppi fascisti non esistano, ma al netto dei gruppetti nostalgici che costituiscono problema di ordine pubblico, partiti grandi che possano essere definiti in questo senso in Europa oggi sono Alba d’Oro, o il Jobbik e poco altro.
    Se si chiama in causa la pregiudiziale fascista rispetto al FN, e se lo si fa su basi seriamente fondate, allora votare Macron è del tutto giustificato anzi inevitabile.
    Non credo si debba però votare Macron.
    FN ricicla anche dei fascisti ( sicuramente fascista direi è la nipotina Marion, non la figlia Marine a quanto dice, ad esempio ).
    Ma bisogna essere capaci di comprendere che l’ordoliberismo, il disfacimento del tessuto sociale che nel consegue, il fatto che sia anche quello una ideologia della diseguaglianza anche se su basi censitarie e non raziali, lo smantellamento totale dello stato sociale e di ogni diritto del lavoro, sono opzioni fascistizzanti altrettanti.

    Quindi, in assenza di un partito violento e organizzato in milizia, FN e Macron, o in Italia il PD e la Lega, vanno letti come opzioni altrettanto fascistizzanti, rispetto alle quali ci si oppone con uguale forza.
    In questa logica la linea dell’astensione e dell’organizzazione della resistenza nella società è totalmente corretta, anche se è importante capire perchè, non sollevando pregiudiziali antifasciste in maniera imprecisa e prematura indebolendo proprio la sostenibilità della posizione per l’astensione.

    Attenzione perchè alle prossime politiche in Italia si voterà sulla medesima pregiudiziale: difesa dell’UE e “fronte popolare” contro l’orda populista-nazifascista-giallo-verde di governo che potrebbe sortire dalle elezioni.
    Che sia realistico o meno è un altro discorso: tutti i partiti, tutti i media, e tutte le istituzioni UE ci diranno che voteremo su questo.
    Ma questa retorica va rigettata.

    Altra cosa.

    Tutti i suoi lettori sanno che lei è profondamente critico da molti anni non solo sull’euro ma su l’UE nel suo insieme, su basi che personalmente considero del tutto condivisibili.
    Tuttavia la posizione non va pasticciata.
    Come ad esempio spiega molto bene il prof. Cesaratto nel suo ultimo libro divulgativo, la questione del vincolo esterno è molto più complessa e ampia del solo euro, alla cui rottura dovrebbe quindi seguire un completo cambiamento anche degli assetti geopolitici del paese.
    Inoltre si evidenzia che un accordo con altri paesi intenzionati a intraprendere una strada diversa da quella che la UE forza, che si puntellino a vicenda, sarebbe sicuramente possibile.
    Una idea quindi di confederazione ( non federazione, per questo non ci sono MAI state le condizioni politiche ) europea ( mediterranea? ) tenuta insieme anche da una moneta comune, non unica, ( cioè ciascuno ha la propria divisa nazionale e una BC al servizio del proprio tesoro, il tasso di cambio non è lasciato in balia del marcato ma può fluttuare sulla base di accordo politico tra i paesi aderenti, poi con una unità di conto comune si regola il commercio estero istituendo una camera di compensazione per gli squilibri e dando alla BC la funzione di compensare questi squilibri, o costringendo ad ampliare il mercato interno cioè i salari per chi sia in surplus, o redistribuendo risorse per investimenti strutturali nei paesi in deficit in misura pari ai surplus accumulati ) che si puntellino a vicenda anche per opporsi alla grande finanza internazionale con maggiore efficacia, sarebbe del tutto auspicabile.

    Non bisogna però alimentare false illusioni: una cosa simile, forse, potremmo averla solo se distruggiamo l’UE che c’è, la quale è pensata apposta per non essere rifomabile dall’interno.
    Come ha spiegato benissimo non pochi mesi fa, ma oltre un lustro fa, Fréderic Lordon.

    Il nazionalismo in ambito economico è il mercantilismo, non il fatto che un paese abbia la propria divisa nazionale.
    Quindi l’UE è nazionalista a proprio modo.
    Uscirne non esclude la possibilità di avere un governo nazionalista ancora una volta, ma è la premessa necessaria per potere avere una alternativa.
    Anche su questo bisogna essere chiari, altrimenti ancora una volta si rafforzano i vari FN.
    Il motivo per cui partiti come FN o Lega vanno attaccati non è quindi la proposta di uscita unilaterale dall’Uem ma il fatto che non esistono soluzioni di mercato per l’attuale crisi, ma solo soluzioni fondate su grandi investimenti pubblici e su una strategia di riammodernato ma fortissimo interventismo pubblico nell’economia, cosa che entrambi rifiutano, dimostrandosi niente altro che liberisti con altri mezzi.

    Buona giornata.

    • forse nel mio prossimo libro troverà la risposta alle sue obiezioni e wscoprirà che siamo molto meno in disaccordo di quanto le pensa

      • Ne sono convinto professore, parliamo di sfumature.
        Alla fine su questa specifica questione tanto io, quanto lei, quando ancora in questi giorni Brancaccio e Cremaschi, abbiamo sostenuto che sia giusto impegnarsi a ricostruire una strumento politico che rappresenti il lavoro su basi autonome, non piegandosi a votare né Le Pen né Macron ( né i loro epigoni italiani ).

        Sulle sfumature quello che ho puntualizzato è semplice.
        Alba d’Oro è un partito fascista, Jobbik è un partito fascista, Front National o Lega Nord sono destre radicali non partiti fascisti, anche se al loro interno riciclano dei fascisti.
        In ogni caso non potendosi definire strettamente fascisti, è insensata la logica “frontista”.
        Essi hanno effetti fascistizzanti ma, sia pure per motivi diversi, nei fatti sono altrettanto fascistizzanti il PD, Macron e l’ordoliberalismo in genere.

        Solo questo mi premeva: smontare la retorica della necessità “frontista”.
        Soprattutto perchè prevedo che a breve, in Italia, tutti tranne m5s chiederanno il voto senza nulla proporre in positivo se non una logica frontista omologa a quella all’ordine del giorno in Francia.

        • La lega non è un partito fascista anche se Salvini la sta spingendo in quella direzione, il Fn, anche per le sue origini è un partito fascista ma annacquato

    • Caro Enea, la Sua analisi è sottile, soprattutto in materia monetaria, ma un paio di critiche le merita sugli altri punti.
      La prima critica.
      Soluzioni di mercato all’attuale crisi esistono, ma non sono mai state veramente sperimentate in Occidente. Il cortocircuito del risparmio-credito surrogato con le banche popolari e le casse rurali e artigiane (assenti nel nostro Meridione!) fu qualcosa di simile a quello che intendo. Ma sono ipotizzabili altre forme supplementari e ancora più efficienti, che tempo fa trattai anche qui. L’interventismo pubblico va bene solo per le materie residuali, quelle in cui neanche quel cortocircuito riuscirebbe a incidere (per esempio alcuni, e solo alcuni, aspetti della politica ambientale).
      Se questa considerazione le risulta inverosimile, almeno rifletta su un punto. L’interventismo pubblico è stato inventato nelle università dei Paesi anglosassoni e quindi è quantomeno sospetto di una collusione con il grande capitale: quando il grande capitale non può impegnare i suoi soldi o non vuole comparire si avvale dello Stato interventista per forgiare a suo piacimento l’economia di un Paese. Vuole un esempio? Per la logistica merci, il nostro Paese pullula di autostrade e invece è totalmente deficitario sul trasporto multimodale (rotaia-gomma), che è molte volte meno divoratore di risorse umane ed energetiche del primo; eppure le autostrade hanno comportato investimenti pubblici molto più cospicui di quelli che avrebbe richiesto il trasporto multimodale. Ciò è avvenuto perché i padroni d’oltremare e i loro preposti locali (famiglia Agnelli) ci hanno voluti permanentemente più bisognosi e quindi più asserviti. Vogliamo fornire a costoro nuovo danaro pubblico per farci asservire?
      La seconda critica.
      Quando Marion in parlamento denunciava le malefatte del “gran maestro” Manuel Valls (la storia forse un giorno lo definirà per quel che è, “gran criminale”) non mi sembrava che usasse la retorica di Mussolini. Se poi, oltre che a parlare senza peli sulla lingua, la pulzella è anche “antiabortista”, non mi sembra possa definirsi automaticamente “fascista”, ma anzi ciò le conferisce l’attributo di una profonda e coerente conoscenza del diritto costituzionale, cosa che per definizione un fascista non può avere (se non per sovvertirlo).

  • Breve storia triste: ci teniamo altri cinque anni di euro e Ue perché la sinistra possa differenziare il proprio prodotto “internazionalismo di sinistra” nel mercato elettorale.
    Chapeu.

    • @Saint Simon
      secondo me basta e avanza che gli elettori di Melenchon non diano il voto a nessuno dei due …(posto che secondo me una parte degli elettori di Melenchon potrebbero dico “potrebbero” ..dare il voto spontaneamente a Le Pen..certi elettori incazzati che per motivi ideologici hanno preferito Melenchon…ma che potrebbero non mettersi problemi a votare Le Pen in funzione anti Macron…in Italia tantissimi elettori della Lega erano ex comunisti…lo stesso Bossi o Salvini se non errano erano ex militanti di sinistra…non è a mio parere “impossibile” che elettori di sinistra incazzatissimi confluiscano nella Le Pen perché non ci sono alternative….negli Stati Uniti tanti elettori di Sanders poi pur di non dare il voto a Clinton hanno votato per Trump ..posto che poi Trump..”come al solito” si è messo sugli attenti dinanzi al “Vero Potere” …dopo due mesi..adeguandosi e “mettendosi in riga”…sta disattendendo tanto di quello che aveva promesso in campagna elettorale ..vedasi per esempio l’argomento NATO e altre cose…ho dei seri dubbi che reintroduca la Glass Steagall…e tante altre cosette “antisistema” ….non ne ha la forza—->> sintesi : non è cambiato nulla..tranne una consistente forza antiglobalista sia negli Stati Uniti che in Europa…e non è poco: ma Trump non ne fa più parte…insomma al Trump il cosiddetto deep state …gli ha fatto capire chi è che comanda veramente…e mi sa che l’ultimo a comandare è proprio il Presidente degli Stati Uniti…era cosi ieri ed è cosi anche con Trump…detto e premesso che lo hanno messo in riga già in famiglia: Ivanka e il maritino Kushner.legato a doppio filo con il partito democratico….talmente che tanti si lamentano dicendo : abbiamo eletto Trump o “quei due “….. o la vaga impressione che il Trump abbia cambiato posizione anche nei confronti dell’UE …sistema UE caro al deep state americano . Potrei sbagliare..ma è questa l’impressione…salvo non sia una sua tattica per aggirare le note ostilità del sistema che voleva incastrarlo con la storiella dell’agente russo ” etc etc…argomento sparito dopo i missili ad Assad .. ). Quindi va anche bene che si astengano (per motivi ideologici )..e poi magari si oppongano a chi vincerà..sia Macron che Le Pen. L’importante è a mio parere che non diano il voto a Macron in funzione anti Le Pen. Se vincerà Le Pen (non credo ma non è detto ) sarebbe un durissimo colpo per l’UE…e se ne accelererebbe notevolmente lo sfaldamento. Se vince Macron…gli europeisti si ringalluzziscono…e durerà l’agonia..e non so manco dove porterà…il problema si ripresenterebbe più tardi e in modo molto più critico. Almeno questa è la mia opinione. Pretendere che chi ha una radicata visione ideologica voti a favore della Le Pen…anche a fini buoni…secondo me è chiedere un po troppo: basta che non diano il sostegno a Macron. Il PCF.. comunque ha dato il sostegno a Macron…ma se Melenchon desse il sostegno a Macron..poi voglio vedere con che faccia possano contrapporsi alle sue politiche ..che sappiamo tutti di che tipo saranno….

      Se votare Le Pen è inammissibile per motivi ideologici visto la sua provenienza di natura fascista …non vedo perché sia ammissibile votare Macron visto che rappresenta il peggio del capitalismo tecnocratico elitario… Va bene l’astensione e l’eventuale poi opposizioni al vincitore : che sia Le Pen e Macron.

      anche se io ovviamente preferirei che votassero pur controvoglia per Le Pen (ovvio ).

  • io non ho alcun dubbio sul fatto che Macron sia più classista e più avverso ai deboli della le Pen.

    l’antifascismo in assenza di fascismo non serve. se vuoi fermare macron e la UE voti per chi ne è contrario.

  • @Giannuli
    Circa la questione del “terreno democratico” Reporters sans frontiers menziona esplicitamente Beppe Grillo sul suo sito. https://rsf.org/en/italy

    Huffington post ne parla oggi.
    http://www.huffingtonpost.it/2017/04/26/italia-migliora-sulla-liberta-di-stampa-guadagna-25-posizioni_a_22056021/

    Il M5S utilizza da tempo le classifiche della FreedomHouse che seguono principi equivalenti: resta da vedere se anche quest’ultime menzionino Grillo a titolo di esempio nella stessa maniera.

  • E’ difficile con articoli del genere convincere operai e nullatenti a stare dalla propria parte, non perché non siano corretti, anzi questo articolo è ineccepibile sul piano formale, ma perché appaiono estremamente toerici e slegati dai pressanti bisogni della gente, continuamente rimandati ad una rifondazione culturale della sinistra sempre più irrealizzabile. Sulla questione immigrati la sinistra, specie italiana, vive in una contraddizione insanabile. Negli anni d’oro, quelli della guerra fredda le battaglie della sinistra erano per i diritti di classe di determinate categorie, e la possibilità di avere benessere era per noi il risultato dello sfruttamento di altre zone del mondo da cui si drenava tutto il possibile. E il marxismo è utilizzato da paesi sotto controlli coloniale come strumento ideologico di liberazione, quindi in chiave di autoderminazione nazionale. Oggi che viviamo un’altra fase e tutti quegli altri che prima stavano a “casa loro” ora stanno arrivando qui, la sinistra non riesce, perché è impossibile, a coniugare la difesa delle garanzie dei lavoratori e l’integrazione degli immigrati, perché siamo tutti più poveri e tra i vecchi lavoratori che votavano sinistra e immigrati non può non crearsi attrito. Il vecchio muro è caduto e loro stanno venendo a farci pagare il sacrosanto conto di tutto quello che gli abbiamo fatto passare e in un certo senso ancora continuiamo a fare.

    riguardo la considerazione sui grillini considerarli ancora un avamposto in difesa della democrazia (una parola su cui bisognerebbe anche mettersi d’accordo, perché oggi significa tutto e niente) è diventato stucchevole, vista la loro incapacità di evolvere che dura da anni. Elogiarli non per quello che sono (cioè il nulla) ma per quello che potrebbero essere non ha senso, non hanno uno straccio di idea coerente su nulla, non hanno retroterra culturale, non hanno struttura ideologica. La le pen al confronto di di maio e di battista è una politicante di razza. Il Fn ha almeno delle idee chiare, gli altri dovrebbero combatterla su questo, invece che su proclami generici.

  • Nell’articolo, complimenti, tranne che per il solito appoggio al 5S.
    Non so come si possa non vedere che il 5S è solo tuffa, ricorda molto il movimento creato da un tipo col mascellone ormai cent’anni fa. Nessuna base ideologica, nessun retroterra filosofico, nessun discorso proprio, solo la ricerca del potere attraverso il consenso di massa. Questo era il fascismo di Mussolini, talmente ridicolo che se non era per il Re Pipino e la borghesia terrorizzata dal biennio rosso che gli aprirono le porte, sarebbe scomparso come l’Uomo Qualunque di Giannini. E non sono in grado di fare previsioni, la storia non si ripete mai uguale, ma credo che M5S sia avviato a fare la fine del secondo.

  • Quando si presenta una scelta politica io preferisco farmi i conti in tasca:
    economicamente ai francesi conviene di più diventare poveri con la bancocrazia finanziaria dell’europa o farsi i cassi propri rimettendo in piedi l’economia sganciandosi dall’eurotrappola?
    Dal punto di vista economico Le Pen che non sa un cippa di economia è anni luce avanti a Macron quindi la scelta di chi sano di mente ragiona col proprio portafogli è per forza Le Pen cioè il male minore…. chi ragiona col cuore imparerà con la vecchiaia e tanti errori che l’organo preposto al pensiero è il cervello.

  • Analisi apparentemente approfondita ma in realtà un puro esercizio di equilibrismo per salvare una decisione tatticamente e strategicamente sbagliata: quella dell’astensione.
    Punto primo Macron non è affatto sicuro di farcela, e posizioni come questa non fanno altro che il suo gioco. Punto secondo i due candidati non sono la stessa cosa e il programma della Le Pen pur avendo punti discutibili (eufemismo) è quello che crea più problemi al capitale finanziario trasnazionale che è il nostro vero nemico.

    Le battaglie della sinistra sono giustissime per carità ma non sono calate nel reale. Nessun progetto di riscatto sociale è possibile non avendo il controllo delle finanze dello Stato.

    E per finire. La distinzione tra liberismo e fascismo è per lo meno imprecisa.
    Il fascismo non è stato altro che uno strumento del sistema economico liberista che adesso ha altri sistemi

  • 1)Punto secondo i due candidati non sono la stessa cosa e il programma della Le Pen pur avendo punti discutibili (eufemismo) è quello che crea più problemi al capitale finanziario trasnazionale che è il nostro vero nemico

    2)Il fascismo non è stato altro che uno strumento del sistema economico liberista che adesso ha altri sistemi

    ———-
    ———

    1) verissimo (il programma Le Pen è letteralmente un bastone fra le ruote al capitale transnazionale )

    2) significativo che nella prima metà degli anni settanta quando il sistema Keynesiano si è ingolfato..si sia fatto il primo esperimento di neoliberismo nel Cile di Pinochet con la supervisione economica di Milton Friedman e con il plauso di Hayek sotto guida statunitense. Hayek giustificò la mancanza di libertà a carattere fascista per raggiungere gli scopi neoliberisti…dandogli il carattere di “mancanza di libertà momentanea” utile al fine.(non ricordo esattamente la frase ..ma disse qualcosa del genere). Fu la repressione feroce che permise l’introduzione forzata del sistema neoliberista.: deregulation, privatizzazioni ,taglio della spesa sociale, le classi sociali più basse che videro venir meno molti servizi assistenziali oltre che una riduzione media dei salari dell’8% e del potere di acquisto dei salari stessi etc etc…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.