Cari amici di Sinistra Italiana, ma perché state perdendo tempo?

Nei primi di febbraio, Sinistra Italiana dovrebbe tenere il suo congresso fondativo che, tutto fa presagire, si risolverà in una brutale conta fra quelli che vogliono allearsi al Pd e quelli che escludono questa alleanza: nulla di più inutile.

Considerato che:
a-    chiunque perda il congresso, dopo un minuto se ne andrebbe per i fatti suoi

b-    che non c’è una sigla da rivendicare, perché quella di Sel ormai è dismessa, i filo Pd andrebbero certamente nel “campo progressista” di Pisapia e chi resta fuori potrebbe servirsi della sigla SI, ma anche se così non fosse, SI non è una sigla consolidata e si potrebbe tranquillamente cercarne un’altra

c-    che non pare ci sia alcun tesoretto di sedi e denaro di cui appropriarsi, perché quello appartiene (ammesso che esista) a chi ha “vinto” il congresso di scioglimento di Sel (e dunque è cosa fatta)

Sapete dirmi a che serve questa improbabile conta all’ultimo voto?

Ci credo che i tesserati sin qui stati solo 8.000: chi volete che si appassioni ad una discussione del genere? E’ evidente che un pezzo del gruppo parlamentare aspiri alla conferma (in fondo è un aspetto della lotta in difesa del posto di lavoro!) e al solito, si acconci a fare il solito cespuglio ai piedi del Pd. Ed allora, non perdete tempo: accompagnate all’uscio i suddetti compagni, stingetegli la mano con i più cordiali auguri e tornate ad occuparvi di politica.

La scommessa è quella di fare almeno un primo nucleo di partito di sinistra e alternativo al Pd, dunque, occorre spiegare bene in cosa si è diversi ed incompatibili con il Pd.

Immagino (e spero) che adotterete la discriminante antiliberista, ma poi occorre riempire di significato tutto questo. Ad esempio: è possibile essere antiliberisti ed accettare l’Euro? Io credo di no, ma non pretendo di farne un dogma. Che se ne discuta, magari per scoprire che non è vero che l’alternativa secca sia fra l’Euro ed il ritorno alla moneta nazionale. Ci sono molte soluzioni diverse (tornare ad un serpente monetario, sdoppiare l’Euro in due o tre monete, attuare forme dei doppia circolazione monetaria, ecc.) e, di conseguenza, diversi modi per uscirne, ma è necessario parlarne non dando nulla per scontato e, faccio presente, che già c’è chi scrive (vedi il Corriere della sera) che le prossime elezioni politiche si giocheranno sulla questione dell’Euro.

Poi le politiche del lavoro e contro la povertà: ho visto che anche Sel, nell’ultimo periodo di vita, pensava ad una qualche forma di reddito di cittadinanza. Personalmente sono convinto che si tratti di una vera bestialità e che altre potrebbero e dovrebbero essere le politiche della sinistra in materia, perché non discuterne?

Insomma, alle elezioni con che proposte si presenta Sinistra Italiana (o come diavolo si presenterà)? Certo sarebbe meglio che ci fossero prima campagne su questi temi (proposte legge di iniziativa popolare, referendum, piattaforme sindacali, manifestazioni ecc.) ma, purtroppo, a questo punto temo che ci sia poco tempo a disposizione.  Ma, insomma, questo poco tempo almeno usiamolo bene.

Io credo che il M5s abbia dato un contributo fondamentale per la messa in crisi del sistema politico della seconda repubblica, ha operato uno sfondamento liberatorio di cui anche altri potranno avvantaggiarsi (per dirne una: il probabile ritorno al proporzionale) e credo che sia giusto essergliene grati, ma sono altrettanto convinto che il M5s da solo non ce la farà ad assicurare una alternativa.

E’ necessario che, proprio grazie al sistema elettorale proporzionale, nasca una serie di “partiti altri” che soppiantino le attuali impresentabili forme di aggregazione politica e Sinistra Italiana può essere una delle prime, ma solo a patto di sfruttare tempestivamente le occasioni che sono davanti.

E qui si è già perso tempo, ad esempio, nell’assicurare uno sbocco politico alla fittissima rete dei comitati per il No, o almeno ad una sua parte. Ma si è in tempo a recuperare… vediamo se almeno questa volta…

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (15)

  • Un mio amico mi diceva che la sinistra moderna, quella “liberal” ma non-socialista, può governare con successo solo in una nazione ricchissima, con un clima invernale rigido, militarmente neutrale, e possibilmente isolata da parecchie centinaia di km di oceano dal resto del mondo.
    Io credo che il problema sia il grande equivoco del 21° secolo, cioè che la sinistra ha confuso il liberalismo con il liberismo. Non esiste il capitalismo che si piega ai bisogni sociali, se esistesse non avremmo mai nemmeno concepito le politiche di austerità, non avremmo mai concepito i trattati capestro come il TTIP e il CETA, non ci sarebbero banche private salvate con denaro pubblico e risparmiatori privati lasciati al loro destino perchè il denaro pubblico è finito, non ci sarebbero leggi sul lavoro che santificano e strutturalizzano il precariato, non ci sarebbe globalizzazione che arricchisce solo chi è già ricco.
    La sinistra fino agli anni ’80 discuteva, faceva autocritica, perdeva un sacco di tempo in mozioni da votare, ma almeno lo scopo era sempre servire la causa sociale. Oggi lo scopo delle discussioni e delle perdite di tempo, sono le discussioni e le perdite di tempo. Un tempo le bandiere di sinistra avevano una falce e un martello oppure qualche altro simbolo di progresso e lavoro oggi le bandiere di sinistra dovrebbero mettere come logo un bel ombelico e due occhi incuriositi che lo studiano con attenzione.
    Quando assisto ad uno degli interessantissimi dibattiti della sinistra sulla tonalità di rosso da mettere nel logo della lista elettorale affinché riassuma tutte le anime della sinistra, mi viene spontaneo votare M5S, perché il mio non è voglia di populismo è solo che provo a cercare l’uscita di emergenza più vicina.

  • La questione non è se allearsi o meno col PD. Le alleanze si fanno sulle convergenze di intenti. Qua manca proprio la base: che cosa si vuole dal paese? Deve essere stabilita una identità, se no passassero pure la mano e ci vediamo tra 5 anni con le idee un po’ più chiare.

  • ACME NEWS
    Cetrio Laqualunque, fratello a piede libero del più noto on. Cetto, segretario in pectore del pd-l, per legge sottosegretario, ha rivolto un appello ai dissidenti del SI, affinchè dicano NO: ” tu mi voti e io ti trovo u travagghiu a tia e tutta la famigghia”. Poi qualunquemente all’indirizzo di chi nel SI dirà SI ha aggiunto: “tia non fai lu cespuglio miu, pù, pù, pù a tia e tutta la famigghia.”
    Intanto l’on. Cetto per accreditarsi quale uomo di sinistra ha comprato lo stesso modello di Rolex del Che, quando era ministro di Castro e non perde occasione per esibirlo e sottolineare il paragone.
    Il segretario in carica, Matteo Renzi, dopo un bagno nel biondo Tevere , HA INIZIato a parlare in romanesco e ha sentenziato che sul caso politico “nun c’è trippa”.
    Nella Direzione Nazionale in molti ritengono che si il caso di consultare il presidentissimo sul da farsi.

  • Caro Aldo,
    premesso che non credo in un un risorgere di “vera sinistra”, più di quanto creda al sorgere di una “autentica destra”.
    Tuttavia, chi come te spera in un risorgere della “vera sinistra”, di cui neanche tu peraltro sai definirne almeno i contorni di massima, ha solo una possibilità: buttarsi anima e corpo, senza indugi, inutili dubbi e tentennamenti, nella costruzione nuovo che avanza.
    E il nuovo che avanza è solo uno: il M5S.
    Solo così, forse, dopo che il M5S sarà divenuto un sistema maturo, avrà compiuto il suo cammino e assolto la sua funzione storica, potranno risorgere quelle ideologie fondanti i partiti del secolo passato che ami tanto.
    Ricordando che, salvo catastrofi bibliche da fine del mondo, la Storia va avanti, come tu stesso insegni, ed è triste vivere il presente stando alla finestra a ricordare un passato ormai passato, in attesa che si riproduca più o meno nei modi che hanno segnato la nostra giovinezza.
    Anche perchè in questi casi la memoria fa brutti scherzi: tendiamo a ricordare i lati positivi e dimentichiamo quelli negativi. Tutto diventa rosa, ma è solo illusione.

    • Credo che Giannuli i tratti di una sua sinistra sarebbe in grado di definirli; il problema è che avrebbero poco a che spartire col pattume asservito ai poteri forti a cui si rivolge.

      Penso anche che nella sua idea la nascita di una nuova sinistra, che recupera lo spirito ma non la lettera del passato, sarebbe finalizzata proprio a impartire una guida al M5S ancorandolo a sinistra, dandogli una dimensione programmatica e sollevandolo dall’alternativa fra allearsi colla Lega o rimanere all’opposizione.

      Fortunatamente non c’è pericolo che la melma che è diventata la sinistra parlamentare risponda positivamente a stimoli intelligenti e costruttivi.

  • Il M5S è stato contagiato da alcuni “contributi fondamentali” del PD: per dirne una la “vocazione maggioritaria” (cambiano le sfumature come il “niente alleanze” ed una legge disproporzionale “quanto l’italicum”).

    Riparare la distruzione dell’ecosistema politico perpetrata con maggioritari (a cominciare dall’astensione) potrebbe richiedere più tempo i quanto si creda e non è stato neanche ripristinato una vera legge proporzionale.
    https://www.researchgate.net/publication/251540536_Disproportionality_and_Voter_Turnout_in_New_and_Old_Democracies

    Il lavaggio del cervello contro le coalizioni è duro da stanare giacché c’è altrettanta propensione a dare a pochi “autoreferenziali” il monopolio della politica nazionale con la metà dell’elettorato che non si degna di avallare tale andazzo.

    Fate due calcoli e capirete che il 100% dei seggi rappresenterebbe il 50% dell’elettorato.

    Vocazione maggioritaria? farla davvero con tali livelli di astensione bisognerebbe prendere Grillo in parola ed attendere il 100% dei seggi sia assegnato ad un monocolore.

    Altrimenti solo l’unanimità del Parlamento sarebbe sufficientemente rappresentativa in presenza di tale livello di astensione.

    Naturalmente si tratta di una questione di principio: le “regole” in vigore consentono tutt’altro senza molti ripensamenti.

    • Il mistero più grande è come si sia giunti ad un simile livello quando l’architettura costituzionale del 1948 intendeva istituzionalizzare il confronto politico pluralista secondo un modello cooperativo (contribuire a determinare la politica nazionale)

      Soglie, sbarramenti e premi ovviamente erano un modo di “attenuare” tale impostazione.

      L’obiettivo era tutt’altro che schiaffare qualcuno a sfogare le proprie manie di grandezza.

      Davvero non capisco la mentalità di corto respiro che esalta l’alternanza tra minoranze che demoliscono vicendevolmente quanto fatto in precedenza.

      A che serve fare politiche che saranno smantellate alla legislatura successiva lasciando solo danni “in eredità permanente”?

  • Allora: è più dignitoso e credibile cerebrale un Congresso per vedere chi la pensa come, e poi eventualmente prendere ognuno la propria strada, come vuol fare SI, oppure non celebrarne affatto per far credere che si è tutti d’accordo, come fa il M5S?
    Qui ci sarebbe un bel tema di politica applicata da sviluppare.

  • O. T.
    Theresa May a Donald Trump: “Insieme possiamo guidare il mondo.
    PIL Usa: 18.000.000 $;
    PIL GB: 2.900.000 $;
    PIL Mondo: 78.000.0000 $
    cifre arrotondate.
    Bisogna essere molto, ma molto colonialisti per arzigogolare simili idee.
    Traduzione GB e D si apprestano a fare scintille e preventivamente si cerca una sponda in Usa.

    • Gli anglosassoni il mondo lo guidano per due terzi dal ’45 e per nove decimi dall’ ’89. L’uscita di Trump e May è una semplice constatazione della realtà, corroborata dalle tue cifre. Se il 30% del PIl mondiale marcia unito e il restante 70% disunito, è chiaro che il primo è in grado di fare ciò che vuole. Come ci hanno imposto la globalizzazione, i nostri conquistatori ci imporranno il suo proseguio.

      Se poi Trump si allea coll’Inghilterra da una parte e colla Russia dall’altra, la Germania col suo codazzo mitteleuropeo potrà fare ben poco.

      • Cifre a parte, los anglos e los allemanos si facciano le loro guerrette, che non sono le mie.
        Loro pensano solo e soltanto a se stessi: gli altri sono da sfruttare.
        Palazzo Chigi faccia gli interessi dell’Italia e non del padrone di turno che la considera un alleato minore e fanno pendant con chi da noi con chi vuole andare andare a carro del padrone !!

  • Professore, buongiorno!
    Accompagnamo i suddetti “compagni” all’uscita, verso il loro vitalizio assicurato, e cominciamo a fare un po’ di pulizia. Tanto, a spanderci letame, non fango, addosso, ci pensano già benissimo i media: vicenda “cobas” di Modena insegna. Prima, servizi televisivi a bruciapelo in pausa pranzo dove i “cobas” “estorcono denaro per evitare scioperi”, poi passano i turni, si torna a casa dal lavoro, ti ritrovi immerso in tutte le paturnie del quotidiano e, nell’edizione serale, ti sorbisci nuovamente la stessa notizia (repetita juvant). Disinformazione passata e frittata fatta. Poi tu non ci vuoi credere e vai in rete (e meno male che c’è! pensa se non ci fosse), digiti cobas per sapere la loro versione sul loro sito e… scopri che non sono i cobas, che anzi chiedono ai canali televisivi di non usare immagini di loro manifestazioni, ma il “SI cobas” (compagni anche loro, a differenza di altri utilizzatori del fortunato marchio, come i cobas del latte, ma che coi cobas storici non c’entrano nulla lo stesso). Vai poi sul sito del SI cobas, e scopri che i soldi sono stati dati a un certo Piccinini, mediatore assunto dalla Levoni (quelli buoni, in tutti i sensi) e non al loro capo Aldo Milani, che al contrario la trattativa, a fronte di scioperi durissimi contro i licenziamenti nel settore, a quanto pare l’ha condotta finora sempre e solo al tavolo ufficiale a cui ha costretto i suddetti padroni. Parrebbe una macchinazione in tutti i sensi, ma tant’è: lo so io e altri quattro gatti. Si è parlato, si parlerà al congresso di questo schifo, fra questi signorini con papillon, maglioncino in cachemere, bastone da passeggio e bombetta?

    Un caro saluto.
    Paolo

    PS Ieri sera, approfittando di una debacle familiare generale (tutti a nanna presto), mi sono rivisto Lenin v Oktjabre (Michail Romm, URSS, 1937), per celebrare degnamente il Centenario con almeno un film – a tema – al mese. Notevole, con invenzioni sceniche che riescono anche a far dimenticare il taglio stalinistico dato al racconto storico degli eventi: una fra tutte, la requisizione delle armi al deposito ferroviario sede dei bolscevichi, dove al primo “picche” di quest’ultimo, e al suono dei fischietti e all’accorrere dei soldati per dare manforte al drappello ufficiale di chi aveva provato a prendergliele “con le buone”, segue subito dopo l’urlo delle sirene e l’accorrere di centinaia di operai che, armi in pugno, “invitano gli ospiti all’uscita”. Ritmo delle sequenze, fotografia, inquadrature, mix fra didascalie retaggio del muto e dialoghi del “nuovo” sonoro, davvero notevoli, quasi da far dimenticare Frantojanni. Buona domenica!

  • O.T.
    Mi scuso del ritardo con cui ho letto la sentenza del Tribunale Civile di Roma promossa dall’avv. Venerando Monello contro Virginia Raggi, Grillo, M5*, Casaleggio jr. e RM Capitale, con cui il ricorrente è stato condannato al pagamento di euro (3.939 + 3.282,50 x 3) + 15% e accessori, che fa euro più, euro meno 14.000 euro e rotti.
    Non leggere questo blog fa male, anzi malissimo …
    Lo avevo detto – altri insieme si erano espressi per la negati- che la domanda era inammissibile, come in effetti è stato scritto nel terzo capo della sentenza.
    14.000 e rotti euro senza neppure divertirsi un po’ !
    §§§
    Italiani, stranieri, apolidi, prima dei vostri investimenti dubbi, passate da questo blog, e se proprio non volete ascoltare quell’antipatico saccente di Gaz, sulla scelta dei consigliere scafato di ogni colore avete solo l’imbarazzo della scelta.

    • Chissà chi pagherà quei 14.000 euro … non crederei che paga lui neppure se mi facesse vedere il bonifico o lo F24.
      Comunque, su Linkedin si è auto eletto “President and founding member of the European Lawyers Association (ELA)”, che sarebbe poi “an alumni organisation for lawyers who have participated in the European Young Lawyers’ Scheme or the European Lawyers’ Programme in London or Edinburgh.” (?). Peccato però che sul sito di questa ELA non risulti il suo nome, né nel Board e neppure come rappresentante dell’associazione in Italia.
      Altro millantatore, il che mi convince ancora di più, semmai ne dubitassi, che non è lui che paga.

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